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Gare truccate per garantire la partecipazione di una sola società alla manifestazione di interesse dell’Afor, escludendo qualsiasi altro aspirante.

“Un accordo collusivo” per distrarre e appropriarsi di fondi pubblici.

 

 

 

Con le accuse, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti e peculato, il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Graziella Viscomi ha chiuso le indagini nei confronti di

Giuseppe Campanaro, 44 anni, di Cosenza, ex dirigente dell’ufficio legale Afor, Azienda forestale regionale in liquidazione (oggi Calabria Verde);

Paolo Furgiuele, 60 anni, Amantea, dirigente amministrativo Afor e

Ortenzio Marano, 49 anni, Cosenza, amministratore delegato della Cooperfin spa.

Secondo le ipotesi accusatorie, tutti e tre avrebbero turbato la gara, indetta attraverso la deliberazione commissariale numero 276 del 14 novembre 2013, per precostituire ed assicurare la proficua partecipazione della sola società Cooperfin spa, il cui contenuto era già conosciuto all’amministratore delegato Ortenzio Marano, tanto da essere in grado di presentare una candidatura, impedendo nello stesso tempo la partecipazione di altri concorrenti.

Gli indagati avrebbero deliberato di investire i fondi pubblici Afor, a breve-medio termine con l’obiettivo illecito di sottrarre le somme alle pretese creditorie, sottoscrivendo un avviso “funzionale alla detta selezione del tutto privo dei requisiti minimi per integrare validamente un bando pubblico, espressione dell’accordo collusivo”.

Un avviso, peraltro, privo dei criteri qualitativi e delle caratteristiche dell’offerta tecnica utili alla selezione dell’aspirante, della disciplina della fase di verifica delle domande e del codice identificativo di gara, senza alcun riferimento “alla capacità tecnica e finanziaria pur a fronte dell’affidamento di un servizio del valore di un milione cinquecento mila di euro pari al contributo da gestire”.

I singoli ruoli. Un meccanismo reso possibile per il ruolo di pubblici ufficiali ricoperto dai tre indagati.

In particolare,

Campanaro, sarebbe stato il latore dell’avviso per la manifestazione di interesse di cui alla deliberazione commissariale numero 276 del 14 novembre 2013, per la “gestione di un service finanziario secondo l’obiettivo individuato dall’Afor, ossia il deposito dei propri fondi in un istituto di credito selezionato, ai fini dell’ottenimento della migliore redditività possibile, in un ottica temporale di breve-medio termine”;

Furgiuele, era stato nominato, nel contesto di questa deliberazione commissariale, responsabile del “compimento di tutte le attività procedimentali prodromiche, accessorie e successive alla pubblicazione della manifestazione di interesse, compresa la stipula della convenzione contrattuale con il partner finanziario”;

Marano, amministratore delegato della Cooperfin spa (successiva aggiudicataria della manifestazione).

Per la Procura, Campanaro, Furgiuele, Marano, si sarebbero appropriati dei fondi Afor, distogliendoli dalle finalità istituzionali dell’Ente.

Gli indagati, difesi dai legali Massimiliano Carnovale, Antonio Feraco, Giuseppe Magarò e Marcello Manna, avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati, depositare memorie, compiere ogni atto utile all’esercizio del diritto di difesa, prima che la Procura proceda con una richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione.

Calabria 7 1 Agosto 2019 di Gabriella Passariello

Pubblicato in Belmonte Calabro

Quattro i destinatari del provvedimento, fra cui tre dirigenti apicali dell’Afor e l’amministratore delegato di CooperFin

Un sequestro preventivo d’urgenza per peculato e turbata libertà degli incanti è stato eseguito dalla Guardia di finanza per ipotesi di reato contestate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nei confronti di quattro soggetti, all’esito di complesse ed articolate indagini di polizia giudiziaria, condotte dalla Compagnia di Vibo Valentia.

Il tutto finalizzato a delineare i rapporti intercorsi negli anni 2013 e 2014, tra l’Afor (ora “Azienda Calabria Verde”) e la società finanziaria CooperFin S.p.a.

Le indagini che hanno portato all’operazione denominata “Little John” ed hanno consentito di disvelare rapporti illeciti tra l’amministratore delegato di Cooperfin, Ortensio Marano, 43 anni, di Belmonte Calabro (già coinvolto nell'inchiesta "Robin Hood") e tre dirigenti apicali dell’Afor, oggi Calabria Verde, che hanno distratto risorse pubbliche per il tramite del “partner finanziario” Cooperfin.

Le Fiamme Gialle, in esecuzione del provvedimento d’urgenza del pubblico ministero hanno sequestrato immobili, auto di lusso e somme di denaro nella disponibilità delle persone coinvolte sino a quasi due milioni di euro, in Calabria e in Campania.

