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Tutto è partito da una semplice acquisizione documentale, eseguita presso la regione Calabria, nel mese di marzo 2014, dalla Guardia di Finanza

Gli atti acquisiti, invece, hanno mostrato scenari ben più complessi.

Gli investigatori hanno rilevato una serie di condotte penalmente rilevanti che sarebbero state perpetrate da dieci componenti pro tempore della giunta regionale Calabria, tra cui il vice presidente, unitamente a due dirigenti di settore dello stesso ente locale.

I dirigenti erano quelli dei settori 3 e 10 della regione rispettivamente Salvatore Orlando responsabile del Dipertimnto della Programmazione nazionale e comunitaria e Marinella Marino responsabile del Dipartimento Lavoro , politiche della famiglie, formazione professionale, cooperazione e volontariato.

La Giunta dovrebbe essere quella del 2009 che era composta da Agazio Loiero, Domenico Cersosimo, Carmelo Frascà, Luigi Incarnato, Mario Maiolo, Domenico Naccari Carlizzi, Mario Pirillo , Francesco Sulla, Silvestro Greco, Michelangelo Tripodi, Damiano Gagliardi

Ma degli undici componenti solo 10 sarebbero gli indagati. Non era presente infatti il presidente Loiero

In sostanza, la Giunta Loiero avrebbe adottato una delibera per costituire un “fondo di garanzia” nell’ambito del piano di azione finalizzato all’inserimento nel mercato del lavoro e all’incremento occupazionale per l’anno 2008.

I dirigenti , secondo gli investigatori, pur consapevoli dell’insolvenza patrimoniale e della completa inaffidabilità delle imprese che avevano richiesto l’assegnazione dell’incentivo nell’ambito del predetto piano di azione, hanno costituito illegittimamente un fondo posto indirettamente a garanzia delle stesse aziende, distraendo, in ragione del proprio ufficio, risorse economiche destinate ad altre finalità.

Praticamente la regione Calabria, che doveva essere “soggetto garantito” contro il rischio di inadempimenti da parte delle imprese beneficiarie del contributo, è divenuta “soggetto garante” facendo ottenere alle imprese coinvolte un ingiusto e duplice vantaggio.

Infine a seguito di controlli effettuati nei confronti di numerose aziende coinvolte è emerso che quest’ultime hanno completamente disatteso il rispetto dei requisiti previsti dal bando, non incrementando in alcun modo il mercato del lavoro in Calabria, regione ad altissimo tasso di disoccupazione.

Le indagini sono state seguite dalla compagnia delle fiamme gialle di Cosenza, sotto la direzione del procuratore di Catanzaro Antonio Vincenzo Lombardo e del sostituto Paolo Petrolo.

Stamattina la guardia di finanza di Cosenza ha eseguito un sequestro preventivo per un importo di oltre 12,5 milioni di euro.

Non sono noti i nomi delle oltre 200 imprese che anelavano all’ottenimento dell’incentivo pubblico sprovviste dei requisiti minimi di solvibilità patrimoniale richiesti dal bando.

Pubblicato in Calabria

Una sorta di ritorno all’antico.

Una pattuglia del Nucleo Mobile della Compagnia della Guardia di Finanza di Lauria, nell’ambito della capillare attività di controllo economico del territorio lucano, nei pressi dello svincolo autostradale Lagonegro Sud, ha fermato un’auto guidata da un giovane di origine tunisine, M.C. di anni 44.

Dai controlli successivo è risultato che l’auto era imbottita di sigarette di contrabbando.

I finanzieri hanno trovato 715 pacchetti di sigarette di contrabbando marca “AMERICAN LEGEND”.nascosti un po’ dappertutto sotto la moquette del pianale, negli schienali dei sedili ( VEDI FOTO) , nella ruota di scorta e, persino, nel serbatoio del carburante,

Singolari sono apparsi i nascondigli ricavati sull’automezzo, soprattutto quello del serbatoio, ove le sigarette, ben 165 pacchetti opportunamente cellophanati, erano state immerse nel carburante.

