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Noi pensiamo di si.

Almeno a giudicare dal fatto che crede anche che il nostro mare sia da bere!.

E non lo crede soltanto adesso.

Ci credeva anche quando era presidente della provincia di Cosenza.

E non è stato il solo a credere nel mare da bere.

Ci credeva anche Loiero.

Ma ora la vicenda del “mare da bere” assume i contorni del grottesco e del patetico

Della serie#Or che bravo sono stato, posso fare anche il bucato?#

Solo che la risposta non è quella del Carosello# No. Il bucato in casa c’è chi lo fa meglio di te # . Affatto!

Anzi ora fanno tutti finta di fare un buon bucato.

Nei giorni scorsi, infatti, ha dichiarato di credere alla bufala del mare da bere anche l’assessore regionale all’ambiente Antonella Rizzo, la quale intervenendo all’iniziativa su “I mari calabresi”, organizzata dalla sede regionale della Stazione zoologica, istituto nazionale di biologia ecologica e biotecnologie marine “Anton Dohrn” e patrocinata dalla Regione Calabria, ha ricordato che la Regione per gli habitat naturali di mare e di terra ha impegnato risorse importanti del Por ed ha parlato di Marine strategy ed ha affermato « l’ambiente marino costituisce un patrimonio prezioso che deve essere protetto per mantenere la biodiversità e preservare la diversità. In tal senso – ha rimarcato – abbiamo avviato attività, anche in collaborazione con i pescatori e con le associazioni, per pulire il mare dalla microplastica e gli arenili dai rifiuti spiaggiati e dalla posidonia. La Calabria – ha inoltre evidenziato – possiede il maggior numero di aree protette di mare e di terra ed è la seconda Regione che ha completato sia i Sic (Siti di importanza comunitaria) che le Zsc (Zone speciali di conservazione)».

Il direttore della sede calabrese della Stazione zoologica Silvestro Greco ha messo in evidenza l’importanza della biodiversità: «Uno scrigno straordinario del quale almeno il 60% non è ancora stato esplorato. La Stazione zoologica calabrese è di questo che si vuole occupare».

Il commissario dell’Arpacal Maria Francesca Gatto ha delineato i programmi messi in campo dall’agenzia in materia ambientale. «L’ambiente – ha dichiarato – costituisce una delle più importanti risorse della nostra regione e l’Arpacal è inserita in piani e programmi nazionali di monitoraggio e sta dimostrando di realizzare, in collaborazione con l’assessorato regionale all’ambiente, progetti scientifici di grande valenza. Inoltre – ha annunciato – stiamo lavorando all’istituzione di un Centro di strategie marine a valenza regionale dove far confluire tutti i progetti sul mare».

Sull’importanza di operare in sinergia sui progetti e di interagire sui temi nel senso propositivo e operativo e sulla necessità della collaborazione si sono soffermati il rettore dell’Università degli studi di Cosenza Gino Mirocle Crisci e il prorettore delegato dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria Claudio di Capua.

«Il 98% del volume degli oceani è profondo e la Calabria ha la percentuale di mari profondi più importanti del Mediterraneo con la maggiore ricchezza di biodiversità. Uno scrigno ancora sconosciuto».

Lo ha affermato il presidente della Stazione zoologica “Anton Dohrn” Roberto Danovaro che ha aggiunto: «Non possiamo lasciare l’ambiente e se stesso. Per questo, per noi, la Stazione zoologica in Calabria è strategica».

Paola Del Negro, dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, ha parlato, tra l’altro, dell’importanza della formazione e della ricerca soffermandosi sull’importanza della blue economy legata al mare che potrebbe diventare un settore di rilevanza nazionale per la Calabria.

Durante la giornata di studio si è anche parlato di pesca: settore definito dal dirigente di ricerca Ispra afferente Szn Franco Andaloro il più importante volano economico per le regioni del Sud e di corallo nero: tra le biodiversità da salvaguardare – secondo Angelo Cau dell’Università di Cagliari – e di cui la Calabria è ricca.

Insomma tutti si vantano del nostro mare a favore del quale nessuno –ci sembra- abbia contribuito se non la natura.

E nessuno che ci parli del suo reale stato di salute.

Anzi, al contrario, tutti dicono che sta bene , che è da bere, sottovalutando il grave fenomeno della mucillagine come se fosse un fatto naturale e non la espressione di un grave malessere.

E per farlo si continua ad insistere cercando solo i segni della fogna , cioè i coliformi fecali e gli streptococchi fecali.

Nessuno che ci dica il resto , cioè il PH, l’Ossigeno disciolto, il BOD5, i fosfati, i nitrati, eccetera. E soprattutto nessuno che ci dica la verità sulla cd mucillagine.

