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Sullo stato delle acque marine si discute spesso, seppur come abbiamo sostenuto sempre, in modo parziale ed approssimativo, se non distorto.

 

Ed anche i dati che ci sono offerti ci appaiono parziali ed approssimativi.

E’ ovvio che le acque sono quasi sempre eccellenti ed alcune amministrazioni se ne fanno addirittura vanto, salvo, poi, scoprire che le acque di molti torrenti e fiumi sono fortemente inquinati da escherichiacoli che poi si diluiscono nelle immense quantità di acque marine così che sembrano scomparire.

 

Per non parlare delle reti fognarie e parafognarie che talora scaricano direttamente nel mare senza alcun controllo.

Ora però sul nostro territorio interviene il Reparto Operativo del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto con uno dei suoi L.A.M., cioè “Laboratorio Ambientale Mobile”.

 

E’ la prosecuzione dell’azione del progetto “Quant’è profondo il Mare”, che vede impiegati gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore del polo scolastico di Amantea con la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, con la supervisione della Direzione Marittima di Reggio Calabria, è stato possibile far intervenire direttamente dal Reparto Operativo del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto uno dei tre L.A.M. - “Laboratorio Ambientale Mobile” - sulle foci dei fiumi Catocastro, Oliva e Savuto, per l’esecuzione di prelievi di acque e successive analisi “fisico”, “chimico-fisico” e “microbiologiche” (escherichiacoli).

 

La componente LAM (Laboratorio Ambientale Mobile) trae vita da uno studio congiunto tra il Corpo delle Capitanerie di Porto ed I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale), mirato al potenziamento delle capacità operative della Guardia Costiera nel campo della tutela ambientale.

Ne è scaturito un programma articolato che ha permesso al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di acquisire uno strumento importante per le proprie finalità istituzionali.

Infatti l’impiego dei LAM permette l’accertamento di violazioni che possano causare danni o situazioni di pericolo per l’ambiente marino e costiero, il cui accertamento ricade tra i vari compiti istituzionali del Corpo delle Capitanerie di Porto.

 

I LAM sono coordinati dal 3° Reparto del Comando Generale e vengono impiegati sull’intero territorio Nazionale su richiesta dei comandi Guardia Costiera periferici. Grazie alla possibilità di raggiungere in maniera rapida la zona interessata e di ottenere i risultati delle analisi di laboratorio in tempi molto brevi, i LAM risultano adeguati per fornire risposte immediate sullo stato delle acque analizzate.

Essi permettono di individuare in acqua dolce, di mare e reflue inquinamento da metalli e da altre sostanze chimiche, da sostanze organiche e di tipo fecale. A bordo dei LAM, come in questo caso, sono impiegati militari della Guardia Costiera, laureati in discipline scientifiche ed in possesso di abilitazione alla professione di Biologo.

Nella giornata odierna il Maresciallo Stefano LEPPE ed il Sottocapo SINESI, entrambi alle dipendenze del Comando Generale, hanno eseguito le attività di campionamento alla presenza degli studenti partecipanti al progetto “Quant’è profondo il Mare”.

 

Grazie a questa attività gli studenti, che hanno manifestato estremo interesse per l’attività, hanno potuto testare con mano una delle eccellenze dei mezzi in uso al Corpo delle Capitanerie di Porto, in due distinte fasi: la prima teorica nella quale l’equipaggio del LAM ha illustrato con una lezione specifica le potenzialità del mezzo e la seconda pratica relativa ai campionamenti e alle successive fasi di analisi di laboratorio.

 

Intanto i complimenti all’IIS di Amantea ed al Corpo delle Capitanerie di Porto nelle sue varie componenti ed ecco le foto.

Pubblicato in Cronaca

Scrive il sindaco Rocca del comune di Nocera terinese.

“Cari cittadini,

avrete letto che nei giorni scorsi la Guardia di Finanza e la Guardia Forestale della Provincia di Cosenza hanno posto sotto sequestro 3 depuratori del Comune di Scigliano (Cs) che sversavano, senza che le acque venissero depurate, direttamente in alcuni torrenti a loro volta affluenti del fiume Savuto.

Fiume che, dopo pochi chilometri, sfocia nel territorio di Nocera Terinese.

Da qui la presenza, per fortuna saltuaria, di liquami nel nostro tratto di mare.

