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Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota di Biagio Miraglia, Pasquale Ruggiero e Gianfranco Suriano

in risposta alla reprimenda inviata dal sindaco Pizzino sull’articolo “La stazione dei carabinieri ha cambiato sede”

Non avremmo mai voluto ritornare sull’argomento della grave omissione, a questo punto volutamente posta in essere dall’Amministrazione Pizzino, relativa alla mancata informazione ai nostri concittadini circa il trasferimento della stazione dei carabinieri di Amantea.

Non avremmo mai voluto in quanto ad essere indirettamente interessata alla vicenda è l’Arma dei Carabinieri verso cui nutriamo rispetto e riconoscenza.

Siamo però costretti a rispondere poiché chiamati in causa in modo offensivo dal Sindaco della nostra Città con un delirante comunicato, pubblicato sul profilo facebook “Amministrazione Pizzino”, che non fa certo onore alla carica da lui ricoperta.

Chiariamo, una volta per tutte, che in presenza di informazioni d’interesse pubblico o di utilità sociale ogni Amministrazione comunale ha il dovere di divulgarle alla propria Città, e non vi è dubbio che la notizia in questione rientra in tale ambito.

Cara Amministrazione comunale, il trasferimento della Stazione dei carabinieri, che rappresenta uno dei presidi di sicurezza più importanti, va comunicato immediatamente alla cittadinanza!

I nostri amministratori sono a conoscenza del fatto che tantissimi cittadini, dovendosi rivolgere ai carabinieri, in più di un mese si sono recati in Via Roberto Mirabelli e hanno scoperto che la “caserma” aveva cambiato sede?

Per non sentire l’esigenza di comunicare alla Città questa importante notizia evidentemente non ne sono a conoscenza, e questo è grave!

Come è altrettanto grave, a proposito di sensibilità istituzionale e di basse strumentalizzazioni, chiamare in ballo nel suddetto comunicato le gerarchie interne all’Arma dei carabinieri per nascondere le mancanze degli amministratori comunali.

Un’Amministrazione comunale con un minimo di sensibilità e maturità istituzionale, di preparazione politica-amministrativa e bagaglio di competenze e conoscenze, saprebbe che non spetta ad un Sindaco entrare pubblicamente nel merito del funzionamento interno all’Arma.

Questa sì che è stata una scorrettezza istituzionale senza precedenti ad Amantea!

Andiamo allo stravolgimento della realtà.

E’ vero che dai primi di ottobre 2019 la stazione dei carabinieri non si trova più in via Roberto Mirabelli?

E’ vero che la stragrande maggioranza della cittadinanza ancora disconosce tale importante trasferimento?

E’ vero che la segnaletica stradale che dovrebbe indicare la nuova ubicazione della “caserma” non è stata velocemente aggiornata?

E’ vero che sui social gli amministratori comunicano di tutto e di più e questa primaria ed essenziale notizia non è stata mai data?

Forse l’Amministrazione comunale vive in un mondo virtuale distante anni luce dalle numerose e annose problematiche che interessano i cittadini (non le elenchiamo altrimenti non basterebbe un libro) a cui si sa solo rispondere: c’è il dissesto!

Passiamo agli atteggiamenti populisti. Chi ci conosce sa quanto la cultura populista sia lontana dal nostro sentire e agire.

Piuttosto ricordiamo, a proposito di sciocchi e ingannevoli proclami populisti, che dal palco in campagna elettorale i nostri amministratori comunali della “Lista Azzurra” hanno dichiarato che avrebbero potuto fare decine e decine di assunzioni presso il nostro Comune, Ente peraltro in dissesto. Più populisti di così si muore.

Di questa polemica, di cui avremmo volentieri fatto a meno, ci resta la consapevolezza che la stessa sia comunque servita a molti nostri concittadini per venire a conoscenza dell’avvenuto trasferimento della “caserma”.

Nei nostri interventi sinora non abbiamo mai fatto cenno all’opportunità che l’Amministrazione Pizzino cessi la sua esperienza, come del resto auspicano tantissimi cittadini.

Non lo abbiamo fatto perché pensiamo che un’amministrazione democraticamente eletta debba avere la possibilità di governare cinque anni.

Ma forse è giunto il momento che una riflessione attenta, per il futuro di una intera comunità, in tal senso vada fatta.

Non sappiamo se il senso di responsabilità oggi riesca a prevalere su qualche consigliere comunale affinché con coraggio dichiari la fine di cotanta inefficienza amministrativa e pochezza politica.          

Amantea, 7 novembre 2019

Biagio Miraglia

Pasquale Ruggiero

Gianfranco Suriano

Pubblicato in Cronaca

Amantea è probabilmente uno dei comuni più grossi ed importanti della Calabria a non avere una sede opportuna per i Carabinieri.

La stazione di CC, infatti, è sita in Via Roberto Mirabelli ma manca di opportuni parcheggi , come tantissime case in Amantea.

