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Dopo anni di silenzio ed in vicinanza con le elezioni regionali Agazio Loiero rientra in politica, dimentico forse del “mare da Bere” che lo ha accomunato a “ Mario Oliverio”, ieri, ed oggi al neo sindaco di Diamante che però ha avuto l’ardire di berlo davvero.

Domani sapremo la verità su questa sua , forse prossima. ricandidatura politica, fermo restando, comunque, che Loiero è cento, mille volte migliore di Oliverio!

“Nessuno è riuscito a capire perché Salvini abbia tolto in pieno agosto la fiducia a un governo che dava l’impressione di padroneggiare. Un gesto probabilmente causato da un accumulo di potere che in genere, se non temperato dalla consapevolezza della sua fugacità, produce una dannosa onnipotenza. L’idea del complotto europeo, che lo avrebbe ingiustamente detronizzato, appare privo di logica, visto che a dichiarare la crisi è stato in prima persona lui. Ciò non di meno una grande parte dei social condivide lo sfogo di Salvini. Nella Lega, realisticamente più attenta “ai schei”, invece si va sempre più diffondendo l’impressione del grande errore tattico compiuto dal proprio segretario e delle conseguenze che potranno esserci di qui a breve sul piano del consenso.

Comunque, caduto il governo, se ne sta costituendo un altro. Andare a votare, come avrebbe preteso la Destra, dopo meno di un anno e mezzo, nella situazione in cui versa l’Italia, sarebbe stata una follia. Resta un fatto. Se Conte riuscirà a comporre il complesso mosaico del governo, gli italiani assisteranno a una navigazione tra le più difficili della storia della Repubblica. Si registreranno conflitti, uno via l’altro, su ogni punto dell’agenda concordata. L’abilità politica ormai riconosciuta da più parti al Presidente incaricato – questo giornale gliene ha dato atto ben prima che la crisi deflagrasse – l’elementare saggezza di Zingaretti saranno messe a dura prova. Se infatti per un incidente di percorso l’esperienza giallorossa dovesse tra qualche tempo interrompersi il conseguente sbocco elettorale darebbe risultati catastrofici sia al M5S sia al Pd. Salvini risalirebbe nei sondaggi imperversando insopportabilmente con i rosari avuti in dono dai suoi tifosi in giro per questa nostra povera Italia, dove anche la fede, il più riposto dei sentimenti, agitata negli ultimi tempi sui social, ha ormai perso la sua aura di discrezione e di silenzio. Una breve digressione. Molti anni fa Sturzo ad alcuni clericali che esibivano troppo spesso con platealità il Vangelo, facendosene scudo, inviò alla fine di un suo discorso un invito perentorio: “E per quanto riguarda il Vangelo di Gesù vi esorto a tenerlo nel cuore”. Oggi una frase simile neanche il Papa potrebbe rivolgerla al segretario della Lega. Sarebbe sommerso di dileggi sui social.

