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Due concorsi, per il miglior presepe in Calabria ed in Italia, in entrambe le gare, il giovane artista Amanteano, fa il pieno al botteghino realizzando due primi premi.

 

Nel Primo concorso, in ordine cronologico, e su base regionale Francesco Morelli è risultato vincitore con la gara "il fascino del presepe", un concorso organizzato dalla Pro Loro Potame -Busento che ha inteso lanciare un progetto per mettere insieme ed intrecciare l'arte che si ritrova nella rappresentazione della sacra famiglia.

 

Nel secondo concorso è, quindi di nuovo, il Presepe di Francesco Morelli a piazzarsi al primo posto del concorso indetto dalla Città di Cunardo nel Varese, in collaborazione con Radio Ulisse Dj.

Due le categorie in gara su base nazionale: quella delle creazioni degli artigiani locali e quella dedicata "al restò del mondo".

 

Ebbene, i nove giurati di Cunardo non hanno avuto dubbi, il Presepe più bello per il "Resto del mondo" è quello di Francesco Morelli.

Un riconoscimento che riempie certamente d'orgoglio l’intera città che ha da sempre annoverato artisti di brillanti di qualità, anche in considerazione del fatto che sono rimasti davvero in pochi in città quelli che dedicano anima e corpo alla realizzazione di Presepi artigianali, soprattutto nelle aree di culto cittadino.

Una tradizione che se non stimolata, purtroppo, rischia di svanire.

 

In entrambe le gare la partecipazione comunque è stata molto elevata.

Tantissimi gli internanti, soprattutto giovani, che hanno inviato le foto dei presepi realizzati, condividendo un messaggio di pace universale.

 

Sentito dalla nostra redazione il maestro presepista Francesco Morelli ha tenuto a ringraziare chi lo ha da sempre sostenuto ed invogliato, la sua Famiglia, la passione nella realizzazione dei presepi è nata sin da giovanissima età, dove l’artista ha dimostrato una capacità non comune ed un occhio artistico attento alla particolarità ed ai dettagli.

 

La curiosità che vogliamo rappresentarvi e che il presepe risultato vincitore in entrambe le gare è una riproduzione, ovviamente non in scala, di uno scorcio della nostra città, dove l’artista Morelli ha tratto la sua ispirazione, si tratta del famoso Borgo della Chianura.

 

Uno scorcio dei più antichi e caratteristici della nostra città quello che, nello specifico, si può ammirare da dietro della chiesa matrice dedicata a San Biagio, e che si inerpica poi verso la zona più alta della città antica, collimando con il rudere del castello Svevo, Normanno ed Angioino della Città.

 

Si tratta di un insieme di vicoli che si aprono agli occhi dei visitatori come uno scrigno di gemme preziose, che nel presepe realizzato dall’artista Morelli, si mostrano in uno sviluppo verticale quanto mai avvincente.

 

I complimenti per l'artista Morelli sono per noi superflui, ricordiamo che, come disse Pablo Picasso, ’artista è un ricettacolo di emozioni che vengono da ogni luogo: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma di passaggio, da una tela di ragno, l’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni, auguri Francesco.

 

Pubblicato in Primo Piano

presepioSi avvicina il Santo Natale e in molte scuole e nelle nostre case fervono i preparativi per allestire il presepe. Nelle piazze delle grandi città si allestiscono alberi di abete giganteschi ornati di luci sfavillanti e di palline colorate. Non tutti sono d’accordo. Alcuni dirigenti scolastici, alcune maestre anche quest’anno si sono rifiutate di allestire l’albero e il presepe a scuola perché secondo loro offendono le tradizioni, le culture e le usanze degli altri alunni provenienti da altri paesi lontani. E così i simboli della nostra tradizione cristiana, dalla natività all’albero di Natale, dalle recite alle canzoncine, vengono totalmente messi da parte. Mentre, però, i simboli cristiani sono a rischio, c’è ancora un paesino che neppure è segnato sulla cartina geografica, Poffabro, ai piedi delle Dolomiti Friuliane di appena 60 abitanti che difende con forza la nostra cultura e così, per il Santo Natale, ha preparato 120 presepi, piccoli e grandi, belli e goffi, di creta e di stoffa, di cartone e di tronchi d’albero. Gli abitanti di questo minuscolo borgo sono tutti d’accordo:il presepe è il simbolo più importante della nostra cultura cristiana. Il minuscolo borgo avvolto dalle montagne sopravvissuto al devastante terremoto che colpì il Friuli nel lontano 6 maggio 1976 da diversi anni per il Santo Natale prepara i presepi. Oggi siamo giunti alla XX Edizione. Poffabro, anche se è in via di estinzione come del resto lo sono già i nostri piccoli comuni calabresi per mancanza di matrimoni e di nascita, è un paesino bellissimo, meraviglioso, inserito dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani tra i borghi più belli d’Italia e in occasione delle festività natalizie il borgo si rianima, attira migliaia di visitatori provenienti non solo dai paesi viciniori, ma anche dall’Austria, Olanda e Slovenia, per ammirare i bellissimi presepi incastonati ovunque: dentro piccole grotti o anfratti, nelle capanne, lungo le strade, nei giardini, sotto gli scantinati, nelle finestre, sui davanzali delle porte, appesi agli alberi, nei terrazzi e persino dentro i tronchi degli alberi. In ogni casa c’è un presepe, a volte anche più di uno. Ogni piccolo spazio è riempito di addobbi. Mentre in tutta Italia i simboli cristiani sono a rischio c’è ancora in Italia un piccolo borgo in controtendenza che difende così le nostre tradizioni, le nostre usanze, i nostri usi e costumi, la nostra cultura: costruisce 120 presepi.

