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Ci hanno invitato ad andare a vedere il doppio muro antiesondamento che si sta costruendo nel fiume di Catocastro.

 

La foto è emblematica.

Per realizzare le fondamenta di questo muro è stata rimossa una grande quantità di materiale che era poggiata in prossimità del muro che reggeva il vecchio deposito realizzato nei pressi del mulino di Catocastro.

Un muro che non si vedeva ma che esisteva ed aveva una funzione antiesondiva

Un muro realizzato i primi anni del 1960 dalla ditta Greco di Amantea.

Un muro che era stato realizzato dopo la caduta del muro preesistente, una caduta determinatasi dopo la incresciosa e massiccia asportazione di materiale litoide servito per la realizzazione del raddoppio del rilevato ferroviario, la realizzazione del rilevato della strada statale 18 e le prime intense costruzioni della marina di Amantea.

 

Da quel tempo mai nessun problema di esondazione, salvo il fatto che il livello del fondo del fiume cominciò a crescere.

Non di esondazione, quindi, potrebbe trattarsi, ma, semmai, di riempimento dell’alveo e, cioè, di superamento del ciglio del muro.

E, peraltro, anche, se si determinasse una esondazione ( mai verificatasi per centinaia di anni) nessun danno potrebbe essa apportare ai luoghi.

Non ci sono abitazioni, non ci sono terreni e l’ immobile comunale è dismesso ormai da tempo.

Appare incomprensibile, quindi, perché questo secondo muro quando ne esiste uno ancora intatto , alto ed efficiente.

Ma che volete che sia un po’ di cemento in più?

Ed ancora anche se si stringe la larghezza dell’alveo che importa?

Pubblicato in Cronaca

Noi sappiamo chi sono i ladri!

Era il 16 marzo quando abbiamo postato sul nostro sito Amantea l’articolo dal testo: Sparisce tutta la spiaggia di Catocastro!

Ricordavamo il vecchio adagio napoletano che dice che “nzinu ca u miedicu studie, u malato sinn’i more”.

 

Un proverbio che riassume efficacemente quello che sta vivendo la nostra spiaggia, in primis ed in particolare quella di Catocastro che per secoli è stata amplissima ed ora è letteralmente scomparsa.

Il mare ha “rubato” 4 metri in altezza di sabbia.

In una delle foto il gancio dove si legavano le barche oggi è a 4 metri sul livello del mare.

E’ quindi scomparso un volume di circa 40 mila mc di sabbia, cioè 4 m x 40 m x 250 m.

La spiaggia, anzi le spiagge, sono state per secoli in equilibrio.

Il mare portava via, o meglio trasportava verso sud la sabbia, ma i fiumi le rimpolpavano con materiale nuovo.

Oggi il Catocastro non addiziona materiale litoide alla “sua” spiaggia.

Tante le responsabilità e di tanti.

Non possiamo chiamarle disattenzioni

La colpa è degli enti istituzionali , a cominciare dalla regione, per passare dalla provincia e concludere con il comune che non fa nulla per difendere le proprie spiagge. NULLA!

In passato solo il sindaco Franco La Rupa operò con forza azioni a tutela delle spiagge.

Oggi niente!

Vi chiederete perchè la spiaggia di Catocastro ( e non solo quella) è sparita.

Ve lo ricordiamo.

La colpa storica è delle abnormi asportazioni di materiale, del mare, prima, e del fiume, dopo, servite per il rilevato ferroviario( a fine 800), servite per il raddoppio del rilevato stesso( negli anni sessanta), del rilevato della SS18( sempre negli anni sessanta), e servite per la costruzione della parte bassa della città nei decenni successivi.

E quando per colpa di queste abnormi asportazioni sono caduti i muri laterali del fiume la soluzione trovata è stato il peggior rimedio possibile.

Invece di lasciare fare alla natura garantendo comunque il trasporto del materiale fino alla spiaggia, sono state realizzate le briglie trasversali che insieme con il ponte della provinciale per Lago hanno fermato ogni trasporto e possibile ricarica delle spiagge.