Lo avevamo affermato anche nei post precedenti e continuiamo a dirlo: purtroppo la sporcizia del mare non dipende dal depuratore di Nocera, attualmente funzionante.

La nostra Amministrazione è nelle condizioni di gestire nel migliore dei modi l’impianto, e col finanziamento ottenuto di recente andrà ancora meglio, ma finché tutti gli altri depuratori, soprattutto quelli collocati nei paesi “interni”, non saranno messi a norma, ci sarà ben poco da fare.

La speranza è che le cose migliorino sia grazie all’assunzione di responsabilità delle altre amministrazioni comunali che hanno il dovere di mettere a norma i loro impianti, sia per merito dell’opera degli inquirenti che spesso silenziosamente riescono a scoperchiare il marcio dei depuratori là dove si annida.

Siamo consapevoli del pessimo momento economico che stanno attraversando gli Enti Locali, ma così come il Comune di Nocera Terinese fa fronte ai suoi doveri pur con enormi sacrifici, così tocca fare anche agli altri.

Non siamo più disponibili a subire le conseguenze della mancata assunzione di responsabilità delle altre Amministrazioni comunali”.

Il sindaco di Nocera Terinese ricorda, giustamente, che l’ambiente deve essere tutelato da tutti , che è inutile gridare se si trova un mare sporco se ancora oggi si scoprono vasche di depurazione che non assolvono ad alcuna funzione.

Pubblicato in Lamezia Terme

Ci sembra opportuno “giocare” con la storia del libro di Levi( e del film di Rosi) Cristo si è fermato ad Eboli, perché esemplificativa della storia del Savuto e del suo ponte.

Anzi ci piace ricordare la frase di Gian Maria Volontè, quando si chiede “ C'è da chiedersi perchè i contadini vedono nei Briganti i loro eroi: perchè con il brigantaggio la civiltà contadina difendeva la propria natura contro quell'altra civiltà (lo Stato) che le sta contro e che senza comprenderla eternamente la assoggetta”.

Uno Stato che spende miliardi di euro per le “grandi opere” ma dimentica il ponte sul Savuto crollato da ormai molti anni quando questa opera diventa sempre più importante per il rischio di isolamento della Calabria dovuto alla SS18 sempre più “invasa” dal mare.

E’ di stamattina la notizia che la proposta di finanziamento di 6 milioni di euro non avrebbe mai realmente visto luce e comunque che la linea di finanziamento richiesta al CIPE si sarebbe sterilizzata giungendo prima a 3 milioni ed infine a soli 1,5 milioni di euro

Una farsa della politica regionale e nazionale

Proprio per porre fine a questa farsa lunedi 23-03 -2015 dalle ore 10,si terrà l' ennesima manifestazione presso piazzale del' Hotel Ristorante il Torrione sito sulla SS18 , in prossimità' dei semafori di Campora. Saranno presenti i sindaci del comprensorio con la fascia tricolore e tv locali.

La manifestazione è organizzata dal comitato" ricostruiamo il ponte Savuto" .

Lo scopo è sollecitare le autorità competenti ad' affrontare con serietà e avviare a soluzione il problema della viabilità , della statale 18 e la ricostruzione del ponte Savuto .

Si vuole sapere a che punto è la progettazione.

E si vuole sapere se esistono ancora i finanziamenti di cui è stata data assicurazione

La cittadinanza è a partecipare.

La chiusura al traffico del ponte è avvenuta nel lontano 2006

Poi il crollo totale nel 2008 che sta provocando enormi disagi a tutta la fascia tirrenica catanzarese e cosentina, ma in modo particolare alle cittadine di Nocera, Amantea, Cleto, Aiello, Serra Aiello, San Pietro in Amantea, San Mango, Falerna.

Il rischio come detto è che nell'ipotesi di una interruzione della viabilità sulla SS18, peraltro già danneggiata più volte dalle forti mareggiate, mezza calabria resterebbe isolata , sarebbero irraggiungibili l’aeroporto, gli ospedali , gli uffici pubblici, fallirebbero centinaia di aziende agricole, pastorizie e commerciali.

La questione ormai si prolunga vergognosamente da oltre 9 anni e sta portando a credere come abbiamo ricordato che gli eroi siano i briganti( ove mai la calabria ne avesse ancora) ma non lo Stato e la Politica

Appuntamento allora a domani 23 marzo ore 10.00 a Campora SG

Pubblicato in Cronaca

Storia e storie di persone e di paesi che si affacciano sulla costa tirrenica calabrese e che hanno fatto del fiume Savuto (1 a )un luogo d'incontro e di socialità.

