Il consigliere regionale Mimmo Bevacqua, in qualità di presidente della commissione Ambiente e trasporti, chiede un’audizione straordinaria e invita il responsabile Anas e il sindaco di Rende
“Di fonte allo strazio delle giovani vite spezzate nel tragico incidente verificatosi nella notte di sabato sulla statale 107 all’altezza del bivio per Rende, nella frazione di Saporito, lo sgomento e il dolore impongono il silenzio e la preghiera.
Ma, per chi ricopre incarichi istituzionali, si manifesta anche il dovere di cercare soluzioni per evitare che eventi simili si ripetano”. Lo afferma in una nota il consigliere regionale Mimmo Bevacqua.
“Per questo – prosegue – in qualità di presidente della commissione Ambiente e trasporti, inserirò un’audizione straordinaria nella prossima seduta prevista prima di fine mese, invitando il responsabile Anas e, trattandosi di tratto afferente il centro abitato, il sindaco di Rende.
In quella sede, chiederò di vagliare l’opportunità di considerare l’implementazione di tutte le misure atte a ridurre i fattori di rischio, a cominciare dall’attivazione del Sistema Tutor nel tratto interessato e in quelli potenzialmente forieri di eventi similari, anche in ordine alla idoneità del manto stradale.
So bene che una maggiore efficienza dei controlli della velocità media degli autoveicoli non è l’unico fattore da sottoporre a maggiore controllo: le statistiche dimostrano che la distrazione e la disattenzione rappresentano cause sempre più impattanti sulla sicurezza della guida.
Il Sistema Tutor, però, ha comunque dimostrato una efficacia manifesta, in ragione del fatto che, purtroppo, la velocità in sé non viene adeguatamente percepita come radice di tremende tragedie.
Ecco perché, accanto alle adeguate campagne di informazione e di sensibilizzazione, l’utilizzo dei mezzi che la tecnologia offre deve essere perseguito nella maniera più ampia possibile”.
“Nessuno – conclude Bevacqua – restituirà alle famiglie quei giovani, nessuno colmerà quell’indicibile vuoto. Forse, però, si può agire per prevenire altri abissi di lacrime e di dolore”.
Quicosenza
Ndr. Ed adesso chi spiega a Bevacqua che i tutor sono “un Sistema Informativo per il controllo delle velocità (SICVE) e permette di rilevare la velocità media dei veicoli in un tratto (autostradale) di lunghezza variabile?”
Ed ancora chi spiega sempre Bevacqua che “Il Tutor è gestito completamente dalla Polizia Stradale che si occupa di programmare l’attivazione e di accertare le violazioni del Codice della Strada?”.
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Riceviamo dall'unico italiano del PD, Domenico Bevacqua , la seguente nota stampa:
Il Consiglio Regionale
1) PREMESSO CHE
• L’art. 3, comma 2, della Costituzione dispone:
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
• L’art. 5 della Costituzione dispone:
“La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i princıpi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”.
• L’art. 119, comma 3, della Costituzione dispone:
“La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante”.
• L’art. 119, comma 5, della Costituzione dispone:
“Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni”.
2) VISTO
l’art.116, comma 3, della Costituzione, che dispone:
“Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princıpi di cui all’articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata”.
3) RILEVATO
l’iter avviato da alcune Regioni a Statuto ordinario, con particolare riferimento a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, che ha raggiunto lo stadio delle pre-intese con il Governo nazionale firmate il 28 gennaio 2018;
4) PRESO ATTO CHE
il Consiglio dei Ministri di venerdì 21 dicembre 2018 ha avviato la definizione dell’iter medesimo, disponendo per il prossimo 15 febbraio 2019 la firma delle intese definitive da sottoporre all’approvazione parlamentare;
5) RILEVATO CHE
nella Deliberazione del Consiglio Regionale Veneto N. 155 del 15 novembre 2017 (Proposta di legge statale da trasmettere al Parlamento nazionale, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione dal titolo: "Iniziativa regionale contenente, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge regionale 19 giugno 2014, n. 15, percorsi e contenuti per il riconoscimento di ulteriori e specifiche forme di autonomia per la Regione del Veneto, in attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione" d'iniziativa della Giunta Regionale del Veneto) si legge che:
• “I tratti della nuova autonomia si allineano (…) al quadro che già è stato realizzato nel confinante Trentino Alto Adige; si ritiene pertanto equo, quanto a risorse, proporre nel negoziato che venga riconosciuto al Veneto lo stesso livello di finanziamento, data appunto l’identità di competenze”.
• “Riferirsi alle Regioni speciali (..) oggi è imposto dallo stato delle cose”.
6) RILEVATO CHE
l’Allegato alla Deliberazione del Consiglio Regionale Veneto N. 155 del 15 novembre 2017 dispone:
Art. 2 - Attribuzione di risorse ai sensi dell’articolo 119 della Costituzione.
1. Spettano complessivamente alla Regione, oltre ai tributi già attribuiti alla stessa ai sensi dell’articolo 7, comma 1, lettera b), della legge 5 maggio 2009, n. 42 “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione” e alle specifiche devoluzioni di gettiti indicate nelle singole disposizioni, le seguenti quote di compartecipazione ai tributi erariali riscossi nel territorio della Regione stessa:
a) nove decimi del gettito dell’Irpef;
b) nove decimi del gettito dell’Ires;
c) nove decimi del gettito dell’Imposta sul valore aggiunto.
Art. 3 - Norme generali sull’istruzione.