Proprio per questo i carabinieri per parcheggiare usano il marciapiedi.

Almeno finora.

Senonchè i balconi del manufatto che in parte ospita la caserma versa in precarie condizioni.

Come tantissine altre case di Amantea.

Ed allora uno degli abitanti del palazzo ha chiamato i Vigili del Fuoco per accertare se sussistessero le condizioni di sicurezza minime.

Ed i Vigili del Fuoco nei giorni scorsi si sono recati sul posto.

Dopo la verifica dei luoghi hanno chiamato i Vigili Urbani che hanno apposto alcune transenne e le strisce colorate inibitive dell’uso del marciapiede, ovviamente dopo aver informato il sindaco per la emissione della opportuna ordinanza.

Ora è ovvio che trattandosi di balconi aggettanti sul marciapiede aperto all’uso pubblico competa al proprietario la manutenzione ordinaria e straordinaria onde la sicurezza dell’immobile.

E’ noto che la mancata manutenzione del fabbricato può integrare, qualora ne ricorrano i presupposti, anche una responsabilità penale ai sensi dell’art. 677 C.p., rubricato “Omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina”.

“Il proprietario di un edificio o di una costruzione che minacci rovina ovvero chi è per lui obbligato alla conservazione o alla vigilanza dell’edificio o della costruzione, il quale omette di provvedere ai lavori necessari per rimuovere il pericolo, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da €. 154 a €. 929.

La stessa sanzione si applica a chi, avendone l’obbligo, omette di rimuovere il pericolo cagionato dall’avvenuta rovina di un edificio o di una costruzione.

Se dai fatti preveduti dalle disposizioni precedenti deriva pericolo per le persone, la pena è dell’arresto fino a sei mesi o dell’ammenda non inferiore a €. 309”.

Non sappiamo se sia stata elevato verbale dai carabinieri o dai Vigili Urbani.

Foto dal Web

Ad un certo punto nella mattinata di oggi sento lo squillo del telefono.

Nemmeno il tempo di dire pronto che dall’altro capo del telefono si sente “Ma hanno arrestato qualcuno o sono state soltanto perquisizioni?” 

“…………non ne so nulla” rispondo.

 

“Guarda davanti alla caserma dei CC ci sono un sacco di volanti”

 

Rispondo: “Non è che sia in relazione alla vicenda dei Casalesi?

 

Stamattina infatti il web ha riportato che c’è stata in tutta Italia una pioggia di misure cautelari per camorra.

I carabinieri di Casal di Principe (Caserta) hanno fermato 46 persone ritenute appartenenti al clan dei Casalesi nelle province di Caserta, Napoli, Benevento, Viterbo, Parma, Cosenza e Catanzaro.

La Dda di Napoli ha eseguito 46 misure cautelari nei confronti di 46 indagati ritenuti appartenenti a clan dei Casalesi.

I provvedimenti sono stati eseguiti nelle province di Caserta, Napoli, Benevento, Viterbo, Parma, Cosenza e Catanzaro.

 

Tra i destinatari anche l’ex boss Francesco Schiavone, detto Sandokan, e il figlio Walter.

Scoperto un gruppo, riconducibile alla fazione Venosa del clan, che si occupava anche di racket di una piattaforma per il gioco online che imponeva agli esercenti.

Nessun arresto a Parma, bensì la notifica di un'ordinanza di custodia cautelare in via Burla a un camorrista già detenuto: Francesco Schiavone, detto "Sandokan".

E' quindi confermato che il boss si trova in carcere a Parma.

Il presunto gruppo criminale, che è accusato di essere dedito, tra l’altro, alle estorsioni e alla gestione del gioco on line, è riconducile alla fazione Venosa-Schiavone del clan dei Casalesi e secondo le indagini incassava quasi il 60% dei guadagni degli esercenti ai quali veniva imposta la piattaforma.

Agiva prevalentemente nei Comuni casertani dell’Agro Aversano.

 

Le misure cautelari sono state emesse dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea.

Le accuse contestate dagli inquirenti sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, ricettazione, estorsione, illecita concorrenza con minacce e violenza, intestazione fittizia di beni, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio e detenzione illegale di armi.

Con particolare riferimento al settore del gioco, il presunto gruppo criminale svolgeva attività come imposizione di slot machine o estorsione.

Gli indagati avevano anche messo a punto piattaforma di poker online per bar, i cui proventi andavano per il 60% al clan e il restante all’esercente complice.

Scoperta anche una bisca clandestina in un bar di Casapesenna.

Il Procuratore Giuseppe Borrelli ha spiegato che il titolare di tale bisca “in accordo con il clan, durante l’orario di chiusura organizzava partite al gioco della “zecchinetta” percependo da parte del clan una percentuale sui guadagni”.