Gli esiti delle prime indagini hanno consentito di accertare che il soggetto proveniva da Salerno, ove era giunto nella nottata al rientro di un viaggio dal proprio Paese d’origine.

Il quantitativo di sigarette rinvenute è stato sottoposto a sequestro penale e il responsabile denunciato per il reato di contrabbando di tabacchi lavorati esteri, previsto e punito dall’art. 291 bis, primo comma, del D.P.R. 23 gennaio 1973, nr. 43

Pubblicato in Italia

Se i soldi muovono il mondo, sono “loro” da cercare e sottrarre

E non solo nel caso della ‘ndrangheta

Sottrarre i guadagni illeciti, ad ogni livello, significa evitare la reiterazione di quelle attività che distruggono la civiltà ed il bene comune

Per questo le attente indagini patrimoniali condotte ad ogni livello, in particolare per le cosche ‘ndranghetiste , anche se sarebbe, anzi è opportuno che siano indagati tutti coloro che hanno soldi e beni non dichiarati o comunque non confacenti con le dichiarazioni rese.

Nel caso de3i Serpa le indagini sono state coordinate dal procuratore della Dda di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo e dal pm Pierpaolo Bruni, ed hanno evidenziato una notevole sperequazione tra i bassissimi redditi dichiarati e il considerevole incremento patrimoniale registrato nell'ultimo ventennio Nella Serpa e del suo nucleo familiare.

Come si ricorda Nella Serpa al momento è in carcere in conseguenza dell'operazione "Tela di ragno" condotta dai carabinieri di Cosenza sotto la direzione dalla Dda catanzarese per associazione mafiosa, tentato omicidio, detenzione e porto illegale in luogo pubblico di armi da fuoco, omicidio, furto ed estorsione in concorso.

In relazione a tanto la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Cosenza ha emesso i provvedimenti di sequestro sulla base delle indagini economiche condotte dalle Fiamme gialle e dai Carabinieri.

Tra i beni sottoposti a sequestro,:

-una ditta che si occupa di installazione di impianti idraulici e che negli anni è riuscita a ottenere appalti pubblici, anche dall'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza;

-15 tra magazzini di metrature considerevoli e appartamenti,

-cinque attività commerciali - tra cui un bar, due importanti strutture alberghiere e un frequentatissimo lido balneare situati a Paola

- 11 tra automobili e motoveicoli,

-diverse decine di rapporti bancari.

Gli investigatori hanno dichiarato che "La sottrazione di tali ingenti ricchezze priva la 'ndrina di preziosa linfa vitale per la sussistenza e il prosieguo delle attività criminose. Da qui il nome dell'operazione Tramonto"

Pubblicato in Paola

Una storia ed una domanda

La storia.

I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Marcianise notano movimenti sospetti.

Siamo in Campania

In provincia di Caserta nel Centro Commerciale Campania di Marcianise.

Un uomo trasborda freneticamente sul proprio automezzo dei contenitori da un veicolo di una società di spedizioni.

I Finanzieri lo osservano e si insospettiscono

Poi lo controllano e gli trovano banconote false per il valore di oltre 17 milioni di euro.

Monete contenute in ben 15 colli abilmente occultati da un carico di copertura costituito da materiale di cancelleria.

Banconote europee nel solo taglio da 50 euro pronte ad invadere il mercato

Le banconote erano di ottima fattura ed erano assolutamente idonee a trarre in inganno i consumatori: buona imitazione della filigrana, filo di sicurezza e ologrammi ben fatti determinavano la difficoltà di riconoscerne la falsità.

Sequestrate , ovviamente. (guardate nella foto grande quante sono!)

L’uomo è incensurato e senza precedenti di polizia.

