Sempre più strana questa “italia”; lo scrivo volutamente con la “i” minuscola.
Ma “strana” è dir poco.
Ad Amantea abbiamo centinaia e centinaia di profughi che dormono in alberghi o case private, pagati dallo Stato.
E gli stessi mangiano sempre a spese dello Stato; quello che un tempo era nostro!
Nel mentre abbiamo cittadini “italiani”( ovviamente cittadini con la “c” minuscola) che dormono in un furgone( anzi adesso la situazione è migliorata perché in passato dormivano in una vecchia auto)
Intanto, proprio oggi il presidente mattarella celebra la Festa della Repubblica Italiana, una giornata celebrativa nazionale italiana, istituita per ricordare la nascita della Repubblica Italiana.
Non solo, ma, nella ricorrenza celebrativa della “italia” il cerimoniale della manifestazione comprende la deposizione di una corona d'alloro in omaggio al Milite Ignoto all'Altare della Patria. “quello” che ha dato la vita per la patria!
A Cosenza, invece, il sig Italo De Cicco scrive a Iacchitè di non riuscire a seppellire la madre morta da 3 mesi perché il comune di Cosenza vuole pagato e lui disoccupato e con figlia a carico non ha questi soldi
Ed il sig De Cicco conclude “Insomma, per fare andare via i rumeni dal fiume li hanno pagati e non se ne sono neanche andati (lo sanno tutti che adesso stanno nel centro storico!) e noi cittadini di Cosenza non abbiamo diritto a niente.
I soldi per feste, luminarie e incarichi a persone benestanti escono e per la povera gente no.
Non so davvero più a che santo votarmi!”
Sarò uno stupido se mi aggrediscono sentimenti di amarezza e paura per il futuro di una italia che è caritatevole solo con i (poveri) profughi ma non con i (poveri) italiani?
E se mi pongo la domanda se esista ancora ( o sia mai esistita) l’italia?.
E se avesse avuto ragione Fabrizio Rondolino che nel suo pamphlet intitolato L’Italia non esiste (per non parlare degli italiani) ci affascina con la suggestione che sia soltanto una idea ottocentesca, “come lo spiritismo, le fiabe dei fratelli Grimm, il dagherrotipo e l’idealismo tedesco”.
E peraltro ci chiediamo se può essere Stato quello il cui “popolo” straparla una lingua di cui evidentemente ignoriamo anche gli aspetti più elementari, importando in nome della universalità e del modernismo culturale massicciamente parole straniere di cui ignoriamo, oltre alla pronuncia, il significato (su un campione di 158 anglicismi recenti, lo Zingarelli ne registra 121, contro i 42 dello spagnolo Clave e i 34 del francese Petit Robert) ma non sappiamo il valore della “e” verbo e quello della “e” congiunzione.