Al più leggiamo che Nicola Ungaro e Anna Maria Pastorelli, membri della\r\ndirezione Scientifica dell’U.O.C. Ambienti Naturali e dell’U.O.S. Mare e Coste dell’Arpa Puglia, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, dicono che ”In generale le schiume marine “bianche” non rappresentano una minaccia per la salute umana, a meno della presenza di una fioritura di fitoplancton tossico. E’ buona norma però evitare di bagnarsi direttamente nelle schiume, a causa della potenziale capacità delle stesse di aggregare e concentrare materiale o sostanze indesiderate”.

I mari del mondo( soprattutto in Australia) creano incredibili schiume che invadono le coste.

In Italia tale problema è presente soprattutto nell’adriatico( vedi anche recentemente), sia a nord che in Puglia,. Un fenomeno invero antico e che un tempo veniva chiamato Bronto del mare

Da qualche tempo lo stesso fenomeno lo si avverte fortemente in Toscana, nel Lazio ed in Campania.

Poche volte in verità in Calabria.

L’ultima volta che io ricordi è stato quando il dr Greco era assessore in calabria.

Ma prima o dopo ne saremo invasi se non faremo qualcosa oltre le chiacchiere

Un tempo questa schiuma non c’era!

Pubblicato in Calabria

Parola di Ar pat. Cioè del la Agenzia re gionale per la protezione ambientale della Tosca na.

Questa natu ra comincia scherzare un po’ troppo.

Finora si è divertita a colorare i fiori.

Ora colora anche le acque.

Prima quelle del mare ed ora quelle dei fiumi.

Parliamo dell’Arno dove Alessandro Manzoni risciacquò i Promessi Sposi.

Acque pulitissime in quei tempi.

Oggi non lo potrebbe fare più.

Oggi l’Arno è pieno di macchie bianche e gialle.(vedi foto)

Leggiamo su Firenzetoday : Schiume bianche e giallastre in Arno all'altezza della pescaia di Santa Rosa e San Niccolò. Il fenomeno si è verificato una settimana fa ed è stato segnalato da alcuni residenti all'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpat). I tecnici hanno prelevato alcuni campioni d'acqua nel fiume per portarli in laboratorio. Si è scoperto che "il fenomeno di formazione di schiume nell'acqua del fiume, che si manifesta solo dopo il deflusso dalle pescaie, è da ricondurre ad origine naturale, legato anche alla presenza di fioriture algali favorite dalle alte temperature registrate intorno alla metà del mese di aprile e dalle precipitazioni atmosferiche avvenute successivamente".

Un analogo episodio, con chiazze di schiuma giallo arancione, si è verificato qualche giorno dopo (25 Aprile) presso la pescaia delle Sieci nel comune di Pontassieve e quella delle Falle a Fiesole. Arpat fa sapere che anche in questo caso la formazione di schiuma è da ricondurre ad origine naturale.

Pubblicato in Italia

Non solo il TG3 racconta del mare sporco di Amantea, ma addirittura il Quotidiano dedica al nostro mare la prima pagina.

Ovviamente non d’iniziativa ( sic) ma perchè un anonimo cittadino invia una foto con una macchia di schiuma a mare.

E non è stato l’unico, perché un altro , il giorno prima, ne aveva inviata ad un sito web una seconda con un’altra macchia di schiuma fotografata un po’ più avanti( a Coreca)

Foto che hanno contribuito a distruggere quel poco di immagine turistica che ancora conservava il nostro mare e la nostra città

Ovviamente la vicenda deve essere sfuggita all’amministrazione comunale ed al suo addetto stampa perché non hanno reagito.

In alcun modo.

Non hanno ricordato il vanto. ormai quasi decennale. di “mare eccellente”, quello che ormai viene diffuso ripetutamente come uno slogan e perfino fatto oggetto di 6x3 diffusi in giro sul territorio.

Si tratta di un silenzio molto espressivo, perché se di “vergogna” si tratta è una vergogna da condividere con l’intero sistema di controlli pseudo sanitari

Non ci risulta nemmeno se sia stato chiesto al Quotidiano il nome dell’ informatore , non fosse altro che per avere certezza che si trattava di una foto scattata proprio in questi giorni visto che si trattava certamente di Amantea.

Né è stato evidenziato che si tratta di un fenomeno da condividere con quasi tutta l’Italia tirrenica.

Richiamarlo, in sostanza, come un fenomeno amanteano è una sostanziale non verità che segnala più che un mare Tirreno sporco, il mare di Amantea come sporco

Perché questo silenzio di fronte all’ennesimo attacco ad Amantea ?.

Forse perché sanno che nessuno la difende?

Ma nessuno si rende conto che in questo modo uccidono una città già turisticamente morta?

