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Redazione TirrenoNews

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Il documento della commissione antimafia sulla Cunsky

Lunedì, 21 Gennaio 2013 16:24 Pubblicato in Cosenza

“In occasione dell'audizione del Comandante Generale delle Capitanerie di Porto, Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Marco Brusco in data 3 febbraio 2011 il Senatore CARUSO, con riferimento alla vicenda della nave Cunski, aveva chiesto di acquisire elementi chiarificatori in ordine alla circostanza che la nave Coopernaut Franca nel 2009 ha individuato un relitto al largo di Cetraro in posizione 39°28,541'N - 015°41,569'E, con prua in direzione SO (relitto poi attribuito alla nave Catania); Il relitto del piroscafo Federico viene collocato (doc.523.1 e doc.523.2) in posizione 39°28,53'N - 015°51,96'E, cioè in posizione estremamente vicina alla nave Catania; inoltre il Procuratore Nazionale Antimafia, nell'audizione del 27 ottobre 2009, ha fornito indicazioni in merito (con riferimento alle notizie secondo le quali il relitto individuato dall'Arpacal (mediante la Coopernaut Franca), forse il piroscafo Cagliari, avrebbe presentato uno squarcio a prua, verosimilmente ascrivibile a un’esplosione, e nessun riferimento alla nave Catania si trova in precedente comunicazione della Direzione marittima di Reggio Calabria (doc.124.5).

In relazione a quanto sopra, il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, ha rappresentato che la mappatura dei relitti è stata avviata nel mese di ottobre del 2009, su delega di indagine delle Procure della Repubblica e delle DDA di Catanzaro e di Reggio Calabria, a seguito delle dichiarazioni di collaboratore di giustizia circa il presunto affondamento di tre navi con rifiuti pericolosi, nelle acque antistanti le coste della regione Calabria, tra cui una al largo di Cetraro (CS).

Ulteriori e specifici approfondimenti presso l'Ufficio Storico della Marina Militare allo scopo di rinvenire ulteriori elementi informativi in ordine al piroscafo Piroscafo Catania hanno consentito di accertare che un Piroscafo passeggeri denominato Catania di 3188 TSL, TSN 1917, costruito nel 1906, appartenente alla Società Marittima Italiana, con sede in Genova, ed iscritto al Compartimento marittimo di Genova, matr. n. 695, fu affondato il 16 marzo 1917 a 15 miglia da Belvedere Calabro (oggi Belvedere Marittimo). Riguardo a quest'ultima nave mercantile si è altresì rinvenuto il carteggio relativo al suo affondamento, da cui si ha riconferma che lo stesso è appunto avvenuto il giorno 16 marzo del 1917, alle ore 20.45 nel punto di coordinate Lat. 39° 35' N - 15° 40' E, a circa 10 miglia fra Capo Bonifati e Torre Diamante.

Inoltre, il 4 agosto del 1943, nel porto di Napoli fu affondato un Piroscafo da carico denominato anch'esso Catania di 6176 TSL e il 3 agosto 1943, al largo del porto di Brindisi, fu affondato un Piroscafo passeggeri invece denominato Città di Catania di 3355 TSL.

Specifici elementi di dettaglio sulla m/n Cunsky sono, poi, pervenuti alla Commissione con la "Relazione sintetica riguardante gli aspetti di interesse relativi alla motonave Cunsky"1. In particolare è stato rappresentato che, diversamente da quanto dichiarato dal collaboratore di giustizia Francesco Fonti circa l'affondamento della motonave citata in epigrafe nelle acque antistanti la Calabria, gli accertamenti compiuti non hanno condotto al ritrovamento di un relitto corrispondente a quello cercato.