Dal mito delle Amazzoni alle vicende di Temesa e Terina, con una città antica chiamata Cleta, attaccata e distrutta da Crotone, la colonia della Magna Grecia risorta dopo l'arrivo di Pitagora.

Dalla presenza dei monaci basiliani alla costruzione dei castelli medievali, dagli attacchi dei guerrieri saraceni alle torri di guardia lungo le coste.

E poi il dominio feudale dei d'Aquino, le riforme del decennio francese, il regno dei Borbone e l'Unità d'Italia.

Una ricostruzione di vicende millenarie che arriva fino ai nostri giorni e che ci aiuta a conoscere gli aspetti storici, letterari, antropologici ed economici di Cleto, Savuto e San Mango d'Aquino.

Armando Orlando

Nato nel 1948 a San Mango d'Aquino (Catanzaro), primo di cinque figli, ha conseguito il diploma di Ragioniere presso l'Istituto Tecnico di Nicastro (ora Lamezia Terme) e dopo gli obblighi militari è emigrato.

Metalmeccanico a Milano e Roma, è tornato in Calabria nel 1983 per lavorare presso un istituto di credito.

E' stato dirigente della Federazione Italiana Metalmeccanici della CISL di Roma e provincia e della Federazione Unitaria della Capitale, ed in Calabria ha ricoperto incarichi di responsabilità politica a livello regionale.

Socio fondatore dell'associazione culturale "Valle del Savuto", che ha sede a Cosenza e che gestisce l'Istituto Artistico Musicale "Diesis", ha iniziato l'attività letteraria nel 1971 con la partecipazione alla collana di contemporanei dell'Editrice Letteraria "Arpa" di Milano.

Nel 1981 ha iniziato a scrivere la storia della Calabria dalle origini.

L'opera è pubblicata a capitoli su "Calabria Letteraria", la rivista di cultura e arte fondata nel 1952 a Longobardi da Emilio Frangella e stampata oggi dalle Industrie Grafiche ed Editoriali Rubbettino di Soveria Mannelli. Partito dalla preistoria, il lavoro conta attualmente 35 capitoli e nei numeri della rivista del 2003 affronta le vicende del Settecento, con il passaggio della Calabria dal dominio spagnolo a quello borbonico, per proseguire poi fino ai giorni nostri, attraverso il decennio francese, il ritorno dei Borbone, l'unità d'Italia, il Fascismo ed il tempo recente.

Ha pubblicato articoli e commenti sul quotidiano "Gazzetta del Sud", sui periodici "La Calabria" di Cosenza, "il piccolissimo" di Catanzaro e "Diesis" di Cosenza, e sulle riviste "Obiettivo Calabria" del Sistema Camerale Calabrese e "l'altra Calabria", organo ufficiale dell'associazione "Calabresi nel Mondo" di Montreal (Canada)

1a) Del Savuto Armando orlando scrive nel suo “Cleto Savuto e San Mango:un viaggio della memoria tra stria e leggenda” che :

“Il Savuto è luogo dove termina il mito e nasce la storia.

Con la città di Temesa avvolta nel mistero, citata da Omero nell’Odissea e sparita nel nulla nelle

vicinanze della foce del fiume o, più a nord e verso l’occidente, sulle alture di Serra d’Aiello; e con il Pian della Tirena, nel territorio di Nocera, che custodisce gelosamente nel suo grembo i resti di una città antica, certamente greca, forse fenicia, lambita in tre lati dalle acque di due fiumi e dal mare, tanto da sembrare un’isola.

Il Savuto – «fiume grosso e navigabile, noto per la gran copia dell’acque», scrive padre Fiore nel

1691 – è via di comunicazione, ed i due versanti si uniscono nel territorio di Scigliano grazie ad un

ponte a campata unica, in pietra, attraversato da Annibale nel 202 avanti Cristo.

Il fiume è importante strada di accesso.

