Mancano ormai pochi giorni al voto regionale dell’Emilia Romagna e della nostra Calabria e la campagna elettorale si infiamma sempre di più. Tutti i segretari nazionali dei partiti politici stanno percorrendo in lungo e in largo la nostra regione visitando anche piccoli paesi. Le piazze sono piene quando sul palco c’è Matteo Salvini, ma non mancano i contestatori che Salvini a Catanzaro zittisce definendoli zanzare emoscerini rossi. Ieri la Giunta per le autorizzazioni a procedere ha votato “ Sì” al processo per Salvini, l’ex Ministro degli Interni, sul caso della nave Gregoretti non fatta attraccare in un porto italiano con a bordo tanti clandestini. E’ stato accusato di sequestro di persona e per questo grave reato dovrà essere processato da un Tribunale italiano, ma prima si dovrà esprimere il Parlamento essendo Salvini un Senatore e anche perché all’epoca dei fatti ricopriva la carica di Ministro. Adesso sarà il Senato che si riunirà il prossimo 17 febbraio a stabilire se è colpevole o innocente e poi mandarlo davanti ai magistrati per farlo processare per sequestro di persona. Salvini rischia per questo reato 15 anni di carcere. Ma andiamo con ordine. Vediamo come si sono svolti i fatti. Mai prima d’ora parlamentari appartenenti allo stesso partito di un Ministro hanno votato in commissione o in aula “Sì” per farlo processare. Questa volta, però, è stato lo stesso ex Ministro a chiedere ai parlamentari della Lega di votare a favore e non contro, perché i parlamentari del Pd, del Movimento 5 Stelle, di Leu e di Italia viva avrebbero disertato l’aula per protesta dopo aver chiesto da mesi con insistenza la sua colpevolezza. La maggioranza giallo rossa ora al Governo vuole processare Salvini ma ha paura di esporsi prima del voto del 26 gennaio ed ecco perché non si è presentata in aula per la votazione. Ora grida allo scandalo. Ma sono stati loro che hanno provocato lo scandalo. Se si fossero presentati in commissione e avrebbero votato, Salvini sarebbe stato incriminato e non ci sarebbero stati i voti favorevoli della Lega. Ma essendo stati presi in contropiedi ora vanno a cercare come si dice da noi “ Finocchietti e timpa”. La mossa della Lega, a parer mio, è stata strategica e ha fatto apparire Salvini come un martire ed ora questa faccenda infiamma la campagna elettorale. E Salvini, un furbacchione, è deciso a sfruttare a fini elettorali l’effetto sentenza. Non solo, ma può inguaiare il Premier Conte e tutto il Movimento 5 Stelle perché Salvini avrebbe in mano le carte che dimostrerebbero che l’affaire Gregoretti riguarderebbe tutto il Governo e non solamente l’ex Ministro degli Interni. Staremo a vedere.
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Meno male che fra cinque giorni andremo a votare, così non saremo più costretti a leggere articoli sulle varie testate nazionali e ad ascoltare i vari commentatori politici sulle Reti Rai e Mediaset sulle elezioni politiche della prossima domenica di marzo e se il voto dato a Berlusconi, Renzi, Grasso, Di Maio, Salvini, Meloni sia stato utile o dannoso. Ma quando mai il voto che si da ad un partito o ad una coalizione è inutile. Quando il voto si da con scienza e coscienza è sempre un voto utile e sempre lo sarà. Spetta poi al candidato che ha ricevuto quel voto utilizzarlo per il bene del paese. Se non lo saprà utilizzare al meglio saranno sempre le elezioni dove gli elettori con una matita copiativa ed un semplice segno di croce potranno mandarlo definitivamente a casa negandogli la fiducia. E’ vero, però, che il dibattito sulle elezioni politiche nazionali è stato deprimente. Quante “cazzate” sono state dette e quante promesse sono state fatte che non potranno mai mantenere. Un candidato di Cosenza alla Camera dei Deputati ha promesso ai cosentini che se sarà eletto al Parlamento porterà a Cosenza i vincitori del Festival della canzone di Sanremo 2018. Che bella notizia! Ma avete letto gli slogan sui loro manifesti? Sono davvero deprimenti. Un candidato che nel corso della sua breve vita politica ha cambiato partiti e schieramenti una decina di volte si è rivolto agli elettori chiamandoli “Ohi co! “. Ma io mi chiamo Francesco e se vuoi il mio voto mi devi chiamare per nome, non sono un “Co”. Non voterò per tizio o per caio a