Torniamo al governo che sta per nascere. La famosa “svolta” di Zingaretti dovrebbe essere contrassegnata, oltre che da uomini, da scelte tematiche di qualità – un po’ di Sud in più nell’agenda dell’esecutivo non guasterebbe – e anche da una dote che in genere la politica sottovaluta: la pazienza. Il M5S, con cui il Pd dovrà percorrere un lungo tratto di strada, sarà attraversato da umori incongrui e da una grande carica di frustrazione derivante da anni di polemiche ruggenti che in un movimento giovane lasciano il segno. E’ vero che un’ipotesi elettorale danneggerebbe più il movimento di Grillo che lo stesso Pd ma il primo è potrebbe essere attraversato da quel delirio d’impotenza che produce lo stesso effetto del delirio d’onnipotenza che, come accennato sopra, ha attraversato all’inizio di agosto la complessa psicologia di Salvini. Zingaretti, non avrà il fascino oratorio di Obama, ma, una volta apertasi ufficialmente la crisi, ha svolto, almeno fino a oggi, un buon lavoro. Ha attinto nella sua esperienza di politico e soprattutto di amministratore regionale tesori di analogie e di rimandi. Con Conte l’intesa su pochi punti fermi dovrebbe risultare alla fine salda. L’Europa prima di tutto, su cui anche grazie alla capacità tattica del Presidente incaricato si è già ottenuto un risultato, impensabile solo un anno fa. Mi riferisco alla convergenza sul voto a favore di Ursula Von der Leyen. Un’operazione che non mancherà di sprigionare i suoi benefici effetti sul governo che nasce. Un’ultima annotazione. Fossi Zingaretti non m’impiccherei sull’estetica negativa del doppio vicepremier. Anche se Di Maio è stato spesso sgradevole nei confronti del Pd, lasciarlo frustrato, con la qualifica di capo politico e l’aureola della vittima, fuori dal governo potrebbe procurare danni alla fragile alleanza. L’assegnazione al Pd di un sottosegretario alla Presidenza, munito di poteri e deleghe, avrebbe un peso maggiore di quello di un vice. A tenere in vita l’equilibrio del vertice di governo ci penserebbe il Conte che negli ultimi tempi è andato in scena.

Calabria7 1 Settembre 2019 

Pubblicato in Calabria

fogna oliCATANZARO - L’Italia è stata deferita dalla Commissione Europea alla Corte di Giustizia dell’Ue per il mancato rispetto della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, in pratica per la mancata depurazione delle acque di scarico. La Calabria è in testa alla classifica per il maggior numero di comuni che non hanno una gestione adeguata delle acque reflue.

La procedura di infrazione risale al 2014: lo Stato italiano avrebbe dovuto predisporre, entro il 2005, reti fognarie adeguate e sistemi di trattamento secondario prima dello scarico e, entro il 1998, cioè 21 anni fa, un trattamento migliore delle acque per le aree più sensibili e degli impianti di trattamento biologico delle acque.

La cattiva gestione delle acque reflue riguarda circa 800 Comuni, sparsi in tutta la Penisola: 18 in Abruzzo, 40 in Basilicata, 129 in Calabria, 108 in Campania, 7 in Friuli-Venezia Giulia, 4 nel Lazio, 6 in Liguria, 119 in Lombardia, 46 nelle Marche, 1 in Piemonte, 27 in Puglia, 41 in Sardegna, 176 in Sicilia, 34 in Toscana, uno nella Provincia di Trento, 5 in Umbria, uno in Valle d’Aosta e 26 in Veneto, più un’area sensibile condivisa tra quattro regioni del Nord. Alcuni degli agglomerati sono molto grandi: si tratta di città come Roma, Firenze, Napoli, Bari e Pisa.

Sul trattamento delle acque reflue urbane, cioè in pratica sugli impianti fognari e sui depuratori, l'Italia ha 4 procedure di infrazione Ue aperte, nel complesso: è stato nominato un commissario, Enrico Rolle, che ha competenza sui Comuni oggetto di procedura con deferimento in Corte; con questa procedura si allargherà il suo bacino di competenza. Il deferimento in Corte prelude a possibili sanzioni pecuniarie nei confronti dello Stato italiano.

fonde notizia

Pubblicato in Calabria

Noi pensiamo di si.

Almeno a giudicare dal fatto che crede anche che il nostro mare sia da bere!.

E non lo crede soltanto adesso.

Ci credeva anche quando era presidente della provincia di Cosenza.

E non è stato il solo a credere nel mare da bere.

Ci credeva anche Loiero.

Ma ora la vicenda del “mare da bere” assume i contorni del grottesco e del patetico

Della serie#Or che bravo sono stato, posso fare anche il bucato?#

Solo che la risposta non è quella del Carosello# No. Il bucato in casa c’è chi lo fa meglio di te # . Affatto!

Anzi ora fanno tutti finta di fare un buon bucato.