1.Nella materia “Norme generali sull’istruzione”, spetta alla Regione del Veneto, nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni da garantire sul piano nazionale, la potestà legislativa ai sensi dell’articolo 117, terzo comma, della Costituzione.
Art. 16 - Tutela della salute.
1. Nella materia “Tutela della salute” spetta alla Regione del Veneto la potestà legislativa ai sensi dell’articolo 117, quarto comma, della Costituzione con riferimento ad ogni aspetto relativo alla organizzazione e al governo del sistema sanitario regionale
Art. 4 - Ulteriori competenze regionali in materia di istruzione.
1. Nella materia “Istruzione”, spetta alla Regione del Veneto, nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni da garantire sul piano nazionale, la potestà legislativa ai sensi dell’articolo 117, quarto comma, della Costituzione
Art. 32 - Rapporti internazionali e con l’Unione europea della Regione Veneto.
1. Nella materia “Rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni”, spetta alla Regione del Veneto la potestà legislativa ai sensi dell’articolo 117, quarto comma, della Costituzione
Art. 51 - Trasporto pubblico locale.
1. Il finanziamento del trasporto pubblico locale è assicurato dal gettito delle compartecipazioni di cui all’articolo 2. Cessa pertanto la partecipazione della Regione al riparto del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale di cui all’articolo 16-bis del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95.
7) VISTA
la Legge 5 maggio 2009, n. 42 "Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione" (costituente attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, a garanzia dei princìpi di solidarietà e di coesione sociale, intesa a disciplinare l'istituzione ed il funzionamento del fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale per abitante nonché l'utilizzazione delle risorse aggiuntive e l'effettuazione degli interventi speciali di cui all'articolo 119, quinto comma, della Costituzione perseguendo lo sviluppo delle aree sottoutilizzate nella prospettiva del superamento del dualismo economico del Paese) che:
• all’Art. 2, comma1, lettera b), prescrive la “lealtà istituzionale fra tutti i livelli di governo”;
• all’ Art. 9, comma 1, lettera a), dispone la “istituzione del fondo perequativo a favore delle regioni con minore capacità fiscale per abitante”;
• all’Art. 9, comma 1, lettera b), dispone la “applicazione del principio di perequazione delle differenze delle capacità fiscali in modo tale da ridurre adeguatamente le differenze tra i territori con diverse capacità fiscali per abitante”;
• all’Art. 9, comma 1, lettera b), par. 2), dispone che “le regioni con minore capacità fiscale, ossia quelle nelle quali il gettito per abitante del tributo regionale di cui all'articolo 8, comma 1, lettera h), è inferiore al gettito medio nazionale per abitante, partecipano alla ripartizione del fondo perequativo, alimentato da una quota del gettito prodotto nelle altre regioni, in relazione all'obiettivo di ridurre le differenze interregionali di gettito per abitante per il medesimo tributo rispetto al gettito medio nazionale per abitante”;
• all’Art. 16. (Interventi speciali di cui al quinto comma dell'articolo 119 della Costituzione), comma 1, lettera a), impone la “definizione delle modalità in base alle quali gli interventi finalizzati agli obiettivi di cui al quinto comma dell'articolo 119 della Costituzione sono finanziati con contributi speciali dal bilancio dello Stato, con i finanziamenti dell'Unione europea e con i cofinanziamenti nazionali, secondo il metodo della programmazione pluriennale. I finanziamenti dell'Unione europea non possono essere sostitutivi dei contributi speciali dello Stato”
• lettera c): considerazione delle specifiche realtà territoriali, con particolare riguardo alla realtà socio-economica, al deficit infrastrutturale, ai diritti della persona, alla collocazione geografica degli enti, alla loro prossimità al confine con altri Stati o con regioni a statuto speciale, ai territori montani e alle isole minori, all'esigenza di tutela del patrimonio storico e artistico ai fini della promozione dello sviluppo economico e sociale;
• lettera d): individuazione di interventi diretti a promuovere lo sviluppo economico, la coesione delle aree sottoutilizzate del Paese e la solidarietà sociale, a rimuovere gli squilibri economici e sociali e a favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona; l'azione per la rimozione degli squilibri strutturali di natura economica e sociale a sostegno delle aree sottoutilizzate si attua attraverso interventi speciali organizzati in piani organici finanziati con risorse pluriennali, vincolate nella destinazione;
• all’ Art. 22. (Perequazione infrastrutturale), comma 1, dispone che “In sede di prima applicazione, il Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con il Ministro per le riforme per il federalismo, il Ministro per la semplificazione normativa, il Ministro per i rapporti con le regioni e gli altri Ministri competenti per materia, predispone una ricognizione degli interventi infrastrutturali, sulla base delle norme vigenti, riguardanti le strutture sanitarie, assistenziali, scolastiche nonché la rete stradale, autostradale e ferroviaria, la rete fognaria, la rete idrica, elettrica e di trasporto e distribuzione del gas, le strutture portuali ed aeroportuali”.
8) VISTO
il Decreto 26 novembre 2010 (Disposizioni in materia di perequazione infrastrutturale, ai sensi dell'articolo 22 della legge 5 maggio 2009, n. 42) che:
• all’Art. 1, comma 1, dispone la “ricognizione degli interventi infrastrutturali, propedeutica alla perequazione infrastrutturale, riguardanti le strutture sanitarie, assistenziali, scolastiche nonché la rete stradale, autostradale e ferroviaria, la rete fognaria, la rete idrica, elettrica e di trasporto e distribuzione del gas, le strutture portuali ed aeroportuali, nonché i servizi afferenti al trasporto pubblico locale e il collegamento con le isole. La ricognizione e l'individuazione degli interventi infrastrutturali sono mirate al recupero del deficit infrastrutturale del Paese nella fase transitoria e sono attuate in coerenza con l'azione strutturale a sostegno delle aree sottoutilizzate per la rimozione degli squilibri economici e sociali mediante risorse aggiuntive e l'effettuazione di interventi speciali”.
