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E’ carnevale ed è quindi tempo di rape e salcicce, di frittata di “carnulevari”, quella fatta con gli spaghetti, le uova, la salciccia, la “risimoglia”.

La pasta , le uova e la risimoglia si trovano facilmente e costano poco , quello che costa, invece, è la salciccia( quella buona, magari leggermente affumicata) appesa in camastra ( dal greco "κρεμάστρα" (kremàstra) = gancio) ed asciugata al punto giusto.

Molti amanteani( leggi calabresi) se la fanno da soli, magari comprando un maiale o comprando la sola carne di maiale cresciuto da un contadino amico.

E così hanno fatto tre amici, spendendo ben 1000 euro di carne, visceri, sale, spago. Nel mentre le donne preparano un buon piatto di pasta al sugo di maiale e si fa festa , ammuina.

Insieme alle salcicce, le soppressate ed i capicolli.

Poi hanno appeso il tutto in campagna, nella casa di uno di loro, in zona ventilata ed asciutta

Ed a giorni alterni andavano a curare la loro fatica.

Un giorno , domenica mattina, prendono la stradella che porta al deposito del loro salame

“Ferma, ferma!” grida uno di loro e mentre il conducente frenava, lui aggiunge ” Cos’ì pazzi , è visto ma camastra i sazizza!” e la conclusione “ Ancunu ch’è jiutu allu mercatu ha perso na camastra”.

Dietro, il saggio , stringendo il muso, profeticamente conclude“ Speriamo ch’è d’accussì!”

Si raccoglie la salciccia e la si osserva.

Intanto l’auto riprende la corsa ed arriva pochi minuti dopo nella casa deposito.

Ed è lì che arriva l’amara sorpresa. La porta è aperta.

Entrano , accedono la luce, alzano gli occhi all’appisa ma vedono solo 2 capicolli che stranamente non hanno rubato

Tutto il resto manca.

Qualcuno può fare la frittata; loro pure , ma dovranno comprare la salciccia.

Poi mentre scendono la lite.

“La colpa è tua. Non tieni mai la bocca chiusa. Pure al bar ti sei vantato di aver fatto meravigliose salcicce e soppressate. Mancava solo che gli dicessi quanto sale ci abbiamo messo! Ed ecco i risultati!”

Silenzio. Poi la profonda osservazione: “ Ma allura i ladri su amici nuostri?”.

“ Eh, no!”

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Gigi con la sua poetica riesce a rendere leggeri argomenti di grave importanza e, perfino, a colorare panorami di un grigiore mortale.

Usa la fantasia del regista per adattare ad ogni contesto l’evento storico più confacente

Ha avuto la ventura di percorrere ( forse il verbo non è adattissimo tanto più se lo leggiamo nel suo etimo per …correre ) una strada periferica di Amantea e vi ha trovato una buca ogni 2,5 metri.

E così la sua fantasia lo ha portato nel passato a quando tutte le strade erano piene di buche e la gente non aveva nemmeno le auto e tantomeno le macchine fotografiche

Anzi le strade erano poche e per arrivare alle cas si utilizzavano i tratturi e le mulattiere.

Ma oggi è diverso; oggi le strade sono tante, anche se tante, se non tutte, nelle condizioni descritte e fotografate dal buon Gigi.

Ma non solo in campagna. Anche in tante parti del centro abitato.

E pur tuttavia –su questo avrei voluto che Gigi scrivesse- invece di spendere le poche risorse che il comune ancora ha( seppur sottratte al lungomare) per manutenzionarle si inventano passerelle, ponti e nuove strade per amici, sodali e compari. Ma di questo ne riparleremo a breve. Intanto eccovi iìun nuovo , pregevole e romantico documento di El tarik:

“BUCA… BUCA… BUCA CON ACQUA!

Oltre 480 buche e crateri in meno di 1200 metri. Questa è via Marano, una strada comunale di Campora San Giovanni (Amantea). Qui il vento mormora e va/ Non è una selva oscura/ Neanche una strada incantata!/Oh, viandante stai attento alla caviglia!

Lasciata la statale SS 18 ho imboccato la provinciale che porta, dopo aver attraversato Campora San Giovanni, a Serra d’Ajello. Ho parcheggiato la macchina sulla strada maestra all’incrocio con Via Marano. Il mio itinerario del giorno era cambiato. Non più foto da scattare a Serra.

Con la macchina fotografica mi sono avviato a piedi per percorrere i 1200 metri che mi separavano dalla casa di due anziani contadini a me molto cari: la signora Ortensia e il marito Mario Guido. Fatti saltellando i primi 200 metri, decido di tornare indietro e ricominciare da capo la corsa a ostacoli. Non per una strana mania, ma per contare buche e crateri disseminati su questa strada nel Comune di Amantea. Sono bastati pochi passi, all’improvviso mi sono trovato proiettato nel passato. Al tempo della Seconda Guerra Mondiale. A contribuire a questo viaggio indietro nel tempo sono state le fosse e una canzone: “La strada nel bosco” di Cesare Bixio. La cantava Renato Salvatori nei panni di un camionista nel film “La Ciociara” di Vittorio De Sica. Dopo aver dato un passaggio a una madre (Sophia Loren) e a sua figlia, violentate poco prima da militari marocchini nel Frosinate, l’ignaro autista si rivolge alla giovane. Mentre le canta “vieni c'è una strada nel bosco, il suo nome conosco, vuoi conoscerlo tu?”, cerca di farsi strada tra le buche e i crateri prodotti da bombe e cannonate.

Le fosse di via Marano non sono state causate da una guerra, ma dalla negligenza delle Amministrazioni che si sono susseguite negli ultimi 35 anni. Dopo essere stata costruita e asfaltata, questa strada è stata abbandonata a se stessa. Era il 1980, l’anno della strage alla stazione di Bologna, dell’omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia e fratello dell’attuale Presidente della Repubblica.

