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Stefano Pigolotti: “Ecco perche' le imprese green sono le piu' competitive”

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green-industry-1Come mostra il Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, nel 2017 circa 653mila imprese hanno ricercato profili professionali con attitudine al risparmio energetico o alla sostenibilità ambientale. E questo sia in presenza che in assenza di investimenti già effettuati o programmati in tecnologie “verdi”. Una impresa su due fra quelle con dipendenti (il 49,9%) richiede, quindi, in modo preponderante al personale che intende assumere il possesso di competenze green.

“Le imprese italiane - spiega Stefano Pigolotti, ProfessionalCoach -  puntano a una maggiore sostenibilità ambientale, anche grazie all’evoluzione tecnologica molto pervasiva, e di conseguenza puntano ad integrare nel loro organico persone che siano in possesso di competenze green".

Ben il 76,8% dei contratti programmati (a tempo indeterminato o a tempo determinato, ma in ogni caso della durata superiore ad un mese) era destinato a persone che potevano vantare green skill, sia nei comparti prettamente industriali, sia in quelli legati ai servizi, specialmente nei settori del turismo, nella chimica e farmaceutica, nei trasporti e logistica, nella sanità, nelle costruzioni e nell’istruzione.

“L’investimento delle imprese nelle competenze del personale, che è possibile documentare da quest’anno attraverso il Sistema informativo Excelsior, va ad affiancarsi, completando il quadro, all’analisi della quota di imprese che dichiara di aver già investito o di volere sostenere nel corso del 2017 investimenti in prodotti e tecnologie green in grado di assicurare un maggior risparmio energetico e/o una maggiore sostenibilità ambientale (15,9%)”.

Su questa scia, la Regione Lazio è la prima in Italia a dotarsi di una figura specialistica chiamata a favorire una maggiore sostenibilità ambientale e una corretta gestione del ciclo dei rifiuti: introdotto con il programma “Lazio plastic free”, il Green Manager diventa indispensabile negli Enti Pubblici, negli ospedali, nelle scuole e anche nelle grandi aziende locali. Seconso le parole di Massimiliano Valeriani, assessore regionale al Ciclo dei rifiuti:

L’istituzione del Green Manager rientra nelle dieci azioni stabilite dal programma “Lazio plastic free”, promosso dalla Regione sia nelle istituzioni sia nelle grandi aziende pubbliche e private, in modo da sviluppare le best practices, accrescere l’informazione e la sensibilizzazione. Al fine di contrastare l’uso della plastica e incrementare il recupero e il riciclo degli scarti.

“Il Green Manager - continua Pigolotti - sarà una figura altamente qualificata e preparata, esperta in legislazione ambientale formata attraverso un percorso di formazione specifica (40 ore di lezione e 30 di elaborazione di project work), erogato gratuitamente dalla Regione attraverso l’Arpa Lazio. Alla fine del percorso formativo, avverrà l’iscrizione ad un albo regionale, istituito dalla stessa delibera di Giunta. Per le imprese private che aderiranno al progetto per contribuire a mantenere pulite le città del Lazio, poi, è prevista l’assegnazione del riconoscimento Trifoglio verde”.

I vantaggi per le imprese degli investimenti in formazione e assunzione di risorse green quali sono?

“I vantaggi sono evidenti: le imprese green sono più competitive, e ispirano maggiore fiducia ai consumatori, migliorando il proprio conto economico. Inoltre l’economia green è in crescita, soprattutto in Italia”.

Secondo la ricerca Ipsos "La sostenibilità oltre l'etica: nuove opportunità per la CSR", la Corporate social responsibility, spiega bene cosa si intenda con sostenibilità. Per la maggior parte dell'opinione pubblica italiana (il 35% degli intervistati) la sostenibilità viene legata alla tutela dell'ambiente e al suo rispetto nei processi produttivi. Il 28% parla di "necessità di uno sviluppo che permetta di mantenere in equilibrio le risorse naturali attuali e future. E solo il 14% fa riferimento alla "sostenibilità economica" in un sistema che riesca a generare "benessere condiviso". L'11% parla di "inclusione e tutela di chi è in difficoltà", in un'ottica di "sostenibilità sociale". In sintesi: tre quarti parlano soprattutto di ambiente, un quarto di necessità di affrontare anche le diseguaglianze. Consumatori attenti ed esigenti: il 53% ritiene che l'attenzione alla sostenibilità da parte delle imprese sia aumentata e il 64% considera la corporate social responsibility come una leva fondamentale di successo aziendale. Un'opinione forte, che trova riscontro in quello che pensano i manager delle imprese stesse: il 59% è convinto che "questo sia il momento più propizio per cominciare ad agire in tal senso". Essere sostenibili non è solo una corretta scelta morale, una risposta civile ai cambiamenti economici in corso. Ha anche un'evidente convenienza economica. L'indagine Ipsos, infatti, documenta che nelle medie imprese industriali che hanno investito nel green il 58% ha visto incrementare il fatturato, il 41% l'occupazione e il 49% l'export (la fonte è il Rapporto GreenItalydi Unioncamere e Symbola).

Si può ritenere che, la maggiore consapevolezza green dei consumatori, abbia spinto le aziende sulla strada degli investimenti, anche formativi, green. La Teoria dei Nudge analizza esattamente questo sistema di decisioni, e Stefano Pigolotti, Personal coach professionista, spiega di cosa si tratta: “Un nuovo modo di influenzare le scelte senza divieti o prescrizioni, ma con la «spinta gentile» di piccoli incentivi sufficienti a cambiare i comportamenti casuali della gente; lasciando, però, ognuno libero di fare le proprie scelte”.

Ultima modifica il Lunedì, 15 Ottobre 2018 20:48

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