• all’Art. 3, comma 1, dispone che “La perequazione infrastrutturale mira a ridurre il deficit di servizi resi dalle infrastrutture così come individuato dall'art. 2, comma 1. Il fabbisogno infrastrutturale necessario a perseguire tale perequazione è valutato individuando le infrastrutture necessarie a colmare il suddetto deficit di servizi”.
9) VISTO
il Decreto Legislativo 31 maggio 2011, n. 88 (Disposizioni in materia di risorse aggiuntive ed interventi speciali per la rimozione di squilibri economici e sociali, a norma dell'articolo 16 della legge 5 maggio 2009, n. 42) che:
• all’Art.1, comma 2, dispone che: “Gli interventi individuati ai sensi del presente decreto sono finalizzati a perseguire anche la perequazione infrastrutturale”.
• all’Art. 2, comma 1, lettera a), dispone la: “leale collaborazione istituzionale tra lo Stato, le Regioni e le autonomie locali e coinvolgimento del partenariato economico-sociale per l'individuazione delle priorità e per l'attuazione degli interventi, tenendo conto delle specifiche realtà territoriali, con particolare riguardo alle condizioni socio-economiche, al deficit infrastrutturale e ai diritti della persona”;
• lettera c), dispone la: “aggiuntività delle risorse, che non possono essere sostitutive di spese ordinarie del bilancio dello Stato e degli enti decentrati, in coerenza e nel rispetto del principio dell'addizionalità previsto per i fondi strutturali dell'Unione europea”.
10) CONSIDERATO CHE
Al netto delle criticità rivelate nel tempo dalla modifica del Titolo V della Costituzione, il quadro progettuale di un regionalismo differenziato dovrebbe, quantomeno, includere e preliminarmente verificare il raggiungimento di un regionalismo pienamente cooperativo ed integrativo, nonché essere guidato dalla consapevolezza e dall’intento di perseguire un’autonomia promotrice di integrazione e non di separazione e di aumento del divario socio-economico fra le diverse aree del Paese.
I principi costituzionali di riferimento (Artt. 3, comma 2; 5; 119, commi 3 e 5) impongono:
• l’effettività dell’uguaglianza sostanziale dei cittadini della Repubblica;
• la tutela dell’unità giuridica e dell’unità economica della Repubblica;
• la fissazione e la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;
• l’istituzione di un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante, nonché la destinazione di risorse aggiuntive ed interventi speciali.
Appare grave la sottovalutazione politica del procedimento che, a tappe forzate, si vuole condurre in porto e che rischia di approdare a una distorta deriva localistica figlia di una malcelata e mai abbandonata finalità “secessionista”.
L’Italia non ha certo bisogno di 20 Regioni a statuto speciale, anzi: si dimostra sempre più urgente una ridiscussione del primo comma dell’art. 116 della Costituzione, riconsiderando l’opportunità dell’esistenza delle Regioni a statuto speciale, le quali, originatesi da comprensibili ragioni storiche, sociali e culturali, hanno probabilmente perso oggi il senso politico e istituzionale più pregnante di un loro ulteriore mantenimento a legislazione invariata.
La sensazione, invece, è che si stia andando nella direzione opposta, il che non potrà che incrementare le diseguaglianze già presenti e la marginalizzazione conseguente a sviluppi nutriti da differenti risorse.
Non bisogna, peraltro, dimenticare che con la L.R. n. 16 del 2014, la Regione Veneto aveva previsto l’indizione di un referendum avente ad oggetto la possibilità per il Veneto di divenire una Repubblica indipendente e sovrana. Com’è noto la stessa legge è stata oggetto di declaratoria di incostituzionalità da parte della Corte Costituzionale (sentenza n° 118/15) che ha ribadito come le “prospettive di secessione in vista della istituzione di un nuovo soggetto sovrano” sono del tutto incompatibili con i principi supremi dell’unità ed indivisibilità della Repubblica. Non possiamo certo assistere passivi e permettere che le medesime finalità siano oggi perseguite facendo leva sulle possibilità aperte dal terzo comma dell’art. 116.
