È il messaggio che l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza episcopale calabra, ha dato invitando a « soccorrere correttamente gli oppressi, come, in questo momento, sono i nostri fratelli che cercano di sbarcare in un paese europeo»
Poi invoca « il patrocinio del nostro San Vitaliano perché sia la guida nella ricerca del bene comune e ci difenda dalle calamità naturali e sociali, come la corruzione, le forze del male, i disagi economici a causa dei quali tanti giovani sono fuori dal mercato del lavoro e tante famiglie sono in grande difficoltà».
E ancora – aggiunge monsignor Bertolone – «un popolo davvero religioso deve esserlo in tutte le circostanze che il Signore gli mette davanti, ed esserlo nel cuore e nell’anima.
Chi accoglie lo straniero accoglie Cristo, chi si fa discepolo del Signore si deve fare piccolo, umile. Quanta arroganza c’è in circolazione, quanta prepotenza.
Farsi piccoli e minimi rispetto a chi chiede un bicchiere d’acqua, cioè l’accesso a un bene essenziale, e la dignità della vita come nel caso degli immigrati significa essere ricompensati dal Signore»
Proprio per questa attesa tutta la chiesa è impegnata ad accogliere nelle proprie strutture, nelle tante canoniche, nei conventi, anche, dismessi,nei convitti, i poveri migranti che vengono dall’africa e dall’asia, ma solo perché per giungere dalle americhe occorrono aerei o grandinavi!
E nelle americhe però la chiesa sta affrontando decisamente e risolutivamente il problema dei poveri e per questo non arrivano profughi, ma solo italiani senza lavoro! .
«Al di là di tutte le considerazioni pro o contro – sostiene l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace – certamente siamo davanti a una situazione complessa e di difficile gestione, ma l’accoglienza per gli esseri umani e per lo straniero deve trovare sempre cuori accoglienti».
«Invochiamo il patrocinio del nostro San Vitaliano perché sia la guida nella ricerca del bene comune e ci difenda dalle calamità naturali e sociali, come la corruzione, le forze del male, i disagi economici a causa dei quali tanti giovani sono fuori dal mercato del lavoro e tante famiglie sono in grande difficoltà».
E ancora – aggiunge monsignor Bertolone – «un popolo davvero religioso deve esserlo in tutte le circostanze che il Signore gli mette davanti, ed esserlo nel cuore e nell’anima.
Chi accoglie lo straniero accoglie Cristo, chi si fa discepolo del Signore si deve fare piccolo, umile. Quanta arroganza c’è in circolazione, quanta prepotenza.
Farsi piccoli e minimi rispetto a chi chiede un bicchiere d’acqua, cioè l’accesso a un bene essenziale, e la dignità della vita come nel caso degli immigrati significa essere ricompensati dal Signore, e questo – conclude l’arcivescovo di Catanzaro e presidente della Cec – è, del resto, l’insegnamento che ci consegnano la vita e la figura di San Vitaliano».
Infine ha ringraziato gli immigrati per il loro amore.
E lo ha fatto ricordando la suggestiva “Festa dei Popoli”, tradizionale evento compreso nell’ambito delle celebrazioni di San Vitaliano, definendola «un segno meraviglioso di integrazione e accoglienza, e dico grazie a tutti gli immigrati che abbiamo a Catanzaro per il bene che fanno e per l’amore che ci dimostrano.
Ci hanno offerto un bellissimo spettacolo gratis e ci hanno fatto anche un dono.
Da loro – aggiunge monsignor Bertolone – sono arrivate lezioni di stile, di fede e di grande gioia».
Stile, fede e grande gioia che evidentemente l’arcivescovo non trova nei Catanzaresi!
San Vitaliano, non distrarti!