Specialmente verso le zone interne, dove gli insediamenti che sorgevano a mezzacosta e sui pianori sono occupati in epoche successive da vari popoli, fino agli Italici, che parlavano la lingua osca e che seppero dare vita ad una propria cultura locale. Attraverso la sua valle i Neolitici penetrano nelle zone collinari e montane e si insediano nelle terre di Nocera, San Mango, Savuto, Cleto, Martirano e Conflenti, mentre il territorio di Falerna, più prossimo al mare, partecipa allo sviluppo della Piana di Sant’Eufemia, ricca di strutture abitative.

J. De La Genière ci informa che i sentieri lungo il Savuto collegavano la costa tirrenica con la valle

del Crati e con la zona di Sibari, e risalendo il fiume si poteva giungere pure alla valle del Neto e a

Crotone. Ed il Piano di Tirena, posto allo sbocco del Savuto e del fiume Grande, era un punto

d’incrocio delle strade terrestri e marittime.

Lungo la sua valle scorre per lunghi tratti l’antica strada consolare romana Popillia-Annia, la quale, nelle vicinanze della foce, da via interna diventa litoranea e attraversa gli attuali territori di Falerna e Gizzeria fino a Capo Suvero, passando per sant’Eufemia Vecchia e continuando fino all’Angitola: una strada che, dopo secoli di abbandono, è resa efficiente dai Normanni per motivi militari e viene poi ripresa nel 1774 dal re Ferdinando di Borbone.

Ed è proprio attraverso la valle del Savuto e poi quella del Crati che il generale francese Reynier

ripara, con i suoi soldati, nella piana di Sibari, dopo la sconfitta inflitta alle truppe napoleoniche

dagli Inglesi nella battaglia di Maida del 4 luglio 1806.

Il Savuto è via di conquista.

Sulla sponda destra del fiume, nella località chiamata ancora oggi “Passu du Piru”, i soldati

mamertini fedeli ai Romani affrontano e sconfiggono Pirro, re dell’Epiro, sbarcato in Italia nel 281

a. C. per portare aiuto alle colonia greche; ed in quel luogo nel 1690 il principe Tommaso d’Aquino fece porre una lapide nella quale, in latino, veniva ricordata la battaglia, “affinché non si perdesse il ricordo di quell’evento”

Sulle sue sponde e lungo la strada consolare romana sorge la stazione “Sabbatum flumen”, ed anche per questo Martirano diventa, durante il X secolo, il punto di passaggio delle grandi invasioni saraceniche, nella Calabria interna.109 Lungo i suoi sentieri transitano i cavalieri normanni che muovono alla conquista del Regno del Sud, e sotto Federico II schiere di Saraceni, risalendo la valle, si spingono verso l’interno e attaccano la popolazione.

A presidio della valle, per rendere le vie inaccessibili ai soldati aragonesi che dalla Sicilia possono

portarsi sulle coste della Calabria e mettere in pericolo la dinastia angioina, Carlo conte d’Angiò,

nuovo re di Napoli dopo la morte di Corradino di Svevia, fa costruire sulla riva destra del fiume un forte castello, il Castrum Sabatii, i cui ruderi sono visibili ancora oggi e dominano l’abitato di

Savuto.

Pubblicato in Lamezia Terme

mura savuto mini 1Il fiume Savuto è stata una importante strada di accesso verso le zone interne, dove gli insediamenti che sorgevano a mezzacosta e sui pianori sono stati occupati in epoche successive da vari popoli, fino agli Italici, che parlavano la lingua osca e che seppero dare vita ad una propria cultura locale.

Attraverso la sua valle i Neolitici penetrarono nelle zone collinari e montane e si insediarono nelle terre di Nocera, San Mango, Savuto, Cleto, Martirano e Conflenti.

Annibale nel 202 avanti Cristo lo attraversò grazie al ponte a campata unica, in pietra, ancora sito nel territorio di Scigliano.

Un "fiume dalla scarsa fortuna letteraria ma con una grande importanza in età classica; infatti, insieme alla più centrale valle del Crati, costituisce il principale asse naturale di collegamento interno fra la Calabria settentrionale e quella meridionale, nel quale il nodo topografico di Cosenza fa da cerniera, e quindi da luogo forte di controllo, fra i due sistemi fluviali". Così scrive Gian Piero Givigliano.

