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enzoSi terrà domani - giovedì 16 gennaio 2020 - alle ore 18.00 presso il ‘50 Special Pub di Amantea (Calavecchia) un incontro pubblico con Luigi Guglielmelli, candidato nella lista Democratici Progressisti (DP) con Callipo Presidente.
Luigi Guglielmelli è un giovane avvocato con una lunga carriera di militanza in Partiti di centrosinistra ed ha ricoperto incarichi prestigiosi che gli hanno consentito di maturare una forte conoscenza dei territori e dei problemi che li attanagliano.
Porta con se un importante bagaglio di competenze, onestà e lealtà: qualità di cui la politica regionale ha un grande bisogno.
Luigi Guglielmelli è una opportunità: quella di rinnovare affrontando il tema delle competenze in politica.
Invitiamo tutti, in particolare i giovani, a partecipare a questa importante iniziativa di informazione e confronto su temi strategici per lo sviluppo della nostra terra.

Pubblicato in Politica

E’ paradossale che un segretario di federazione del partito democratico, quale Guglielmelli, vada contro la linea politica dettata dal segretario e dalla segreteria nazionale del partito.

Lui e chi con lui grida oggi allo scandalo delle scelte politiche effettuate dal gruppo dirigente nazionale, sono gli stessi soggetti che tanto hanno avuto dal PD e che tanta perdita di credibilità hanno dato.

 

 

 

 

 

Ma non solo, sono le stesse facce che hanno imposto i candidati alle passate parlamentari ottenendo il peggior risultato in tutta Italia.

Gulglielmelli chiede correttezza, ma lui il significato del termine evidentemente non lo conosce o fa finta di non saperlo; ed infatti gli ricordo che la sua elezione a segretario di federazione, nell’ultimo congresso provinciale, è avvenuta grazie alla mia mediazione ed agli accordi politici/programmatici stabiliti, ma che subito dopo la sua proclamazione ha tangibilmente dimenticato se non addirittura rinnegato.

Oggi il PD si candida con una figura per vincere, governare e dare una svolta alla Calabria.

Oliverio ad oggi è il peggiore dei governatori, e non lo dico io ma la classifica stilata da Swg sul gradimento dei presidenti delle Regioni italiane.

Se da questo e da altri sondaggi emerge l’inefficacia dell’azione di governo di Oliverio, l’affermazione naturale è che Guglielmelli e co. più che il bene della calabria prima e del partito poi, vogliono solo conservare le loro poltrone infischiandosene dei calabresi.

Il PD vuole ritornare a governare e lo vuole fare candidando una figura rispettabile della sociètà civile, mettendo in campo un progetto serio che piace alla gente.

Se Guglielmelli si vuole candidare a sostegno di Oliverio, faccia pure, ma nello stesso tempo dovrebbe dimettersi da solo e non aspettare un provvedimento di sfiducia da parte del partito nazionale; si sa la dignità è un optional e che per certe persone esiste solo il tornaconto personale.

Il segretario Zingaretti venerdi 6 dicembre sarà in Calabria a incoronare Callipo candidato del PD alla presidenza della regione Calabria.

Chi non si allinea è fuori dal Pd! Ma non sarà una grossa perdita, a confronto dei tanti calabresi che ci daranno nuovamente fiducia e che in questi ultimi anni ci hanno chiesto rinnovamento.

Bene, ci siamo riusciti, il PD candida a Governatore della Calabria una figura dal forte rinnovamento, con un grande spirito politico/culturale che sarà solo ed esclusivamente al servizio della Calabria e dei calabresi.

Giuseppe Mazzuca Assemblea Nazionale PD

Ndr. Ci dicono che Mazzuca ha sbagliato! Guglielmelli non è il segretario del PD, ma del PDO, cioè del Partito democratico di Oliverio.

Pubblicato in Cosenza

Si parla poi di una fantomatica Direzione che si esprime a favore della candidatura di Oliverio e di un Congresso fatto con un accordo che non è mai stato mantenuto.

È ormai chiaro a tutti che Luigi Guglielmelli, continuando su questa posizione, vuole collocarsi al di fuori del Pd.

Piuttosto che seguire linee non conformi al Partito nazionale, ci spieghi perché sotto la sua reggenza ha perso tutte le competizioni elettorali e oggi si permette di perseverare ancora sulla candidatura di Mario Oliverio.

