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abbandono rifiuti-a844Controllo congiunto di CFS e Guardia Costiera

 

COSENZA 16 dicembre 2016 –Operazione congiunta del personale del Corpo Forestale dello Stato di Paola e della Guardia Costiera di Paola dipendente dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Cetraro volta alla repressione del fenomeno dell'abbandono di rifiuti.

Nei giorni scorsi il personale operante durante una attività di controllo ha rinvenuto lungo l'arenile di Paola nella zona Nord,in località “Pagnotta”, diversi cumuli di rifiuti abbandonati sul margine che divide la strada dall'arenile.

 

Questi erano costituiti da rifiuti urbani non pericolosi,come rifiuti organici (scarti di cibo), esiti di potature di alberi, plastica (giocattoli,bottiglie,flaconi di detersivo) scarpe ed indumenti in disuso,ed altro ancora.

Probabilmente questi abbandoni di rifiuti sono perpetrati da cittadini che non si sono adeguati ai criteri della raccolta differenziata adottata da qualche tempo dal Comune di Paola. Dagli accertamenti effettuati sono stati identificati diversi responsabili di tali abbandoni ,verso i quali sono state irrogate sanzioni amministrative per migliaia di euro.

In questa zona il fenomeno dell’abbandono è frequente, in particolare lungo i corsi d’acqua. Durante i fenomeni di piena il materiale abbandonato viene trasportato a valle fino ad arrivare sul litorale costiero. Gli accertamenti per individuare ulteriori responsabili sono ancora in corso.

Pubblicato in Paola

fuocoRischiano una condanna fino a dieci anni di reclusione.

 

Reggio Calabria, 09 dicembre 2016 - Gli incendi divampati nel corso dell'anno in Calabria hanno impegnato il personale del Corpo Forestale dello Stato non solo nel coordinamento delle operazioni di spegnimento, ma anche nell'espletamento delle indagini per l'individuazione dei responsabili.

Ed è proprio sul fronte dell'attività investigativa che sono stati conseguiti importanti risultati che il Comando Regionale Calabria - Sicilia del CFS rende noti.

 

Durante il periodo di massimo rischio di incendio, ovvero dal 15 giugno al 30 settembre 2016, i comandi territoriali del CFS hanno segnalato all'Autorità Giudiziaria diciotto persone, di cui sedici sono state denunciate a piede libero e due tratte in arresto in flagranza di reato o sottoposte a misure di custodia cautelare.

 

Si tratta di soggetti ritenuti responsabili, singolarmente o in concorso con altri, di incendi verificatisi nel territorio calabrese, e precisamente due nel crotonese, due nel catanzarese, due nel reggino e otto nel cosentino.

Sequestrati quattro accendini ed effettuate tre perquisizioni. Un indagato dovrà rispondere del reato di incendio non boschivo doloso; cinque indagati di incendio boschivo doloso e dodici di incendio boschivo colposo. Questi ultimi rischiano la reclusione rispettivamente da 4 a 10 anni e da 1 a 5 anni; pena destinata ad aumentare in presenza di circostanze aggravanti.

            Ma l'attenzione sul fenomeno degli incendi boschivi è rimasta alta da parte del CFS anche nel restante periodo dell'anno tanto da deferire all'A.G. per incendio boschivo colposo altre due persone (una nel catanzarese e una nel reggino) e da cogliere in flagrante e arrestare un reggino per incendio boschivo doloso.

            All'individuazione dei responsabili si è giunti attraverso minuziose indagini, effettuate dalle articolazioni del CFS con il supporto del N.I.A.B. (Nucleo Investigativo di Antincendio Boschivo), personale specializzato nell'applicazione di specifiche tecniche investigative.

            Nelle aree interessate da continui e ripetuti incendi sono state utilizzate telecamere nascoste, che hanno consentito di immortalare il responsabile del reato, come avvenuto per una donna nel cosentino.

            È stato, altresì, adottato il Metodo delle Evidenze Fisiche, che permette di determinare la dinamica delle fiamme e di classificarne la causa.

            Da non dimenticare, inoltre, la collaborazione dei cittadini che hanno fornito preziose testimonianze e hanno segnalato tempestivamente le fiamme al numero di emergenza ambientale 1515.

