Difficile trovare un porto che non rechi con se una indagine ed almeno un rinvio a giudizio. Ed il porto turistico “Il delfino” di Gizzeria non sfugge a tale assunto. Infatti la Procura della Repubblica di Catanzaro ha rinviato a giudizio per 25.
Tra i 25 indagati ex amministratori e tecnici del Comune di Gizzeria, funzionari e dirigenti della Regione Calabria.
Gli indagati sono Antonietta Aiello, 44 anni di Lamezia, e Filadelfio Fedele, 61 anni di Lamezia, rispettivamente amministratore e gestore della "Fedilbarc";
i componenti del nucleo Via del dipartimento Ambiente della Regione Calabria, Giuseppe Graziano, Giuseppe Cortone, Antonio La Rosa, Raffaele Mangiardi, Giuseppe Melfi, Giuseppe Putrino, Francesco Salatino, Vincenzo Schirinzi, Andrea Sposato, Luciano Matragano, Franco Labonia, Walter Canino, Antonino Genovese e Luciano Pelle;
il progettista dell'opera Antonio Pelle;
i dirigenti regionali Giuseppe Iacopino, Claudio Bertullo, Rita Mattia, Salvatore Gallelli;
il responsabile del procedimento Angelo Colaci;
l'impiegato del Comune di Gizzeria Sarino De Sensi;
il tecnico esterno del Comune di Gizzeria, Ottorino Roppa;
il progettista e direttore dei lavori di una variante dell'opera, Francesco Nicolazzo.
L'indagine fu avviata dalla Procura di Lamezia Terme e la posizione dei 25 indagati fu stralciata e inviata ai magistrati di Catanzaro per competenza territoriale.
Il sostituto procuratore Paolo Petrolo ha ora chiesto il rinvio a giudizio.
L'udienza preliminare è stata fissata per il 18 febbraio davanti al giudice, Assunta Maiore.
L'accusa sostiene che il progetto prevedeva che una parte dell'area destinata alla realizzazione dell'opera era di importanza comunitaria.
Nonostante i vincoli a cui era stata sottoposta l'area il dipendenti del Comune di Gizzeria e i dirigenti regionali avrebbero comunque autorizzato la realizzazione del porto.
E le accuse quindi spaziano dal falso ideologico, all’abuso d'ufficio oltre reati ambientali, illeciti commessi nella progettazione e realizzazione dell'opera