Ortensia e Mario vivevano già in via Marano, ma oggi, a differenza di allora, non possono concedersi il lusso di farsi una passeggiata. Camminando tra le buche corrono il rischio di rompersi il femore. Se dovesse succedere, di chi sarebbe la responsabilità? Dell’amministrazione comunale, stando al codice civile. Il Comune è obbligato a custodire le strade, con la conseguenza che è responsabile dei danni cagionati a persone e cose. A meno che non vi sia l’impossibilità di governo del territorio, come in caso di guerra.

Al giocatore di golf Otto Hennie sono bastati 185 colpi per “coprire” 72 buche e vincere l’Open d’Italia 2014. Al Comune di Amantea suggeriamo di indire un open di Golf su Via Marano per porre fine all’annoso problema e smuovere il turismo fermo da decenni.

Gigino A. Pellegrini & G el Tarik”

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Come anticipato il sindaco aveva già nominato il tecnico del servizio manutenzione scegliendolo tra i tre tecnici dichiarati idonei dalla commissione, cioè l’ingegnere Dignitoso, l’architetto Garofalo e l’ingegnere Pileggi.

In decreto di nomina è del 9 febbraio ed è stato protocollato giorno 10 al protocollo 2368 e pubblicato all’albo pretorio il 10 febbraio e nel sito web del comune giorno 11 febbraio.

Di estremo interesse le motivazioni che vanno ricercate nel “considerato”.

Eccole : l’ingegnere Pileggi “rappresenta un valore per il comune in quanto permette una riduzione dei tempi e una maggiore celerità nell’espletamento degli adempimenti”.

Non solo. Ma viene anche richiamato che essendo “già negli anni precedenti stato incaricato, sempre con l’art 110 , comma 1 del Dlgs 267/2000, ha cognizione dello stato degli adempimenti in corso, delle pratiche aperte, delle problematiche del territorio, delle implicazioni con gli altri settori dell’apparato comunale e quindi lo stesso rappresenta una risorsa che non poteva essere valorizzata dalla commissione tencica”.

Abbiamo riletto più volte quanto scritto senza riuscire a comprenderne il senso.

Che volessero dire : “ che lo stesso rappresenta una risorsa che non poteva NON essere valorizzata dalla commissione tecnica?”.

Ma se anche fosse così, che cosa si vuol significare che la commissione tecnica ha fatto valutazioni sulla opportunità della continuazione dei servigi resi dall’ingegnere e non sulle sue qualità? Ma questo è assurdo perché di tal fatta chiunque avrebbe vinto facile. Ed una motivazione siffatta è anche mortificante per la professionalità di Pileggi. Quella professionalità che è stata posta alla base dei reiterati incarichi!

Non comprendiamo e ci vediamo costretti a chiedere :ma chi li scrive gli atti che poi il nostro sindaco firma, magari senza nemmeno leggerli dovendosi per forza fidare?

Di tutto quanto scritto, infatti, si comprende solo l’ultimo capoverso, laddove si legge che “l’ingegnere Domenico Pileggi è inserito nella graduatoria degli idonei e quindi, ai sensi della legge Madia, ha superato la selezione oggi richiesta per accedere all’incarico”.

Ma anche questo riferimento appare incomprensibile atteso che non viene indicato l’articolo della legge Madia.

A quale legge si riferiscono?  

Forse alla legge 11 agosto 2014, n. 114 di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari?”

Ma questa legge è entrata in vigore a giugno 2014. Possibile che la abbiano scoperta e quindi richiamata soltanto adesso? E prima la ignoravano?

E’ forse per questo che la consigliera Francesca Menichino sulla sua pagina face book ha scritto:

“La prof.ssa Sabatino ha promosso Pileggi.

Amantea dovrà….ospitare l’ingegnere lametino almeno fino a dicembre 2015.

Sono sicura che tutti accoglieranno con gioia la lieta novella, conclusione di un incarico annunciato.

Adesso tutto è pronto per la gara delle cooperative: Sabatino, Pileggi & company.

Manca solo Pignatone”

Per una migliore comprensione ( sempre che si voglia, ovviamente) vi riportiamo la cosiddetta legge Madia che nell’articolo 11 ha modificato l’articolo 110 della 267/2000 disponendo che la selezione deve essere “volta ad accertare, in capo ai soggetti interessati, il possesso di comprovata esperienza pluriennale e specifica professionalità nelle materie oggetto dell' incarico”

Art. 11. (Disposizioni sul personale delle regioni e degli enti locali)

1. All'articolo 110 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 sono apportate le seguenti modificazioni:

1. Lo statuto può prevedere che la copertura dei posti di responsabili dei servizi o degli uffici, di qualifiche dirigenziali o di alta specializzazione, possa avvenire mediante contratto a tempo determinato. Per i posti di qualifica dirigenziale, il regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi definisce la quota degli stessi attribuibile mediante contratti a tempo determinato, comunque in misura non superiore al 30 per cento dei posti istituiti nella dotazione organica della medesima qualifica e, comunque, per almeno una unità. Fermi restando ì requisiti richiesti per la qualifica da ricoprire, gli incarichi a contratto di cui al presente comma sono conferiti previa selezione pubblica volta ad accertare, in capo ai soggetti interessati, il possesso di comprovata esperienza pluriennale e specifica professionalità nelle materie oggetto dell' incarico.";

Proprio per questo non possiamo non richiamare le considerazioni sula logicità, prima ancora che sulla legittimità, della commissione. A valutare la “specifica professionalità nelle materie oggetto dell' incarico” possono essere persone che questa professionalità nelle materie oggetto dell' incarico non la possiedono?

Mah!

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