Per evitare i pericoli incombenti e salvaguardare l’unità della Nazione, è necessaria, in prima istanza, un’adeguata ripresa dell’impostazione sancita dalla legge delega 42/2009 e dai MAI ATTUATI successivi decreti delegati (in particolare, quello del 26 novembre 2010 e il Decreto Legislativo 88/2011), a cominciare da:
• la preliminare realizzazione effettiva della perequazione infrastrutturale fra le diverse aree del Paese, con attenzione centrata su sanità, istruzione e mobilità;
• la definizione dei fabbisogni standard, quale criterio che tiene conto delle numerose variabili socio-economiche che caratterizzano le singole Regioni e che, rende esigibili i livelli essenziali delle prestazioni “ad un livello qualitativo e quantitativo altrettanto standard, e non minimo” (come, testualmente, dispone la L. 42/2009);
• il rifiuto del criterio della territorialità del gettito (per palese contrasto con l’art. 5 della Costituzione) e del conseguente aggancio della determinazione dei fabbisogni standard al gettito dei tributi maturati nel territorio regionale;
• la istituzione e disciplina del fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale per abitante;
• l’attenzione alle potenziali conseguenze negative del “regionalismo differenziato” sul diritto alla tutela della salute e sui princìpi fondanti del Servizio Sanitario Nazionale, nonché sul diritto all’istruzione e alla mobilità: d’altronde, nel cosiddetto “contratto di Governo” dell’attuale maggioranza parlamentare, si legge che “È prioritario (…) tutelare il principio universalistico su cui si fonda la legge n. 833 del 1978 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. Tutelare il SSN significa (…) garantire equità nell'accesso alle cure e uniformità dei livelli essenziali di assistenza”;
Tutto ciò premesso;
Impegna la Giunta regionale
a porre in atto tutte le iniziative necessarie e a esplorare tutte le possibilità legittimamente e utilmente percorribili per avviare la formazione di un fronte largo e unitario, che prenda abbrivio insieme alle altre Regioni meridionali a statuto ordinario (Basilicata, Campania, Molise e Puglia) e conduca a una richiesta al Governo di una moratoria immediata dell’iter procedimentale in corso (di cui al punto 3 della presente mozione consiliare), proseguendo con l’attivazione, comprendente tutti i livelli istituzionali, di ridiscussione complessiva del regionalismo vigente, alla luce dei risultati che esso ha prodotto dopo quasi 50 anni di applicazione; con la finalità esclusiva di individuare le ipotesi migliori per ovviare al palese allargarsi dei divari socio-economici fra le diverse aree del Paese, in ossequio al dettato costituzionale degli articoli di cui al punto 1 della presente mozione (3, comma 2; 5; 119, commi 3 e 5).
Domenico Bevacqua
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Calabria
Scrive Domenico Bevacqua a Francesco Boccia, a Dario Corallo, a Roberto Giachetti, a Maurizio Martina, a Maria Saladino, a Nicola Zingaretti
Cari amici candidati,
Vi scrivo in qualità di consigliere regionale della Calabria, iscritto al PD e cofondatore del PD n ella mia regione.
Mi rivolgo a voi, a nome anche dei consiglieri regionali di Calabria, Molise,Puglia,CampaniaeBasilicatache hanno partecipato al secondo incontro tenutosi aC osenza1'11 gennaio u.s.,avente ad oggetto il tema del regionalismo differenziato.
Sarete certamente al corrente del fatto che l'iter di confronto avviato con il Governo, sulla base del terzo comma dell'art. 116 della Costituzione, daparte di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, è in procinto di giungere alla sua fase definitoria: stando al cronoprogramma confermato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, l'intesa da sottoporre all'approvazione parlamentare dovrebbe essere firmata ilprossimo 15 febbraio.
Di certo, non vi sarà sfuggita la portata della questione ma, a quanto è dato apprendere dalla lettura delle rispettive mozioni congressualie dalle dichiarazioni a mezzo stampa, non si rileva una posizione chiara e netta che, invece, in quanto consiglieri PD delle Regioni meridionali a statuto ordinario, noi riteniamo essenziale conoscere.
Così come emerso nell'ampio e franco dibattito "interconsiliare", è nostra intenzione portare la questione di cui trattasi al centro della discussione programmatica interna al partito, per condurla ad essere uno dei punti fondanti e qualificanti dell'azione di rinnovamento e di proposta politica in vista del Congresso alle porte.
Noi riteniamo che, nell’attuale panorama nazionale, una forza autenticamente progressista non possa prescindere dall'agganciare la propria azione ai capisaldi del secondo comma dell'art.3 e del terzo comma dell'art.119 della nostra Costituzione.
Larimozionedegliostacolidiordineeconomicoesocialecheimpedisconol'effettualitàdiunaeguaglianzasostanzialeeil mantenimentodiun fondoperequativo,senzavincolidi
destinazione,periterritoriconminorecapacitàfiscaleperabitante,rappresentanostrumentiefinalitàineludibiliperunaautenticacoesionenazionaleeperl'effettivoeserciziodiunacittadinanzaattivachenonpuòsubirelimitazioniinragionedellaRegionediresidenza.
Dicontro,lerichiestediagganciarelaripartizione dellerisorseesclusivamentealgettitodeirispettiviterritori,significanosemplicementela cancellazionediogniformadisolidarietàfralediverseareedelPaese,tradendopalesementelo spiritodellariformadel TitoloVdel2001,nonchédelleconseguentinormeordinariesuccedutesineltempo.
Primafra tutte, laleggedelega42del2009che,oltre a disciplinare e istituire il
funzionamentodelFondoperequativo,disponevachel'introduzionedeicosti standard nonpotevaesseredisgiuntadall'introduzionedeifabbisognistandard:quelcriterio,cioè,che,tenendoconto
dellenumerosevariabilisocio-economichechecaratterizzanolesingoleRegioni,
rendeesigibiliilivelliessenzialidelleprestazioni,lequali,riportotestualmente,devono conformarsi "adunlivello qualitativoequantitativo altrettantostandard,enonminimo".
IlconfrontofrailGovernonazionaleeletreRegioniattivatesipare,invece,essersiinstradatosuibinaridel particolarismo edell'egoismoterritoriale,maturandouncontrastoevidenteconlospiritostessodellanostraCartaCostituzionale.
Rischiamodavverodiarrivareall'assurdo:
QuellasecessionechenonriuscìallaLegaNorddiBossieMaroni,potrebberiuscireoggi,inmanierasilente,alla
LeganazionalediSalvini,conlacomplicità,non soquantoconsapevole,dei5S.
Vorremmo,però,fugareognidubbio:ilnostroèunatteggiamentosfidanteepropositivoenonintendiamo
muovercisullalineadiun meridionalismopiagnoneerecriminatorio.
