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volo cancellato easyjet milano lameziaPer un volo cancellato, un abitante di Vibo Valentia ha ricevuto 424 euro di risarcimento. Una cancellazione del volo Milano Lamezia Terme del 6 luglio scorso da parte della compagnia Easyjet, che ha dato comunicazione del volo cancellato con poco preavviso.

Sulla questione è intervenuto il Giudice di Pace di Lamezia Terme, che, pochi giorni fa, ha disposto il pagamento di 424 euro da parte di Easyjet nei confronti del passeggero.

«Il Giudice di Pace di Lamezia Terme – commentano da ItaliaRimborso, che ha difeso il passeggero - ha applicato il Regolamento Comunitario 261/2004, che tutela i passeggeri aerei anche in casi di volo cancellato, con i passeggeri che possono richiedere la compensazione pecuniaria. Nella fattispecie non vi erano circostanze di sciopero o di condizioni meteo avverse».

ItaliaRimborso punta a far valere i diritti dei viaggiatori ed ancora una volta ha ricevuto una sentenza accolta, accaduto come il 98,2% dei casi. Per attivare l'assistenza, senza alcun prezzo per il passeggero, è possibile farlo agevolmente, compilando il form presente nell'homepage del sito italiarimborso.it.

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donna-con-i-capelli-al-ventoIl silenzio della casa non faceva che ampliare il vuoto che sentiva. L’uomo l’aveva smarrito e gli erano rimasti appiccicati addosso pezzi di quel vuoto.

Vagava per le strade senza una meta e nuotava nel mare di Ulisse, come se fosse un oceano di proprie lacrime e sangue. di lei Quel suo sangue calabrese, distillato e mortale. Insonne, si mise a cercare in casa senza un oggetto in mente.

In uno dei cassetti della scrivania trovò una busta che conteneva tre brevi bigliettini battuti a macchina e una foto di luna donna conosciuta qualche anno prima. La foto, scattata negli anni 80, la ritraeva pensierosa in campagna. Lui le scriveva molte lettere, pur vivendo nello stesso luogo.

Lettere e note colme di amore, L’amore ai tempi dell’amore. Una tenera fantasia così reale da essere accompagnata a parole dal suono di una poesia del grande Menestrello inglese: “Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si consumano al primo bacio. Il più squisito miele diviene stucchevole per la sua stessa dolcezza, e basta assaggiarlo per levarsene la voglia. Perciò ama moderatamente: l’amore che dura fa così”.

Lui non era un artista. Si era dimesso dal calcio e giocava a squash, tennis e a golf nella terra che lo ospitava. Lasciava all’immaginazione degli altri le parole che potevano sgorgare dal suo cuore traboccante e dalla passione travolgente.

Si conobbero per le strade di una cittadina bagnata dal Mare di Ulisse. La loro storia, che fu d’amore, passione e scambio intellettuale e artistico, rimarrà in lui fino alla fine dei tempi.

Lui le scriveva le cose più appassionate che siano mai state scritte, documenti incredibilmente affascinanti a testimonianza di una passione reale, sconfinata ed eterna, che non le aveva mai spedito. Scritti che mettevano a nudo, oltre ogni pudore, un rapporto sentimentale che si rivelava ben più carnale e terreno di quanto si potesse immaginare.

Non si troveranno altrove simili parole. Lettere nelle quali, oltre a dirle che l’amava pazzamente, le confessava che era diventata una parte così vitale di lui, che si ritrovava completamente sottosopra, posto che questo significasse qualcosa. Non sapeva cosa scrivesse, sapeva solo che l’amava esclusivamente, furiosamente infinitamente.

Lui, non sapeva bene cosa volesse dall’esistenza. Forse aveva avuto già tanto da una vita vissuta in maniera disordinata sulle splendide spiagge del Pacifico. Si sentiva travolto e viziato da lei e continuava a chiederle cose sempre più difficili. Si aspettava che lei compisse prodigi. Confessandole quanto gli mancavano quelle sere trascorse insieme davanti ad un film e una tazza di tisana.

In poche occasioni le apparve come un fantasma. Uno spettro. Altre volte lo faceva ammalare di desiderio, brama di averla, di averla sempre vicina e parlarle con naturalezza e muoversi come se fosse una parte di lei. Non riusciva ad essere sensato davanti a lei. Gambe serrate. Fragilità. Dolce, ingannevole arrendevolezza.

La docilità di un uccello. Rieccolo di ritorno, ancora bruciante di passione, come caffè fumante. Non più di una passione di carne, ma assoluta fame di lei, fame divorante. A Ponza c’è stata una unione. Sono venuto via con pezzi di te incollati sulla mia pelle; camminavo, nuotavo, nel sacro Mare di Odisseo.

Che tutto questo sia stato così meraviglioso solo perché rubato a valori non condivisi? Stavano recitando l’uno per l’altra? L’uno all’altro? Era lui meno sé stesso o più di sé stesso, e lei meno o più di sé stessa? Era follia credere che quell’incredibile intesa potesse durare in eterno?

Lui la studiava attentamente per scoprire le possibili crepe, i punti deboli, le zone di pericolo. Ma non ne trovò – neppure una. E ciò poteva significare solo che ne era innamorato, ciecamente, ciecamente. Restando cieco per sempre!

Una voluttuosa schiavitù e una tirannica necessità. Più crudele adesso di prima – consapevolmente, cocciutamente, crudele. L’insaziabiledeliziadell’amarla.

“Come closer to me, come closer. I promise you ittwill be wonderful.” AnaisNin. 

