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Redazione TirrenoNews

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Cominciamo da quella cattiva

Visto che siamo molto spesso informati sui fatti della nostra città mi hanno chiesto che cosa so di alcune lettere anonime che starebbero circolando.

 

 

Detto “inter nos” , non ne so nulla!

Ma una cosa la so ed è quella che se spegni subito la circolazione di una notizia essa muore anche se vera.

Ed allora ho risposto così: “ Vedi. È nella domanda la risposta . Non mi hai chiesto “se so” di alcune lettere anonime che starebbero circolando, ma cosa so”

Ed ho concluso affermando che “ Se son rose fioriranno”, così invitandoli ad aspettare.

Con lo stesso metodo mi hanno chiesto se è vero che il comune starebbe pensando ad acquistare alcuni bagni pubblici, multiuso, autoprofumanti ed autopulenti

Si tratterebbe del modello più diffuso in Europa, costituito da una costruzione con un wc completo - naturalmente accessibile ai disabili -, un piano per il cambio pannolini e un lavandino.

Il bagno è dotato di un sistema di pulizia automatica che scatta dopo ogni utilizzo, corredato da un diffusore automatico di profumi e con una struttura robusta che lo rende difficilmente danneggiabile dai vandali. 

La pubblicità esterna sarebbe aggiudicata alle aziende che si dichiareranno disponibili alla fornitura del profumo e del sistema di diffusione automatico.

Si tratterebbe di una risposta alle necessità di cittadini, ospiti della città e turisti

Peraltro una risposta alle pessime condizioni igieniche dei soli bagni pubblici di cui abbiamo parlato mostrandone anche le foto.

“Magari!” è stata la risposta

Sarebbe un notevole passo in avanti nella direzione di “Amantea città”

Ma dubito fortemente!

Però siccome siamo credenti ed Amantea ha bisogno di miracoli, vogliamo chiedere ai nostro lettori due cose:

-La prima : dovrebbero essere a pagamento per contribuire alla copertura delle spese?

- La seconda: indicateci per ordine di utilità dove dovrebbero essere localizzati.

Non è un gioco, ma una prova di democrazia!

Sequestrati 5 milioni di euro alla clinica Tricarico

Giovedì, 19 Aprile 2018 08:44 Pubblicato in Paola

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, nell’ambito delle indagini dirette dalla Procura di Paola guidata da Pierpaolo Bruni, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per equivalente, disposto dal Gip Rosamaria Mesiti, per un ammontare complessivo prossimo ai 5 milioni di euro, nei confronti della Casa di Cura Tricarico Rosano s.r.l., con sede a Belvedere Marittimo, nel Cosentino, e di Fabrizio Tricarico Rosano nella sua qualità di legale rappresentante pro tempore.

I reati contestati alla società e per essa all’amministratore unico indagato, vanno dall’infedele dichiarazione dei redditi all’omesso versamento di ritenute certificate negli anni dal 2011 al 2014.

La misura cautelare reale trae origine da una verifica fiscale eseguita dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Cosenza che ha interessato le annualità dal 2011 al 2014 nei comparti imposte dirette ed Iva ed ha fatto emergere l’omesso versamento di ritenute, relative ad emolumenti erogati, per circa 4 milioni di euro, nonché un’evasione d’imposta (IRES) superiore agli 800mila euro.

A fronte di tali violazioni tributarie è stato proposto il sequestro di beni nella forma per equivalente.

Il Gip del Tribunale di Paola, recependo e condividendo la proposta formulata dalla Procura ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente delle disponibilità finanziarie e dei beni mobili registrati riconducibili all’indagato e alla società fino a concorrenza della somma di circa 5 milioni di euro.

Le attività poste in essere, volte a dare esecuzione al provvedimento del Gip del Tribunale di Paola, hanno consentito di rinvenire, tra i vari beni, un conto corrente della società contenente disponibilità finanziarie per diversi milioni di euro

Incredibile quello che succede in Calabria!

Sono 305 le persone denunciate in stato di libertà per truffe ai danni dell’INPS e dell’Unione Europea.

 

 

 

 

Alcuni falsi lavoratori non conoscevano neanche l’ubicazione dei terreni dove erano impiegati 

Agricoltori che non conoscono l’ubicazione o la conformazione dei terreni sui cui avrebbero lavorato per anni, lavoratori che avrebbero attestato l’impiego in allevamenti privi di bestiame, operai alle dipendenze di datori di lavoro e con colleghi di cui non ricordano i nomi, l’assenza di documentazione sulle attività imprenditoriali delle aziende e terreni incolti che sulla carta risultano floridi vigneti e uliveti.

Questo lo scenario ricostruito dai carabinieri dopo oltre un anno di indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Locri.

E questa mattina i carabinieri della Compagnia di Locri hanno denunciato in stato di libertà 305 persone, responsabili a vario titolo di concorso in falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e truffa aggravata e continuata e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

Le denunce sono scattate dopo aver passato al setaccio le attività degliultimi 4 anni di 15 imprese, 12 agricole e 3 domestiche, alcune delle quali di fatto non esistenti, cui facevano capo, complessivamente, oltre 300 persone in qualità di dipendenti.

Dal confronto fra documenti e dichiarazioni rilasciate dai presunti lavoratori, sono emerse numerose incongruenze che evidenziano come tutti i rapporti di lavoro siano stati denunciati al solo fine di far percepire ai soggetti interessati indebite prestazioni assistenziali e/o previdenziali erogate dall’I.N.P.S., oltre che per ottenere finanziamenti europei, con un danno erariale di oltre 1 milione di euro.

Fra gli iscritti nel registro degli indagati anche diversi pregiudicati, alcuni dei quali ritenuti soggetti di spicco di alcune importanti ‘ndrine che operano nella locride.

Gli inquirenti non escludono ulteriori sviluppi investigativi finalizzati a verificare il grado di condizionamento esercitato dalla criminalità organizzata.

L’attività è la naturale prosecuzione di quella già definita lo scorso ottobre che ha portato, in quell’occasione, alla denuncia di oltre 1400 persone.

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