Anche nel recente convegno sulla erosione costiera organizzato da Rotary Club non abbiamo fatto mancare le nostre osservazioni chiedendo di abbassare le briglie per permettere il trasporto a mare del materiale litoide.

Vox clamantis in deserto!.

Nessuno ha ascoltato e fatta propria la nostra proposta, nessuno si è preoccupato di valutare questo suggerimento.

Tantomeno il comune.

E’ una ennesima indicibile vergogna di questo paese e delle amministrazioni di questa città. Commissari non esclusi, ma di loro, del loro silenzio, dei loro errori parleremo più avanti. Nemmeno a loro faremo sconti.

Ci auguriamo, infine, una nuova giunta che abbia nelle sue componenti voglia di cambiamento, intelligenza, saggezza e coraggio. Ma questo dipende da noi. E nel caso della spiaggia di Catocastro anche dai Catocastresi!

Ah, dimenticavamo la cosa importante

Ah che se è impossibile scendere a mare ed i massi sono nell’acqua hanno vietato la balneazione come si nota al cartello poggiato sui massi perché non c’è sabbia dove poterlo infilare!

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Primo Piano

La vicenda del fiume Catocastro sembra tragicomica.

Qualche tempo fa gli abitanti delle zone limitrofe al fiume hanno denunciato il rischio di una sua esondazione.

Intervenne la Regione e provvide ad alzare i muri laterali antiesondivi e ad abbassare il letto del fiume.

Non fecero invece l’unica cosa assolutamente necessaria quale era ed è l’abbassamento della briglia prossima al mare e che riduce la velocità delle acque ed il trasporto di materiale litoide.

E così il letto del fiume si è alzato.

Ed allora ecco un escavatore che realizza un fosso nella zona centrale del letto del fiume dove le acque dello stesso si riverseranno .

In sostanza le eventuali piene si concentreranno in una piccola parte del fiume così da determinare una maggiore potenza delle acque ed un maggiore trasporto di sabbia e pietrisco verso il mare.

Non sappiamo se funzionerà e se questo artificio meccanico riuscirà a ricostituire la spiaggia che oggi manca totalmente.

Vedremo e vi faremo sapere.

ponte“In futuro ciascuno avrà 15 minuti di fama” scriveva Andy Warhol nel 1968. Uno slogan che ha funzionato e che tutti hanno cercato nel tempo di metabolizzare a proprio vantaggio, facendo carte false pur di essere noto (compreso rendersi ridicoli e/o volgari) e raggiungere il proprio agognato quarto d’ora di gloria anche a distanza utilizzando “il ponte” della tecnologia moderna dove poter sciorinare la propria bravura con il pretesto fin troppo evidente di essere stato semplicemente citato in uno dei tanti articoli scritti dal sottoscritto in questi ultimi anni. Il desiderio di essere sotto i riflettori, la voglia irrefrenabile di mostrarsi agli altri, il poco comprensibile imperativo di apparire come non si è, o comunque, di voler dimostrare che si è di più, che siamo riusciti a toglierci dal cono d’ombra e siamo diversi. Poi a livello più personale, penso che la voglia di mostrarsi e di essere noti ci sia sempre stata, ora è più amplificata perché c'è più possibilità e necessità di farlo, però credo sia nell'indole dell'uomo il farsi vedere, lasciare una traccia di sé. A volte questa spasmodica voglia di “esserci” e di contare qualcosa porta all’essere ridicolo e alla depressione che è una   patologia dell'umore, in particolare un disturbo dell'umore caratterizzato da un insieme di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici ed affettivi che, nel loro insieme, sono in grado di diminuire in forma lieve o grave il tono dell'umore, compromettendo il "comportamento" di una persona, nonché le sue abilità ad adattarsi alla vita sociale. La depressione non è quindi, come spesso ritenuto, un semplice abbassamento dell'umore, ma un insieme di sintomi più o meno complessi che alterano anche in maniera consistente il modo in cui una persona ragiona, pensa e raffigura sé stessa, gli altri e il mondo esterno. Un tempo la reputazione era soltanto o buona o cattiva, e quando si rischiava una cattiva reputazione (perché si faceva fallimento o perché ci dicevano cornuto) si arrivava a riscattarla col suicidio o col delitto d’onore. Naturalmente tutti aspiravano ad avere una buona reputazione. Ma da tempo il concetto di reputazione ha ceduto il posto a quello di notorietà. Conta essere “riconosciuto” dai propri simili, ma non nel senso del riconoscimento come stima o premio, bensì in quello più banale per cui, vedendoti per strada, gli altri possano dire “guarda, è proprio lui”. Il valore predominante è diventato l’apparire. La società in cui viviamo è impostata su questi ideali, l'apparire, la notorietà, e questo influisce sicuramente sulle persone, anche perché del resto la società è fatta di persone. La nostra società cosa propone in prima linea? Grande fratello, reality vari, amici di Maria de Filippi, Uomini & Donne; tutte cose fatte di telecamere, estetica e notorietà. Quindi essere famosi è un concetto che viene portato così in alto perché è così che al momento vive una gran fetta della società italiana. Quindi sono convinto che sia un bisogno molto umano quello di lasciare qualcosa di sé, ma l'eccesso non mi è gradito, nel senso che non mi piace questa ricerca di notorietà che stiamo vivendo ultimamente, persone che farebbero di tutto pur di apparire, che annullerebbero sé stesse per una mediocre parte in un reality o su un trono della de Filippi. Depersonalizzazione pura, un sacrificio per le luci della ribalta [fossero almeno meritate].