Per lui si sono così aperte le porte del carcere di Santa Maria Capua Vetere per il reato di “falsificazione di moneta, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate”.

Sono in corso accurate indagini

I Finanzieri vogliono sapere dove sono state stampate e da chi

Vogliono sapere come e da chi sarebbero state messe illecitamente in circolazione

La domanda

Noi ci chiediamo quante banconote siano state già avviate allo spaccio e quante ne circolino

Attenti allora.

 

Pubblicato in Italia

I mezzi aerei delle Fiamme gialle sono validamente usati nella lotta alla coltivazione della droga.

L’ultimo brillante risultato è quello ottenuto sulla costa tirrenica cosentina, nel comune di Bonifati, dove in una zona montana impervia sono stati imndioviduati5 campi di coltivazione di marijuana.

Poi al momento opportuno, poco prima della raccolta, quando le piante avevano raggiunto l’altezza di quasi due metri, l’intervento con gli elicotteri la distruzione delle piante

Circa 3 mila le piante di canapa indiana il cui avrebbe fruttato circa 7 milioni di euro.

Dalla scorsa estate i mezzi aerei delle Fiamme Gialle hanno segnalato in Calabria più
di 20 piantagioni di marijuana, dove sono state sequestrate più di 8mila arbusti di cannabis.

Dai primi riscontri effettuati e dallo stato di maturazione delle piante, la marijuana, di ottima qualità, sarebbe stata pronta a breve per l’essiccazione e per la successiva immissione sul mercato.

Ad eseguire l’intervento i finanzieri della Compagnia di Paola e della Brigata di Cetraro che sono stati coadiuvati dagli elicotteri del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia che, come detto, sistematicamente, effettuano il monitoraggio di quelle zone del territorio calabrese che si prestano a coltivazioni illegali di marijuana.

Si tratta di zone molto impervie, difficilmente individuabili da terra e di difficile accesso perché situate su costoni scoscesi o circondate da foltissima vegetazione.

La produzione illegale, poi è favorita dalle condizioni climatiche che rendono floride le piantagioni e dallo stato selvaggio dei terreni.

Sono in corso indagini volte a risalire alla proprietà dei terreni, nonché individuare responsabilità in capo agli utilizzatori di fatto dei suoi coltivatori, che alla vista degli elicotteri si sono dileguati nella fitta boscaglia.

Pubblicato in Alto Tirreno

Come fare a credere ai dati della disoccupazione di fronte a questi casi ed altri similari?

Siamo a Lamezia Terme

La Guardia di Finanza in un’azienda che opera nel settore del calcestruzzo scopre 46 lavoratori in nero

Non basta la Guardia di Finanza scopre anche un’evasione fiscale pari a 1 milione di euro.

La una siffatta importante evasione fiscale, la presenza di un numero elevato di lavoratori in nero e altri elementi hanno indotto i finanzieri ad approfondire la posizione dei dipendenti dell’azienda.

Sono così partiti gli accertamenti sulle indennità di disoccupazione e altri benefici previdenziali percepite comunque dai dipendenti mentre lavoravano in nero presso l’azienda.

Ben 26 di loro hanno percepito ammortizzatori sociali non dovuti da parte dell’Inps per un danno complessivo all’ente previdenziale di  210.000 euro.

Da qui la conseguente denuncia alla Procura di Lamezia.

I reati contestati ai dipendenti rientrano, a seconda dei singoli casi, nella truffa aggravata per erogazioni pubbliche e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, oltre al falso ideologico commesso da privato in atto pubblico.

I lavoratori responsabili di indebita percezione di indennità sono stati denunciati alla Procura regionale della Corte dei Conti.

Della serie di tutto di più!

