Inizia il processo “Jonny”, 38 persone alla sbarra
Al via il dibattimento sulla gestione del Cara di Isola Capo Rizzuto.
Tra gli imputati anche l’ex parroco Edoardo Scordio.
Tra le parti civili anche il ministero dell’Interno, che chiede risarcimento di 52 milioni
E’ iniziato stamattina, davanti il Tribunale di Crotone, il processo con rito ordinario per le 38 persone coinvolte nell’operazione “Jonny” sulla gestione del cara di isola Capo Rizzuto che nel 2016 aveva portato all’arresto di 120 persone nell’ambito di un’inchiesta diretta dalla Dda di Catanzaro.
Tra gli imputati anche l’ex parroco di Isola Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio, accusato di associazione mafiosa.
Dopo l’appello da parte del presidente del collegio, Marco Bilotta (a latere i giudici Rizzo e Bonfantini), nell’aula del Tribunale di Crotone piena all’inverosimile, con avvocati e imputati costretti a stare in piedi, hanno chiesto di costituirsi parti civili Libera, l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione), il ministero dell’Interno e l’Agenzia delle entrate.
Queste ultime sono state rappresentate dall’Avvocato dello Stato Luca Matarese, che ha quantificato il danno patrimoniale per il ministero in 36 milioni di euro e chiesto un risarcimento di 52 milioni, comprensivo anche del danno all’agenzia delle entrate.
Il Tribunale, nella prossima udienza, deciderà sulle richieste di costituzione di parte civile. In occasione dell’udienza preliminare erano state già accolte le richieste avanzate da Confederazione nazionale delle Misericordie, Federazione interregionale delle Misericordie di Basilicata e Calabria e Comune di Isola Capo Rizzuto.
DaIlcorrieredellacalabria