
Redazione TirrenoNews
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Sgozzata dal padre la ragazza pakistana che voleva vivere come le italiane .
Domenica, 22 Aprile 2018 22:40 Pubblicato in MondoAncora una volta ci dobbiamo occupare di un femminicidio avvenuto però non in Italia ma questa volta in Pakistan.
Una bella ragazza di 25 anni si era pazzamente innamorata di un ragazzo italiano e per questo sgarro fatto alla sua famiglia è stata severamente punita.
E’ stata barbaramente sgozzata.
La ragazza era cresciuta in Italia e precisamente a Brescia, aveva frequentato le scuole italiane e aveva ottenuto finanche la cittadinanza italiana.
Si era pazzamente innamorata di un ragazzo che voleva sposare, che voleva passare i suoi giorni col ragazzo che lei aveva scelto liberamente e che da lui voleva avere dei figli.
Tutto questo non si è potuto realizzare perché la sua giovane vita è stata spezzata da un padre padrone che non ammetteva che sua figlia si comportasse come gli occidentali e che potesse sposare un uomo non scelto ed imposto dai familiari come del resto avviene in Pakistan e nelle altre nazioni islamiche.
Purtroppo è una regola di vita che ancora oggi esiste in quei lontani paesi.
Le ragazze non possono sposare i ragazzi che amano, ma i ragazzi che i genitori sceglieranno per loro a volte cugini o vecchi per pura convenienza.
La ragazza di nome Sana ha rifiutato le nozze combinate e imposte dalla famiglia e per questo sgarro è stata sgozzata.
Uccisa perché voleva vivere come le altre sue compagne di Brescia, perché voleva vestirsi e comportarsi all’occidentale, perché voleva sposare il ragazzo che amava e non uno sconosciuto e forse molto più grande di lei.
La ragazza aveva studiato a Brescia e a Brescia si era ben inserita.
Il viaggio in Pakistan fatto per andare a trovare i famigliari per un breve periodo forse per annunziare il giorno delle nozze le è stato fatale.
Non è più tornata in Italia.
La sua morte l’abbiamo appresa da un video postato dalla famiglia.
I funerali si sono svolti secondo il rito islamico.
Secondo i familiari la ragazza è morta in un incidente, secondo i tanti amici che aveva a Brescia è stata sgozzata dal padre e dal fratello.
Padre e fratello sono stati arrestati dalla Polizia, ma non ci sono conferme.
Infatti una sua amica ha scritto che i familiari inquisiti sono stati già liberati e la vicenda è stata chiusa.
La ragazza non è morta per incidente, ma di infarto.
Dal Pakistan, però, arrivano notizie contrastanti e frammentarie.
Addirittura si apprende che la ragazza non sia morta di infarto, ma si sia suicidata.
Non è la prima volta che ci siamo occupati di tristi vicende del genere, di giovani donne vittime di violenze da parte dei familiari solo per aver fatto scelte a loro invise.
Nell’agosto del 2006 a Ponte Zanamo un’altra ragazza è stata uccisa dai familiari e poi sepolta nel giardino di casa con la testa rivolta verso la Mecca, perché voleva vivere come le altre sue amiche all’occidentale, truccarsi, indossare pantaloni, camicette attillate, uscire di casa con le amiche, frequentare ragazzi italiani.
Si era opposta alle tradizioni familiari.
E il 15 settembre 2009 viene uccisa Sanaa Dofani di anni 18 mentre si trovava in auto con il fidanzatino italiano.
E ancora un’altra ragazza indiana di 27 anni nel maggio 2012 viene strangolata dal marito e gettata nel Po perché viveva l’occidentale.
Così hanno commentato gli amici e le amiche di Brescia della sventurata ragazza ancora sotto shock:- Ha pagato la sua voglia di libertà-.
E così Matteo Salvini, il leader leghista che vuole diventare Presidente del Consiglio, ha twittato:- Quanta tristezza, quanta rabbia!
In Italia nessuno spazio per chi viene a portare questa cultura-.
Secondo Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d’Italia, Sana – è vittima di un fondamentalismo tribale, di una cultura da cui non abbiamo nulla da imparare -.
di Francesco Gagliardi
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Borgia si trova nel Golfo di Squillace.