            I roghi divampati in Calabria hanno interessato non solo aree marginali e rurali, ma anche aree antropizzate, danneggiando, in alcuni casi, oltre ai soprassuoli agrari e forestali, anche fabbricati e automezzi.

            Tali incendi sono stati causati dall'uomo per colpa o dolo. Cause che tuttavia si distinguono in una serie di motivazioni legate ai profili sociali, economici e produttivi delle diverse realtà territoriali.

            Gli incendi colposi, o involontari, sono riconducibili ad attività agricole e forestali condotte con negligenza, imprudenza e imperizia, al fine di ripulire incolti, scarpate stradali o ferroviarie, eliminare i residui vegetali scaturiti dalle lavorazioni forestali e agricole, rinnovare il pascolo, bruciare stoppie. Operazioni che sono state spesso eseguite in modo incontrollato in aree contigue a quelle boscate e alla presenza di vento. Un incendio è stato causato dall'uso di apparecchiature a motore sull'erba secca.

            Le cause dolose, invece, sono connesse alla ricerca di un profitto, quali l'apertura o il rinnovo del pascolo a spese del bosco, il bracconaggio, o la speculazione edilizia, non sapendo che le zone boscate ed i pascoli bruciati per almeno quindici anni non possono avere destinazione diversa da quella preesistente all'incendio; che sugli stessi soprassuoli sono vietati per dieci anni il pascolo, la caccia e la realizzazione di edifici e per cinque anni le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale. A tal proposito questi vincoli vengono applicati dai Comuni, i quali annualmente, obbligati dalla Legge quadro sugli incendi n. 353/2000, censiscono i terreni percorsi dal fuoco attraverso un apposito catasto, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo Forestale dello Stato.

            Se da un lato la maggior parte degli incendi è legata ad attività illecite collegate a finalità agricole e di pastorizia, dall'altro a bruciare la Calabria sono non solo contadini e pastori, ma anche operai, disoccupati e pensionati. L'identikit dell'incendiario calabrese che emerge dall'analisi delle persone denunciate dal CFS parla di individui (donne e uomini) che hanno un'età compresa tra 26 e 75 anni, perlopiù incensurati e residenti nella stessa provincia dove commettono il reato.

Pubblicato in Calabria

furto legnoSorpresi mentre tagliavano piante di quercia in area comunale.

 

COSENZA 19 novembre 2016 -Il personale del Corpo Forestale dello Stato ha nei giorni scorsi tratto in arresto due giovani di Rossano per furto di legna.

 

In particolare a seguito dell’intensificazione dei controlli al fine di reprimere e prevenire gli indiscriminati furti di legna nel patrimonio boschivo comunale di Rossano, gli uomini del Comando Stazione locale hanno sorpreso in località “Rinacchio” A.P. di anni 22 e W.T. di anni 23 mentre trafugavano alcune piante di Cerro.

 

 

I due dopo aver reciso, depezzato e caricato su di un fuoristrada le piante sono stati bloccati e controllati dagli uomini del Corpo Forestale che hanno rinvenuto all’interno del veicolo circa 10 quintali di legna , una motosega, una spacca legna e un bidone contenente benzina. La legna, gli attrezzi e il fuoristrada utilizzato per il trasporto sono stati sottoposti a sequestro probatorio.

 

 

Il P.M. di turno, Sostituto Procuratore della Repubblica di Castrovillari dott.ssa Simona Manera, ha convalidato l’arresto e dopo le formalità di rito disponeva la rimessa in libertà in ottemperanza al disposto dell’art. 121 del Disposizioni di Attuazione del c.p.p.

Pubblicato in Cosenza

spazzatura

Individuati i primi responsabili degli illeciti. Continua l’attività sull’altopiano Silano

COSENZA 2 novembre 2016 -  Sono stati individuati e sanzionati alcuni responsabili dell’abbandono di rifiuti nel Comune di Spezzano della Sila. Gli uomini del Corpo Forestale del locale Comando Stazione hanno svolto un servizio specifico mediante mirati e pazienti appostamenti e osservazione dei luoghi oggetto di abbandono rifiuti, effettuati durante il mese ottobre. L’area interessata e video sorvegliata si trova lungo la strada provinciale 247 Moccone-Rose in loc. Guzzolini -Moccone ed è stata oggetto di continui abbandoni di rifiuti di ogni tipo quali sacchetti di plastica contenenti  rifiuti solidi urbani: bottiglie di plastica, documenti, vetri, parti d’autovetture, residui di parti di lavori elettrici ed altro.