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Primo Piano

“Parole, parole, parole, soltanto parole” cantava Mina agli inizi degli anni settanta.

Ed è così, anche oggi.

Il mare continua a raccogliere tutto quello che in esso sversiamo.

Ma come possiamo pretendere un mare cristallino se appena svoltiamo l’angolo le acque del Catocastro diventano terribilmente nere come mostrano le foto.

Nere di cosa?

Vai a saperlo .

Per saperlo sarebbe stato necessario che una qualsiasi delle tante autorità che svolgono la loro attività in Amantea facesse uno o più prelievi sottoponendoli ad un laboratorio.

Ma riteniamo che nessuno lo abbia fatto.

Saremo lieti di essere smentiti, lieti se domani ci venisse detto che l’ASP ha fatto i prelievi, o se li hanno fatto la Guardia Costiera , o la Polizia Municipale, o chiunque altro!

E quindi la nostra domanda è destinata a restare senza risposta.

Ma forse nessuno la vuole questa verità.

Non sapremo mai se si tratta di reflui della lavorazione delle olive, come avvenne qualche anno fa nell’Oliva.

O se uno dei classici autospurgo ha sversato il suo carico.

Se non peggio!

In due abbiamo provato a risalire il Catocastro alla ricerca di tracce della immissione, ma purtroppo era troppo tardi.

 

Le acque del fiume erano pulite nei pressi della passerella di accesso alla frazione Chiaie così da far ritenere che la immissione sia avvenuta a mare della passerella stessa.

Per contro il fondo di scorrimento delle acque ( non le stesse, però) era fortemente scuro nei pressi della passerella a nord.

In siffatte condizioni non resta, al più, che prelevare il materiale sul fondo del fiume per stabilire quali tracce restano dell’inquinamento di stamattina.

Ma soprattutto resta la lezione di fondo.

Che poi è quella che quando si avverte un inquinamento diffuso occorre dare immediato allarme e se anche non risponde nessuno formare un gruppo che risale il fiume e fotografa lo stesso alla ricerca del punto di immissione.

E sembra che si stia per costituire un comitato per la difesa del Catocastro e del mare.

Vi terremo informati.

Come oggi.

Pubblicato in Cronaca

Sullo stato delle acque marine si discute spesso, seppur come abbiamo sostenuto sempre, in modo parziale ed approssimativo, se non distorto.

 

Ed anche i dati che ci sono offerti ci appaiono parziali ed approssimativi.

E’ ovvio che le acque sono quasi sempre eccellenti ed alcune amministrazioni se ne fanno addirittura vanto, salvo, poi, scoprire che le acque di molti torrenti e fiumi sono fortemente inquinati da escherichiacoli che poi si diluiscono nelle immense quantità di acque marine così che sembrano scomparire.

