Tutto ha inizio quando un gruppo di persone ,pare di origine pachistana ,sbarca nelle ultime ore in Calabria. Sono in tutto 28 e tutte risultano positive al covid 19 ma al momento asintomatiche. La decisione di trasferire 13 di essi ad Amantea,importante paese della fascia tirrenica ,molto conosciuta sia per il turismo sia per il commercio è a dir poco sconcertante. Questa decisione ha scatenato nella popolazione una comprensibile paura di contagio e stamattina c'è stata ,da parte dei cittadini,una civile protesta per condannare la scelta di mandare queste persone in una struttura che pare non abbia i requisiti indispensabili per gestire il covid 19. Protesta che ha portato alcuni manifestanti a bloccare il traffico, per alcune ore ,sulla SS18 chiedendo a gran voce un incontro con i commissari prefettizi che hanno la responsabilità della gestione del paese.
Nessuno fa delle colpe a questi migranti ,già provati da dolori ,privazioni ed emarginazioni, ma il problema è ,in primis ,la idoneità della struttura che deve ospitarli. In secundis era il caso di proporre Amantea,paese che ha sofferto come tutti ,ma nel sud è palese la difficoltà a ripartire ,la pandemia e con una enorme sofferenza economica a sostenere anche casi di covid gestiti con le mancanze sanitarie conosciute ? Non impariamo mai nulla dagli errori precedenti? È così difficile prendere una saggia decisione? Perché la Calabria deve sempre essere il fanalino di tutto e di tutti . Perché si deve sempre aggravare una situazione che è già grave ? I problemi sono tanti ma noi calabresi non sappiamo aiutare questa nostra terra che aspetta da troppo tempo un riscatto soprattutto sociale .