L’attività investigativa e le successive indagini avviate dal Corpo forestale dello Stato hanno permesso di risalire ad alcuni trasgressori, accertando l’identità dei responsabili degli illeciti,automobilisti che transitando lungo la Strada Provinciale e abbandonavano sul luogo i rifiuti. In sole due settimane di ottobre sono state elevate oltre 6000 euro di sanzioni, ma sono ancora al vaglio del personale Forestale diverse immagini recuperate sul luogo dell’abbandono.

Le operazioni condotte dal Comando Stazione Forestale di Spezzano della Sila (CS) si inseriscono nell’ambito di una campagna di controllo e di intensificazione delle attività a contrasto del fenomeno dell’illecito abbandono e deposito incontrollato di rifiuti sul suolo che continua a impegnare il personale Forestale sull’altopiano della Sila in altri siti individuati e oggetto di abbandono monitorati da tempo.

Pubblicato in Calabria

lavanderia impianto cfs 2Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato del Comando Stazione di Castrovillari hanno nei giorni scorsi posto sotto sequestro un impianto di depurazione nella zona industriale di Cammarata nel territorio di Castrovillari.

 

L’impianto, risultato non funzionante, veniva usato da una lavanderia industriale quale deposito dei propri rifiuti reflui.

In particolare la ditta, che si occupa di lavaggio biancheria, attraverso una condotta depositava all’interno dell’impianto composto da cinque vasche le acque reflue industriali prodotte dalla stessa durante le operazioni di lavaggio.

 

Dalla documentazione riscontrate è emerso che l’attività non è provvista di nessuna autorizzazione riguardante la gestione dei rifiuti e che il suo smaltimento che non è mai avvenuto.

Pertanto, si è provveduto a deferire il proprietario dell’attività per gestione illecita di rifiuti e a sequestrare le vasche oggetto della raccolta dei rifiuti situate all’interno dell’impianto posto di fronte l’attività.

Sempre nel comune di Castrovillari il personale del Comando Stazione Forestale di Morano Calabro e Saracena durante un’attività di controllo legata al fenomeno del bracconaggio ha posto sotto sequestro un fucile calibro 12 e deferito all’autorità Giudiziaria un uomo di Montalto.

 

Il cacciatore, fermato per un controllo in località “Lanzarello”, zona questa vicina ai confini con il Parco del Pollino esercitava attività venatoria con l’ausilio di un fucile semiautomatico predisposto a contenere un numero di cartucce superiore a quanto previsto.

Pertanto, si è provveduto a sequestrare l’arma e a deferire l’uomo per violazione alla legge sulla caccia (157/92) per aver utilizzato un mezzo ritenuto vietato dalla normativa di riferimento.

Pubblicato in Calabria

thorRiceviamo e pubblichiamo

Una nuova unità cinofila antiveleno e un nuovo automezzo attrezzato per rafforzare un sistema di prevenzione e repressione di provata efficacia. Intorno a queste due novità è stata presentata, presso la sede dell’Ente Parco a Rotonda, grazie al protocollo d'intesa attivo tra Corpo forestale dello Stato e il Parco nazionale del Pollino, una sintesi dell'impegno e dei risultati attesi nell'impiego delle unità cinofile.

Il nuovo NCA, uno dei sei istituiti grazie al progetto Life Pluto, ha avuto in dotazione il labrador di due anni"Thor" che opererà nelle zone del Parco nazionale Pollino. Il Presidente, Mimmo Pappaterra, ha espresso grande soddisfazione e parole di elogio nei confronti del progetto e dei partner che lo hanno portato avanti, potendo l'area protetta "beneficiare dell'utile opera delle unità cinofile, in special modo quando, queste possono individuare esche avvelenate, oltre a carcasse in un'area particolarmente sensibile alla presenza del lupo, dell'aquila e dei grifoni di recente reintrodotti.