Pubblicato in Italia

I telegiornali locali in tutta Italia da anni colgono l’ occasione del Natale per riempire i loro programmi con notizie che rendano più sereni i giorni delle festività e forse ipoteticamente migliore l’anno che arriva, tentando di aiutare, così, la gente a vincere la disperazione della mancanza di lavoro, quella delle tasse che non si riescono a pagare, quella di una tavola vuota,ed in sostanza la paura di un domani incerto.

 

E così attraverso il presepe si presenta una società immutata nel tempo quasi a sostenere che il ci sarà un domani e che questo domani sarà lo stesso del passato.

Non si dimentichi che, come dice Neil Postman, notissimo docente USA esperto di comunicazioni fin dal cognome (che in inglese indica il Postino),la comunicazione audiovisiva sembra fatta apposta per intrattenere il cervello con suoni, colori e effetti speciali e impedirgli del tutto di svolgere il cosiddetto “ragionamento”.

Da qui la ben nota conclusione di Postman, e cioè che il popolo dei televedenti, la più recente umanità, sia diventata sempre meno capace di pratiche basate sull’intelligenza. Detto più brutalmente: più tempo passa e meno intelligenti diventiamo. In compenso siamo tutti molto più “sensitivi”. Cioè, andiamo a tentoni. Come le pecore.

 

Ma ecco il comunicato dell’amministrazione comunale:

“Difficile rendersene conto se non si visitano con l’occhio attento dell’osservatore e non del turista, cogliendone il particolare ed entusiasmandosi per il messaggio di pace che esprimono.

Dai tempi di San Francesco di Assisi, che nell’antica terra di Greccio diede vita alla prima rappresentazione della Sacra Famiglia, il presepe non è solo la rievocazione storica dell’inizio della cristianità, ma è anche arte allo stato puro, capace di emozionare e di rendere ancora più intenso questo particolare periodo dell’anno.

«La recente visita delle telecamere della Rai – spiega l’assessore al turismo Caterina Ciccia – ha consentito, anche a chi non conosce le peculiarità culturali di Amantea ed i suoi straordinari giacimenti artistici, di entrare in contatto con la passione dei maestri presepisti che, di anno in anno, riempiono i luoghi di culto, ma non solo, di magia e senso di partecipazione.

Alcuni di essi sono stati raffigurati nel servizio televisivo creato con maestria e sapienza dai giornalisti della più importante emittente televisiva regionale e nazionale, ma tanti altri sono racchiusi nella poesia del centro storico e di altre zone della città, tanto che possiamo parlare di un vero e proprio itinerario che fino al prossimo 2 febbraio sarà fruibile da chi vorrà concedersi un momento di riflessione e di serenità.

Sono tante le chiese che hanno aperto le proprie porte per consentire ai maestri della cartapesta, del legno e della scultura di rappresentare la propria idea della natività: la parrocchia di San Biagio (chiesa Madre), il complesso conventuale di San Bernardino da Siena, la parrocchia di Santa Maria La Pinta (Cappuccini), quella di San Pietro Apostolo a Campora San Giovanni, l’incantevole chiesa rupestre di San Giuseppe, quella del Carmine poco prima del palazzo comunale e la chiesa di Sant’Elia Profeta, meglio nota come chiesa del Collegio.

Da qui è possibile inoltre raggiungere l’area della chiesa di San Francesco, ai piedi del castello, restituita alla collettività nello scorso mese di aprile».

«L’arte presepiale amanteana – prosegue l’assessore – annovera, inoltre, tanti giovani artigiani che, tra mille sacrifici, portano avanti questa millenaria tradizione per regalare a grandi e bambini un sorriso.

Il proliferare di queste iniziative, unite alla storicità del presepe realizzato dal maestro Giuseppe Curcio, consente di vivere Amantea sotto una veste diversa che consente di percorrere le strade della città compiendo un viaggio nella memoria, apprezzando i particolari del paesaggio che la vita quotidiana, a volte troppo veloce, nasconde».

«Questa meritoria opera di conservazione della memoria – conclude l’assessore Ciccia – è portata avanti da tante persone che in maniera del tutto disinteressata e spinti dall’amore per la propria città consentono ai visitatori di amare Amantea in maniera del tutto spontanea.

 

A loro va il mio plauso. Questo è uno dei meriti di Antonio Cima, cui va il grazie dell’intera città. Egli è un conoscitore delle tradizioni locali e del borgo antico dove è nato e cresciuto.

Pronto a dispensare sapere a chi intende soffermarsi qualche minuto per ascoltare la storia non scritta, quella che non si trova sui libri, ma che prende forma e sostanza nei racconti del popolo. Amantea è anche questo e fino al prossimo mese di febbraio sarà facile rendersene conto».

NdR. E che sia Natale si rileva anche dal fatto che oggi si loda chi ieri veniva chiamato cancro dei Amantea!!

Arriva la Rai

 

I Cantori

 

I Figuranti

 

Le monacelle di Pino Dolce

 

Monacelle(m) et circensis

 

Tutti i presenti

 

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