Tutt'altro.Siamoprontiatuttelesfideistituzionalifinalizzateasostenereunregionalismofinalmente capacedi approdareaun Paesepiùcoesoeunitamentecompetitivo: lanostraasticellaèpuntataversol'altoevuoleeliminarelezavorrechefrenanoilSud,noncertozavorrare
lemiglioriperformancedelNord.
Mailnodocheabbiamoindividuatoèproprioquellodiunaridiscussionecomplessivadelregionalismovigente,
allalucedeirisultaticheessohaprodottodopoquasi50annidiapplicazione.
Soprattutto,abbiamoinanimodirinvenireeconcertarefratuttiilivelliistituzionalileipotesimiglioriperovviare
alpaleseallargarsideidivari inordineasanità,istruzione,infrastrutture .
Lanostraazioneèappenacominciata.
Nei prossimigiorni,presenteremoappositoattocomunediindirizzoneirispettiviconsigliregionali, persaldarel'intesael'azioneunitariadelleRegionimeridionali.Insecondoluogo,attraversolaconvergenza
deisoggettiprepostialraccordodelleRegioni,richiederemounincontroconilPresidentedellaRepubblicanellasua qualità disupremogarantedell'unitànazionale.
Premessoche nonsitrattadiunameraquestionedipartito,maèdaintendersi comeunasacrosanta battagliadiciviltà,noi,però,vogliamo,pretendiamo,disaperequalesaràlabussoladel nostropartitosuquesta materiae,pertanto,nonpossiamofarea menodichiedereaciascunodivoi, cheallaguidadi questopartitovicandidate.
Con serenitàefermezza,non intendiamofarescontisuunatematicacosìvitale. A
nche perchélariteniamoparte integrantediunapiùampiaepervasiva involuzioneinattochehailsuopilastroinquelsovranismoegocentrico,rancorosoeirrazionalevoltoacancellarel'ideastessadellapossibilità diunasocietà-comunitàaperta,so lidaleedefficacementedemocratica.
Attendiamolevostrerispostee,sind'ora,viinvitiamoalleprossimeiniziativeincalendario.
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Arturo Bova, membro a pieno titolo della maggioranza, cristallizza la crisi del centrosinistra regionale:
«Serve uno scatto di dignità e di etica politica, in questo modo la barca non arriverà a destinazione.
Si sta distruggendo giorno per giorno la storia gloriosa della sinistra calabrese, non possiamo tirare avanti così».
Gli fa eco Mimmo Bevacqua che a sorpresa si autosospende dal gruppo del Pd.
«Naturalmente – ha detto in aula -, la mia è una decisione che vuole essere di pungolo e di chiarezza nei rapporti interni al gruppo».
Bevacqua ha comunque specificato che non lascerà il partito.
«Non potrei farlo – ha specificato -, perché 10 anni fa sono stato uno dei protagonisti della sua nascita, nella mia provincia, in quanto svolgevo allora la funzione di segretario provinciale della Margherita».
Il presidente della commissione Ambiente non vuole dunque «buttare al vento» due lustri di impegno politico, ma ritiene che non sia più «sostenibile continuare passivamente a registrare nell’ambito del gruppo posizioni contrastanti e spesso in disaccordo con le decisioni della maggioranza.
Per non parlare poi delle tante assenze che si registrano puntualmente a ogni seduta consiliare e determinano la mancanza del numero legale».
Bevacqua, in particolare, stigmatizza anche «l’accumularsi di posizioni espresse in questi mesi e in questi ultimi giorni da autorevoli colleghi del Pd in merito alle considerazioni relative al civismo». Il riferimento, neanche troppo velato, è al governatore Mario Oliverio e al capogruppo Sebi Romeo che nell’ultima settimana hanno più volte auspicato l’allargamento della coalizione che ruota attorno al Pd.
«Ognuno – chiarisce Bevacqua – ha la libertà di esprimersi come meglio sa e come meglio crede ma, per me, il civismo esasperato o il meridionalismo di bandiera sono un rimedio peggiore del male».
Il consigliere “autosospeso”, «per cancellare ogni dubbio», ha annunciato di voler richiedere un incontro al “reggente” Maurizio Martina «affinché tutto il gruppo consiliare del Pd calabrese sia riunito e ognuno si esprima chiaramente sulle prospettive immediate che il partito intende perseguire in Calabria e nel resto del Paese.
Se dovessi constatare l’avallo di questa confusione, ognuno di noi valuterà serenamente il da farsi».
Bevacqua ha infine confermato la sua «lealtà» a Oliverio, che deve «esplorare tutte le strade utili per mettere in campo un fronte civico e democratico a sostegno della sua candidatura, ma sarebbe sbagliato se ciò avvenisse in un modello alternativo al progetto riformista del Pd».
Rivendica invece la sua appartenenza alla maggioranza Orlandino Greco, che invita l’opposizione a entrare nel merito delle questioni e ricorda la «coesione e la fermezza» del centrosinistra «nelle questioni decisive».