L'uso illegale del veleno è oggetto di attento monitoraggio da parte del Corpo Forestale dello Stato, che gestisce le unità cinofile in stretta sinergia con il Parco, dove, grazie al progetto Life "Wolfnet" e "Antidoto", esse sono arrivate per la prima volta in Italia, sia in chiave di prevenzione che repressiva. Come hanno sintetizzato i Comandanti regionali di Calabria e Basilicata Dir. Sup. Giampiero Costantini e Dir. Sup. Antonio Mostacchi ed il Responsabile del CTA del Corpo Forestale, Vice Questore Vincenzo Perrone, ad oggi i Nuclei Cinofili Antiveleno del CFS in Italia hanno effettuato centinaia di ispezioni urgenti, rinvenendo altrettante esche e decine di carcasse avvelenate, a fronte dell'impiego di circa qualche migliaio di ore di lavoro sul campo e percorrendo decine di migliaia di km. "Grazie allo sviluppo dell'analisi criminale del fenomeno - hanno riferito i responsabili del progetto Vice Questore Giancarlo Papitto e Primo Dirigente Luciano Sammarone - in funzione dei principi attivi rilevati in carcasse ed esche da parte dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno e della localizzazione di queste, sono stati individuati nel 2015, per la prima volta in Abruzzo, due avvelenatori, uno in Provincia di Teramo ed uno nel territorio del Parco nazionale della Majella. Fondamentale - ha proseguito - resta la tempestiva segnalazione: qualora si abbia notizia di un animale avvelenato è necessario contattare il numero di emergenza ambientale: 1515". Dal Capo del Settore dell'Ente Parco, Pietro Serroni, che ha ricordato tutti i progetti Life attinenti all'argomento, oltre alla soddisfazione che indiscutibilmente lega l'operato degli NCA al Parco con il Corpo Forestale dello Stato che sta trasferendo la buona pratica delle Unità Cinofile in tutta Italia, è giunto l'auspicio che i parchi - e in particolare quelli calabro lucani possano meglio gestire i propri successi e le proprie eccellenze in campo scientifico e della conservazione della natura .

Pubblicato in Calabria

Trovata una Cannabis Indica di oltre 3 metri di altezza

E’ questo il risultato di un normale controllo degli uomini del Corpo Forestale dello Stato

Già può capitarvi di andare a funghi, di percorrere un castagneto abbandonato e di trovare una gigantesca cannabis Indica di altezza superiore a 3 metri( vedi foto) e con il diametro del tronco di 4 centimetri.

Una Cannabis dalla quale i potevano ricavare almeno 500 dosi dal valore commerciale di oltre 300 euro

E’ stata trovata dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato di S.Agata d’Esaro durante un controllo del territorio in località “Femminello” del medesimo Comune.

Tale attività è frutto di controlli degli uomini del locale Comando Stazione, dipendente dal Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Parco del Pollino in merito alla prevenzione e repressione di reati in materia di coltivazione di sostanze stupefacenti, che nelle scorse settimane hanno portato all'arresto di una persona del luogo per coltivazione di stupefacenti.

Pubblicato in Alto Tirreno

spezzano Spezzano della Sila  (CS) 14 Settembre Oltre cento uomini hanno partecipato questa mattina alla prima esercitazione congiunta tra il Corpo forestale dello Stato e il Soccorso Alpino e Speleologico calabrese. Un evento importante tenutosi nel cuore del parco Nazionale della Sila, presso il Centro Visita di località Cupone a pochi chilometri da Camigliatello Silano. Un evento importante che ha visto mobilitati i volontari del Soccorso e gli uomini del Corpo Forestale dello Stato impegnati nella ricerca di persone disperse. Questo primo momento addestrativo congiunto, che arriva dopo la firma del protocollo d’intesa siglato a fine di Luglio tra il Vice Comandante regionale del Corpo Forestale Giuseppe Graziano e il presidente del Soccorso Alpino, Luca Franzese, ha visto verificare tutte quelle procedure di intervento che si attuano normalmente nella ricerca di persone disperse. Una sala operativa ha coordinato le varie squadre che hanno operato sullo scenario individuato nella area al fine di ritrovare due persone disperse. Unità cinofile, reparti mobili,  unità a cavallo e tanti uomini hanno rastrellato il territorio al fine di mettere a buon fine le reciproche esperienze di intervento su terreni impervi. Spesso in questi ambienti difficili possono operare, per equipaggiamento e per la conoscenza del territorio, solo soggetti preparati a tale tipo di intervento le cui criticità vengono messe in evidenza anche durante queste importanti esercitazioni. Basti pensare che nel solo mese di agosto il protocollo prefettizio di Cosenza per la ricerca di persone disperse è stato allertato operativamente almeno sei  volte ed ha messo in campo le sue forze con esiti positivi così come spesso accade su tutto il territorio regionale. Pollino,Sila,Aspromonte sono luoghi in cui spesso si opera in sinergia durante interventi di soccorso di persone smarrite. Da oltre quindici anni, il Soccorso Alpino in Calabria collabora con il Corpo Forestale dello Stato sia nell’ambito delle ricerche dei dispersi sulle montagne calabresi sia in caso di intervento reale di persone in difficoltà.  Questa sinergia negli anni sebbene sia sempre migliorata aveva la necessità di avere un contorno formale e normativo che ne delineasse i contorni e gli ambiti operativi tra i due Corpi. L'occasione della sottoscrizione in Calabria della accordo tra il Soccorso Alpino e Speleologico e il Cfs è stata la firma a livello nazionale di un accordo di cooperazione tra le due strutture nazionali.  La formazione e l'addestramento continuo sono la chiave del successo di un operazione di soccorso in montagna. L'affiatamento tra squadre appartenenti a diversi Corpi è fondamentale per evitare inutili ritardi che possono costare la vita di qualcuno. Questa prima esercitazione va proprio in questa direzione, unire le forze al fine di perseguire un obiettivo comune.

