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Con la delibera di Giunta n 74 del 16 aprile 2015 è stato approvato un atto di indirizzo per acquisire uno studio di fattibilità geologico-strutturale relativo al completamento delle opere di consolidamento del centro Storico nel quartiere denominato “Supportico Piazza”.

Nella delibera si legge che “l’antico quartiere era già stato in passato oggetto di interventi finalizzati alla conservazione dell’abitato di Corso Umberto I °”, ma che detto intervento, però «servì solo a consolidare parte del centro storico poiché la somma stanziata non fu sufficiente».

Si prende atto, cioè, che si tratta di un fenomeno molto datato.

Poi si afferma che “ i fenomeni di dissesto continuano, il più grave dei quali, la rotazione della

stecca dei fabbricati tra corso Umberto e Supportico Piazza, evidenziata dal distacco dei muri dal marciapiede lato Ovest, nonché dalle lesioni perimetrali; le infiltrazioni di acque meteoriche accentuano ulteriormente i fenomeni di dissesto già in atto”

In sostanza , è la conclusione dell’amministrazione, “al fine di tutelare la pubblica e privata incolumità e salvaguardare il quartiere è necessario provvedere all’esecuzione delle opere di consolidamento celermente”.

Una celerità sicuramente opportuna anche se sembra si tratti di un rigurgito di coscienza tenuto conto che il Comune ebbe dalla regione un finanziamento di 1.800.000 euro successivamente alla piogge del 2009, somme che definirono la “ Delibera 316 del 18.11.2010 Interventi integrati per la sistemazione dei versanti nel territorio del comune di Amantea, località centro storico, Via strada nova e chiesa San Giuseppe”.

Non solo ma a pagina 242 de “Il Dissesto geologico e geoambientale in Italia-Calabria : Coronistorie Calabresi Ispra Ambiente si legge che nel Comune di Amantea esiste una “, con riattivazione per scorrimento rotazionale di un antico franamento nella porzione meridionale dell’abitato( rione Piazza, e con predisposizione a crolli dalle pareti della zona Rupe castello e Pantaleo). Numerose le ordinanze di sgombero di fabbricati, di interdizione a luoghi di culto( Chiesa Madre), di divieto al traffico sulla viabilità interna;

Infine dagli atti dell’Autorità di Bacino regionale della regione Calabria si rileva facilmente che Comitato Istituzionale con delibera n 7 del 29.1.2004 ha deliberato la riclassificazione da R4 ad R2 della frana del Rione Piazza di Amantea.

Parliamo allora di una antica frana da sempre attiva e che si riscopre ogni tanto

Una certezza allora questa frana ed un solo dubbio. È legittima una delibera di incarico senza impegno di spesa?

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Nei giorni 27 e 28 marzo 1638 ( quello di giugno ci interessò relativamente) vi fu nella zona centro settentrionale della Calabria il terremoto più intenso degli ultimi 1000 anni; paragonabile a quello del 1783 e del 1905. Anche Amantea ne subì le conseguenze, ma ne ebbe un regalo quale quello della sorgente detta della “Ficuzza”, nel fiume Catocastro, che divenne la più importante per la città del tempo. In sostanza un miracolo visto che invece di distruzione e morti se ne ebbe utilità e vita!

Oggi, anche senza terremoti, ecco un altro avvenimento che può essere ascritto tra i miracoli.

Dopo quasi 85 anni dalla costruzione della prima condotta idrica a servizio dell’Amantea del 1930 realizzata grazie alle sorgenti della zona di Potame e dopo migliaia di accessi dovuti alla necessità di manutenzione delle sorgenti, alla manutenzione della condotta di adduzione, ai controlli delle reti che inibivano l’accesso ad animali, selvatici e non, ecco che si scoprono “nuove sorgenti” capaci di erogare circa 30 litri di acqua al secondo, cioè 1800 litri al minuto, cioè 108 mila litri ad ora ( 108 mc) e, quindi, 2592 metri cubi al giorno! Una quantità enorme e provvidenziale. Stiamo parlando di quasi 180 litri al giorno per tutti i 14 mila abitanti di Amantea, Campora compresa! Significa una totale autonomia per oltre 10 mesi all’anno!