 

Per non parlare delle reti fognarie e parafognarie che talora scaricano direttamente nel mare senza alcun controllo.

Ora però sul nostro territorio interviene il Reparto Operativo del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto con uno dei suoi L.A.M., cioè “Laboratorio Ambientale Mobile”.

 

E’ la prosecuzione dell’azione del progetto “Quant’è profondo il Mare”, che vede impiegati gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore del polo scolastico di Amantea con la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, con la supervisione della Direzione Marittima di Reggio Calabria, è stato possibile far intervenire direttamente dal Reparto Operativo del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto uno dei tre L.A.M. - “Laboratorio Ambientale Mobile” - sulle foci dei fiumi Catocastro, Oliva e Savuto, per l’esecuzione di prelievi di acque e successive analisi “fisico”, “chimico-fisico” e “microbiologiche” (escherichiacoli).

 

La componente LAM (Laboratorio Ambientale Mobile) trae vita da uno studio congiunto tra il Corpo delle Capitanerie di Porto ed I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale), mirato al potenziamento delle capacità operative della Guardia Costiera nel campo della tutela ambientale.

Ne è scaturito un programma articolato che ha permesso al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di acquisire uno strumento importante per le proprie finalità istituzionali.

Infatti l’impiego dei LAM permette l’accertamento di violazioni che possano causare danni o situazioni di pericolo per l’ambiente marino e costiero, il cui accertamento ricade tra i vari compiti istituzionali del Corpo delle Capitanerie di Porto.

 

I LAM sono coordinati dal 3° Reparto del Comando Generale e vengono impiegati sull’intero territorio Nazionale su richiesta dei comandi Guardia Costiera periferici. Grazie alla possibilità di raggiungere in maniera rapida la zona interessata e di ottenere i risultati delle analisi di laboratorio in tempi molto brevi, i LAM risultano adeguati per fornire risposte immediate sullo stato delle acque analizzate.

Essi permettono di individuare in acqua dolce, di mare e reflue inquinamento da metalli e da altre sostanze chimiche, da sostanze organiche e di tipo fecale. A bordo dei LAM, come in questo caso, sono impiegati militari della Guardia Costiera, laureati in discipline scientifiche ed in possesso di abilitazione alla professione di Biologo.

Nella giornata odierna il Maresciallo Stefano LEPPE ed il Sottocapo SINESI, entrambi alle dipendenze del Comando Generale, hanno eseguito le attività di campionamento alla presenza degli studenti partecipanti al progetto “Quant’è profondo il Mare”.

 

Grazie a questa attività gli studenti, che hanno manifestato estremo interesse per l’attività, hanno potuto testare con mano una delle eccellenze dei mezzi in uso al Corpo delle Capitanerie di Porto, in due distinte fasi: la prima teorica nella quale l’equipaggio del LAM ha illustrato con una lezione specifica le potenzialità del mezzo e la seconda pratica relativa ai campionamenti e alle successive fasi di analisi di laboratorio.

 

Intanto i complimenti all’IIS di Amantea ed al Corpo delle Capitanerie di Porto nelle sue varie componenti ed ecco le foto.

Pubblicato in Cronaca

L’ultima ma reggiata ha asportato qua si 100 mila mc di sabbia dalla già piccola spiaggia di Catocastro.

Il bagnasciuga è prossimo al rilevato ferroviario.

Come si nota nelle foto. sono emersi i plinti di cemento che erano stati sempre interamente sepolti sotto la sabbia ed addirittura i massi di pietra antistanti che li tutelavano dai marosi

In sostanza la intera spiaggia è scomparsa.

Ci dicono gli anziani che la spiaggia un tempo era larga almeno ottanta metri.

Una spiaggia che si era formata nel tempo grazie al materiale litoide giornalmente apportato dal fiume omonimo in quello che era un equilibrio stabile tra masse sabbiose che sparivano e si riformavano.