Invero, è stato rappresentato, in esito alle indagini svolte, si è accertato che la motonave, dopo aver cambiato il proprio nome in Shahinaz, è stata demolita nel 1992 in India. La nave Cunsky inizia la propria attività come M/N LOTTINGE nell'anno 1956; nome, quest'ultimo, che conserva fino all'anno 1969. In tale frangente la società armatrice è yugoslava, denominata "Losinjska Plovidba Brodarstvo".

Si presume che la nazionalità fosse, sin dall'inizio, jugoslava, sebbene il primo dato certo sulla bandiera inalberata risale al 28 agosto 1975; tale dato conferma poi che la nave abbia inalberato la bandiera jugoslava fino all'agosto 1991, quando la stessa assunse, per un breve periodo prima della demolizione, la nazionalità di St. Vincent & The Grenadines.

Dal 01/01/1970 al 17/12/1983 la nave abbandona la denominazione di LOTTINGE ed assume quella di SAMANTHA M, per poi assumere il nome di CUNSKY dal 18/12/1983 al 26/08/1991. Il 03/10/1991 la nave assume infine la sua ultima denominazione, SHAHINAZ, prima della sua demolizione, che risulta avvenuta il 01/05/1992 in India. In tale frangente, la società armatrice risulta essere la "Alzira Shipping Corp Company", registrata nel Regno Unito.

I dati sopra menzionati, sono stati ricavati dall'analisi delle fonti aperte e delle banche dati internazionali.

Al riguardo si segnala che la Commissione, su attivazione del XII Comitato, ha svolto un approfondimento sulla presunta demolizione della nave Cunski nel porto di Alang, in India. Particolare questo che - come noto - è stato contrapposto alle ipotesi di affondamento nel mare Tirreno, come dichiarato dal Fonti.

Il Ministero degli Affari Esteri, al riguardo, ha fatto conoscere che il Consolato Generale a Mumbai, ha rivolto una richiesta di informazioni alle Autorità marittime e portuali dello Stato del Gujarat.

I suddetti interlocutori – prosegue la relazione – indiani hanno confermato, dopo una ricerca nei loro archivi resa complessa dall'esigenza di reperire dati risalenti a circa venti anni orsono, che nessun natante con il nome di Shainaz o Shaihinaz (ex Cunsky) è stato mai demolito presso i cantieri navali del porto di Alang2.

Tale notizia, nello spirito di collaborazione istituzionale è stata comunicata alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, nonché all'Autorità Giudiziaria di Catanzaro e Reggio Calabria che avevano condotto indagini sul caso.

È stata avanzata informale e non verificata ipotesi che il mancato riscontro di una demolizione della nave viceversa effettivamente avvenuta in territorio indiano potrebbe derivare dalla volontà delle relative Autorità di celare l'esecuzione di operazioni effettuate in violazione degli impegni sottoscritti con il trattato di Basilea, da ricondursi alla mancata bonifica della nave prima del suo smantellamento.

E vi è tuttavia da aggiungere, sul punto, che il Comitato non ha, d'altra parte, acquisito alcuna incontrovertibile prova della detta demolizione, sicchè fatte salve le conclusioni assunte dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, che, come ricordato, ha svolto indagini assai più complesse, è da ritenere che la questione permanga suscettibile di ulteriori eventuali approfondimenti.

Catanzaro. Chiusi i seggi. In corso lo scrutinio

Lunedì, 21 Gennaio 2013 16:11 Pubblicato in Catanzaro

Puntuali i seggi sono stati chiusi . ora è tempo dello scrutinio. Questione di ore ed avremo i risultati. In gioco non solo le preferenze dei candidati in campo che potrebbero avere oscillazioni nel loro numero complessivo, quanto, e soprattutto, l’eventuale ballottaggio tra due settimane se Abramo in relazione ai voti espressi non raggiunga il 50%.

Intanto registriamo che ha votato il 72% contro 78 % raggiunto alle precedenti votazioni di maggio 2012 nelle otto sezioni nella quali si è rivotato

I votati sono stati infatti 4471 rispetto ai 6183 aventi diritto

Si tratta di un attacco frontale.