Juliette de La Genière, nata Massenet(1) archeologa francese , dopo aver ipotizzato l'esistenza di centri abitati nell'area compresa tra Cozzo Piano Grande di Serra d'Aiello, Cleto, Valle del Torbido e Campora S. Giovanni, ci informa che i sentieri lungo il Savuto collegavano la costa tirrenica con la valle del Crati e con la zona di Sibari, e risalendo il fiume si poteva giungere pure alla valle del Neto e a Crotone.

Ed il Piano di Tirena, posto allo sbocco del Savuto e del fiume Grande, era un punto d'incrocio delle strade terrestri e marittime.
E che il Savuto fosse via di comunicazione lo scrive anche scriveva anche padre Fiore nel 1691 :"fiume grosso e navigabile, noto per la gran copia dell'acque".

Per il Savuto, come pochi, sembra il caso di richiamare Cosimo Damiano Fonseca quando ricorda che da espressioni geografiche o delimitazioni confinarie i fiumi sono divenuti essenziali tramiti di cultura e di civiltà fra centri dell'una e dell'altra sponda, tra il mare e le aree interne: "Vita e morte sembrano indissolubilmente legate allo scorrere dei fiumi, al loro ineludibile intersecarsi con le tormentate vicende delle comunità umane... D'altro canto l'acqua è amica dell'uomo in quanto fonte di vita e mezzo di trasporto, serbatoio di energie e strumento di sussistenza. Ma l'acqua è anche nemica dell'uomo, in quanto essa va combattuta per preservare e proteggere la fertilità dei terreni e per evitare l'erosione del suolo attribuibile alle inondazioni o alla scomparsa della vegetazione delle montagne e delle colline".
I segni di tanta importanza sono ancora presenti ma via, via distrutti dal tempio e dalla incuria umana

E John Antonio Szumskyj al quale dobbiamo le foto sostiene che le grandi mura impressionanti per mole (In alcune parti è alto più di 4 metri, in altre parte è in piedi in altre completamente coricato) in tecnica bizantina probabilmente sono pertinenti ad un antico porto.

A tutto questo dramma di vestigia antiche distrutte anche dalle imprese che eseguono lavori deve essere aggiunto il rischio costantemente segnalato dall’ecologista Giuseppe Ruperto dello smaltimento di diserbanti, veleni, rifiuti.

Una storia che si perde, un ecosistema che viene distrutto

  1. Lei è un membro del Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici (de) di Firenze , Jean Bérard centro di Napoli , l' Istituto Archeologico Austriaco , l' Istituto Archeologico Germanico , l'Istituto per la Storia antica siciliano di Palermo , Istituto di Magna Grecia , la Commissione vasorum Antiquorum Corpus e corrispondente della Archaeological Institute of America .
  2. mura savuto medie 1
  3. mura savuto medie 1
Pubblicato in Lamezia Terme

Nell’ azione amministrativa di un consigliere comunale del M5S se può, tra le tante cose, intravedersi una priorità questa è sicuramente rappresentata dalla tutela dell’ambiente.

E, riteniamo, non ci possano essere confini di competenza, per cui con forza denunciamo una situazione che riguarda solo indirettamente il territorio amanteano ma sulla quale riteniamo di non potere tacere.

Si tratta dei lavori di sistemazione idraulica del fiume Savuto appaltati dalla Provincia di Catanzaro, che tra le macerie del ponte crollato e quelle derivanti dalla demolizione delle briglie producono rifiuti che , pare, non siano oggetto di idoneo smaltimento: com’è facile osservare materiali tra cui catrame, ferro e cemento sembrano essere spalmati e sotterrati lungo il letto del fiume; inoltre si notano in diversi punti anche piccoli mucchi di residui di eternit. 

Sembrerebbe il solito tristissimo dejà vu: tutti conosciamo le vicende frequenti di fiumi usati come pattumiere,basti pensare al fiume Oliva e al recente sequestro di 30.000 metri quadri nel fiume Grande nel quale è presumibile vennero interrati i rifiuti derivanti dai lavori relativi all’autostrada.

Numerose segnalazioni sono già pervenute da parte di cittadini e di associazioni ambientaliste, aggiungiamo la nostra rivolgendoci alle autorità coinvolte per pretendere che situazioni così gravi e inaccettabili non abbiano più a ripetersi: interroghiamo dunque formalmente e a mezzo stampa il commissario Straordinario della provincia di Catanzaro Wanda Ferro, il sindaco di Nocera Rino Rocca ed il sindaco di Amantea Monica Sabatino, che non può certo dirsi estranea alla vicenda dal momento in cui nella zona del Savuto si trovano i pozzi dell’acqua potabile che servono gli abitanti di Amantea e Campora San Giovanni.

