La notizia è riportata da Il Quotidiano della calabria e subito ripresa da Il Corriere della calabria.
Siamo a Cosenza ed il PM capo Dario Granieri, insieme al PM aggiunto Domenico Airoma ed al sostituto PM Maria Francesca Cerchiara hanno chiuso le indagini connesse al suicidio di Bozzo Alessandro, giornalista cosentino di “Calabria Ora”, morto nella sua casa di Marano Principato, in provincia di Cosenza, nel marzo scorso.
La notifica dell'atto è stata indirizzata all'editore di Bozzo, Piero Citrigno, accusato violenza privata, secondo l'articolo 610 del codice penale che punisce «chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa» ed è stata notifica nella sua abitazione dove Citrigno sconta,agli arresti domiciliari, la condanna definitiva a 4 anni e 10 mesi per usura.
In giornalista, prima di uccidersi, aveva lasciato una lettera, rivolta alla moglie, ai familiari, alla figlia e agli amici che gli erano stati più vicini.
In quelle righe, scritte con grafia minuta e precisa, spiegava di essere stanco della vita, di non avere più una ragione per andare avanti.
Nei giorni successivi alla scomparsa del giornalista, però, erano saltati fuori alcuni diari.
Erano i fogli ai quali Bozzo affidava i suoi pensieri più profondi. Sulla vita e, soprattutto, sul lavoro. Scavando tra le righe, l'inchiesta si è rivolta all'ambiente lavorativo del giornalista e ad alcune vicende che sembravano averlo addolorato molto, come una modifica dello status contrattuale.
Al centro della vicenda c'è un contratto che il giornalista, secondo l'accusa, sarebbe stato costretto a firmare rinunciando a quello del quale beneficiava in precedenza.
A suggerire alla Procura l'ipotesi di reato di violenza privata è anche una sentenza della Corte di Cassazione (sesta sezione penale) del 21 dicembre 2010: in una controversia che vedeva contrapposti un capo officina e un meccanico, i giudici hanno ritenuto che i comportamenti denigratori e vessatori del “capo” eseguiti con continuità nei confronti dei lavoratori possono configurarsi come violenza privata continuata aggravata.
E ora, se dovesse scattare una richiesta di rinvio a giudizio per Citrigno, potrebbero essere i giudici a valutare se questo scenario può essere ipotizzato anche per la morte di Alessandro Bozzo.