Molto lontano dal luogo dove 28 anni fa si arenò la Jolly Rosso.
Eppure anche lì, dall’altra parte della Calabria sono arrivati i fusti.
Non i fusti normali, ma quelli sospetti.
Già. Un fusto, in avanzato stato di degrado, è stato trovato nel primo pomeriggio sulla spiaggia di Roccelletta nel comune di Borgia.
Sul posto sono intervenuti i vigili urbani ed i tecnici del comune che immediatamente hanno allertato il Comando provinciale dei vigili del fuoco di Catanzaro.
Tempestivamente è intervenuta una squadra della sede Centrale e personale vigili fuoco del nucleo Nbcr che, delimitata la zona, ha effettuato una verifica tecnico-strumentale di tipo radiometrica e chimica.
Chiariamo che NBCR è un acronimo ed indica un gruppo specialistico che effettua accertamenti nucleari - biologici - chimici – radiologici.
Dai rilievi effettuati, i valori strumentali assimilabili al fondo naturale, hanno permesso al personale del Nucleo NBCR di escludere presenza di contaminanti radioattivi e di sostanze chimiche tossiche o nocive per la popolazione e l’ambiente.
Il fusto, messo in sicurezza, verrà rimosso da ditta specializzata contattata dal comune per le operazioni di smaltimento.
Ancora un fusto non pericoloso.
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Cleto. Trekking urbano per conoscere il centro storico
Domenica, 22 Aprile 2018 19:55 Pubblicato in Basso TirrenoMercoledì 25 aprile a Cleto torna il Trekking Urbano.
Cleto, su iniziativa dell’ associazione culturale “La Piazza”, è uno dei primi comuni della provincia di Cosenza a promuovere questa iniziativa che, partita da Siena, porta appassionati a spasso tra i misteri e le leggende dei più suggestivi centri storici d’Italia.
Giunto alla sua quinta edizione, il trekking urbano di Cleto vuole essere una festa del turismo sostenibile, offrendo un programma di iniziative per scoprire camminando gli angoli più suggestivi di uno borghi più caratteristici della Calabria attraverso un percorso che unisce arte, cultura e prodotti tipici.
L’iniziativa vuole essere un modo nuovo per visitare e conoscere Cleto, un incantevole borgo di origine medievale, coniugando il piacere per una sana pratica fisica all’amore per la storia e lo stare all’aria aperta, lontano dai caotici centri commerciali.
Le guide illustreranno, lungo il percorso studiato, la storia e i monumenti più rilevanti dell’antico borgo di Pietramala, secondo un itinerario che si snoda tra vicoli suggestivi e panorami stupendi dove la vista sugli uliveti si perde all’orizzonte.
Lungo l’itinerario del trekking urbano, i partecipanti avranno l’opportunità di ammirare dal Castello Medioevale, dell’anno mille, fino alla Chiesa della Consolazione, eretta nel 1600 con cupola a cuspide maiolicata, vera e propria rarità; poi ancora la Chiesa di Santa Maria Assunta, importante testimonianza architettonica del 1500, nonché le numerose grotte e cisterne presenti nel centro storico.
Questi sono solo alcuni dei luoghi oggetto della visita.
L’appuntamento con i visitatori è il 25 aprile alle h 9.30 in piazza Aldo Moro.
Il percorso si svilupperà ad anello per circa 2,5 km intorno e dentro le mura del borgo.
Per tutti gli appassionati di enogastronomia segnaliamo inoltre il ricco “aperitivopranzo” ovvero un momento conviviale con degustazione di prodotti tipici locali.
La giornata continuerà con balli e canti della tradizione popolare calabrese grazie allo spettacolo dei Giamberiani, formazione guidata dall’etnomusicologo Alessio Bressi, che propone al pubblico un repertorio curato nei minimi particolari per essere il più possibile vicino all’originale che i contadini della campagna calabrese eseguivano nella loro quotidianeità fatta di cose semplici.
«Il trekking urbano, nella piccola ma “grande ” comunità cletese, si colloca come una giornata di condivisione e di grande allegria in quanto nel corso degli anni Cleto è sempre più riuscito a mantenere quel rapporto familiare che da anni caratterizza le manifestazioni targate associazione La Piazza».
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