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Redazione TirrenoNews

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Nel giro di poco tempo, nell’ambito della relativa inchiesta penale, l’uomo è stato tratto in arresto. Il protagonista del caso giudiziario è B.N., 60 anni, di Belvedere Marittimo, condannato ieri mattina in primo grado a 4 anni e mezzo di reclusione per stalking ed estorsione.

B.N. maltrattava e minacciava una badante dell’Est, con la quale intendeva condividere una relazione a tutti i costi e a cui avrebbe sottratto anche del denaro.

Comportamenti persecutori, iniziati nel 2011, che si sarebbe protratti per più di un anno, fino a quando la donna non ha deciso di presentare denuncia presso la locale stazione dei carabinieri.

La sentenza è stata emessa dal Gup del Tribunale di Paola, Carmine De Rose, con il rito abbreviato, procedura che comporta la riduzione di un terzo della pena.

La condanna ha rispettato in toto quella richiesta dal pubblico ministero, Sonia Nuzzo.

Secondo il teorema accusatorio l’imputato ha perseguitato la straniera, che lavora come badante nella cittadina tirrenica, chiedendogli quotidianamente di instaurare una relazione con lei, minacciandola di uccidere la famiglia presso la quale era impiegata se si fosse rifiutata.

L’uomo avrebbe molestato la donna anche telefonicamente, chiamandola più volte al giorno, e si sarebbe appostato con assidua continuità nei pressi dell’abitazione dove lavorava. In altra occasione si sarebbe vicinato a lei nel tentativo di baciarla e abbracciarla. Più volte, infine, l’avrebbe ingiuriata e offesa, rivolgendogli anche la seguente frase minatoria, come si evince dal capo d’imputazione: “Non avvisare i carabinieri perché io ho una pistola carica ed ammazzo tutti”.

Per quanto concerne l’accusa di estorsione il sessantenne, “con violenza e minaccia”, si è fatto corrispondere dalla badante la somma di 700 euro. Ciò sarebbe accaduto a marzo 2012. Dopo tre mesi estorceva alla stessa altro denaro, stavolta 800 euro.

E’ indispensabile avere conoscenza del seguente avviso pubblico emanato dall’Ufficio Tributi del comune di Amantea.

“Riguardo alla recente fattura delle lampade votive 2007/08/09, indirizzata a quanti risultano non aver pagato tali anni, si segnala che durante la procedura di fusione delle tre annualità, così come ha riferito lo Studio che fa da “service” all’ufficio per la elaborazione e la stampa degli avvisi, erroneamente la spesa di notifica è stata riportata per tre volte.

Il disguido si è verificato perchè il carico originario da riscuotere era predisposto per singoli anni, ma in seguito alla decisone di gestire in una unica soluzione l’intero triennio, nel generare tale fusione, inavvertitamente è stata riportata per tre volte la spesa di notifica

Naturalmente , coloro che hanno già pagato la fattura per come l’anno ricevuta, possono esigere il rimborso oppure, ove non abbiano pagato le annualità successive al 2009, la compensazione, rivolgendosi direttamente presso gli uffici, via fax, via e mail ovvero telefonicamente ai numeri 0982 429236 -429216

Quanti, invece, non hanno ancora pagato possono versare stornando dall’importo la somma eccedente richiedendo il nuovo bollettino postale all’ufficio utilizzando i canali di cui sopra

Nel domandare scusa, si precisa che l’ufficio è estraneo a quanto accaduto e tanto meno non vi sono responsabilità dell’amministrazione comunale o di amministratori in particolare”

L’avviso chiude, pertanto, le voci che si sono rincorse per la cittadina sull’errore, come dichiarato, occorso per un errore dello Studio incaricato e senza alcuna responsabilità dell’ ufficio o degli amministratori.

La società di riscossione non ha corrisposto ai Comuni di Cariati, Nicotera, Castrolibero, Lago, Morano, Casole e Marano i soldi incassati. Aperte inchieste dalle procure bruzia e vibonese. La compagine è coinvolta pure nell’indagine sull’eolico.

I soldi spariti. Denari incassati per conto di vari municipi calabresi, finiti nelle casse della società “Sogefil” e, poi, incredibilmente svaniti nel nulla. Un buco colossale che ha mandato a gambe per aria le casse di una decina di enti pubblici territoriali nostrani. La “Sogefil Riscossione spa”, negli anni scorsi era stata incaricata della riscossione dei tributi da vari centri: Casole Bruzio, Morano, Cariati, Civita, Zumpano, Paola, San Lucido, Amantea, Belvedere, Malito e Nicotera. Tutto sembrava filare liscio fino a quando non sono emerse gravi insolvenze. I soldi incassati, infatti, non erano mai stati trasferiti nei forzieri bancari dei municipi, così come prevedevano gli accordi contrattuali. La società per azioni, ritualmente contattata dalle varie amministrazioni, ha tentato di prendere tempo, accampando scuse legate alla mancanza temporanea di liquidità. Una assenza di disponibilità finanziaria protrattasi nel tempo che ha ineluttabilmente determinato l’avvio di una procedura di fallimento. Ai “fastidi” cagionati alla “S o g efil” dall’intervento della magistratura civile si sono ben presto aggiunti pure i guai provocati dai giudici penali. Due le inchieste aperte. GdS

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