Nei giorni scorsi, infatti, ha dichiarato di credere alla bufala del mare da bere anche l’assessore regionale all’ambiente Antonella Rizzo, la quale intervenendo all’iniziativa su “I mari calabresi”, organizzata dalla sede regionale della Stazione zoologica, istituto nazionale di biologia ecologica e biotecnologie marine “Anton Dohrn” e patrocinata dalla Regione Calabria, ha ricordato che la Regione per gli habitat naturali di mare e di terra ha impegnato risorse importanti del Por ed ha parlato di Marine strategy ed ha affermato « l’ambiente marino costituisce un patrimonio prezioso che deve essere protetto per mantenere la biodiversità e preservare la diversità. In tal senso – ha rimarcato – abbiamo avviato attività, anche in collaborazione con i pescatori e con le associazioni, per pulire il mare dalla microplastica e gli arenili dai rifiuti spiaggiati e dalla posidonia. La Calabria – ha inoltre evidenziato – possiede il maggior numero di aree protette di mare e di terra ed è la seconda Regione che ha completato sia i Sic (Siti di importanza comunitaria) che le Zsc (Zone speciali di conservazione)».

Il direttore della sede calabrese della Stazione zoologica Silvestro Greco ha messo in evidenza l’importanza della biodiversità: «Uno scrigno straordinario del quale almeno il 60% non è ancora stato esplorato. La Stazione zoologica calabrese è di questo che si vuole occupare».

Il commissario dell’Arpacal Maria Francesca Gatto ha delineato i programmi messi in campo dall’agenzia in materia ambientale. «L’ambiente – ha dichiarato – costituisce una delle più importanti risorse della nostra regione e l’Arpacal è inserita in piani e programmi nazionali di monitoraggio e sta dimostrando di realizzare, in collaborazione con l’assessorato regionale all’ambiente, progetti scientifici di grande valenza. Inoltre – ha annunciato – stiamo lavorando all’istituzione di un Centro di strategie marine a valenza regionale dove far confluire tutti i progetti sul mare».

Sull’importanza di operare in sinergia sui progetti e di interagire sui temi nel senso propositivo e operativo e sulla necessità della collaborazione si sono soffermati il rettore dell’Università degli studi di Cosenza Gino Mirocle Crisci e il prorettore delegato dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria Claudio di Capua.

«Il 98% del volume degli oceani è profondo e la Calabria ha la percentuale di mari profondi più importanti del Mediterraneo con la maggiore ricchezza di biodiversità. Uno scrigno ancora sconosciuto».

Lo ha affermato il presidente della Stazione zoologica “Anton Dohrn” Roberto Danovaro che ha aggiunto: «Non possiamo lasciare l’ambiente e se stesso. Per questo, per noi, la Stazione zoologica in Calabria è strategica».

Paola Del Negro, dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, ha parlato, tra l’altro, dell’importanza della formazione e della ricerca soffermandosi sull’importanza della blue economy legata al mare che potrebbe diventare un settore di rilevanza nazionale per la Calabria.

Durante la giornata di studio si è anche parlato di pesca: settore definito dal dirigente di ricerca Ispra afferente Szn Franco Andaloro il più importante volano economico per le regioni del Sud e di corallo nero: tra le biodiversità da salvaguardare – secondo Angelo Cau dell’Università di Cagliari – e di cui la Calabria è ricca.

Insomma tutti si vantano del nostro mare a favore del quale nessuno –ci sembra- abbia contribuito se non la natura.

E nessuno che ci parli del suo reale stato di salute.

Anzi, al contrario, tutti dicono che sta bene , che è da bere, sottovalutando il grave fenomeno della mucillagine come se fosse un fatto naturale e non la espressione di un grave malessere.

E per farlo si continua ad insistere cercando solo i segni della fogna , cioè i coliformi fecali e gli streptococchi fecali.

Nessuno che ci dica il resto , cioè il PH, l’Ossigeno disciolto, il BOD5, i fosfati, i nitrati, eccetera. E soprattutto nessuno che ci dica la verità sulla cd mucillagine.