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Calabria
“Ho partecipato stamattina a Catanzaro, presso il Dipartimento Lavori Pubblici, all’incontro da me richiesto con l’assessore Musmanno e i vertici Anas per affrontare il problema della percorribilità della statale tirrenica 18, con particolare riferimento al tratto sito in località Principessa di Campora San Giovanni, rispetto al quale avevo ricevuto lettera aperta da parte dei rappresentanti delle associazioni di categoria del commercio, del turismo, dei servizi e del comparto edile ed industria del comprensorio del basso tirreno cosentino ”. È quanto dichiara il consigliere Bevacqua, il quale così prosegue: “Ringraziando l’assessore per la sensibilità manifestata nel pronto recepimento della mia richiesta e il presidente Oliverio per il suo prezioso interessamento, voglio esprimere la mia soddisfazione per l’esito dell’incontro, dal quale è emersa una soluzione immediata per la rimozione dell’inconveniente derivante dalla presenza dell’impianto semaforico e della circolazione a senso unico alternato: così come garantito dai responsabili dei dipartimenti interessati, i lavori partiranno la prossima settimana e si concluderanno sicuramente prima dell’ inizio della stagione estiva”. “I responsabili Anas presenti, il capo dipartimento Calabria, ing. Ferrara, e il responsabile dell’area compartimentale viabilità, ing. Molidoro – continua Bevacqua – oltre a definire l’operatività per la manutenzione ordinaria del tratto interessato, hanno espresso la loro piena disponibilità per un’analisi complessiva delle problematiche relative alla percorribilità inerente l’intera statale 18. A questo proposito, la Regione sta mettendo in campo una serie cospicua di interventi, alcuni già in fase di cantierizzazione, che interesseranno anche l’essenziale ripascimento della costa, colpita dai recenti eventi di mareggiata”. “Da parte mia – conclude Bevacqua – provvederò a inserire nella prossima seduta della Commissione Ambiente e Territorio, da me presieduta, una serie di audizioni organiche che, con l’opportuno e necessario coinvolgimento del Comune di Amantea, possano delineare il quadro complessivo delle azioni sinergiche occorrenti all’implementazione completa delle soluzioni prospettate”.
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Cronaca
“Ho ricevuto oggi la lettera aperta da parte dei rappresentanti delle associazioni di categoria del commercio, del turismo, dei servizi e del comparto edile ed industria del comprensorio del basso tirreno cosentino, avente ad oggetto il ripristino condizioni viabilità Strada Statale 18 in località Principessa di Campora San Giovanni. Consapevole del rilievo della vicenda, mi sono immediatamente attivato, contattando l’architetto Siletta, responsabile Anas, con il quale abbiamo concordato un incontro per fare il punto della situazione e individuare la soluzione più rapida del problema”. È quanto dichiara il consigliere Bevacqua, il quale conclude: “Che il tratto viario in discussione risulti ancora oggi, malgrado i milioni di euro spesi, interrotto con impianto semaforico e circolazione a senso unico alternato è inspiegabile e, se necessario, non mancherò di convocare tutte le parti interessate in apposita seduta della Commissione Ambiente e Territorio che presiedo. Adesso, la priorità è risolvere nel breve tempo possibile”.
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Campora San Giovanni
Amantea e le sue verità sono difese solo dal PD. Dov’è la politica locale?
Dopo i titoli in prima pagina e due intere pagine interne de “Il Quotidiano del sud” che parlano dell’Oliva, solo il PD prende posizione, nel silenzio perdurante della politica locale( ovviamente parlo della maggioranza e minoranza).
E l’Esecutivo del PD AMANTEA formula una “Lettera aperta al Presidente della Commissione consiliare Ambiente Regione Calabria riguardante la richiesta di bonifica della Valle dell’Oliva”.
Ecco il testo:
Gentile Presidente, come Lei ricorderà, in data 13 novembre 2015 – anche in seguito alle dichiarazioni allora rese dal geologo Giovanni Michele Vizziello alla Corte d’Assise di Cosenza, nell’ambito dell’udienza “Valle Oliva inquinata”, che confermavano la contaminazione del sottosuolo della vallata con fanghi industriali, materiale ferroso e anche rifiuti solidi urbani (come ampiamente riportato dalla stampa locale) – il PD AMANTEA Le ha chiesto di occuparsi dell’annosa questione del fiume Oliva chiedendoLe di inserire la bonifica della valle nel Piano Regionale dei siti potenzialmente pericolosi.
All’incontro del 18 febbraio 2016 - organizzato dal nostro gruppo di lavoro “Tutela, cura e politiche ambientali” - tanti cittadini, sindacati ed il Comitato Civico “Natale De Grazia” Le hanno ribadito la necessità di intervenire per affrontare quello che è innanzitutto un problema di salute. In quell’occasione, Lei indicò la delicata questione dell’inquinamento dell’Oliva come una delle priorità ambientali alla quale dare risposte concrete e definitive.
In tal senso si proponeva di riunire la Commissione entro il mese di marzo per concordare un percorso sinergico ed individuare, nel giro di un anno, le procedure di bonifica per un ritorno alla normalità di uno dei luoghi più caratteristici ed attraenti dell’intera regione.
Due mesi dopo, il 20 aprile 2016, la Commissione che Lei presiede ha tenuto una riunione itinerante ad Amantea ribadendo nei fatti la volontà di concordare i termini di un percorso per giungere alla bonifica delle aree compromesse.
Tuttavia, a inizio novembre 2016 la Commissione – così così venne scritto nel resoconto della seduta – prese atto delle indagini dell’Arpacal che, relativamente all’inquinamento del fiume Oliva, escludevano un danno diretto alla popolazione.
Ed, inoltre, relativamente alla necessità di pervenire allo smaltimento dei rifiuti, dava mandato al Dipartimento Ambiente di individuare un percorso per affrontare fattivamente e risolvere il problema.
Purtroppo, ad oggi, non abbiamo contezza di tale percorso.
E non abbiamo notizie riguardo ad altre azioni poste in essere dalla Quarta Commissione per affrontare e risolvere il problema.