Pubblicato in Lamezia Terme

Ecco la nota del Comando provinciale di Cosenza della Guardia di Finanza:

“Prosegue l’attività dei finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, nell’ambito di indagini, coordinate dal dott. Vincenzo Quaranta, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Castrovillari guidata dal Procuratore Capo Franco Giacomantonio e svolte a contrasto dell’ormai annoso e diffuso fenomeno delle false attestazioni di giornate in agricoltura con la conseguente ingente truffa ai danni dello Stato.

Sono stati denunciati all’A.G. nr. 30 soggetti quali ideatori, organizzatori ed esecutori di truffe aggravate ai danni dell’INPS, che hanno consentito a circa 3000 falsi braccianti agricoli di percepire indebitamente indennità non spettanti.

Per la rilevante dimensione del fenomeno, quella portata alla luce dal Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza, è certamente una delle maggiori truffe consumate in Calabria ai danni dell’INPS, Ente che per il suo ruolo istituzionale di erogatore di prestazioni sociali di vario tipo, risulta spesso tra i soggetti maggiormente danneggiati da tale reato, come è stato già accertato in una analoga operazione svolta dallo stesso Reparto e denominata “SENZA TERRA”.

Le fattispecie concrete più ricorrenti nelle quali ci si è imbattuti hanno visto la presenza di aziende che impiegavano operai su terreni che per dimensione o tipologia sono risultati “inconsistenti” rispetto al numero di lavoratori e di giornate lavorative denunciate, oppure per la simulazione di rapporti lavorativi fittizi o di aziende fantasma.

Il “sistema” ha origini risalenti ed ha assunto, nel tempo, una vastità tale da coinvolgere migliaia di soggetti reclutati soprattutto in ambito familiare  assumendo, in alcune circostanze, la valenza di “ammortizzatore sociale” nei confronti di persone meno abbienti.

La realizzazione della truffa si è concretizzata nella costituzione ad hoc di aziende agricole nella zona di Corigliano Calabro (CS), di Rossano (CS), di Cassano allo Ionio (CS) e comuni limitrofi con centinaia di lavoratori dipendenti, che, in realtà, lavoravano solo sulla “carta”, presso terreni di ignari o, addirittura, inesistenti committenti.

L’organizzazione criminale, in effetti, ha dapprima artatamente costituito “sulla carta” aziende agricole che erogano servizi in agricoltura a committenti proprietari di terreni destinati alla coltivazione e, successivamente, predisposto
false scritture private, attestanti false prestazioni di lavoro agricolo.

I dati così formati sono confluiti nelle Denunce Aziendali al fine di ottenere l’apertura della posizione contributiva presso l’INPS; trimestralmente, sulla base delle Denunce Aziendali, sono stati, poi, comunicati i dati ed il numero dei lavoratori agricoli impiegati fittiziamente attraverso i modelli D.M.AG. (Dichiarazione di Manodopera Agricola).

Il sodalizio criminale ha così attestato sistematicamente e falsamente giornate lavorative in agricoltura a 3000 compiacenti falsi braccianti, permettendo agli stessi l’indebita percezione di spettanze previdenziali, nonché la maturazione di congrui periodi assicurativi ai fini pensionistici.
Dal canto loro, i falsi lavoratori agricoli, per poter godere dei diritti derivanti dallo status di dipendenti a tempo determinato nel settore agricolo, hanno provveduto a versare, nelle mani dei componenti il sodalizio criminale, somme di denaro variabili in relazione al numero di giornate attestate, mettendo in piedi un vero e proprio “mercato” delle giornate in agricoltura, dove tutti guadagnavano a spese dello Stato che erogava, a persone che non ne avevano diritto, milioni di euro di indennità.

A fronte delle false attestazioni, l’INPS, negli anni dal 2006 al 2011, ha, infatti, erogato ai fittizi lavoratori agricoli quasi 13 milioni di euro di indennità di disoccupazione, assegni familiari ed indennità di malattia e/o maternità.

