Giuseppe Marchese
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Amantea: L'inaccettabile storia del mammografo: anche per questo occorre dire BASTA
Martedì, 21 Ottobre 2014 13:25 Pubblicato in Primo PianoE’ lunga la fila di donne di varie età che sono costrette ad andare presso l’ospedale di Cetraro per effettuare le mammografie di controllo, indispensabili per tutte le donne, in particolare ad una certa età.
Ma molte di loro non sapendo come raggiungere Cetraro non riescono ad effettuare le indispensabili mammografie con i maggiori rischio conseguenti.
Come può la signora anziana di Cleto o di Serra d’Aiello giungere a Cetraro se non esistono mezzi di linea per raggiungere il detto ospedale?
Dovrebbe avere un parente che la accompagni, magari non andando al lavoro, o noleggiare un’auto con conducente ed impegnare metà della sua pensione di anzianità.
Probabilmente non esiste in Italia un posto dove per eseguire una mammografia occorre percorrere circa 75 km! Vergognoso, inaccettabile, da terzo mondo.
E tutto questo mentre il Poliambulatorio della vicina Amantea, facilmente raggiungibile per ognuna di loro ha un mammografo che è stato donato da un’associazione di donne proprio per dare risposta ai problemi delle donne!
Occorreva preparare le stanze per il mammografo. Certo, ma già questa è una vergogna! Possibile che NESSUNO IN QUARANT’ANNI abbia mai pensato che un servizio similare è indiSpesabile per un bacino di oltre 36 mila abitanti quale è quello di competenza di Amantea ?
Questa è la dimostrazione del malgoverno della sanità sul territorio calabrese, in via generale, e soprattutto del malgoverno della sanità territoriale nel Basso Tirreno Cosentino!
Diamo atto che Giuliana Bernaudo ha tentato, finora non riuscendoci- e non ne sappiamo le ragioni perché gli enti pubblici non rendono conto del loro operato- di dare risposta a questa viva esigenza delle nostre donne, ma non BASTA.
Gli ammalati dell’hinterland di Amantea devono lottare quotidianamente contro RITARDI VERGOGNOSI, INACCETTABILI CARENZE, PROGRAMMAZIONI SENZA SENSO, “ STORTURE VIZI ED INEFFICIENZE RISPETTO ai servizi essenziali”, come denuncia da anni il Tribunale per i Diritti del Malato, .
Alla loro, invero flebile voce, uniamo la nostra, in quella che ci sembra una battaglia da condurre quotidianamente denunciando quanto è dato sapere.
Intanto sollecitiamo la direttrice del Distretto Sanitario Tirreno dell’ASP Cosenza d.ssa Giuliana Bernaudo a superare le pastoie ed i lacci che bloccano la attivazione del mammografo di Amantea, pronti- glielo riconfermiamo- ad ogni azione.
Ora è davvero tempo di dire BASTA.
Il poliambulatorio e con esso la tutela della salute degli abitanti del Basso Tirreno Cosentino saranno l’ obiettivo principale della nostra azione politica.
Amantea 20.10.2014
Miriam Bruno , Concetta Veltri, Fabio Garritano, Sergio Ruggiero e Giuseppe Marchese
Ennesimo incidente sulla SS 18 ad Amantea. Sbatte la testa e viene ricoverato presso l’ospedale di Paola. Il VIDEO DELL’INCIDENTE
Altro che sicurezza. Sembra che i semafori di Amantea , al contrario, possano essere causa di terribili incidenti come quello successo poche ore fa e del quale vi mostriamo uno straordinario video.
L’auto guidata dal preside Gennaro Signorelli viaggiava sulla SS18 in direzione nord. Il preside doveva svoltare verso via Garibaldi, lato Ovest, cioè verso la stazione ferroviaria o verso il lungomare.
Aveva davanti altre due auto che procedevano lentamente
Con il semaforo verde ha pensato di poter svoltare, magari preoccupato che scattasse il rosso e che potesse subire una proterva contravvenzione e la sottrazione di punti.
In questo caso non Aveva nemmeno il dubbio che una eventuale auto a tergo potesse tamponarlo perché lui era l’ultimo della fila.
Sta di fatto che ha svoltato a sinistra, con una manovra impropria e cioè tagliando la corsia di sinistra .
Pensava di farcela, forse.
Ed invece dalla direzione nord e sulla corsia opposta giungeva un’auto .
Dal filmato sembrerebbero rilevarsi velocità eccessive da parte di entrambe le auto.
Certo che quella del preside Signorelli avrebbe dovuto dare la precedenza all’auto che veniva dal senso opposto e che, quindi, avendo svoltato a sinistra si trovava alla sua destra.
Troppo difficile fermarsi in mezzo alla strada.
E così l’impatto drammatico con un botto terribile che ha fatto uscire dai negozi vicini chi era attento alle vendite.
Prontissimo l’intervento del 118 che ha trasportato il prof Signorelli al vicino nosocomio di Paola.
Pronto anche l’intervento della Polizia stradale di Paola che ha provveduto ai rilievi del caso e ad acquisire anche il presente filmato.
Tempestivo anche l’interveto degli operi dell’Anas che hanno provveduto a spargere sua carreggiata quanto necessario per eliminare le macchie di olio.