Relativamente all’imposizione delle slot “distribuite dalla società prescelta del clan”, il Procuratore Borrelli ha spiegato che i referenti dell’azienda versavano, in cambio del monopolio, una quota per ogni apparecchiatura installata e che ora sono “indagati per concorso esterno in associazione di tipo mafioso”.

E così la domanda resta inevasa.

Ed il titolo inesplicato.

Ma….vi faremo sapere.

Nel Salone degli Stemmi della Prefettura di Reggio Calabria, alla presenza del Prefetto Claudio Sam martino e con la partecipazione del Comandante della Legione dei Carabinieri, Generale di Brigata Andrea Rispoli e il Provveditore Interregionale alle Opere Pubbliche Sicilia - Calabria, Vittorio Federico Rapisarda, sono state sottoscritte le convenzioni per la realizzazione di interventi su beni immobili confiscati alla criminalità organizzata da adibire a Presidi dell’Arma in provincia di Cosenza e di Reggio Calabria.

 

Interessati in questa fase il comune di Amantea, quello di Scalea e quello di Santa Maria del Cedro.

Ad Amantea si procederà alla ristrutturazione di due immobili

Uno di questi sarà destinato a caserma

Un altro immobile invece sarà destinato ad alloggi di servizio.

 

I finanziamenti per la rimodulazione e l’adeguamento degli immobili saranno assicurati dal “Programma Straordinario per la Giustizia in Calabria”, finanziato con 10 milioni di euro ed il cui Soggetto Attuatore e Gestore è il Prefetto di Reggio Calabria.

Nel complesso, sono state assegnate con decreto prefettizio risorse per complessivi euro 9.578.604,95, di cui euro 2.601.435,00 per il potenziamento dei servizi tecnologici e strumentali a fini investigativi (prima linea di intervento), euro 6.977.169,95 per il rafforzamento dell’azione di contrasto alla criminalità organizzata (seconda linea di intervento) di cui euro 2.313.598,50 per l’acquisto di veicoli e euro 4.118.062,45 per la ristrutturazione di beni confiscati alla criminalità organizzata.

Pubblicato in Politica

Il Tribunale di Paola presieduto da Paola Del Giudice ha condannato ad un anno e sei mesi l’ex sindaco di Scalea Mario Russo.

Non solo ma Mario Russo è stato anche interdetto per 1 anno dai pubblici uffici

Tutti increduli e sorpresi i tanti amici amanteani dell’ex sindaco.

Amantea ancora ricorda la sua ferma presa di posizione contro le intimidazioni mafiose.

La stessa pena è stata inflitta a Francesco Silvestri rappresentante della ditta Riviera del sole

I reati contestati erano stati turbativa d'asta e abuso d'ufficio.

La vicenda era relativa al terreno sul quale doveva essere realizzata la nuova caserma dei carabinieri di Scalea.

IlPubblico ministero Grieco ha ricostruito l'intera vicenda.

Eccola in sintesi: La gara d'appalto, per la realizzazione della caserma, era stata annullata e successivamente era stata prodotta una delibera di indirizzo all'ufficio tecnico competente per valutare la possibilità di computare il prezzo del terreno con il prezzo corrispondente di alcuni lavori pubblici in località Petrosa.

Secondo l’accusa il sindaco Russo avrebbe abusato della sua funzioni.

Secondo Nunzio e Nicola Rotondaro il sindaco Russo prima della gara li avrebbe diffidato a non parteciparvi “ Non me ne frega nula del comune, io devo andare alla regione, tu contributi non me ne hai dato, non mi hai mai finanziato campagne elettorali”

E poi continuando “ alla gara non devi partecipare altrimenti ti mando ogni giorno i vigili e l’ufficio tecnico sui cantieri”.

E non basta.

Sempre secondo l’accusa Russo avrebbe indotto Davide Perrone, rappresentante dell’impresa Scalea 3000, non coltivare il procedimento amministrativo per l’annullamento della gara e la conseguente aggiudicazione alla ditta Riviera del sole.

L'Arma dei carabinieri ebbe a precisare: “Le indagini furono iniziate e condotte proprio dai carabinieri di Scalea, poi coordinati e diretti dalla dottoressa Roberta Carotenuto della Procura di Paola. Questo soprattutto per ribadire non solo l’estraneità dell’istituzione a qualsiasi tipo di illecito eventualmente esistente e su cui la magistratura giudicante sarà chiamata ad esprimersi, ma anche per il fatto che fu proprio l’Arma ad investigare in merito e far luce su alcuni aspetti del procedimento amministrativo di alienazione. Il terreno e la struttura, a seguito di vendita da parte del Comune alla società Riviera del Sole, sarebbero state di proprietà privata, da locare, eventualmente e solo a seguito di specifica autorizzazione degli organi di vertice, ancora peraltro non arrivata, all’Arma».

Pubblicato in Alto Tirreno
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