Ovviamente la portata dovrà essere confermata durante la stagione estiva, quella di scarsa pioggia, per verificare che non si tratti di sorgente da acqua di scorrimento superficiale e  soprattutto ci sarà bisogno di fare analisi sulla qualità dell’acqua e sulla sua potabilità.

Sul resto ampie riserve.

Cominciamo dal costo della nuova rete di adduzione.

Continuiamo con il serbatoio : quello attuale di Cannavina ci appare insufficiente in particolare rispetto ai consumi della popolazione servita (centro storico e poco altro?!).

Andiamo avanti . Una quantità d’acqua così grande altro che centro storico e zone periferiche potrebbe servire! Allora che cosa ci fanno leggere?

Ed infine, ma di quale flusso a cascata si parla?

Potremmo continuare a lungo, ma ci fermiamo qui!

Una sola domanda. Queste sorgenti sono nate adesso come quella della Ficuzza o trovate solo adesso? E perché?

Nella foto il flusso a cascata( Cascata delle Marmore) 

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gigino

Riceviamo e pubblichiamo

Come per Ulisse, per G  contava poco avere una residenza fissa.

Se ne andava sempre alla ricerca di qualcosa alla quale non riusciva a dare un nome. Non viaggiava per vivere, viveva per viaggiare, tanto fra le forme di conoscenza che fra i continenti. Come Ulisse, era spinto da curiosità irrefrenabili e  personali. In tutto il tempo che aveva vissuto aveva ansiosamente cercato un suo stile narrativo per provare a  raccontare quello che aveva trovato in modo da far sentire che riguardava tutti.  Qualche anno addietro, mentre se ne stava seduto in un piccolo caffè nel sud della Francia , cominciò a raccontarmi un qualcosa che assomigliava ad una storia. Un uomo era convinto di essere morto. Dicendo  ai familiari: "Sono morto" e i familiari lo accompagnarono da un medico specialista. Fin da subito, fra il medico e il paziente, si accese  un'accanita discussione. Il medico cercava in tutti i modi di appellarsi  ai sentimenti dell'uomo cercando di convincerlo che la vita valeva la pena viverla e amarla come pure la famiglia che preoccupata lo aveva accompagnato fin nel suo studio. Non ottenendo risultati auspicati, lo specialista provò a farlo ragionare, dimostrandogli l'intrinseca contraddizione di una frase come "Sono morto". I morti, innanzitutto,  non sono in grado di dire che sono morti, perché è appunto in quello consisteva l'essere morti. Il medico un po’ scoraggiato dagli scarsi risultati, decise di ricorrere  all'evidenza dei sensi. Dopo una breve pausa, con il consenso del suo paziente, si accese una sigaretta . Soddisfatto dalla sua prima puffata, chiese all'uomo seduto di fronte a lui: "I morti sanguinano?". "Certo  che no" rispose l'uomo, spazientito dall'ottusa ingenuità  della mente del medico. "Tutte le persone sanno bene che i morti non sanguinano". Al che il medico gli punse un dito con un ago. Ne uscì una goccia di sangue. "Ma guarda un po', chi l'avrebbe mai detto" esclamò  il paziente. "I morti sanguinano! Non si smette mai di imparare”.  Offrii una birra a G in quel caldissimo pomeriggio di luglio e lui per punirmi decise di spiegarmi come le percezioni e i ragionamenti confermavano anziché contraddirla, l'idea di essere morto. I sentimenti, la ragione e i dati di fatto collaborano alla costruzione di un sistema di difesa volto a spiegare l'esperienza primaria, un'esperienza primaria in quanto stato di conoscenza, una realtà intuitiva dentro la quale il paziente viene bloccato e che conferisce significato a tutti gli altri eventi. "L'ambiente offre un mondo di nuovi significati. Tutta l'attività di pensiero è pensiero intorno ai significati ... Si ha una conoscenza diretta e intrusiva del significato e questa appunto, in se stessa, è l'esperienza del delirante”.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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