vambera, ma neppure per una testa di rape. Altri non avendo nulla da dire hanno scritto che si sono candidati per noi, per il nostro bene. Che facce di bronzo! Ma gli elettori calabresi che non sono fessi non si faranno abbindolare dalle terre promesse, dai posti di lavoro che hanno inventato, dai mari e monti che i Deputati e Senatori uscenti hanno realizzato, dalle case, dai ponti, dalle strade, dalle autostrade che hanno costruito. Tutti sappiamo come sono andate le cose realmente nella nostra martoriata Calabria. Le strade fanno schifo, negli ospedali si muore, nei pronto soccorsi gli ammalati dormono per terra, i trasporti funzionano a singhiozzo, la disoccupazione aumenta, i giovani non trovano lavoro, i vecchi vengono licenziati, le piccole industrie sono costrette a chiudere, le ferrovie sopprimono i treni, le montagne d’estate bruciano e d’inverno, basta un po’ di pioggia, franano, la Salerno Reggio Calabria non è ancora completata, la Statale 106 Jonica è una mulattiera, i termovalorizzatori non ci sono, i depuratori non funzionano e il mare è inquinato. E potrei continuare a lungo, ma non voglio annoiarvi. Questi sono i problemi che affliggono la Calabria e di queste cose i candidati Deputati e Senatori avrebbero dovuto parlare. Ma essi pensano ad altro, non hanno a cuore l’interesse della collettività, hanno a cuore l’interesse del proprio tornaconto. Fanno già i conti di quanto percepiranno e di quanti portaborse potranno nominare ( figli, mariti, moglie, nipoti, zie e zii). Già sognano la macchina blu con autista al seguito e perché no, anche la scorta. Dieci, venti giornali da leggere a sbafo. Viaggi gratuiti sui mezzi di trasporto e ingresso gratis allo stadio per assistere alla partita di calcio della squadra del cuore. Ma il 4 marzo a qualcuno dovremmo pur dare il voto. Astenersi non serve a niente. Prima di entrare nella cabina elettorale facciamoci un bell’esame di coscienza. A chi darò il mio voto? Non importa se è un candidato di destra, di sinistra o di centro. E’ preparato? Sì. Allora lo voto. E’ onesto? Allora lo voto. E’ affidabile? Lo voto. E’ un voltagabbana? Non merita il mio voto. Se ognuno di noi facesse questo ragionamento prima di recarsi alle urne, forse, dico forse qualche cosa anche in Calabria potrebbe cambiare. Ma davvero i calabresi vogliono che le cose cambino? Stento a crederci. In questo sistema di nicchie e di favori molta gente ci sguazza che è una meraviglia.
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Care cittadine e cari cittadini,
mancano ormai pochi giorni alla fine di questa campagna elettorale. La prima con il Comune in dissesto.
Ci teniamo a fare un primo breve consuntivo del momento preelettorale.
Non possiamo nascondere la nostra amarezza, infatti, per aver dovuto assistere al triste spettacolo di chi ha confuso un momento di comunicazione pubblica con un ring dove far volare offese, congetture e provocazioni. Di chi ha messo in discussione l’onestà intellettuale, l’autorità e la rettitudine morale del nostro candidato Sindaco Mario Pizzino che tutti conoscono come persona equilibrata, competente ed eticamente severa e della sua proposta politica. Di chi ha distratto, anziché informare. Di chi ha diviso, invece di unire.
Abbiamo interpretato questo modo di agire come una debolezza, come la degenerazione di egoistiche forme di esaltazione dell’Io, come la difficoltà a lasciarsi abbracciare dal comune sentimento comunitario.
Noi pensiamo che Amantea abbia bisogno di altre prospettive. Per tornare a credere in se stessa e ribaltare il momento non facile la città deve tornare a fare squadra, a sentirsi collettività, a essere comunità. Deve sostituire l’Io con il Noi. È per tale ragione che non abbiamo mai rinunciato a ragionare in termini di gruppo. È anche per questo che parliamo sempre al plurale e non al singolare.
Ancora una volta ci appelliamo a voi esortandovi ad esprimervi sulla bontà delle proposte, delle idee, delle persone: votate per qualcuno e non contro qualcuno. Ma, soprattutto, votate senza alcuna subordinazione.
Noi non accettiamo nessuna forma di prevaricazione, di ricatto, di prepotenza, di abuso. E prendiamo le distanze da qualsivoglia forma di condizionamento della libertà personale e dei processi democratici.
