I telegiornali locali in tutta Italia da anni colgono l’ occasione del Natale per riempire i loro programmi con notizie che rendano più sereni i giorni delle festività e forse ipoteticamente migliore l’anno che arriva, tentando di aiutare, così, la gente a vincere la disperazione della mancanza di lavoro, quella delle tasse che non si riescono a pagare, quella di una tavola vuota,ed in sostanza la paura di un domani incerto.
E così attraverso il presepe si presenta una società immutata nel tempo quasi a sostenere che il ci sarà un domani e che questo domani sarà lo stesso del passato.
Non si dimentichi che, come dice Neil Postman, notissimo docente USA esperto di comunicazioni fin dal cognome (che in inglese indica il Postino),la comunicazione audiovisiva sembra fatta apposta per intrattenere il cervello con suoni, colori e effetti speciali e impedirgli del tutto di svolgere il cosiddetto “ragionamento”.
Da qui la ben nota conclusione di Postman, e cioè che il popolo dei televedenti, la più recente umanità, sia diventata sempre meno capace di pratiche basate sull’intelligenza. Detto più brutalmente: più tempo passa e meno intelligenti diventiamo. In compenso siamo tutti molto più “sensitivi”. Cioè, andiamo a tentoni. Come le pecore.
Ma ecco il comunicato dell’amministrazione comunale:
“Difficile rendersene conto se non si visitano con l’occhio attento dell’osservatore e non del turista, cogliendone il particolare ed entusiasmandosi per il messaggio di pace che esprimono.
Dai tempi di San Francesco di Assisi, che nell’antica terra di Greccio diede vita alla prima rappresentazione della Sacra Famiglia, il presepe non è solo la rievocazione storica dell’inizio della cristianità, ma è anche arte allo stato puro, capace di emozionare e di rendere ancora più intenso questo particolare periodo dell’anno.
«La recente visita delle telecamere della Rai – spiega l’assessore al turismo Caterina Ciccia – ha consentito, anche a chi non conosce le peculiarità culturali di Amantea ed i suoi straordinari giacimenti artistici, di entrare in contatto con la passione dei maestri presepisti che, di anno in anno, riempiono i luoghi di culto, ma non solo, di magia e senso di partecipazione.
Alcuni di essi sono stati raffigurati nel servizio televisivo creato con maestria e sapienza dai giornalisti della più importante emittente televisiva regionale e nazionale, ma tanti altri sono racchiusi nella poesia del centro storico e di altre zone della città, tanto che possiamo parlare di un vero e proprio itinerario che fino al prossimo 2 febbraio sarà fruibile da chi vorrà concedersi un momento di riflessione e di serenità.
Sono tante le chiese che hanno aperto le proprie porte per consentire ai maestri della cartapesta, del legno e della scultura di rappresentare la propria idea della natività: la parrocchia di San Biagio (chiesa Madre), il complesso conventuale di San Bernardino da Siena, la parrocchia di Santa Maria La Pinta (Cappuccini), quella di San Pietro Apostolo a Campora San Giovanni, l’incantevole chiesa rupestre di San Giuseppe, quella del Carmine poco prima del palazzo comunale e la chiesa di Sant’Elia Profeta, meglio nota come chiesa del Collegio.
Da qui è possibile inoltre raggiungere l’area della chiesa di San Francesco, ai piedi del castello, restituita alla collettività nello scorso mese di aprile».
«L’arte presepiale amanteana – prosegue l’assessore – annovera, inoltre, tanti giovani artigiani che, tra mille sacrifici, portano avanti questa millenaria tradizione per regalare a grandi e bambini un sorriso.
Il proliferare di queste iniziative, unite alla storicità del presepe realizzato dal maestro Giuseppe Curcio, consente di vivere Amantea sotto una veste diversa che consente di percorrere le strade della città compiendo un viaggio nella memoria, apprezzando i particolari del paesaggio che la vita quotidiana, a volte troppo veloce, nasconde».
«Questa meritoria opera di conservazione della memoria – conclude l’assessore Ciccia – è portata avanti da tante persone che in maniera del tutto disinteressata e spinti dall’amore per la propria città consentono ai visitatori di amare Amantea in maniera del tutto spontanea.
A loro va il mio plauso. Questo è uno dei meriti di Antonio Cima, cui va il grazie dell’intera città. Egli è un conoscitore delle tradizioni locali e del borgo antico dove è nato e cresciuto.
Pronto a dispensare sapere a chi intende soffermarsi qualche minuto per ascoltare la storia non scritta, quella che non si trova sui libri, ma che prende forma e sostanza nei racconti del popolo. Amantea è anche questo e fino al prossimo mese di febbraio sarà facile rendersene conto».
NdR. E che sia Natale si rileva anche dal fatto che oggi si loda chi ieri veniva chiamato cancro dei Amantea!!
Arriva la Rai
I Cantori
I Figuranti
Le monacelle di Pino Dolce
Monacelle(m) et circensis
Tutti i presenti