Se non fossimo in Calabria sarebbe stato uno scandalo. Dopo tanto vociare, gridare, contestare, ecco la soluzione per lo svuotamento dei laghi calabresi gestiti dalla A2A. Dovrà semplicemente attenersi alle prescrizioni dell’ente parco nazionale della Sila il quale afferma.
«Il gestore di una diga ha l'obbligo, in base alla normativa vigente, di predisporre un Progetto di gestione dell'invaso. Tale progetto ha lo scopo di definire il quadro previsionale delle operazioni di svaso, sfangamento e spurgo connesse con le attività di manutenzione dell'impianto. Esse sono finalizzate ad assicurare il mantenimento e il graduale ripristino della capacità utile, propria dell'invaso, e la salvaguardia della qualità dell'acqua, oltre che a garantire il funzionamento degli organi di scarico e di presa. In proposito, si fa rilevare che la sedimentazione nei bacini artificiali impone una corretta gestione dei serbatoi allo scopo di recuperare il volume di invaso andato perduto e per ripristinare la funzionalità degli organi di scarico che, essendo i principali presidi di sicurezza, devono poter essere manovrati in condizioni di emergenza. La manutenzione, dunque, è necessaria per la sicurezza dell'invaso e dello sbarramento e per la tutela delle risorse idriche. Il progetto di gestione è approvato dalla Regione, con eventuali prescrizioni, entro sei mesi dalla sua presentazione, previo parere dell'amministrazione competente alla vigilanza sulla sicurezza dell'invaso e dello sbarramento, e sentiti, ove necessario, gli enti gestori delle aree protette direttamente interessate. Il progetto di gestione si intende approvato e diviene operativo trascorsi sei mesi dalla data di presentazione senza che sia intervenuta alcuna pronuncia da parte della regione competente, fermo restando il potere di tali enti di dettare eventuali prescrizioni, anche trascorso tale termine. L'A2A gestisce numerosi bacini idrici in Calabria. Per i progetti di gestione presentati dall'A2A e interessanti i siti afferenti a Rete Natura 2000 risulta preliminare l'acquisizione del parere di Valutazione di incidenza da parte dell'autorità competente ovvero la Regione .L'ente Parco, onde favorire la chiusura del procedimento di incidenza, ha trasmesso al dipartimento Ambiente della Regione e al soggetto proponente il proprio parere con le dovute e opportune prescrizioni. Nel parere si fa rilevare al soggetto proponente che: “questo ente si riserva ogni altro tipo di valutazione, dal momento che lo stesso, necessita inoltre, del nulla - osta dell'ente Parco”
Insomma , a tutela degli ecosistemi presenti nell'area, il Parco nazionale della Sila ha già previsto una serie di severe prescrizioni a cui l'ente gestore dovrà attenersi, e che riguardano sia le operazioni di svuotamento dell'invaso che le fasi precedenti e successive allo stesso.
Conclude l’ente parco evidenziando che “In particolare, il Parco prevede attività di monitoraggio, misure di mitigazione, attività di recupero dell'ittiofauna autoctona, di ripopolamento, di reimmissione e di reintroduzione, oltre al monitoraggio continuo della qualità delle acque, alla misurazione dei parametri di “torbidità” sia a valle dell'invaso che nel corso d'acqua principale in cui si immette, ad analisi ecotossicologiche dei sedimenti. Inoltre, è stato previsto che nelle operazioni di svuotamento dell'invaso il raggiungimento della portata massima operativa dovrà avvenire gradualmente, onde consentire l'allontanamento degli organismi bentonici e della fauna ittica dal corso recettore».
Insomma perché questa caciara? Perché l’ente non ha detto che aveva già espresso il proprio parere tutelando quanto tutelabile?
Ora non resta che rendere pubblico l’intero parere e la intera autorizzazione e lasciare a chi ha amore per la natura di controllare che tutto avvenga come da prescrizione!!