Un intervento pari a 663.450 euro per l'illuminazione.
È questa la cifra concessa al Comune di Sangineto, con a capo il sindaco Michele Guardia, per “interventi di efficientamento delle reti di illuminazione pubblica”.
Si tratta di un progetto che prevede la realizzazione di opere finalizzate al miglioramento delle reti di illuminazione pubblica esistenti sul territorio comunale compresa la sostituzione degli apparecchi illuminanti esistenti, l’adeguamento, la messa in sicurezza e la sostituzione dei componenti d’impianto.
Una necessità che nasce dalla variata tecnologia, che, come è noto, predilige il Led alla tradizionale lampadina.
Il sindaco Michele Guardia conferma, infatti: «Saranno istallati nuovi apparecchi a led ad elevate prestazioni illuminotecniche, con maggior efficienza energetica e durata.
Inoltre, sarà previsto l’utilizzo di sistemi di telecontrollo e riduzione del flusso luminoso nelle ore notturne di minor traffico.
Soddisfazione viene espressa dall’amministrazione comunale per questi rilevanti interventi che porteranno risultati positivi non solo in termini economici ed ambientali, ma incideranno in maniera efficace anche sulla viabilità e sulla sicurezza del territorio comunale”.
Catanzaro - In merito alla fase di completamento di ricostruzione del Ponte sul fiume Savuto, gli uffici tecnici responsabili della Provincia di Catanzaro, rispondendo a più sollecitazioni provenienti da cittadini e rappresentanti delle associazioni
produttive, rendono noto che “sono state avviate le procedure che porteranno alla pubblicazione entro pochi giorni del bando di gara per l’affidamento dei lavori.
Sono stati, infatti, ultimati i necessari adempimenti tecnico-amministrativi relativi ad adeguamenti tecnici e strutturali.
Il responsabile unico del procedimento, infatti, ha trasmesso anche l’attesa autorizzazione sismica relativa al progetto riguardante la ricostruzione del Viadotto sul fiume Savuto sulla Strada provinciale 163/1 per come previsto dalla legge”.
Dalla provincia ricordano che l’infrastruttura è stata prima danneggiata dall’alluvione del 2006 e quindi trascinata a valle dall’impeto della piena nel 2008.
“C’è da ricordare – aggiungono - che la Regione Calabria – ente competente alla messa in sicurezza del fiume - per la ricostruzione del ponte aveva messo a disposizione ingenti risorse, assottigliate nel corso degli anni dai 6 milioni a disposizione nel 2011 fino agli attuali 2 milioni e mezzo attuali. La Provincia di Catanzaro ha stanziato in bilancio ulteriori cinquecento mila euro, che si aggiungono ai 500 mila euro individuati nei fondi gestiti dalla Protezione civile.
Si arriva, quindi, alla pubblicazione del bando dopo i necessari adempimenti tecnico-amministrativi relativi ad adeguamenti tecnici e strutturali”.
Si è svolto con rito abbreviato il primo grado del procedimento Robin Hood, istruito dalla Dda di Catanzaro contro la presunta distrazione di fondi pubblici destinati alle famiglie più bisognose con il progetto Credito sociale.
Una condanna e una assoluzione.
Assolto l’avvocato Masciari è stato assolto dall’accusa di rivelazione di segreti di ufficio perché il fatto non sussiste.
L’avvocato era stato accusato di avere rivelato a Ortensio Marano di essere indagato dalla Dda di Catanzaro.
L’avvocato Masciari è stato difeso dall’ avvocato Giovanni Merante.
Condannato con la pena a tre anni e sei mesi per l’avvocato Giuseppe Castelli Avolio
L’avvocato Castelli Avolio è stato condannato inoltre all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni
Ed è stata disposta ancora la confisca di beni fino a 825mila euro.
Giuseppe Castelli Avolio è accusato di peculato per essersi appropriato, in concorso con Bruno Dellamotta, 69 anni, originario di Genova, ma residente a Firenze, e Ortensio Marano (imputati nello stralcio del procedimento con rito ordinario) della somma di 825mila euro.
I soldi erano vincolati (ancor di più trattandosi di contributi comunitari) ma secondo l’accusa sarebbero stati utilizzati «per scopi personali e privati in investimenti sul mercato di rischio.
Di questi 825mila euro, 410mila, con un bonifico effettuato il primo aprile, 2016 sarebbero stati versati a favore della società W.B.T. West Bound Tecnologies Sarl, con causale Progetto Giubilare.
Tre giorni dopo è stato fatto partire un bonifico di 415mila euro con lo stesso destinatario e stessa causale.
Secondo l’accusa, rappresentata in aula dal pm Graziella Viscomi, Castelli e Dellamotta erano consapevoli della provenienza pubblica dei fondi vincolati al Credito sociale.
Da parte sua Ortensio Marano aveva il possesso e la disponibilità di questi fondi pubblici in qualità di amministratore delegato e legale rappresentante della Cooperfin spa, società che si era aggiudicata la gestione del fondo destinato al Credito Sociale, ossia a coloro che versano in condizione di temporanea difficoltà economica.
Per Dellamotta e Marano il processo, attualmente in fase dibattimentale, proseguirà il prossimo 14 giugno.