Pubblicato in Belmonte Calabro

Mariggiò annulla una delibera di stabilizzazione di personale.

La delibera ha un titolo pragmatico: «Annullamento in autotutela della delibera Afor numero 85 del 17 aprile 2013 e di eventuali atti connessi e/o correlati».

Gli effetti, invece, promettono forti scossoni nei quadri amministrativi di Calabria Verde.

Bufera dopo bufera, l’agenzia regionale cerca di ritrovare la normalità.

Cambiano, con cinque anni di ritardo, gli elenchi del personale trasferito dall’Afor. Incredibile!

Mariggiò specifica che i dipendenti «erano da considerare non di ruolo, in quanto a tempo determinato.

Non vorrei davvero dire di più, perché oggi rappresento l’amministrazione, un’amministrazione che non ha controllato, ha tollerato.

Ribadisco quanto già detto in un’altra uscita sulla stampa: il politico può chiedere di tutto, sta al dirigente verificare la fattibilità della richiesta.

Nei giorni scorsi ho già avuto modo di dire che in Calabria Verde, per quello che ho visto e continuo a vedere, è successo di tutto.

Due cose vorrei evidenziare.

La prima è che mai mi sarei aspettato nella seconda, quasi terza, età di avere una tale esposizione mediatica.

La seconda è che, andando avanti e leggendo atti d’indagine e processuali, comprendo tante dinamiche interne all’azienda».
La determina contiene anche qualche informazione giudiziaria.

Spiega, infatti, che «esiste, allo stato, un’attività di indagine da parte della Guardia di finanza di Catanzaro» iniziata nel 2017, «nel cui contesto è stata acquisita a più riprese, a partire dal 15 novembre scorso, documentazione amministrativa (molta della quale già prelevata un anno prima nel contesto di altro procedimento penale che vedeva coinvolto personale di Calabria Verde) riguardante più dirigenti (tutti ex dipendenti di Afor)».

Un nuovo filone investigativo, dunque, scaturito dopo il deposito di una nota nella quale «si segnalavano possibili condotte di rilevanza penale» proprio sull’atto annullato dal commissario, una delibera con cui l’allora commissario liquidatore Afor aveva trasformato due rapporti di lavoro «da dirigenti a “tempo determinato” a dirigenti a “tempo indeterminato” mantenendo per loro “lo stesso trattamento economico” già determinato» sulla base del contratto nazionale dei dirigenti delle autonomie locali».

È in seguito alla «visione degli atti acquisiti dalla polizia giudiziaria» e a una serie «di accertamenti interni» che sarebbe emersa «l’esistenza di censurabili singoli provvedimenti amministrativi, volti principalmente ad aggirare procedure selettive per stabilizzazioni lavorative di dirigenti, che hanno portato l’Azienda a richiedere anche il parere di un legale».

E sembra non finisca qui!

Pubblicato in Calabria

L’Agi nei giorni scorsi aveva riportato una dichiarazione sul maltempo ed i danni provocati al comune di Verbicaro e sull’Afor.

Ora e tempestivamente il sindaco non riconosce come sua la dichiarazione riporata dall’agenzia di stampa e da noi ripresa.

Anzi, ed al contrario, afferma che «Per fortuna ci sono stati gli operai dell'Afor che hanno fatto lavori di pulizia degli argini e nell'alveo dei corsi d'acqua. In caso contrario, la situazione sarebbe stata certamente più grave”.

Poi aggiunge e conclude “Sono anzi dell'idea che bisognerebbe utilizzare gli operai Afor anche all'interno del territorio e quindi nel centro abitato per la soluzione di questioni legate a problemi idrogeologici».

Pubblicato in Alto Tirreno

La solitudine dei sindaci calabresi è anche nelle parole del sindaco di Verbicaro Felice Spingola.

Parole dettate certamente dalla rabbia che non può non aggredire anche un uomo sereno come lui di fronte alla recente ondata di maltempo che investe l’intera Italia e che in talune parti più fragili determina maggiori danni.

E così il sindaco dinanzi alla frana che ha aperto una voragine dichiarato :

"Ancora non abbiamo avuto nulla per il maltempo del 2010, che speranze abbiamo di essere aiutati adesso?".

Lo dice all'Agi il sindaco di Verbicaro (Cosenza), Felice Spingola.

Poi aggiunge che "Oggi a causa delle forti piogge, abbiamo dovuto transennare buona parte del centro storico, si è aperto anche un burrone".

Il problema è che Verbicaro , centro montano del Tirreno cosentino non è nuovo ai danni del maltempo.

Poi il sindaco contesta l’impiego del personale dell’Afor ed afferma :"Abbiamo dei veri canaloni che attraversano il paese, ma non ci mandano neanche gli operai dell'Afor per fare manutenzione".

Una vera e propria denuncia.

Pubblicato in Cetraro
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