Oggi la stampa regionale ritorna sul caso e riporta le motivazioni della sentenza del processo riguardante la Valle dell’Oliva che ribadiscono la contaminazione del fiume e dell’area; una contaminazione «certa» dovuta a materiale interrato.
La Corte d’Assise di Cosenza, pur assolvendo gli imputati, riconosce che in una vasta area del bacino del fiume Oliva sussiste «una gravissima forma di inquinamento del sottosuolo e delle circostanti acque limitrofe e persino sotterranee, con particolare riferimento alle Località Foresta, Carbonara, Giani e di tutta una serie di aree alle stesse limitrofe».
Per tale ragione rinnoviamo la necessità di inserire la bonifica della Valle dell’Oliva nel Piano Regionale dei siti potenzialmente pericolosi e di verificare le ulteriori possibilità per giungere quanto prima al ripristino ambientale della Valle dell’Oliva.
Ed in tale ottica, Le chiediamo si sottoporre nuovamente la questione alla Commissione competente che Lei presiede per individuare davvero un percorso che affronti e risolva il problema.
Riteniamo che la nostra richiesta rientri in una complessiva volontà pubblica volta ad attuare misure di riparazione del danno ambientale e di prevenzione del rischio, con l’obiettivo di tutelare la salute delle popolazioni che abitano nelle zone interessate dall’inquinamento e l’ambiente.
Un problema ambientale è soprattutto un problema di salute, pertanto è un’urgenza prioritaria intervenire con atti legislativi, economici e sociali.
Amantea, 17 aprile 2018 Esecutivo PD Amantea.
Ndr: La verità è una cosa importante. Amantea è una cosa importante. La difesa della verità e di Amantea sono cose importanti. Per questo ringraziamo l’ esecutivo del PD per l’attenzione che dà al problema dell’Oliva. Ma al PD ed all’amministrazione chiediamo di acquisire una copia ,da porre nella pubblica disponibilità, delle sentenze e degli atti TUTTI relativi al fiume oliva ed alla denunciata « gravissima forma di inquinamento del sottosuolo e delle circostanti acque limitrofe e persino sotterranee, con particolare riferimento alle Località Foresta, Carbonara, Giani e di tutta una serie di aree alle stesse limitrofe».
Ma in particolare è indispensabile acquisire e porre nella pubblica disponibilità la relazione del geologo Giovanni Michele Vizziello alla Corte d’Assise di Cosenza, nell’ambito dell’udienza “Valle Oliva inquinata”, che confermava la contaminazione del sottosuolo della vallata con fanghi industriali, materiale ferroso e anche rifiuti solidi urbani.
Una relazione che sembra non sorretta dalla relazione del Ministero della sanità che ha escluso la valle dell’Oliva dai siti bisognevoli di bonifica, forse per la intervenuta “sterilizzazione” dei rifiuti urbani in esso fiume versati nel silenzio di tanti….
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Primo Piano
Caro presidente Gentiloni,
sarai sicuramente al corrente della catastrofica mareggiata che ha colpito nei giorni scorsi le zone costiere prospicienti il Tirreno cosentino e lametino, dove il mare ha letteralmente invaso i centri abitati, recando danni ingenti a natanti, pontili, strutture balneari e abitazioni.
In qualità di presidente della Commissione Ambiente e Territorio, mi sono recato a più riprese sui luoghi oggetto della furia degli elementi e ho potuto constatare una devastazione evidente e necessitante di azioni di contrasto immediate.
Il presidente Oliverio, riunendo d’urgenza la Giunta regionale, dopo avere determinato una prima valutazione della grave situazione venuta in essere e costituito una unità di crisi per seguire costantemente l’evolversi degli eventi, ha provveduto a richiedere lo stato di emergenza per calamità naturale per i comuni maggiormente colpiti.
Ben conoscendo la tua sensibilità istituzionale, ti chiedo di intervenire per accogliere nel più breve tempo possibile la richiesta proveniente dalla Regione Calabria, affinché possa essere avviato senza indugio il ripristino dei luoghi e il ristori dei danni, anche in ragione dell’approssimarsi della stagione turistica estiva che, per i territori e le comunità interessate, rappresenta una delle principali risorse economiche e reddituali.
Anche in ragione dei rapporti di amicizia e frequentazione che da lunga data ci legano e che ti hanno condotto più volte a visitare le eccellenze della terra calabra e a toccare con mano le annose problematiche che la affliggono, mi permetto di sollecitare la tua attenzione, confidando che non mancherai di accogliere con solerzia la richiesta.
Un affettuoso saluto – Mimmo Bevacqua
26 marzo 2018
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Alto Tirreno
La quarta Commissione consiliare, "Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell'ambiente", presieduta dal consigliere Domenico Bevacqua, ha discusso del problema dell’Oliva.
Il tema è stato “Indagine conoscitiva relativa alle problematiche connesse al fenomeno dell'inquinamento ambientale e delle falde acquifere del fiume Oliva”
Ai lavori è intervenuto il sig. Gianfranco Posa - Presidente del Comitato Civico Natale De Grazia.
E’ intervenuto anche l'ing. Bruno Cundari, dirigente di Servizio del Dipartimento Ambiente della regione Calabria.
E’ stato anche sentito il geol. Luigi Dattola per l’Arpacal.
Assenti, invece, i sindaci di Amantea, Aiello Calabro e Serra di Aiello.
Il presidente Bevacqua ha dichiarato«Devo constatare con rammarico, e lo dico con spirito costruttivo, l'assenza in audizione dei sindaci, fra i quali quello di Amantea, proprio perché avrei desiderato ascoltare le loro considerazioni come principali rappresentanti delle comunità affinché, a loro volta, potessero prendere atto di quanto esposto dal rappresentante dell'Arpacal. Sono però sicuro che avremo presto una nuova occasione di confronto».