Vicino a questi pozzi , tra l’altro ,ci hanno segnalato campi trattati con diserbante, rispetto ai quali pretendiamo l’osservanza delle norme in materia e le rassicurazioni che necessitano riguardo alla tutela della salute.

Avevamo già fatto delle segnalazioni sia alla provincia di Catanzaro che al corpo del NOE, ma –a quanto sembrerebbe – nulla è accaduto.

Rimaniamo fiduciosi nell’intervento delle autorità responsabili, nella speranza di non dovere interessare la magistratura.

Pubblicato in Campora San Giovanni

Nocera terinese. Ci risiamo.

Qui in Calabria mancano gli oculisti e gli otorini. Tantissimi oculisti e tantissimi otorini . Almeno a giudicare dal fatto che nessuno vede e nessuno sente

E mancano anche insegnanti di italiano visto che manco si legge.

Ci chiediamo infatti come sia possibile sapere che i rifiuti di demolizione di opere, anche stradali, debbano essere avviati a destino fiale controllato ma nessuno lo faccia.

Esemplari cittadini calabresi, timorosi di reazioni varie , pur volendo restare anonimi, comunque segnalano in tanti modi i comportamenti illeciti.

Questo è un esempio:

“SIAMO DEI CITTADINI CHE VOGLIAMO RESTARE IN ANONIMATO.  VI SEGNALIAMO CHE LE MACERIE DEL PONTE CROLLATO VERRANNO SEPPELLITE,   IN UNA BUCA A CIRCA 200 M A VALLE DELLA BRIGLIA . STIAMO PARLANDO DELLE MACERIE DEL EX PONTE SAVUTO , LA DEMOLIZIONE DELLE PILE DEL PONTE, LA FRANTUMAZIONE DELLA CATRAME DERIVANTE DEL MANTO STRADALE CONTENENDO CATRAME E FERRO  E TUTTA LA DEMOLIZIONE DELLA BRIGLIA .TUTTI MATERIALI CHE NON POSSONO ESSERE INTERRATI NON VOGLIAMO  CHE FANNO LA STESSA FINE CHE HANNO FATTO LE MACERIE DELL' AUTOSTRADA   E NON VOGLIAMO CHE DIVENTIAMO COME NAPOLI .  VEDIAMO L' ASSENZA DI CONTROLLI SIA DELLA POLITICA CHE DA TUTTI GLI ALTRI.  POSSIBILE CHE NESSUNO CONTROLLA  , SIAMO PROUCCUPATI X LA NOSTRA SALUTE E X LA SALUTE DEI NOSTRI FIGLI CHIEDIAMO IN PRIMIS AL SINDACO  IN QUALITA DI MASSIMA AUTORITA' COMUNALE , ALLA PROVINCIA DI CATANZARO IN QUALITA' DI ENTE CHE HA APPALTATO I LAVORI DELLA SISTEMAZIONE  IDRAULICA DEL SAVUTO  .  POSSIBILE CHE NON SI HA PIU' RISPETTO DELL' AMBIENTE? E CHE NON CI SONO PIU'  CONTROLLI?   ORAMAI TUTTI I GIORNI  SENTIAMO PARLARE DI AMMALATI DI TUMORI E POSSIBILE CHE  SI POSSA PERMETTERE DI SOTTERRARE MATERIALI INQUINANTI.DALLE NOSTRE RICERCHE SAPPIAMO CHE SI PUO' SOLO INTERRARE ROCCIA DA CAVE E PIETRE.  SE  NON ABBIAMO RISPOSTE E CERTEZZE SAREMMO COSTRETTI A TUTELARCI VIA LEGALE MAGARI CON UNA DENUNCIA ALLA PROCURA DELLA REPUBLICA.  NON SAPPIAMO COME MAI SI FACCIA TUTTO QUESTO SICURAMENTE X RISPARMIARE DENARO X LO SMALTIMENTO.    MA SIAMO SICURI  CHE NON C' E' DENARO CHE POSSA PAGARE LA SALUTE DEI CITTADINI..  CHIEDIAMO PIU' RISPETTO X IL NOSTRO TERRITORIO .PER NON PARLARE DELL' ETERNIT CHE CI SONO LUNGO TUTTI GLI ARGINI DELL' SAVUTO”.

