Che giornalismo stampato e giornalismo sul web fossero conflittuali ben si sapeva, ma l’articolo di oggi 31 agosto, pubblicato da Iacchitè, offre una sintesi di questo conflitto,
insieme ad una valutazione sulla libertà di stampa.
Iacchitè parla non della Gazzetta del Sud, in caduta libera nelle vendite e nella considerazione dei lettori, ma del Quotidiano del Sud, con un titolo che già di per se ne evidenzia la dipendenza dal PD: “Il Quotidiano ovvero la dependance del PD e della famiglia Veltri”
Intanto riporta il crollo delle sue vendite dalle 20 mila quotidiane alle attuali ( si e no) settemila.
Non solo .
Parla anche della dipendenza dei giornalisti, anticipando un contratto con la regione di uno di loro( il più sgrammaticato).
Non vorremmo che lo perdeste per cui ve lo proponiamo:
“Prendete un giornale che vendeva 20 mila copie ed era una palestra per giornalisti più o meno indipendenti ed un avamposto di libertà rispetto al monopolio decennale della Gazzetta del Sud. Una favola che è andata avanti per qualche tempo ma che, da quando è andato via Ennio Simeone, è finita per sempre.
Parliamo del Quotidiano del Sud, ex Quotidiano della Calabria, diventato ormai una dependance del PD e della Regione Calabria, con una famiglia, i potentissimi Veltri, che acchiappa a piene mani quello che vuole.
Oggi quel giornale di copie ne vende si e no settemila ed è in caduta libera. Libera veramente.
Uno dei giornalisti, il più sgrammaticato, è al servizio completo di Palla Palla (mani e piedi), con tanto di contratto per le “acque” che presto pubblicheremo. Qualche altro riceve premi insieme ad imprenditori paramafiosi della sanità e neanche prova pudore quando li annuncia.
Giulia Veltri, addirittura, è stata nominata dirigente regionale del PD e ciononostante continua a scrivere come se nulla fosse mentre il padre Filippo, che un tempo era comunista veramente e faceva giornalismo d’inchiesta, ora pubblica soltanto corsivi funzionali al mantenimento del (suo) potere e lo zio Paolo pontifica sui terremoti.
Un declino inarrestabile con l’attuale direttore, Rocco Valenti, che sembra sia stato scelto proprio per fare il becchino.
E che ovviamente non disturba nessuno dei politici corrotti che ammorbano la Calabria con le loro ruberie e che continuano a finanziare le attività dell’editore (neanche tanto ombra) del giornale, Francesco Dodaro, figlio di un galantuomo ma assolutamente non degno di continuarne l’opera.
Una triste pagina di commiato per un giornale che aveva saputo occupare uno spazio serio nell’informazione ma che è naufragato miseramente”.