
Nella bella novella di Pirandello “La patente”, il protagonista Rosario Chiarchiaro si presenta al giudice non per far condannare i giovani che scaramanticamente si erano “toccati”proprio davanti a lui ma per ottenere il riconoscimento giudiziale della sua capacità così rovesciando le parti della storia.
Nessuno può essere inteso menagramo o Cassandra o Grillo parlante per aver anticipato che il mare prima o poi sarebbe arrivato alla SS18 se non che la portasse via, o se teme che il mare arrivi al rilevato ferroviario se non blocchi la sua fruizione( almeno il binario lato mare)
Le recente mareggiata infatti ha portato via moltissima sabbia nel tratto a nord del fiume Catocastro là dove la corrente non porta gli inerti dello stesso fiume.
Basta fare un salto per verificare de visu
Basta la foto che mostra la scomparsa della spiaggia che era stata artificialmente riproposta tra la scogliera verticale ed il fiume.
Speriamo di no
Anche perché il vecchio adagio popolare “ Uomo avvisato, mezzo salvato” in questi casi sembra non essere utile, almeno a giudicare da quanto sta succedendo alla SS18 in località Principessa.
Una storia comune che ogni tanto assume evidenza grazie alla stampa che esalta i fatti. Questa volta riguarda la scuola media in località Regio del comune di san Lucido dove alcuni ragazzi avrebbero visto topi anche di grosse dimensioni lanciando il doveroso allarme.
Ovviamente il dirigente ha chiamato il comune segnalando la vicenda.
Ed il comune ha chiesto all’Asp di effettuare la derattizzazione con personale specializzato.
La derattizzazione durerà qualche giorno per cui per tale periodo il plesso non sarà frequentabile
Ora occorre porsi la domanda:da dove sono venuti questi topi?
Sono autoctoni ? ( nel senso sono nati e cresciuti nei depositi- magari di vecchie carte-della scuola)
O piuttosto, come è verosimile, provengono dall’esterno della scuola, magari dai bidoni della spazzatura o da rifiuti abbandonati su aree pubbliche e private?
Se è così, allora occorre eliminare tali provenienze bonificando i terreni limitrofi e chiudendo gli accessi nella scuola.
Mentre viene chiuso l’ufficio del Commissario per la emergenza ambientale in Calabria, dopo 16 anni di gestione assolutamente fallimentare( abbiamo detto che secondo noi non sarebbe risultata positiva una gestione da parte della regione Calabria), ancora continua la storia giudiziaria delle società miste che vennero istituite proprio dal commissario per la emergenza.
L’ultima è di questi giorni.
Il comune di Serra d’Aiello venne intimato del pagamento di servizi ambientali resi dall’Appennino Paolano.
Si tratta di una somma minimale pari ad euro 61.000 circa. Purtuttavia questa è una cifra rilevante per un piccolo comune come è Serra d’Aiello, in particolare dopo la chiusura del papa Giovanni XXIII che era l’unica possibilità di lavoro per i serresi.
Da qui la resistenza in Tribunale da parte del comune guidato dal sindaco ed avvocato Antonio Cuglietta.
Ora il giudice monocratico d.ssa Sara Trabalza ha pronunciato la sentenza con la quale ha rigettato la domanda dell’Appennino Paolano condannando la società mista al pagamento delle spese processuali sostenute dal comune di Serra d’Aiello
La società mista è stata anche condannata al pagamento delle spese processuali sostenute dalla regione Calabria chiamata in causa dall’Appennino Paolano.
Il comune di serra d’Aiello è stato difeso dall’avvocato Nicola Venier.