E poi, in omaggio al detto “Tanto tuonò che piovve” ecco la notizia di oggi:  

“ (ANSA) - NOCERA TERINESE (CATANZARO), 15 APR - Il personale del Corpo forestale dello Stato ha sequestrato a Nocera Terinese un terreno di 30 mila metri quadrati utilizzato per lo smaltimento illecito di rifiuti della demolizione di opere in cemento armato provenienti dai lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. I rifiuti sono interrati nell'area demaniale fluviale del fiume Grande.”

Bene. E’ un primo passo. Ma tanti altri ne devono essere fatti. QUOTIDIANAMENTE

Pubblicato in Catanzaro

È tempo di elezioni regionali. Ed allora ritornano i vecchi politici ed i vecchi progetti. La prova? Eccola.

A nord di Amantea c’è Paola che è collegata alla A3. A sud di Amantea c’è Falerna con la A3 che scende fin sulla costa.

Amantea baricentrica rispetto a Paola ed a Falerna ed unico centro di medie dimensioni potrebbe essere facilmente collegata con la A3, ed insieme con Cosenza ed i servizi Ospedalieri , la Sila, l’area di Rende-Montalto Uffugo e quella di Mendicino, con la strada che risale il fiume Catocastro , in parte esistente fino a Lago, e che passi, poi, sotto il Cocuzzo fino a Mendicino, oppure con la strada che risale il fiume Oliva , in parte esistente fino ad Aiello Calabro, e poi passando per il valico di Potame, entrare nella valle del fiume Busento, e così collegarsi in pochissimi minuti alla A3, a Cosenza e servendo sia Domanico che Carolei.

Peraltro, come ben noto, soprattutto all’ormai ex presidente della Provincia di Cosenza, la strada Amantea-Potame versa in condizioni critiche e tali da indurre la ricerca di una soluzione terza per evitare l’ isolamento di Amantea.

Invece si riscopre il vecchio tracciato del fiume Savuto.

Si tira fuori un progetto del 2002 mai attuato.

Artefice dell’incontro Leopoldo Chieffallo, sindaco del Comune di San Mango d'Aquino.

Sponsor il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio

Presenti i Sindaci di, Grimaldi, Malito e Altilia, per la provincia di Cosenza, e Nocera Terinese, San Mango d'Aquino, Motta Santa Lucia, Martirano Lombardo e Conflenti), per la provincia di Catanzaro.

Meno male che non c’erano Falerna e Gizzeria.

Incomprensibile la presenza dei sindaci di Amantea, Aiello Calabro, Serra d'Aiello, Cleto i cui interessi viaggiano in direzione diversa.

Peraltro, si tratta di un progetto di massima al cui capezzale è stato chiamato l'Ing. Battista Jacino dirigente dell’Anas in pensione.

Sul sito della provincia si trova una nota nella quale si legge che sono intervenuti i sindaci di Nocera Terinese, Conflenti, Amantea e Cleto, ribadendo l'urgenza dell'opera.

Spiace dover notare che il sindaco di Amantea ha dimenticato gli interessi della città.

Prendiamo atto invece che ha scelto il Savuto invece dell’Oliva e del Catocastro.Ne prendiamo atto.

Non sorprende, invece, la parte della nota nella quale si legge :” Oliverio, inoltre, ha evidenziato che lo svincolo di San Mango D'Aquino deve essere completato in direzione del collegamento con la SS 18 e la viabilità del Tirreno Cosentino e che la Valle del Savuto nella quale insistono comuni come Amantea, Cleto, Aiello e Serra D'Aiello e sulla sponda sinistra Nocera, Martirano ecc, può essere servita, da investimento finanziario sostenibile, con una infrastruttura che già in parte è realizzata e che consentirà non solo di rompere l'isolamento di numerose comunità ma anche un collegamento con la costa, rappresentando perciò una via di fuga per eventuali momenti critici causati da possibili interruzioni autostradali”

Attestare che Amantea e a dx del Savuto è come dire che Cosenza è a nord di Tripoli.

Non ci piace la soluzione. Non ci piace affatto!non è quella che interessa la città! Ma nessuno ne sa niente e nessuno ne parla. Dove è finita la politica( posto che ci sia stata, mai)?

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