Ed infine perché l’amministrazione comunale non fa nulla perché Amantea abbia un mare più pulito?

Eppure al comune sanno che è ben possibile!

Pubblicato in Cronaca

Incredibili i dati dell’Arpacal. Incredibili nella loro incredibilità ed inutilità.

Se accedete al sito “segnalazioni SOS mare” leggerete che le segnalazioni sono distribuite nel numero di 37 in provincia di Cosenza, di 36 in Reggio Calabria e di 42 in provincia di Catanzaro,Crotone,Vibo valentia

In realtà non è il numero delle segnalazioni ma le località; un dato di fatto inutile perché non rende nemmeno la intensità delle segnalazioni medesime

Bisogna accedere in ogni località per percepire, almeno a livello teorico, gli eventi. Si scopriranno così almeno 3 tipologie di intensità. Quella con una o due segnalazioni, quella con 8-10 segnalazioni e quelle con 10 ed oltre venti segnalazioni.

Ed è una sorpresa scoprire tra le prime località non tanto Rossano, quanto Tropea! E poi ancora Nicotera e Falconara Albanese.

Viene allora da chiedersi da cosa dipende tale differenza. Da maggiore o minor sensibilità ecologico- ambientale?. Dal minor e maggior numero di presenze? O da che cosa? Ed ancora, si tratta di scarichi abusivi, forse? Ed infine ad ogni segnalazione corrisponde un accesso?

Ma ecco cosa dice l'Arpacal.

 

La presenza di rifiuti a mare e di schiume, che nella maggior parte dei casi è stata accertata quale mucillagine o proliferazione algale, sono le principali emergenze segnalate al Numero Verde dell’Arpacal (800.33.19.29) dai cittadini presenti su pressoché l’intera costa calabrese.

E’ questo l’esito del primo report interno di valutazione dell’iniziativa “SOS Pronto intervento per il Mare 2013”, operativa a seguito di un accordo siglato tra l’assessorato all’Ambiente della Regione Calabria, la Direzione Marittima regionale e l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal).

“E’ su gran parte della costa calabrese – afferma la dr.ssa Francesca Pedullà, responsabile scientifico dell’iniziativa - che le criticità evidenziate dai cittadini, nella maggior parte dei casi, riguardano la presenza di rifiuti a mare e schiuma, percepita come inquinamento causato dallo sversamento in mare di acque reflue non depurate, ma spesso risultanti quali mucillagine o proliferazione algale di specie non tossiche non associate alla presenza di coliformi ed enterococchi intestinali, e quindi non di origine fecale”.

“A riguardo – continua Pedullà - occorre precisare che già lo scorso anno, dagli interventi effettuati nella campagna SOS Mare 2012, è emerso che lo specchio acqueo antistante molti comuni costieri è stato interessato dal fenomeno dell’insorgere periodico di schiume dense e persistenti lungo la fascia costiera sia ionica che tirrenica. Il fenomeno delle mucillagini è la manifestazione di un complesso meccanismo biologico e fisico influenzato da molti fattori. Primi fra tutti la circolazione delle acque, l’intensità dei venti, la geomorfologia della linea di costa, l’incremento dei nutrienti nel periodo estivo e la presenza di fonti di impatto antropiche e da apporti fluviali. Il meccanismo fisico che determina la formazione delle schiume è infatti influenzato da una particolare circolazione delle acque che in associazione a venti di modesta intensità e alla temperatura stagionale, permette al plancton naturale di risalire in superficie per concentrarsi in aggregati schiumosi, anche molto estesi, dovuti all’attività metabolica naturale dello stesso fitoplancton”.

“Le analisi microbiologiche sulle schiume che hanno effettuato i laboratori Arpacal – conclude la dr.ssa Pedullà - non hanno evidenziato contaminazione fecale. L’analisi microscopica in alcuni casi ha rilevato presenza di fioritura algale come nello specchio acqueo antistante il comune di San Ferdinando (RC), interessato dalla presenza della microalga “Gymnodinium spp”, referto confermato anche dagli esperti del Centro di Ricerche Marine di Cesenatico. Si tratta di cloroficee che non appartengono alle specie produttori di tossine”

L’incredibile sta nel fatto che questi fenomeni di aggregati schiumosi( anche colorati) sono così normali che ci si vuol far credere che bisogna preoccuparsi se non li vediamo!!!!

Pubblicato in Calabria

Leggiamo sui blog il seguente articolo :” Turisti già sotto l’ombrellone, ma la Calabria non si smentisce”.

