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Amantea. Rinviata a lunedì 21 la pulizia delle spiagge

Venerdì, 18 Maggio 2018 11:50 Pubblicato in Cronaca

La pulizia delle spiagge programmata per stamattina 18 maggio causa maltempo è stata rinviata a lunedì 21 maggio.

Le spiagge erano bagnate

Solo quella di Catocastro è stata parzialmente pulita

 

 

In due , uno dei quali Pasquale Veltri, hanno raccolto un po’ di quello che c’era.

Qualche copertone.

Qualche vecchia sdraio.

Qualche pezzo di ferro.

Tante cassette di polistirolo , alcune intatte, la gran parte frantumate ed i cui pezzi erano sparpagliati tra i massi a difesa del rilevato ferroviario.

E poi tantissime bottiglie di plastica, di vetro, lattine, eccetera.

Poi sono finiti i bustoni.

Ma non è finito qui.

A sud della bellissima e rinata spiaggia di Catocastro, verso l’inizio del lungomare, c’è un vero e proprio immondezzaio.

Lì non basta la buona volontà!.

Lì ci vogliono automezzi e personale a volontà.

Nella foto una parte della raccolta di stamattina.

Per un algerino residente a Fontaviva quella donna sposata appena arrivati in Italia, che gli aveva dato due figli maschi, non era una brava moglie.

Motivo?

Lei non voleva firmare il contratto che la costringeva ad accettare in casa la seconda moglie di lui.

Nella cultura algerina questo è possibile, ma la vittima di quelle violenze, una 38enne, voleva vivere lontana dalle imposizioni religiose dell’Islam.

E allora erano botte, tanto che per due volte la donna è finita in ospedale e per cinque volte ha chiamato i carabinieri per calmare l’ira del marito, che in più di un’occasione le ha anche urinato addosso.

L’incubo è finito: Mohamed Abla, 54 anni di Fontaniva, è stato condannato a due anni e tre mesi di reclusione dal giudice Valentina Verduci, che gli ha anche imposto un risarcimento di 10mila euro e il pagamento delle spese legali.

Non saranno i soldi a rendere la moglie una donna libera: lei ha scelto di liberarsi dalla schiavitù quando ha deciso di denunciarlo ai carabinieri e di affidarsi al suo legale, Maria Forestelli, che con tenacia ha difeso la sua dignità.

Le violenze sulla pelle, quelle raccontate nel capo di imputazione, cominciano nel 2013, ma quelle dell’anima iniziano molto prima.

Nel 2012 la 38enne, già sposata con Mohamed e mamma di due bambini, viene spedita in Algeria: «Vai lì, che i bambini crescono meglio», le dice il marito.

Lei accetta. Come racconterà l’avvocato Forestelli in aula, ad Algeri la donna va a vivere dentro un garage dei parenti di lui: le passano 150 euro al mese.

Lei, che ha vissuto in Italia libera da costrizioni, vuole per sé e per i bimbi un futuro migliore. E poi mentre è in Algeria scopre che il marito, approfittando della sua assenza, aveva pagato una fideiussione di migliaia di euro a un’altra famiglia algerina per far spedire in Italia la loro figlia, che lui voleva sposare.

La favola che i figli crescono meglio in Algeria è quindi solo una scusa per portare a termine il suo piano. A quel punto, disubbidendo al marito, la moglie torna a Fontaniva.

Lui se la ritrova davanti e non è per niente contento: in casa c’è la giovane nuova moglie, sposata con un rito algerino e la prima consorte viene costretta a firmare un documento in cui deve accettare quel legame, perché questa è la regola nel suo Paese.

Ma lei non lo firma. E iniziano le umiliazioni, gli insulti, le botte, le corse all’ospedale di Cittadella con i lividi.

«Mohamed Abla era molto bravo a picchiarla in posti nascosti dagli abiti, in modo che la gente non vedesse», ha detto ieri il pm durante l’arringa, che ha chiesto due anni e tre mesi, poi concessi dal giudice.

L’accusa è maltrattamenti e lesioni aggravate dal legame familiare, ma in aula per mesi si è dibattuto di un uomo che ha usato la sua cultura per umiliare e annientare la madre dei suoi figli. Nulla di tutto questo prevede l’Islam.

