Mariggiò annulla una delibera di stabilizzazione di personale.
La delibera ha un titolo pragmatico: «Annullamento in autotutela della delibera Afor numero 85 del 17 aprile 2013 e di eventuali atti connessi e/o correlati».
Gli effetti, invece, promettono forti scossoni nei quadri amministrativi di Calabria Verde.
Bufera dopo bufera, l’agenzia regionale cerca di ritrovare la normalità.
Cambiano, con cinque anni di ritardo, gli elenchi del personale trasferito dall’Afor. Incredibile!
Mariggiò specifica che i dipendenti «erano da considerare non di ruolo, in quanto a tempo determinato.
Non vorrei davvero dire di più, perché oggi rappresento l’amministrazione, un’amministrazione che non ha controllato, ha tollerato.
Ribadisco quanto già detto in un’altra uscita sulla stampa: il politico può chiedere di tutto, sta al dirigente verificare la fattibilità della richiesta.
Nei giorni scorsi ho già avuto modo di dire che in Calabria Verde, per quello che ho visto e continuo a vedere, è successo di tutto.
Due cose vorrei evidenziare.
La prima è che mai mi sarei aspettato nella seconda, quasi terza, età di avere una tale esposizione mediatica.
La seconda è che, andando avanti e leggendo atti d’indagine e processuali, comprendo tante dinamiche interne all’azienda».
La determina contiene anche qualche informazione giudiziaria.
Spiega, infatti, che «esiste, allo stato, un’attività di indagine da parte della Guardia di finanza di Catanzaro» iniziata nel 2017, «nel cui contesto è stata acquisita a più riprese, a partire dal 15 novembre scorso, documentazione amministrativa (molta della quale già prelevata un anno prima nel contesto di altro procedimento penale che vedeva coinvolto personale di Calabria Verde) riguardante più dirigenti (tutti ex dipendenti di Afor)».
Un nuovo filone investigativo, dunque, scaturito dopo il deposito di una nota nella quale «si segnalavano possibili condotte di rilevanza penale» proprio sull’atto annullato dal commissario, una delibera con cui l’allora commissario liquidatore Afor aveva trasformato due rapporti di lavoro «da dirigenti a “tempo determinato” a dirigenti a “tempo indeterminato” mantenendo per loro “lo stesso trattamento economico” già determinato» sulla base del contratto nazionale dei dirigenti delle autonomie locali».
È in seguito alla «visione degli atti acquisiti dalla polizia giudiziaria» e a una serie «di accertamenti interni» che sarebbe emersa «l’esistenza di censurabili singoli provvedimenti amministrativi, volti principalmente ad aggirare procedure selettive per stabilizzazioni lavorative di dirigenti, che hanno portato l’Azienda a richiedere anche il parere di un legale».
E sembra non finisca qui!