Poi il giornalista scrive: “Già dalla scorsa estate numerosi turisti lamentavano a Cassano allo Jonio la presenza di una scia schiumosa che puntualmente, a mezzogiorno, compariva in mare tra i bagnati increduli. Il fenomeno monitorato da Arpacal e Capitaneria di Porto, a seguito delle segnalazioni dei bagnanti preoccupati dalla presenza dell’anomalo liquame, nonostante i lavori di bonifica effettuati negli ultimi mesi si sta nuovamente verificando sul litorale sibarita.

Sempre allo stesso orario i vacanzieri segnalano che da sud, ovvero dall’area in cui sfociano il fiume Crati e il canale Stombi, appare una inquietante cortina di melma color marrone che affiora tra le acque.

L’Arpacal su segnalazione della Capitaneria di Porto di Corigliano avrebbe già provveduto a prelevare campioni ed analizzare la schiuma e le acque della costa cassanese.

Dai rilievi dell’anno passato era emerso che il liquame non sarebbe nocivo per la salute, non essendo presente nella propria composizione chimica alcun tipo di inquinante al di sopra dei valori previsti dalla legge.”

Poi il giornalista riporta che “ Gli episodi sarebbero infatti da attribuire a fattori naturali: le correnti del Crati e dello Stombi hanno una forza maggiore delle correnti marine ed incontrandosi causerebbero la formazione della famigerata schiuma. La problematica sarebbe quindi da ricercare negli impianti di depurazione e nella portata dei canali. Nei flussi d’acqua che riversano in mare sono presenti diversi detriti che accumulandosi sui fondali marini durante la stagione invernale riaffiorano con l’arrivo dei bagnanti che immergendosi in acqua riporterebbero gli accumuli melmosi a galla”

Una risata è d’obbligo! Una amara risata!

La schiuma quindi nascerebbe dall’incontro delle correnti!

Questo incontro avviene per ogni fiume e per ogni torrente: se fosse vero allora dovremmo avere la schiuma sempre , in ogni giorno dell’anno, in ogni momento della giornata: ebbene sappiamo che non è così: allora non resta che pensare male e ridere amaramente.

E poi la schiuma deriverebbe dagli accumuli melmosi che risalgono a galla perché sollecitati dai piedi dei bagnanti.

Anche qui una risata è d’obbligo! Una risata amara!

Insomma basta evitare i bagnanti ed anche che i bagnanti tocchino il fondo e non avremo più la schiuma??!!

Ma allora perchè la schiuma c’è anche d’inverno?

Pubblicato in Cosenza

“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. La famosa frase è tratta da “Il Gattopardo” in quel dialogo essenziale che spiega, come pochi romanzi, il senso della Sicilia e della sicilianità. E perchè no della Calabria e della calabresità.

Ieri come oggi

Ed ecco che ricomincia l’estate ad Amantea e tutto cambia perché nulla cambi.

Tutti ciechi, con le palpebre socchiuse non come i miopi che si sforzano di mettere a fuoco per vedere meglio: affatto. Semmai per non vedere : troppa la responsabilità. Meglio non vedere, meglio non sentire, meglio non parlare; tantomeno scrivere. E per aiutarci a non vedere, a non sentire ci distraggono, ci fanno parlare di Berlusconi e del bunga, bunga, e noi popolo , come “ciavucchi” lì a ripetere pappagallescamente per avere il 5 e mezzo che poi diventa il sospirato 6 che ci permette di passare alla classe superiore fino al auspicato diploma di imbecilli civili.

Ecco arriva l’estate e ricomincia la vergognosa storiella del montaggio e smontaggio di lidi che si preparano a ricevere i turisti che poi non verranno.

Poi si pulisce la parte principale della spiaggia togliendo non solo “gli orfanielli”( cioè i legnetti portati dai fiumi e sparsi dalle onde delle mareggiate fin dentro i massi a difesa del rilevato ferroviario), le bottiglie di plastica, ma anche le poche pietre esistenti e se non si scansano anche le poche piante che crescono sulla sabbia e che aiutano nella difesa della spiaggia dai marosi.

Poi si scaricano i depositi acqua piovana( che tali non sono) facendo arrivare al mare l’acqua piovana( che tale non è). Lo si avverte dalla puzza che si diffonde nell’aria proprio ora che non si sente più il profumo di zagara. Danno l’allarme gli abitanti del posto.

E guarda caso il mare mostra tutto il suo dolore. Un risultato vergognoso. Terribili macchie di schiuma perfino spesse che si avvicinano al bagnasciuga e che le piccole onde piano, piano distruggono riversando il tutto sulla sabbia. Dove resta pronto ad essere ripresa dalla prima mareggiata per ridiventare ancora una volta la porcheria che alberga sul mare.

Un infinito. Un continuum.

Già , perché cambiare? Se lo facessimo non sarebbe più il nostro mare. Che mare sarebbe se non fosse sporco?

 

Pubblicato in Politica
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