Poi i prelievi selvaggi che si fecero per il raddoppio del rilevato ferroviario , per il rilevato della SS18, per l’intenso processo costruttivo della nostra cittadina diedero inizio al dissesto ambientale ancora perdurante.

Ad assistere al funerale della spiaggia 3 “guardiani” dei fiumi.

Dipendenti regionali visti per la prima volta ed ai quali abbiamo riferito quanto visto e le ragioni di questo grave fenomeno da noi individuate nelle briglie trasversali che spezzano la velocità del trasporto a mare di materiale litoide.

La situazione appena definitasi sulla spiaggia di Catocastro somiglia a quella che da tempo( dagli anni settanta) è presente nella zona di Acquicella, appena, appena temperata dalla scogliera realizzata a nord del riferito fiume

Ma è la prima volta che succede a sud del fiume.

Se continua così, ora, anche il rilevato ferroviario potrebbe essere a rischio.

Il vecchio tratto della SS18 che da Acquicella porta ad attraversare il ponte azzurro sul Catocastro è stato trasferito molti anni fa nella competenza del comune di Amantea e riteniamo di ricordare bene senza che fosse preventivamente messo in sufficiente sicurezza.

 

E’ da supporre, pertanto, che la manutenzione di tale tratto di strada si appartenga al comune di Amantea e non all’ente provincia, competente, invece , per la ex strada statale 278 di Potame poi dal 2002 diventata strada provinciale 257.

Non si tratta di una mera esercitazione amministrativa. Affatto.

Il problema riguarda, come si rileva dalla foto, il fatto che il parapetto lato valle che sta crollando.

Le barre verticali si sono talmente arrugginite che si sono staccate dai supporti.

In conseguenza si sono inclinate e sono pronte a cadere sulla strada comunale.

E questo sarebbe il meno, considerato il traffico scarso che transita su tale strada.

Ben più grave sarebbe la caduta del parapetto sulla sottostante strada provinciale.

Nè ci sembra in condizioni di sicurezza il parapetto lato monte.

 

Ricordiamo che la strada ss18 venne realizzata negli anni venti e la provinciale sp 257 agli inizi degli anni settanta ( compreso il parapetto) e cioè circa 45 anni fa senza che esso , ci sembra, sia stato mai sostituito.

Non si disdegni l’ente di sostituirlo o quantomeno di rimuoverlo o metterlo in sicurezza.

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Ecco finalmente una buona notizia che conferma la verità alternativa che emerge sempre più e che si sostituisce a quell’altra alla quale certa stampa ci aveva “costretti” a credere.

La diffonde la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia che sta operando nell’ambito del Progetto “Quant’è profondo il Mare” che si svolge ad Amantea su impulso dell’Istituto di Istruzione Superiore del polo scolastico di Amantea.

In tale ambito, e grazie alla Direzione Marittima di Reggio Calabria, è stato possibile far intervenire direttamente dal Reparto Operativo del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto uno dei tre L.A.M. - “Laboratorio Ambientale Mobile” disponibili

I laboratori ed il personale specialistico delle Capitaneria di porto, nella fattispecie il Tenente Maura PISCONTI ed il Maresciallo Stefano LEPPE, entrambi alle dipendenze del Comando Generale accompagnati dagli studenti dell’IIS di Amantea guidati dal prof Rocco Alecce, si sono recati nei fiumi di Catocastro, Oliva e Savuto, per l’esecuzione di prelievi di acque e successive analisi “fisico”, “chimico-fisico” e “microbiologiche” (escherichiacoli).

Bene. Ed ecco la piacevole verità.

Le attività di analisi eseguite nei pressi delle foci dei tre fiumi hanno restituito un quadro ambientale non interessato da criticità.

In sostanza le acque delle tre aste fluviali campionate in prossimità delle foci hanno evidenziato che i valori scaturenti dalle analisi ottenute rientrano nei limiti stabiliti dal Testo Unico Ambientale per le immissioni in acque superficiali.

Una buona notizia, questa, per l’approssimarsi dell’inizio della stagione estiva e che confermano un eccellente stato di salute delle acque di balneazione.