Al più leggiamo che Nicola Ungaro e Anna Maria Pastorelli, membri della\r\ndirezione Scientifica dell’U.O.C. Ambienti Naturali e dell’U.O.S. Mare e Coste dell’Arpa Puglia, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, dicono che ”In generale le schiume marine “bianche” non rappresentano una minaccia per la salute umana, a meno della presenza di una fioritura di fitoplancton tossico. E’ buona norma però evitare di bagnarsi direttamente nelle schiume, a causa della potenziale capacità delle stesse di aggregare e concentrare materiale o sostanze indesiderate”.

I mari del mondo( soprattutto in Australia) creano incredibili schiume che invadono le coste.

In Italia tale problema è presente soprattutto nell’adriatico( vedi anche recentemente), sia a nord che in Puglia,. Un fenomeno invero antico e che un tempo veniva chiamato Bronto del mare

Da qualche tempo lo stesso fenomeno lo si avverte fortemente in Toscana, nel Lazio ed in Campania.

Poche volte in verità in Calabria.

L’ultima volta che io ricordi è stato quando il dr Greco era assessore in calabria.

Ma prima o dopo ne saremo invasi se non faremo qualcosa oltre le chiacchiere

Un tempo questa schiuma non c’era!

Pubblicato in Calabria

Arrivano le elezioni regionali ed Oliverio rilancia il «mare da bere»

Ci sono politici di estrema intelligenza .

Sono quelli ai quali non importa la verità perchè sanno che la gente ama essere rassicurata dalle parole e non dai fatti.

 

Questo sanno che basta la locandina dei quotidiani che suggerisca una cosa, tanto, poi, chi compra il giornale?.

E se anche lo compra , spesso lo si mostra, portandolo sotto il braccio, ma chi lo legge mai?

Allora bastano le parole!.

Come il Mare da bere!

Quello di Oliverio quando era alla provincia di Cosenza, quello di Agazio Loiero, quando era governatore della Calabria,( ma che poi ebbe la onestà di smentirsi da solo), quello, ancora una volta, di Oliverio oggi che è governatore della Calabria.

Ed ecco cosa dice Oliverio: «La task force che abbiamo allestito nel sistema della depurazione ha lavorato benissimo».

Mamma mia, nientemeno che una task force!

Non solo, ma poi ha aggiunto che :«Abbiamo un quadro preciso della situazione, che monitoriamo costantemente e che è progressivamente migliorata nel corso degli ultimi anni, perché abbiamo messo in campo un grande progetto di costruzione del sistema della depurazione in Calabria, con i Comuni che avranno importanti risorse grazie alle convenzioni con la Regione per realizzare un’impiantistica efficiente e all’altezza della situazione».

«Inoltre – ha sostenuto il governatore, che qualche anno fa aveva coniato lo slogan del «mare da bere» – abbiamo lavorato molto sulla manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, e non è un caso che i punti di divieto di balneazione si sono via via ridotti.

Il nostro mare è un mare splendido: basti vedere come viene illustrato dai media.

Poi, ovviamente, se dovesse verificarsi un’alluvione o un evento straordinario com’è stato qualche settimana fa ci può essere un problema per qualche giorno, ma questo è normale e naturale e infatti nel giro di pochi giorni il mare è ritornato a essere splendido e cristallino»

Già! Nel contempo chiarisce un suo comunicato stampa chiarisce che “Il lavoro di questi anni svolto di concerto con la Capitaneria di porto ed una serie di autorità che hanno competenza sul mare ci ha consentito di fare notevoli passi in avanti in direzione della salubrità delle acque”.