Una sera lei scomparve. Lui rimase a casa con il frutto di quell’amore. Era così pieno di lei, che aveva paura di mostrare il suo volto. Nessun altro addio lo aveva mai lasciato così sconvolto. Non sapeva cosa gli stesse succedendo, cos’era lei per lui, tanto da volerla sempre accanto a sè. Di svegliarsi con lei, di tenerla stretta… una folle, spaventosa tenerezza… il desiderio di prendersi cura di lei… Poi il grande dolore.

Non essere più al suo fianco. Il dolore di dirle che era traboccante, disperatamente innamorato di lei. Non potere più ritrovarsi tra le braccia di un’altra, proprio non poteva. Da allora ha solo la voglia di correre, correre via per restare solo con i ricordi di ciò che Lei fu!

“Y queyo me la llevè al rìo

Creyendoque era mozuela

Pero tenìamarido.” F. G. Lorca

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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Beaumont sur Mer 4 Gen. 2024

SOGNARE ALL’INIZIO DELL’ANNO

Il mio primo sogno dell'anno l'ho avuto stanotte ed aveva come protagonista un uomo d'altri tempi vestito da Versace: Miguel de Cervantes. Qualcuno si chiederà: "Cosa c'entra Versace con Don Chisciotte?" Posso solo rispondere dicendo che è stato un sogno, e nei sogni tutto è possibile, anche un mondo, addirittura, più giusto e armonioso.

Nell'aprire gli occhi, sono stato tentato a richiuderli sperando di poter continuare a vivere in quel sogno, ma il cellulare mi ha riportato nel mondo degli "svegli" dove oggi più di ieri domina l'ingiustizia, e di eroici cavalieri non abbiamo più notizia. Il grande Hidalgo mi ha ricordato che i cinici e i codardi non si svegliano all'alba: per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori e per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri ! Non sono solo questi che stanno smembrando, dilaniando e sbranando il mondo.

Anche l'anima degli uomini sta toccando il fondo. Ogni tanto qualcuno mi ricorda che il "potere" è l'immondizia della storia degli umani. Sono un rottame proveniente dal lontano passato della Mancha,

“Mio Signore, io purtroppo sono un povero ignorante

e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente,

ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia,

riusciremo noi da soli a riportare la giustizia ?

In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre,

dove regna il “capitale”, oggi più spietatamente,

riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero

al “potere” dare scacco e salvare il mondo intero ?” Miguel de Cervantes.

In questo lungo sogno, tutto si svolgeva all’insegna dell’equilibrio e della moderazione, in un’atmosfera ovattata, e la legge dominante era quella della moderatezza e della misura, anche nel consumo di hashish e di vino e bisognava contemplare la giusta miscela di acqua e di alcool nella coppa per raggiungere l’ebbrezza, tanta cara a Dioniso, ma non tanto a me che sono astemio.

In questi ultimi decenni è stato rispolverato un termine: “Oligarchia”( governo di pochi) che è diventata una vera minaccia esistenziale per la obsoleta e folkloristica democrazia occidentale. Un Regime, quello oligarchico, politico o amministrativo caratterizzato dalla concentrazione del potere effettivo nelle mani di una minoranza, per lo più operante a proprio vantaggio e contro gli interessi della maggioranza.

Nell’antica Grecia, il termine spesso indicava in modo più specifico il "governo dei ricchi"; lo si ritrova usato in questo senso sia da Platone nella “Repubblica” sia da Aristotele nella “Politica”.

Molti paesi nel mondo sono già sotto il potere oligarchico. rubano e gestiscono la nuova tecnologia e usano il potere economico come leva politica. Alcuni di questi oligarchi stanno attivamente minando le decrepite democrazie occidentali, attraverso attacchi informatici, hacking e disinformazione sui social media.

Subito dopo le elezioni statunitensi del 2016, commentatori e professionisti della politica estera sono stati impegnati in una serie di esercizi di ricerca per comprendere le grandi trasformazioni in atto nel mondo e per articolare un quadro adeguato alle sfide del nostro tempo.

Alcuni hanno guardato al passato, sostenendo che l’ordine internazionale liberale sta crollando, mentre altri si chiedono se sia mai esistito. Un altro gruppo sembra sperare che l’attuale disordine sia semplicemente un inconveniente e che la politica estera ritornerà alla normalità una volta passato il momento di “crisi”. Forse il gruppo più vincolate ha identificato la grande minaccia odierna nell’ascesa dell’autoritarismo, dell’autocrazia e della democrazia illiberale. Hanno ben chiaro in mente che la democrazia costituzionale ha esaurito il suo tempo poiché le norme vengono infrante e le istituzioni sono semplicemente decorative.

“Se avessi potuto scrivere appena il quarto di ciò che vidi e sentii sotto quell’albero …con quale chiarezza avrei posto in rilievo tutte le contraddizioni del sistema sociale, con qual forza avrei descritto tutti gli abusi delle istituzioni, con quale semplicità avrei dimostrato che l’uomo è naturalmente buono e che soltanto a causa delle istituzioni gli uomini diventano malvagi” J.J. Rousseau

Le desolanti condizioni economiche, soprattutto per mano di governi “democratici” possono portare a un violento rovesciamento delle liberal-democrazie. Ma noi tutti stiamo commettendo degli errori fatali nell'identificare i veri aguzzini.Tuttavia, le forze economiche che creano le basi per le insurrezioni vanno oltre le condizioni economiche al momento della rivolta.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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