Infine, si è potuto determinare che l’illecito mercimonio ha permesso verosimilmente ai componenti dei sodalizi criminali segnalati, di ricevere, dai compiacenti falsi braccianti, quasi 5 milioni di euro a fronte delle false attestazioni sulla base del seguente “tariffario”: € 700 per 51 giornate, € 1.400 per 102 giornate ed € 2.100 per 153 giornate

Pubblicato in Calabria

20 arresti e 156 denunce

E’ in questi numeri, in sintesi, la operazione in corso a Catanzaro

Ad eseguirla gli agenti del Comando provinciale della Guardia di finanza

Una operazione contro una presunta organizzazione criminale accusata di avere attuato una truffa per oltre cinque milioni di euro ai danni di agenzie di assicurazione attraverso il sistema dei falsi incidenti.

Venti le persone arrestate – 16 delle quali in carcere – e 156 quelle denunciate.

In manette anche due noti avvocati di Catanzaro.

Sequestrati beni per due milioni di euro.

Dopo la relazione i nomi

Pubblicato in Catanzaro

Ci avevano provato nel 2005 e nel 2006, dice il sindaco, e ora ci riprovano. Basta!

Poi dichiara “Sia ben chiaro che se lo Stato dovesse alzare bandiera bianca e fare un passo indietro, io ne farò uno avanti con tutte le conseguenze che questo comporterà per la tenuta democratica di una Città che vuole vivere serena e che pretende il rafforzamento dei presidi di legalità e non la resa dello Stato”

E’ duro e determinato il sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta,  rispetto all’ipotesi di soppressione della storica Brigata della Guardia di Finanza della cittadina tirrenica

E prosegue “Voglio subito chiarire che la mia non è  una difesa d'ufficio per motivi di prestigio campanilistico, non ho mai ragionato facendomi condizionare dal perimetro urbano. Non l’ho fatto con l’Ospedale ,  non lo farò con la Brigata della Guardia di Finanza. Ma così come per l’Ospedale – oggettivamente una Città Ospedaliera unica in Calabria – la GdF svolge una preziosa attività in un comprensorio debole socialmente, crocevia di dinamiche criminali tra Calabria e Campania, dove insiste il più importante Porto Turistico da Salerno a Reggio Calabria. 

E’ davvero difficile assistere inermi alla spoliazione che lo Stato sta facendo dei suoi presidi al servizio dei cittadini e della comunità.”

Pubblicato in Cetraro

Cosenza . Una società operante nel settore dell’abbigliamento, con punti vendita sia sul territorio del capoluogo bruzio che in diverse città italiane, incassava 7.335.966 euro per il 2009 ed 6.886.548 euro per l’anno 2010.

Parliamo di 14.222.514 euro.

Praticamente quasi 25 mila euro al giorno

Eppure dichiarava reddito zero per il 2009 e reddito1 euro per il 2010

Un evasione fiscale tra imposte dirette ed Iva pari ad almeno 1.500.000 euro

E così a conclusione delle indagini preliminari, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Cosenza, Dario Granieri, l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo per equivalente sui beni mobili ed immobili nella disponibilità del noto imprenditore locale, indagato per dichiarazione infedele.

I finanzieri di Cosenza hanno messo i sigilli ad un immobile adibito ad opificio, ad un’abitazione e alla quota di proprietà di un magazzino, tutti siti nella provincia cosentina.

Allo stesso vincolo, inoltre, sono state sottoposte le quote societarie nella disponibilità dello stesso imprenditore, relative a due società di capitali.

Infine, sono tuttora in corso e coordinate in ambito nazionale, le operazioni connesse al sequestro delle polizze e dei saldi attivi depositati sui conti bancari e postali riconducibili all’indagato.

A nulla è valso l’espediente di far subentrare nella gestione della società una persona ultra ottantenne al solo scopo di far ricadere sullo stesso le conseguenti responsabilità penali ed evitare che fosse aggredito il patrimonio personale del reale amministratore.

Pubblicato in Cosenza
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