Gli risponde il sindaco di Locri

Il primo cittadino Giovanni Calabrese porta le lamentele direttamente negli uffici della procura. Critiche anche al governatore Mario Oliverio: «Lo aspettiamo per il mare da bere»

LOCRI Il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica per segnalare «la gravità della situazione legata all’inquinamento del mare». Infatti scrive in una nota il primo: «Da anni – è detto in una nota del comune – viene segnalata la presenza di liquami in mare. Da anni i cittadini si indignano e protestano. Ed anche quest’anno il solito copione. Questa mattina numerose le segnalazioni e le proteste pervenute al Palazzo Municipale da cittadini e bagnanti, prontamente raccolte dal sindaco e dal vicesindaco con delega all’ambiente Raffaele Sainato». L’amministrazione è corsa subito ai ripari ma si tratta di riscontri particolarmente delicati. «Sono stati immediatamente avviati i controlli in tutti gli impianti cittadini per i quali veniva confermato, da parte della ditta incaricata della gestione, il corretto funzionamento, con l’assenza di alcun tipo di avaria. Quindi, mentre l’assessore all’ambiente effettuava le opportune verifiche agli impianti, il sindaco Calabrese, insieme a polizia municipale e guardia costiera, allertata proprio dal primo cittadino, verificava la gravità della situazione lungo tutto il tratto di mare antistante l’arenile comunale, confrontandosi con la rabbia di cittadini e turisti». In un post su facebook il sindaco Calabrese ha parlato di: «Spettacolo indegno. Lo scempio presente in mare da due giorni non dipende assolutamente dalla città di Locri. L’impianto fognario, come verificato dai tecnici comunali e dalla ditta incaricata della manutenzione, funziona perfettamente. Non ci sono scarichi a mare dei quali possa essere responsabile il Comune di Locri». Lo stesso sindaco Calabrese ha convocato una riunione straordinaria ed urgente dell’esecutivo municipale per domani mattina, venerdì «al fine di individuare – si afferma nel comunicato – soluzioni per tutelare la stagione estiva già iniziata male a causa delle non buone condizioni atmosferiche e che rischia di essere compromessa a causa delle condizioni del mare. Non si può stare sempre con la speranza che il mare pulito dipenda dalle correnti. Tutto ciò è inaccettabile.

Se il Presidente Oliverio sostiene che in Calabria vi è un ‘mare da bere, lo invitiamo allora a venire a bere l’acqua del mare della Locride.

Siamo certi che, in tal caso, dovrebbe ricorrere alle cure dell’ospedale della Locride.

Ospedale che non c’è, ma il Presidente Oliverio questo non lo sa. Una situazione, quella del mare, che verrà costantemente monitorata con la speranza che possano essere presi i giusti provvedimenti da chi di competenza.

Pubblicato in Reggio Calabria

mare da bereQueste le considerazioni e proposte di fine estate inviateci dal Comitato per la bonifica dei terreni, dei fiumi e dei mari della Calabria.

“Questa estate è stata contrassegnata non solo dal maltempo ma anche da un continuo e persistente inquinamento del nostro mare dovuto a diverse cause che andremo ad analizzare. Possiamo dire che grazie all’azione della Procura di Paola , la depurazione ha sostanzialmente tenuto. Pochissimi i casi di depuratori mal funzionanti, pochissimi i casi di sversamenti diretti dei quali siamo a conoscenza. Ma tutto questo non è bastato. Gli arrivi dei turisti sono stati comunque tantissimi e la sostenibilità delle nostre coste ne ha risentito comunque. Evidentemente sono altre le cose da fare. Ecco le nostre proposte che vogliamo proporre al mondo politico, imprenditoriale, istituzionale, a chiunque lavori con la “risorsa mare”. Abbiamo un anno di tempo per mettere in pratica cose semplici che davvero potrebbero mettere la parola fine all’inquinamento del nostro mare.

1)         PARCO MARINO . Ecco la prima cosa da fare. La giunta Scopelliti fra i tanti

disastri commessi, dai rifiuti alla cementificazione delle coste, ha la grave colpa di aver eliminato i Parchi marini della Calabria. La loro re/istituzione e rifinanziamento è la prima cosa da fare per togliere al turismo selvaggio ed alla devastazione una risorsa ambientale di inestimabile valore che se attivata nel modo giusto attirerebbe un turismo qualificato e rispettoso dell’ambiente.