Sono anche intervenuti vigili urbani di Amantea che hanno coadiuvato per la regolarizzazione del traffico fintanto che non sono state concluse tutte le operazioni conseguenti all’incidente.
Una faglia tettonica “taglia” Amantea, ma nessuno ne parla
Venerdì, 17 Ottobre 2014 17:31 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiSono curioso di sapere se il PSA (Piano Strutturale Associato) parli della faglia tettonica che “taglia” il territorio di Amantea.
Ahimè, per saperlo ci vorrà tempo, però!
Lo strano, infatti, è che tutti gli altri comuni hanno approvato il PSA meno la città di Amantea.
Strani questi comuni!
Ce ne sono alcuni straordinari come CETRARO che ha approvato un PSC( Piano strutturale comunale) a CONSUMO DI TERRITORIO ZERO!
Ed è per riferimento a Cetraro che siamo curiosi di sapere se Amantea ha fatto la stessa scelta o se come in passato continua nella linea di bruciare le poche aree residue, permettendo abnormi arricchimenti ai soliti “imprenditori” e perfino facendo finta che esistano le previste urbanizzazioni e poi demandare i relativi oneri alle casse pubbliche e senza che nessuno( insisto, nessuno) si ponga dubbi sulla legittimità di tali comportamenti.
Del nostro PSA non si sa nulla.
Ma torniamo alla faglia tettonica.
Abbiamo già scritto del masso che si è staccato sotto la Chiesa di San Francesco d’Assisi, ennesima dimostrazione della fragilità del nostro territorio.
Della faglia di Amantea l’Ispra ne parla nel suo ITHACA, cioè nel Catalogo delle faglie capaci.
Le faglie capaci sono quelle che potenzialmente possono creare deformazione in superficie e, quindi, generare rischi naturali.
Ithaca infatti riporta il 4 Sistema CS4 (faglia Fuscaldo -Falerna) che attraversa la nostra città, un sistema addirittura di cui si nega ordinariamente l’esistenza ed i rischi.
Il segno più evidente di questa faglia è l’antico collasso di roccia in località Coreca-Oliva
Ma torniamo alla nostra faglia.
Tutto nasce dalla osservazione della grande fessura che si osserva sulla rocca del castello quella che si osserva nella prima foto. Avvertiamo che si tratta di una vecchia foto dalla quale si nota il muro apertosi a seguito della apertura della faglia, prima che la parte ad est crollasse.
Mi sono spesso chiesto che dimensioni avesse e fin dove fosse rilevabile.
E così appena possibile, come faccio di solito, mi sono accompagnato ad alcuni giovani amici e siamo andati direttamente ad osservarla sulla rocca del castello.
I miei compagni di ventura questa volta sono stati l’architetto Giuseppe Vairo e l’amico e storico Giuseppe Sconzatesta .
E’ mancato il geologo che comunque ci aveva assicurato la sua presenza.
Giunti, con difficoltà sul posto, abbiamo rilevato la presenza di antiche mura di difesa delle quali mancava proprio il tratto corrispondente alla fessura tettonica. muro che, evidentemente, in passato è crollato nella zona sottostante.
Questa prima osservazione ha importato la considerazione che il muro sia crollato negli ultimi 5-600 anni!
Successivamente l’architetto Vairo ha proceduto ( non senza difficoltà) a misurare la larghezza della fessura: “Circa 60 centimetri”.
Per quanto illuminato il vano non sì è riusciti a misurare la profondità della fessura.
Abbiamo potuto notare soltanto che al suo interno sono nate alcune piante ed alcuni cespugli.
Peraltro la fessura si è riempita di terreno vegetale.
In corrispondenza della fessura infatti il terreno è più basso di quello ad est.
Successivamente abbiano tentato con mezzi “approssimativi” di verificare la estensione della fessura nel senso longitudinale da sud verso nord .
All’uopo abbiamo infisso nel terreno a nord della fessura una bacchetta ferrosa di circa 2 metri calcolando l’orientamento della fessura e la sua lunghezza.
Il manto terroso sulla rocca del castello, in particolare nella zona aggettante sul centro storico è di poche decine di centimetri.
La bacchetta ferrosa nella parte nella quale continuava la faglia è penetrata profondamente nel terreno fino ad una profondità di circa 1,50 metri e comunque a profondità ben maggiore di quella del terreno vegetale esistente
L’ultima bacchetta è stata infilata ad una notevole distanza dalle mura medievali di cui abbiamo fatto cenno.
Siamo certi che con idonee apparecchiature tecnologiche ( ultrasuoni, per esempio) sia possibile una perfetta identificazione della faglia.
Noi , comunque, ve ne parliamo e segnaliamo il problema
Ad altri, quali l’amministrazione comunale, la Protezione civile, l’Unical, l’Ufficio del genio Civile, l’assessorato regionale all’urbanistica, l’onere di approfondire la conoscenza del fenomeno e di monitorarlo.
La faglia era ed è un problema che abbiamo segnalato a tanti ( compresi geologi di fama) ma che è stato sempre sottovalutato da tutti.
Forse qualcuno ha sorriso, e potrebbe farlo anche adesso.
Gli approssimativi e gli stupidi potranno continuare a sorridere ma noi non ce ne curiamo
E comunque visti questi comportamenti speriamo bene….!