Un risultato, questo, certamente da ascrivere alla forte attenzione esercitata sui fiumi proprio dalla Capitaneria di porto di Vibo.

Peraltro, le pochissime unità di colibatteri fecali si appartengono alla specie animale e non all’uomo, segno che finalmente il sistema dei depuratori funziona.

Intanto esprimiamo i ringraziamenti della città in attesa che l’amministrazione “scopra” e diffonda questa straordinaria notizia!

Catocastro

 

 

Pubblicato in Politica

costa 1Nell’ambito del Progetto “Quant’è profondo il Mare”, che vede impiegati gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore del polo scolastico di Amantea con la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, con la supervisione della Direzione Marittima di Reggio Calabria, è stato possibile far intervenire direttamente dal Reparto Operativo del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto uno dei tre L.A.M.

 “Laboratorio Ambientale Mobile” - sulle foci dei fiumi Catocastro, Oliva e Savuto, per l’esecuzione di prelievi di acque e successive analisi “fisico”, “chimico-fisico” e “microbiologiche” (escherichiacoli).

La componente LAM (Laboratorio Ambientale Mobile) trae vita da uno studio congiunto tra il Corpo delle Capitanerie di Porto ed I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale), mirato al potenziamento delle capacità operative della Guardia Costiera nel campo della tutela ambientale.

Ne è scaturito un programma articolato che ha permesso al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di acquisire uno strumento importante per le proprie finalità istituzionali.

Infatti l’impiego dei LAM permette l’accertamento di violazioni che possano causare danni o situazioni di pericolo per l’ambiente marino e costiero, il cui accertamento ricade tra i vari compiti istituzionali del Corpo delle Capitanerie di Porto.

I LAM sono coordinati dal 3° Reparto del Comando Generale e vengono impiegati sull’intero territorio Nazionale su richiesta dei comandi Guardia Costiera periferici. Grazie alla possibilità di raggiungere in maniera rapida la zona interessata e di ottenere i risultati delle analisi di laboratorio in tempi molto brevi, i LAM risultano adeguati per fornire risposte immediate sullo stato delle acque analizzate.

Essi permettono di individuare in acqua dolce, di  mare e reflue inquinamento da metalli e da altre sostanze chimiche, da sostanze organiche e di tipo fecale. A bordo dei LAM, come in questo caso, sono impiegati militari della Guardia Costiera, laureati in discipline scientifiche ed in possesso di abilitazione alla professione di Biologo.

Sui campionamenti eseguiti sulle foci dei fiumi Catocastro, Oliva e Savuto hanno operato il Tenente Maura PISCONTI ed il Maresciallo Stefano LEPPE entrambi alle dipendenze del Comando Generale, che hanno eseguito le attività di campionamento alla presenza degli studenti partecipanti al progetto “Quant’è profondo il Mare”.

Le attività di analisi eseguite sulle foci dei tre fiumi hanno restituito un quadro ambientale non interessato da criticità. Infatti le aste fluviali campionati in prossimità delle foci hanno evidenziato che i valori scaturenti dalle analisi ottenute rientrano nei limiti stabiliti dal Testo Unico Ambientale per le immissioni in acque superficiali.

Una buona notizia, questa, per l’approssimarsi dell’inizio della stagione estiva e che confermano un eccellente stato di salute delle acque di balneazione.

Grazie a questa attività gli studenti hanno potuto testare con mano una delle eccellenze dei mezzi in uso al Corpo delle Capitanerie di Porto, in due distinte fasi: la prima teorica nella quale l’equipaggio del LAM ha illustrato con una lezione specifica le potenzialità del mezzo e la seconda pratica relativa ai campionamenti e alle successive fasi di analisi di laboratorio.

Al termine delle attività il Comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina C.F.(CP) Antonio LO GIUDICE ed il Dirigente dell’Istituto Scolastico Dott. Francesco CALABRIA hanno sottoscritto un protocollo d’intesa alla presenza del Provveditore agli Studi di Cosenza Dott. Luciano GRECO per meglio definire e consolidare le attività didattiche e pratiche che gli studenti potranno seguire grazie alla collaborazione della Guardia Costiera.

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