Penso che sia giusta la linea intrapresa dalla segreteria nazionale e quindi chi la pensa diversamente deve fuoriuscire dal Pd.

E Guglielmelli se avesse un briciolo di dignità dovrebbe immediatamente dimettersi dal suo illegittimo mandato.

Illegittimo perché, lo ricordiamo a tutti, la sua elezione è stata possibile sulla base di un accordo unitario con il sottoscritto.

Ma oggi le regole vengono meno, gli accordi vengono disattesi dallo stesso segretario provinciale del Pd che ora ci propina uno pseudo deliberato di un organismo illegittimo.

Giuseppe Mazzuca Assemblea nazionale Pd

Pubblicato in Cosenza

"Pd alla resa dei conti: Adamo elimina (anche) Giudiceandrea

Quando è guerra è guerra. E in guerra vince chi spara di più. E a sparare contro Giudiceandrea, così come vi avevamo annunciato, è Luigi Guglielmelli.

 

 

Che si aggiunge alla già folta schiera di cecchini che Nicola Adamo ha mobilitato contro di lui.

Nicola ha deciso che Giudiceandrea non deve più far parte della loro paranza perché non lo ritiene affidabile.

E se si vuole ricandidare a consigliere regionale è meglio che inizi a cercarsi un altro partito da sfruttare.

Tanto, dice Nicola, Giuseppe è abituato a saltare fossi.

Perché il nostro prossimo candidato a consigliere regionale già c’è.

Ed è Luigi Guglielmelli.

Il perché Nicola abbia deciso di schierare le sue truppe in assetto di guerra contro Giudiceandrea è intuibile: impossessarsi totalmente di quel che resta del PD in Calabria, lasciando “dentro” solo coloro i quali hanno giurato obbedienza a lui e a Palla Palla.

E Giudiceandrea, che ha pretese di poltrone e velleità politiche varie, non rientra nell’idealtipo di Nicola.

C’è da scommetterci che dietro la ferma volontà di Nicola di dar battaglia a Giudiceandrea, c’è anche lo zampino di Ferdinando Aiello.

Che tanto si era speso per far eleggere Giudiceandrea in consiglio regionale.

Una “cortesia” che Giudiceandrea non ha mai ricambiato.

Tant’è che una volta eletto non c’ha pensato su due volte a mollare Aiello, pugnalandolo alle spalle.

Per meglio sistemare il suo culo sulla poltrona.

Lo scopo di Nicola e Palla Palla è quello di formare un bel gruppone di fedeli cagnolini, senza oppositori interni, e giocarsi quei pochi voti clientelari che gli sono rimasti alle prossime regionali, con la speranza di conquistare qualche nicchia di potere che gli permetta di sopravvivere ancora un altro po’.

E quei pochi voti clientelari che sono rimasti non bastano più per sistemare tutti. E le scelte si impongono.

Ecco perché Giudiceandrea, capito questo, tenta la sortita televisiva convinto, nella sua infinita stupidità, di impressionare Nicola e Madame Fifì, e di costringerli quantomeno ad una contrattazione.

Non capendo invece di aver fornito l’assist giusto a Nicola, che ora può accusarlo di mettere in cattiva luce il PD con le sue esternazioni personali non concordate con il partito, per dare il via al plotone di esecuzione.

Insomma Giudiceandrea, per Nicola, è nu lignu stuartu che è meglio abbandonare al proprio destino.

Porta sulu problemi. E di questo dovrà farsene una ragione anche Palla Palla che, se costretto a scegliere tra Nicola e Giudiceandrea, non potrà far altro che abbandonare il suo servo sciocco al proprio destino. Con la scusa di: “chi è causa del suo mal pianga se stesso”.

Di fare la sparata da Giletti non gliela aveva ordinato il medico.

L’attacco di Guglielmelli è mirato. Sa dove colpire.

E spara centrando il bersaglio della vera ragione del fare politica di Giudiceandrea: il denaro. E dice: se Giudiceandrea è così interessato a far risparmiare i cittadini abolendo i vitalizi ai consiglieri, come mai non scioglie il suo gruppo in consiglio regionale “Democratici e Progressisti”, di cui è il presidente, che costa alla collettività quasi 200mila euro all’anno, ed è attualmente composto da due persone? Che utilità ha mantenere questo gruppo in consiglio?