A spiegare altri dettagli di questo inferno è ancora l’avvocato Forestelli: «Mohamed Abla faceva la spesa lasciando il cibo in macchina e chiudendo a chiave, in modo che lei non lo potesse prendere. Dava qualcosa ai bambini ma a lei niente, era costretta ad andare a elemosinare cibo da amici e vicini di casa».

Oggi la donna vive lontana da lui, sempre a Padova. Mohamed provvede ai bambini, che stanno con l’ormai ex moglie: gli è stato pignorato lo stipendio (lui ha un lavoro stabile) e quei pochi soldi servono alla 38enne per far crescere i figli.

Lui sta ancora con la nuova moglie, che era in aula a testimoniare in suo favore.

Fra tre mesi si conosceranno le motivazioni della sentenza. Ora la ex moglie sta cercando di ricostruirsi una vita.

DaIlcorrieredelVeneto

Riceviamo e pubblichiamo:

“RESTO AL SUD”   Parliamo di un seminario informativo per far conoscere nei particolari la misura “Resto al sud”, l’incentivo che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali avviate da giovani nelle regioni del Mezzogiorno. Le agevolazioni coprono il 100% delle spese e consistono in un contributo a fondo perduto pari al 35% del programma ed un finanziamento bancario per il restante 65%.

Si terrà il 22 maggio presso l’Officina della Cultura e della Creatività di Soveria Mannelli , con inizio alle ore 11, il seminario organizzato dal Comune sugli incentivi all’occupazione e sulla misura ‘Resto al Sud’ che sostiene l’autoimprenditorialità.

Il seminario sarà aperto dai saluti del dott. Leonardo Sirianni, Sindaco di Soveria Mannelli, dal Dirigente scolastico dell’Istituto superiore L. Costanzo, Antonio Caligiuri.  Beatrice Lozzi,di Invitalia, invece, parlerà nello specifico della misura e di come accedervi con la relazione ‘Resto al Sud, i nuovi incentivi per fare impresa”.

L’evento è finalizzato a presentare i nuovi incentivi per l’impresa “Resto al Sud”. La giornata seminariale sarà suddivisa in una parte istituzionale introduttiva e una più operativa sul funzionamento dello strumento; per gli interessati, inoltre, è possibile iscriversi, per avere un incontro one-to-one con gli esperti di Invitalia, che potranno indirizzare i potenziali imprenditori verso la migliore definizione del loro progetto imprenditoriale.

Il sindaco Leonardo Sirianni così commenta questa iniziativa: “Il titolo di questo programma vuole essere un attestato di riconoscenza ed una testimonianza di quel fenomeno migratorio, di quelle tante braccia di lavoratori meridionali che abbandonando la propria terra hanno contribuito in maniera determinante a costruire sviluppo nelle regioni del nord e in tutta Europa. Vuole anche e soprattutto proporre una svolta, un cambio di rotta in un Sud dove l'emigrazione per lavoro non è mai finita veramente. Solo che mentre nel secolo scorso partivano braccia, ora partono anche le menti.” Per questo considero questa misura di portata epocale per le nuove generazioni.

“Resto al Sud”, continua ancora il primo cittadino, “sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali avviate da giovani tra i 18 ed i 35 anni residenti in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Abruzzo, Puglia, Sardegna o Sicilia o che vogliano tornare a viverci dopo essere scappati in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita.”

“Dunque, il viaggio della speranza verso altre regioni o all'estero si può trasformare, grazie agli incentivi di 'Resto al Sud', in un percorso imprenditoriale da compiere nella propria terra d'origine”.

“Resto al Sud è una risposta di qualità alla domanda di lavoro e di impresa nel Mezzogiorno e Invitalia (Agenzia per lo sviluppo) sta assicurando tempi record di gestione dell'incentivo per consentire un rapido avvio delle iniziative già approvate, che ad oggi sono tante”,

“Resta da sperare che i nostri giovani prendano sul serio questa opportunità e trasformino in imprese di successo i loro sogni e i loro progetti”

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