“Il Tomografo assiale computerizzato (Tac) dell’ospedale di Polistena è fermo da mesi in attesa di riparazione, ed i pazienti sono sballottati da un presidio ospedaliero all’altro.
“L’odissea quotidiana imposta a decine di ammalati, l’impotenza del personale medico e paramedico in servizio a Locri e Polistena, certificano una sorta di ‘stato di guerra’ da cui non sono certamente esenti le responsabilità della Giunta regionale, ulteriormente aggravate dalla decisione del Governo nazionale di perpetuare il commissariamento della sanità calabrese nominando ‘tecnici’ da fuori regione, senza che, a tutt’oggi, sia stata intrapresa alcuna azione utile e virtuosa per riportare in asse la gestione nel settore” dice Nicolo..
Poi continua “Peraltro la sanità nel reggino, stando ai dati pubblicati lo scorso lunedì da Il Sole-24 Ore, contribuisce, a causa della vetustà delle strutture e dell’impoverimento del personale per il blocco delle assunzioni, con quasi il 24% dei ricoveri fuori regione ad alimentare il così detto ‘buco’ del piano di rientro, senza alcuna manifestazione di volontà, da parte di giunta regionale e commissari straordinari, a indicare strade che ricompongano una situazione a dir poco frantumata”. E prosegue affermando che “ In queste condizioni che i livelli essenziali di assistenza siano garantiti è una bufala colossale le cui conseguenze sono tutte a carico dei pazienti e del personale della sanità oberato ‘H24’ da turni insostenibili, come al pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, con il pericolo costante di incorrere in errori per il flusso inarrestabile di casi in emergenza-urgenza affrontati in piena crisi di deficit di organici.
Il quadro è più che mai allarmante e non si possono lasciare intere comunità, come la Piana di Gioia Tauro e la Locride, senza la certezza di avere presìdi ospedalieri in grado di fronteggiare le esigenze di ricovero, deprivati di strumenti diagnostici efficienti a causa di inspiegabili e ingiustificabili ritardi manutentivi.
Commissari e Giunta regionale – conclude l’esponente politico di FdI- – ognuno per la propria parte, si attivino velocemente per porre fine allo stillicidio dei guasti alle apparecchiature diagnostiche fondamentali per la salvezza di una vita umana e smettano di considerare i pazienti e chi soffre come merce da sballottare da un ospedale all’altro per l’assenza di una rete organizzativa che sia in grado di tenere insieme tutti i presidi ospedalieri per evitare agli ammalati, dopo centinaia di chilometri in ambulanza, di sentirsi dire che “l’apparecchio è guasto”.