Ci teniamo a ringraziarvi per averci aperto le vostre case, per aver partecipato ai nostri incontri, per esservi trattenuti a discutere con noi, per averci contattato ed esservi fermati a confrontarvi con il nostro gruppo.
Buon voto libero a tutti. Questo è il migliore augurio per la città.
Enzo Giacco
Candidato Listazzurra-Progetto Democratico
Segretario PD Amantea
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Vi è mai successo di voler utilizzare il vostro telefono e udire uno sgradevole fruscio che vorreste eliminare completamente? Le cornacchie… all’apparenza tutte uguali, stessi atteggiamenti, stesse vocalizzazioni, stessi colori, ma provate a metterle a tacere e vi renderete conto dell’enorme difficoltà. Quando si pensa di aver capito tutto di loro, se ne trova una che tira fuori una magia dal cilindro e rimette tutto in discussione; cambia comportamento con le stagioni e con l’età ma soprattutto, impara dai suoi successi e dai fatali errori dei suoi compagni di viaggio. Nel corso della vita ognuno può avvertire in maniera transitoria e del tutto innocente i “fischi nelle orecchie”, infatti nella cultura popolare ci sono vari detti a riguardo che mettono in relazione il fischiare delle orecchie con varie credenze. Il gracchiare delle cornacchie in questi giorni di campagna elettorale ne è un esempio straripante. La situazione diventa drammatica quando il disturbo persiste e diventa molto insistente, tanto da condizionare la vita del semplice e sprovveduto cittadino. La prima definizione di gracchiare nel dizionario è dei corvi, delle gazze e di altri uccelli, emettere un verso aspro, rauco. Altra definizione di gracchiare è di persona, parlare in modo molesto e importuno o ciarlare vanamente: lascialo gracchiare.!. Queste cornacchie locali ne passano di tempo per nascondere la vera natura di loro stessi, degli altri, delle cose attorno. Desideri imposti, voglie condizionate, caratteri stabiliti, azioni registrate, saperi catalogati. Nelle strade cittadine dissestate non riescono a liberarsi dalla loro misera natura fuorviata, della loro asettica simulata decisionalità. Queste cornacchie quotidianamente assumono l’aspetto che debbono avere, non ci si nasconde ora che sono vicini alla meta, mentre nessuno è in grado di mettere alla prova quel loro cervelletto scontato. Con i loro sparaballe disseminati per il paese che altro non sono che creature partorite dalla loro stessa miserabile razza, vivono sotto forme molteplici e ti circondano, fino a trasformare anche te in mostro. Un mostro di giudizi registrati, di comportamenti simulati. E’ vero, questo scirocco porta quell’amalgama di puzzo stordente di carne bruciata e antisettico e naftalina vecchia e un po’ di feci antropiche seccate negli angoli di vecchi edifici abbandonati nel centro storico. Questo puzzo è la fragranza del declino dell’uomo e il richiamo della sua disonestà.
Vento caldo, lo scirocco, ma che porta malattie. Siamo l’alba di una nuova generazione di uomini-cornacchia che son pronti ad infilare il loro fosforescente pene al tungsteno tra le chiappe fragili degli Amanteani. Per questi ultimi, la loro droga è la dipendenza, il loro vanto di essere assoggettati. Al giorno d’oggi non essere servo di qualcuno o di qualcosa è sinonimo di degenerazione.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
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«I sindaci saranno i protagonisti della prossima esperienza amministrativa della Provincia di Cosenza».
Lo ha detto Franco Iacucci, candidato alla presidenza della Provincia di Cosenza, nel chiudere a Diamante la sua campagna elettorale insieme al segretario regionale del partito Ernesto Magorno.
«In questi giorni negli incontri organizzati nelle diverse aree del vasto territorio provinciale ho avuto il piacere di confrontarmi con tantissimi amministratori locali.
Voglio ringraziarli pubblicamente per l'accoglienza ricevuta, per i consigli, per le parole di stima e di incoraggiamento.
E voglio rassicurarli: dopo il voto di domenica continuerò ad essere vicino ai territorio perché Il coinvolgimento dei comuni sarà la strategia vincente dell'ente provincia.
La Provincia sarà un organo politico democratico di raccordo tra gli enti locali e la Regione che avrà come obiettivo quello di far sentire le amministrazioni e i territori più vicini alle istituzioni superiori. Ringrazio gli organi del partito per avere compreso l’importanza di stringere il partito attorno ad una candidatura unitaria».
27 gennaio 2017
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Cosenza