Dopo la consegna dell'esposto-denuncia al Procuratore della Repubblica di Castrovillari sulla grave situazione sanitaria che si è venuta a creare in tutta l'area del Pollino che ha subito la riconversione dei presidi ospedalieri di Lungro e Mormanno nell'aprile del 2012 in centri di assistenza primaria territoriale, il sindaco, Domenico Lo Polito, il deputato Franco Laratta ed il consigliere regionale Carlo Guccione, del Pd, hanno tenuto una conferenza stampa nel corso della quale hanno sottolineato «la gravità della situazione» dell'ospedale della cittadina del Pollino.

Nel corso dell'incontro è stato sottolineato, tra l'altro, che «la determinazione dei posti-letto per acuti avvenuta con il decreto 103 del 5 luglio 2012 prevedeva per l'ospedale “spoke” di Castrovillari l'assegnazione di 223 posti-letto da distribuire nei vari reparti mentre, per effetto del criterio previsto dal Piano di rientro, che fissava in 2,5 posti letto per acuti ogni mille abitanti, alla città di Castrovillari e al Pollino ne dovevano toccare 259. Non solo, quindi, lo “spoke” di Castrovillari ha subito una forte penalizzazione (36 posti-letto in meno) ma, addirittura, i posti-letto per acuti attualmente attivi presso il nosocomio di Castrovillari sono soltanto 114 rispetto ai 223 previsti (109 in meno). Una situazione sanitaria, dunque, che vede quest'area fortemente penalizzata e che rischia di mettere seriamente in pericolo l'incolumità dei cittadini negando, di fatto, il diritto costituzionale garantito ai cittadini alla salvaguardia della salute e alla cura». «Più volte, in coerenza con il nostro ruolo istituzionale - hanno sostenuto i tre esponenti del Pd - abbiamo interessato il Parlamento, il consiglio regionale, il ministro Balduzzi e il presidente della giunta regionale Scopelliti, a cui abbiamo rappresentato la grave situazione di emergenza che si è venuta a creare a Castrovillari, in tutta l'area del Pollino e nell'intera regione. Abbiamo dimostrato, con atti e fatti documentati, che in questi anni, anziché potenziare i servizi territoriali e ospedalieri, sono stai effettuati solo “tagli” indiscriminati e che i decreti del commissario Scopelliti sono rimasti solo belle parole scritte sulla carta cha hanno avuto il pregio di creare una rete sanitaria ed ospedaliera “virtuale”, lontana anni-luce dalla realtà, in cui non vengono garantiti nemmeno i livelli minimi di assistenza. Alle nostre denunce non è seguita alcuna risposta e l'inerzia consapevole di chi aveva la responsabilità di porre rimedio a tale situazione non ha consentito che fossero assunti una serie di provvedimenti amministrativi necessari ad impedire l'insorgere di una vera e propria emergenza sanitaria». «Di fronte a questa situazione drammatica - hanno sostenuto ancora Lo Polito, Laratta e Guccione - il governo centrale non può più continuare a far finta di non vedere. Né può accontentarsi di evidenziare, attraverso il Tavolo Massicci, le numerose criticità ed i ritardi nell'applicazione del Piano di rientro scaduto il 31 dicembre del 2012 che hanno determinato il blocco dell'erogazione delle risorse destinate alla Calabria che verranno erogate soltanto dopo la risoluzione di tutte le criticità emerse nel corso della riunione del Tavolo Massicci svoltasi il 7 novembre del 2012». Guccione, in particolare, ha sostenuto che «non è più tollerabile, e ci auguriamo che ciò non accada, che il presidente Scopelliti, che non ha raggiunto gli obiettivi previsti nei tre anni di attuazione del Piano di rientro, possa ancora continuare a gestire la sanità calabrese come Commissario dal 2013 al 2015».Quicosenza

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