Nemmeno 3 mesi fa, giorno 8 maggio, sono stati individuati i dirigenti chiamati a svolgere le funzioni provvisorie di reggenza delle Aziende sanitarie e ospedaliere calabresi, in base alle disposizioni del Decreto sulla sanità varato dal Consiglio dei ministri che si è riunito a Reggio Calabria poco prima di Pasqua e diventato operativo lo scorso 30 aprile.
Si tratta di Amalia Maria Carmela De Luca (Azienda sanitaria provinciale Catanzaro), Sergio Diego (Asp Cosenza), Maria Pompea Bernadi (Asp Crotone), Elisabetta Rosa Tripodi (Asp Vibo), Adelaide Marsico (Azienda ospedaliera Cosenza), Francesco Araniti (Grande ospedale Metropolitano Reggio), Giuseppe Giuliano (Azienda ospedaliero Universitaria Mater Domini).
Oggi 8 agosto le dimissioni del reggente dell'Asp di Cosenza, Sergio Diego
Ne parla Guccione che sostiene che la sanità in Calabria è ormai allo sbando.
Poi continua sostenendo che Diego “Ha addirittura rassegnato l'incarico, lasciando senza alcun governo la più grande Asp della Calabria, già da mesi senza una guida e con un manager che garantiva a malapena l'ordinaria amministrazione.
Una situazione insostenibile per i cittadini alla ricerca di cure.
L'azienda sanitaria provinciale è tra le più grandi d'Italia per estensione geografica e complessità orografica, con oltre 750mila abitanti e un bilancio di oltre un miliardo di euro che serve a gestire l'assistenza territoriale, tre ospedali Spoke in cui lavorano quasi seimila dipendenti che hanno un'età media di circa 55 anni.
Nel caos è tutta la regione.
A oggi solo due commissari su nove aziende hanno accettato l'incarico e firmato i contratti all'Azienda ospedaliera di Cosenza e in quella di Catanzaro.
La misura è colma.
Il Governo nazionale ha gettato la sanità calabrese in un punto di non ritorno, la situazione è ormai di una grande emergenza, non è più garantito il diritto costituzionale alla salute.
Carlo Guccione