Le isole di Cirella e Praia a Mare ogni anno sono circondate da decine e decine di Yacht e barche a motore che ne distruggono la vivibilità. I turisti usano queste isole come se fossero Parco giochi. Ne depredano senza sosta pesci, crostacei e quant’altro senza alcun rispetto né regole. L’istituzione del parco vorrebbe dire, controllo dei fondali, della flora e della fauna, fine delle barche a motore incentivazione delle barche a remi e delle vele, controllo della pesca e possibilità di rilancio della pesca locale grazie al

ripopolamento.  

2)         CONTROLLO DEI FIUMI. Difendere il parco marino vuol dire anche difendere i

fiumi. Gli anelli di collegamento con il grande Parco del pollino, anch’esso in stato di abbandono e ridotto a parco divertimenti. Seguire i fiumi e dirigersi verso la montagna ed i paesi dell’interno. I fiumi oggi sono senza alcun controllo, e spesso anche questi ridotti a luoghi dove ci si diverte e non dove si può vivere con la natura serenamente, conoscendone i luoghi. E’ facile pensare ad una videocamera di fronte ad una banca, ma non di fronte ad un ingresso di una strada che costeggia i fiumi.

3)         TRACCIABILITA’ DEGLI AUTOSPURGO. Dopo la chiusura , giusta da parte del

sindaco di Tortora, dell’impianto di depurazione di San Sago, non sappiamo cosa succede realmente ai liquami. Un impianto per tale lavoro esiste a Fuscaldo ma non sappiamo se riesce davvero a sostenere la quantità di liquame estratto dai pozzi neri. Chiediamo che gli auto spurgo abbiano una tracciabilità di quanto estraggono e di quanto espellono quotidianamente. Chiediamo che quando entrano nei comuni ne diano segnalazione ai vigili urbani dichiarando dove vanno a lavorare sia in entrata che in uscita.

4)         ABITABILITA’ SOLO A CHI E’ ALLACCIATO ALLA RETE FOGNARIA. Ci sono ancora interi villaggi non allacciati alla rete fognaria. I sindaci comunichino subito a tutti i condomini che se non provvederanno in questo inverno ad allacciarsi alla rete fognaria non verrà concessa loro l’abitabilità per la prossima stagione estiva.

5)         BLOCCO DELLO STRASCICO. Questo è uno dei problemi più sottaciuti e sappiamo

perché. Ogni giorno alla ricerca di pesce fresco e abbondante i pescherecci si avvicinano alla riva e distruggono Posidonia e smuovono i fondali. Quelle bolle di schiuma che spesso appaiono nei nostri mari è opera di questo sommovimento .

La pesca allo strascino è vietata sottocosta ma si fa ogni giorno e davanti gli occhi di tutti mentre la capitaneria di porto controlla e misura gli spazi concessi ai lidi balneari. Basterebbe buttare massi arpionati nei fondali per far smettere in un solo giorno questo tipo di pesca.

6)         I LIDI SENTINELLE DEL MARE. I lidi balneari devono essere coinvolti in

questa battaglia per il mare pulito. Se tutti i gestori dei lidi controllassero il loro pezzo di mare tutto sarebbe sotto controllo. I lidi devono mantenere le proprie spiagge pulite e così quelle viciniore ai loro stabilimenti. Devono fare raccolta differenziata e raccoglier ei mozziconi di sigarette. Devono educare a rispettare il mare e a non uccidere per gioco, meduse o pescetti piccoli o depredare le scogliere di granchi e patelle.

7)         STOP AI PORTI. I porti sono il fallimento della politica marinaresca.

Bastano quello di Belvedere e Cetraro oltre che quello della vicina Maratea.

Basta qualche corridoio per piccole barche . I porti sono un concentrato di barche inquinanti oltre che una barriera a mare che distrugge le correnti determinando erosione costiera.