La risposta è semplice dice Guglielmelli: mantenere la gestione dei fondi destinati ai gruppi. Altro che lotta alla casta!

Guglielmelli svela a chi ha ancora qualche leggerissimo dubbio sulle qualità politiche del comunista col culo degli altri, la vera natura politica di Giudiceandrea: garantire a se stesso e alla sua cerchia, benessere e privilegi, amministrando, oltre il suo già lauto stipendio, altre forme di economia, che la carica di consigliere comporta.

Ma la sua parabola politica finisce qui. Mettersi contro Nicola non è cosa di tutti, men che meno di un Giudiceandrea qualsiasi. Nicola ha già sentenziato: Giudiceandrea e Guccione sono fuori, e questo è già nei fatti.

Non resta che “ratificarlo”. Ma non tutti i mali, a volte, vengono per nuocere. Chiusa una porta si apre un portone.

E il portone per Giudiceandrea potrebbe essere proprio Guccione. Una loro eventuale alleanza potrebbe, in qualche modo, disturbare il manovratore.

E non è detto che ciò non accada.

Chi guerra!

Da Iacchite - 11 aprile 2018

 

Pubblicato in Calabria

L’accordo tra Graziano Di Natale e Roberto Perrotta è come il matrimonio più celebre della letteratura Italiana: Nun s'ha da fà.

 

Lo dice Luigi Guglielmelli il segretario provinciale del partito democratico che con una nota stampa ha sconfessato l’azione dell’ex presidente della provincia che ha voluto sostenere il socialista Perrotta piuttosto che il tesserato PD Pino Falbo sostenuto tra gli altri anche da buona parte della sezione locale dei democrat.

 

Guglielmelli, in buona sostanza ha richiamato il partito all’unità.

Ma in sostanza ha fatto come il bravo quando all'orecchio, ma in tono solenne di comando, disse adon Abbondio “Or bene, questo matrimonio non s'ha da fare, né domani, né mai”.

“Il PD ha il dovere di guidare la coalizione anche a #Paola. Le elezioni comunali della città di Paola rappresentano per il Partito Democratico una sfida importante e l’occasione per ridare a quel comune, centrale per l’intero Tirreno cosentino, un governo autorevole e competente.

Paola rappresenta per noi uno degli appuntamenti elettorali più importanti della prossima tornata elettorale e dobbiamo avere l’autorevolezza e la forza come PD di rivendicare la guida della coalizione di centrosinistra e civica.

Siamo il partito che governa l’Italia e la Calabria e non possiamo non avere anche a Paola l’ambizione di guidare un processo politico importante per il futuro del partito e del comune di Paola.

Per questo è nostro dovere chiedere a tutti i nostri alleati di costruire un percorso ampio di partecipazione e che la guida di tale processo sia affidata al Partito Democratico”

Se il PD si spacca anche in periferia è la sua fine.

Per questo le elezioni comunali a Paola e ad Amantea sono un appuntamento politico da non fallire per il PD.

Pubblicato in Paola

Tutta paesana la vicenda tra il segretario provinciale del PD, Luigi Gugliel melli, ed il Corriere della Calabria.

Il Corriere della Calabria pubblica un editoriale sul "modello Cosenza"

E Guglielmelli scrive:«Egregio direttore, ho letto con attenzione il suo articolo alquanto indecoroso e passibile di querela sulla composizione della lista Pd di Cosenza. Io Le posso assicurare non solo che il Pd ha presentato candidature correlate dal certificato dei carichi pendenti, ma ha anche verificato a fondo la natura di tutte le candidature. Lei deve fare i nomi. Se è un giornalista serio e ha le fonti faccia i nomi. La smetta con le insinuazioni di fatti del tutto estranei al Pd. Lei ha il dovere di dire chi è questo figlio di Riina in lista, deve dire a chi si riferisce. Ovviamente ci riserviamo di tutelare l'immagine e il decoro del Pd in ogni sede».

Riporta il giornale :”Poi ci ha inviato un sms per caldeggiare la pubblicazione del suo scritto. Siccome non abbiamo nessun timore delle sue querele; siccome non prendiamo ordini da lui su quando e come fare i nomi, che ovviamente faremo, e siccome non intendiamo "smetterla", a tale sms abbiamo replicato: «Egregio Guglielmelli, letta la sua nota, speriamo sia di parola. La attendiamo in Tribunale».