Sempre il presidente Bevacqua ha dichiarato «Facendo seguito a quanto emerso durante la speciale seduta che avevo voluto tenere nell'aprile scorso direttamente ad Amantea, il dato nuovo che registriamo, dalla relazione Arpacal, è la presenza di amianto in un terreno circoscritto, di cui è stata investita anche la magistratura.
Nelle restanti aree interessate, viene, invece, assicurata l'assenza di agenti nocivi per la salute dei cittadini. Resta, comunque, il problema di trovare una soluzione adeguata per la rimozione dei rifiuti abusivamente interrati, per la quale cosa ho sollecitato l'intervento del dipartimento Ambiente».
La Commissione ha preso atto delle indagini dell'Arpacal che, relativamente all'inquinamento del fiume Oliva, esclude un danno diretto alla popolazione.
Sempre la commissione ha dato, inoltre, mandato al dipartimento Ambiente per l'individuazione di un precorso virtuoso che porti in tempi brevi allo smaltimento dei rifiuti.
Grazie al presidente Bevacqua ci si avvia alla piena conoscenza della verità sul fiume Oliva.
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Campora San Giovanni
Chiariamo subito non di Mario Oliverio si tratta, ovviamente (figurarsi se si interessa di Amantea?), ma di Nicodemo Oli verio, il deputato PD di areadem.
Di seguito la interrogazione e le riflessioni di Mimmo Bevacqua e di Gianfranco Suriano che ha partecipato il tutto.
“Al Ministro dell’Interno e al Ministro dell’Economia e delle Finanze"
Per sapere, premesso che:
il Comando Generale della Guardia di Finanza – probabilmente per ragioni riguardanti la razionalizzazione delle proprie strutture – ha deciso la soppressione della Tenenza presente nel Comune di Amantea (CS);
la cittadina di Amantea è una nota località turistica di quasi 15.000 abitanti (per popolazione 10° Comune della provincia di Cosenza e 2° della costa tirrenica cosentina) e centro di un comprensorio più vasto che conta una popolazione di circa 30.000 abitanti; la sola cittadina di Amantea nel periodo estivo triplica la propria popolazione per l’arrivo dei turisti;
Nel territorio sono purtroppo presenti sodalizi criminali ormai radicati: la Guardia di Finanza ha dato un contributo determinante nell’ambito della recente operazione delle Forze dell’Ordine denominata “Nepetia”, che ha portato alla confisca di beni alla criminalità organizzata locale;
Amantea ad oggi può contare solo sulla presenza di una stazione di Carabinieri (con organico numericamente inadeguato), oltre che su quella della Tenenza della Guardia di Finanza; non esiste nella cittadina nessun Reparto della Polizia di Stato;
la Tenenza che si intende sopprimere, considerata l’esigua presenza numerica di forze dell’ordine, ha anche fornito un fondamentale supporto nel garantire l’ordine pubblico in occasione di eventi e manifestazioni che frequentemente si svolgono nel territorio;
per effetto della chiusura della Tenenza in questione, circa 70 chilometri di territorio costiero – dai Comuni a sud di Paola (CS) e fino a Lamezia Terme (CZ) – rimarrebbero senza alcun presidio della Guardia di Finanza, mentre nel tratto costiero a nord, altri 70 chilometri circa – da Paola (CS) a Tortora (CS) – sono attualmente presenti ben tre reparti della Guardia di Finanza: è palese lo squilibrio che si determinerebbe rispetto alla copertura territoriale della Guardia di Finanza sull’intera costa tirrenica cosentina;
è comprensibile quindi la fortissima preoccupazione già espressa dalla cittadinanza e dalle istituzioni cittadine circa la paventata chiusura della Tenenza e l’inevitabile maggior senso d’insicurezza che i residenti percepirebbero;
il solo irrisorio risparmio sul costo annuo dell’ affitto dei locali dove attualmente ha sede la Tenenza della Guardia di Finanza di Amantea non può motivare una decisione che priverebbe il territorio di un indispensabile presidio di legalità e di contrasto alla criminalità.
Se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intendano adottare per mantenere la sede della Tenenza della Guardia di Finanza ad Amantea garantendo alle comunità della costa tirrenica cosentina a sud di Paola un adeguato presidio di forze dell’ordine in grado di espletare in modo congruo le funzioni di ordine pubblico e di controllo del territorio.
Oliverio Nicodemo (PD) Deposito: 1° luglio 2016
Dichiarazioni Stampa del 1 luglio 2016- Interrogazione a risposta scritta dell’On. Nicodemo Oliverio (PD) al Ministro dell’Interno e al Ministro dell’Economia e delle finanze, depositata in data 1 luglio 2016.
Consigliere regionale (PD) Mimmo Bevacqua:
“Voglio ringraziare l’amico Nicodemo Oliverio per aver fatte proprie le giuste preoccupazioni provenienti dal territorio di Amantea e relative alla possibile chiusura della Tenenza della Guardia di Finanza, importante presidio di legalità che in ogni modo deve poter continuare ad operare in tutto il Comprensorio di Amantea.”
Gianfranco Suriano (ex assessore comunale di Amantea):
“L’impegno concreto e reale del Consigliere regionale Mimmo Bevacqua e dell’onorevole Nicodemo Oliverio spero tanto possa servire a scongiurare quest’ulteriore gravissima perdita per la nostra città. Intanto, ad entrambi va l’apprezzamento per la grande sensibilità mostrata nei confronti dei nostri territori.”
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