8)         CONTROLLO SUI DEPURATORI. I depuratori devono essere tenuti costantemente

sotto controllo specie quelli dotati di condotte sottomarine che devono essere portate a due chilometri dalla riva ed a trenta metri di profondità.

9)         CONTROLLO CAMPER. Chi gestisce campeggi per sosta camper deve essere munito

di impianto biologico e controllare che tutto avvenga nel rispetto delle leggi.

10)       RIAPERTURA INCHIESTE NAVI DEI VELENI. Infine la madre di tutte le battaglie. Le navi dei veleni esistono e lo hanno dimostrato i documenti desecretati. Verificare nuovamente la presenza della Nave Cunsky nel mare di Cetraro, bonificare tutti i terreni inquinati adiacenti il mare, da quello della Marlane a quello della valle dell’olivo dove ancora esistono tonnellate di rifiuti tossici sotterrati.

Documento a cura del COMITATO PER LE BONIFICHE E LA DIFESA DEI TERRENI,DEI FIUMI E MARI DELLA CALABRIA 1 settembre 2014

NdR. E’ un inizio ma ci sembra molta teoria. Ritorneremo sull’argomento con le nostre riflessioni. Grazie comunque per la attenzione al mare. TirrenoNews.it

Pubblicato in Calabria

Le parole dette ieri 25 agosto, dalla parlamentare Chiara Braga componente della segreteria nazionale del Partito democratico con il ruolo di responsabile all’Ambiente, in occasione degli incontri avuti da Gianluca Callipo nella provincia di Cosenza, Amantea compresa, sono le seguenti:

 

“Callipo è la risorsa migliore del Pd calabrese, tocca alla nuova generazione cambiare le cose”

E poi continuando:

“Qualche mese fa, quando l’ho conosciuto, mi ha colpito perché mi chiese di sollecitare un impegno forte del Governo a tutela del territorio e dell’ambiente in Calabria. Finora chi ha governato questa regione non ha avuto il coraggio e la capacità di intervenire in maniera efficace per risolvere le problematiche prioritarie in questo settore. È impensabile che ancora non ci sia una programmazione puntuale a favore della salvaguardia idrogeologica e per la soluzione dell’emergenza rifiuti. Solo una nuova classe dirigente, in forte discontinuità con il passato, può fare ciò che finora non è stato fatto. Gianluca fa parte di questa nuova generazione, come a livello nazionale lo sono i ministri Madia e Boschi, nostri coetanei. Tocca a noi provare a cambiare le sorti del Paese“.

Dal canto suo, Callipo, riferendosi alla risorsa ambientale in Calabria ha detto che “fa male sapere che a tanta bellezza non corrisponde altrettanta ricchezza”.

E di seguito ha continuato “I turisti dicono che abbiamo cose bellissime, ma la Calabria è conosciuta solo per cose negative.

Penso al mare da bere che qualcuno prometteva e invece i depuratori ancora non funzionano e il mare è inquinato.

Da troppi anni in questa regione non cambia mai nulla, perché è sorretta da trasversalismi di ogni tipo, che stanno caratterizzando anche queste primarie.

Dobbiamo avere la forza e il coraggio di cambiare come sta avvenendo a livello nazionale, con una nuova classe dirigente che sta provando a chiudere con un passato fallimentare che ci ha condotti sino a qui.

Affidarsi ancora una volta a chi da 30 anni ripete sempre le stesse cose senza realizzarle, significa compromettere qualsiasi prospettiva di reale cambiamento”.

“Va scelta la risorsa migliore del Pd, ma bisogna farlo in discontinuità con i metodi finora messi in campo. O si ha l’ambizione di cambiare la Regione con scelte coraggiose e innovative o la Calabria non prenderà parte al processo di rinnovamento già innescato nel Paese da Renzi“.

Su quanto detto resta un unico dubbio. A chi si riferiva Callipo ricordando il mare da bere?

Nella foto la vignetta di Francesco Cirillo al tempo dell’evento.

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