Tuttavia pare che Guglielmelli non sia tanto intenzionato a mettere in atto le vie legali, infatti, manda un altro sms:

«La mia non è una minaccia. Solo una frase di rito, in questi casi vista la gravità delle affermazioni. Se mi si dice che il figlio di Riina è nelle liste del Pd mi pare il minimo. Anche se io odio querele e denunce soprattutto nei confronti della stampa. Spero si possa chiarire e discutere nel merito».

Il giornale risponde:

«Neanche la nostra è una minaccia. Ma siccome lei sa PERFETTAMENTE a cosa fa riferimento il nostro editoriale, è bene che in tribunale, dove i magistrati hanno il potere di acquisire la documentazione a sostegno della nostra pesante, certo, affermazione, si vada per stabilire se siamo dei mentitori. Pubblicheremo la sua nota e diremo che la onorabilità del suo partito passa attraverso una tutela che solo una sentenza può dare. Vale per il suo Pd e vale per noi».

Infine il Giornale scrive. “Caso chiuso, lavoriamo a raccogliere riscontri e prove. Dalla indagine di Reggio Calabria (che oggi ha operato sette arresti e che contesta a notissimi personaggi anche la violazione della legge Anselmi per avere messo in piedi strutture massoniche dove mafiosi, imprenditori e politici gestiscono insieme potere e voti) comincia ad arrivare materiale prezioso. E sì, caro Guglielmelli, il "modello Reggio" torna di moda in politica. Peccato che il Pd a Reggio Calabria se ne è liberato, mentre quello di Cosenza, a voler essere buoni, stenta a farlo, anzi...”

Ndr. Cosenza ci ha abituato a minacce di querela ed a repentine sconfessioni.

Vi invitiamo a seguire la vicenda su Corriere della Calabria ma ci impegniamo, comunque, a farvi sapere.

Pubblicato in Cosenza

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comu8nicato stampa:

Nell’incontro che si è svolto solo qualche ora addietro tra noi due candidati e i presidenti delle commissioni provinciale e regionale per il congresso, io e Laratta eravamo serenamente convenuti a dare indicazione unitaria affinché la campagna congressuale non divenisse un immorale “tesserificio”.

Finora si sono svolti circa 20 congressi e ne rimangono da svolgere oltre 100.

Quelli finora svolti si sono tenuti nella massima regolarità tranne i casi di San Sosti e di Serra Pedace.

E’ davvero sospetta, pertanto, questa drammatizzazione che Laratta vuole operare con il ritiro della sua candidatura. E’ come se volesse allagare il campo per non giocare la partita.

In riferimento ai garanti inviati a presiedere i congressi finora svolti non sfugge a Laratta che sono stati nominati unitariamente e d’intesa tra i rappresentanti di entrambi i candidati.

Insomma più che uno scontro sulle procedure e sulle regole mi pare essere una competizione tra chi si propone custode dell’integrità morale e dell’autonomia politica della funzione del PD e chi vorrebbe che il PD fosse un partito alla mercé dei signori delle tessere.

Mi sarei aspettato dall’ex parlamentare Laratta che ci invitasse ad una comune riflessione su chi sono coloro che, improvvisamente e massicciamente, si presentano in alcuni congressi di circolo e chi per loro paga le tessere.

E’ davvero inquietante che ad arginare questo fenomeno grave e degenerativo debbano essere la stragrande maggioranza dei segretari di circolo e amministratori del PD, della quasi totalità dei dirigenti dei Giovani Democratici e non chi si candida addirittura alla guida del partito. Infatti, a fare la fila per la tessera sono stati riconosciuti noti militanti di centrodestra o, addirittura, candidati sconfitti che, nelle recenti elezioni amministrative, si erano opposti alle liste ufficiali del PD.

Non sono credibili, dunque, le ragioni che Laratta ha esposto per motivare il ritiro della sua candidatura.

Anzi, con questa scelta, di fatto Laratta giustifica e sollecita la pratica deleteria dei pacchetti di tessere e del voto di scambio a suo sostegno. A meno che Laratta non sia stato spinto in questa scelta dai capi corrente che lo hanno designato perché preoccupati che, attraverso una libera e trasparente competizione congressuale, si prefigurasse anche per loro una pesante sconfitta.

Cosenza, li 1 novembre 2013 Luigi Guglielmelli

Pubblicato in Calabria
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