Pubblicato in Calabria

foto sitoSiglato Protocollo d’intesa tra Corpo Forestale e la Direzione Territoriale del Lavoro

COSENZA – La Direzione Territoriale del Lavoro di Cosenza e il Comando Provinciale del Corpo Forestale hanno siglato ieri pomeriggio un Protocollo d’intesa finalizzato alla collaborazione per il contrasto al lavoro sommerso ed irregolare in ambito boschivo e agricolo. Il protocollo integra una collaborazione da tempo consolidata tra le due Istituzioni fissandone le conseguenti procedure.
La firma dell’accordo è avvenuta  nei saloni dell’Ufficio Territoriale di Governo alla presenza del Prefetto Gianfranco Tomao da parte del Direttore della DTL di Cosenza Giuseppe Cantisano, del Comandante Regionale del Corpo Forestale dello Stato Giuseppe Graziano e di quello Provinciale Giuseppe Melfi. Il protocollo incentrato sulla collaborazione dei due soggetti promuove una specifica e diffusa attività di verifica e di controllo sulla corretta e concreta applicazione della normativa sulla tutela delle condizioni di lavoro e di sicurezza sociale dei lavoratori, al fine di evitarne lo sfruttamento attraverso azioni congiunte.
Tali azioni saranno indirizzate ai settori dell’agricoltura montana, boschivi e vivaistici, agli allevamenti di bestiame ed attività di maneggio e addestramento animali attività tutte al centro di diffusi interessi speculativi.
L’iniziativa prosegue l’azione di cooperazione avviata nel 2007 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e  il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Erano presenti alla firma del Protocollo il Commissario Capo del Corpo Forestale Angelo Roseti, e per la DTL di Cosenza i responsabili dell’URP  Diana Erminia, dell’U.O. Vigilanza Ordinaria Pietro Perri, dell’U.O. Vigilanza Tecnica  Biagio Adduci e l’addetto stampa Luigi Lupo. 

Pubblicato in Calabria

Il Corpo Forestale di Cosenza ha effettuato nelle ultime settimane intensi controlli in diversi esercizi commerciali di diversi comuni del cosentino. Si tratta di controlli finalizzati ad accertare il rispetto della vigente normativa sui prodotti di qualità certificata (Dop & Igp), sulla corretta etichettatura degli alimenti, sulla normativa igienico sanitaria Haccp , nel settore vitivinicolo, sulle produzioni biologiche e sui funghi e la loro commercializzazione. Sono stati eseguiti 51 accessi ad esercizi commerciali: I comuni interessati sono stati Amantea, Castrovillari, Fuscaldo, Montalto, Paola e San Marco Argentano. Rilevate infrazioni che hanno comportato sanzioni per 25 mila euro. Accertate irregolarità nella conservazione dei cibi e nel'etichettatura dei prodotti. Trovati anche 4 quintali di alimenti scaduti che sono stati sottoposti a sequestro. Si tratta di prodotti destinati al commercio ed alla preparazione di prodotti dolciari. Maggiori dettagli si attendono da comunicato del Corpo Forestale
Pubblicato in Primo Piano
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