I potenti della terra non hanno mai risolto le contraddizioni che portarono alla crisi economica mondiale del 2008. Invece, hanno semplicemente re-inflitto all’umanità una lesione cutanea di non facile guarigione, che ora sta esplodendo.
Allo stesso tempo, le varie crisi, renderanno il crollo iniziale molto duro e conserverà un effetto depressivo sull'economia per parecchio tempo. Ma alla fine delle epidemie, non ci sarà un ritorno alla “normalità” del passato. Tutto lascia intravvedere un prossimo decennio molto più turbolento da quello che lo ha preceduto.
Ciò a cui stiamo assistendo potrebbe essere l’inizio di un nuovo periodo nella storia del mondo. Un periodo di grandi crisi, di guerre, rivoluzioni e controrivoluzioni. Come una pietra gettata nelle calme acque del Mare di Ulisse, gli effetti di questa crisi stanno creando onde tsunamiche che si diffonderanno in ogni angolo della Terra.
Questa sarà la più grande dislocazione umana dalla seconda guerra mondiale. Ogni regime verrà scosso alle fondamenta e il “calmierato” equilibrio sociale, economico, diplomatico e militare sarà distrutto.
La classe dirigente e i suoi lacchè nei governi di tutto il mondo si sono dimostrati completamente incompetenti a sostenere le difese contro qualsivoglia malattia. Ad ogni turno, la loro esitazione a sacrificare i propri profitti ha permesso all'epidemia di diffondersi ulteriormente.
Le forze produttive accumulate su scala mondiale sono diventate forze di distruzione e affogano l’umanità nella barbarie postmoderna. Per uscirne, l’umanità dovrà riconnettersi, mettendosi alla ricerca radicale di percorsi diversi da quelli dello stato liberale e del capitale, per inventare l'ignoto, al di là del disastroso capitalismo.
Gigino A Pellegrini & G elTarik in collegamento da Mosca