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Cimitero di Nettuno 1Oggi, 25 aprile, in tutta Italia si celebra la giornata di Liberazione dal nazifascismo. E per questa liberazione morirono sul suolo italiano quasi 100 mila sodati americani. Riposano in pace nei tanti cimiteri militari da Udine a Siracusa. Erano giovani, forti, belli, bianchi e neri. Avevano lasciato le loro case, i loro cari, i loro affetti, e sono venuti in Italia per liberarla dal giogo nazifascista. In tanti sono caduti in battaglia, nello sbarco in Sicilia, nella battaglia di Cassino, Anzio e Nettuno. Anche loro, non conoscendo neppure la lingua italiana, hanno contribuito effettivamente a liberare l’Italia dai tedeschi e se preferite dai nazifascisti, da Hitler e Mussolini. La Resistenza, le lotte di liberazione, i partigiani, l’insurrezione popolare degli italiani contro l’oppressore hanno contribuito, specialmente nel nord Italia, a liberare definitivamente l’Italia dalla dittatura e dall’oppressione. Oggi 25 aprile si è celebrata la Festa della Liberazione, una data storica e importante, un giorno indelebile che non dovremmo mai dimenticare. Si sono ricordati i caduti per la Patria e il nostro Presidente della Repubblica ha depositato una corona d’alloro nel Monumento a Roma. Non si sono, però, ricordati i tanti soldati americani caduti sul suolo italiano. Io ho visitato diversi cimiteri di guerra e passeggiando tra le croci e recitando alcune preghiere, ho potuto leggere sulle bianche croci molti nomi di origine italiana. Questi figli d’Italia che diedero la vita per una nazione che neppure conoscevano, per la patria che non conoscevano se non per i racconti dei loro padri e dei loro nonni. Ora questi eroi, questi combattenti, questi soldati caduti in battaglia in un suolo straniero, sono stati dimenticati. L’apporto americano, lasciamo perdere i bombardamenti, le distruzioni di case, di edifici, di fabbriche, di strade e di ponti stradali e ferroviari, i tanti morti e le migliaia di feriti, è stato senza alcun dubbio determinante. L’America è stata la vera protagonista della liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

Viva l’Italia, Viva la Resistenza, Viva tutti i caduti che hanno contribuito a liberare l’Italia. E infine: Godbless America.

Frank Gagliardi, ex soldato ultra novantenne,Sp/3c U.S.Army

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giggino pellLe persone colpite da talassofobia sperimentano un'intensa angoscia al solo pensiero di trovarsi in mare aperto, di nuotare o di essere in ambienti dove l'acqua è predominante. Ossessionati dal mare, si ritrovano generalmente a sbranare sulla terra ferma. Si celano quindi dietro queste coppie di termini rapporti di interconnessione non immediati, a volte inconsueti, che incoraggiano a tenersi al riparo dalle logiche dell’urgenza con cui sempre più spesso viene inquadrata l’idea di una crisi che avanza rapidamente, inesorabile.

“Non si può giudicare solo dal punto di vista politico ed economico se un sistema sociale sia tale da promuovere la causa della libertà umana. Il solo criterio per misurare il grado in cui la libertà venga realizzata è l'esistenza o meno di una partecipazione attiva dell'individuo alla determinazione della sua vita e di quella della società. Questo non solo attraverso il semplice atto formale del votare, ma anche nella sua attività quotidiana, nel suo lavoro e nei suoi rapporti con gli altri”. Erich Fromm

Un’esigenza importante e precisa di cittadini, particolarmente meridionali, è il bisogno di “riconoscersi come una comunità di vita. Una necessità avvertita diffusamente in molte cittadine vilipese del Sud. Una di queste comunità, in un passato non così remoto, trovava fondamento nella rappresentanza degli interessi di tutti i cittadini e nella tutela più autentica dei principi sanciti dalla Costituzione repubblicana.

Era proprio la Carta, infatti, a formulare nitidamente i valori, le prospettive, i diritti e i doveri che consentivano e dovrebbero ancora riconoscere come “comunità, che avrebbe potuto fornire la possibilità di guardare al futuro con maggiore coesione e solidarietà, oltre la “retorica dei buoni sentimenti”.

Una comunità dovrebbe impegnarsi a ricucire socialmente la città di Amantea, sulla costa tirrenica, e a offrire fiducia a una generazione che spesso si è sentita inascoltata, delusa, tradita dalla politica e che, con tanta fatica, qualcuno ha caparbiamente continuato a motivare e supportare, una generazione che non vuole assistere al cambiamento ma vuole esserne parte, motore propulsore.

Spesso negli ultimi anni, qualcuno retoricamente ha cercato di richiamare la politica, le istituzioni, le organizzazioni sindacali a operare tenendo conto degli effetti della crisi economica verso i più giovani. D’altronde, quale società può definirsi sicura se privata dei “valori positivi della convivenza”? Quale comunità, che intende costruire il proprio futuro, potrà fare a meno delle giovani generazioni?

Prefetti, questori, sindaci e presidenti di regione. Ciascuno, quasi sempre finora, proiettato e immerso sul proprio percorso; tutti, nella maggior parte dei casi, si sono dimostrati ben poco coesi e integrati in un'azione istituzionale comune.

Nel secolo scorso, all’epoca dell’espansione industriale, la condizione miserabile dei bambini che lavoravano era sotto gli occhi di tutti, ma solo gli occhi di qualche scrittore, come Dickens, di qualche filantropo, o di qualche teorico della rivoluzione sociale hanno saputo vederla. Da cosa deriva questa facoltà straordinaria di non vedere cose tanto evidenti? Una risposta molto acuta la dava Edgard Allan Poe, che induceva gli uomini a concludere che il luogo migliore per nascondere qualcosa che non vogliamo far trovare è di metterlo sotto gli occhi di tutti. Come si è potuto far finta di nulla per così lungo tempo al disagio e alla sofferenza di tanti concittadini per la gran parte giovani?

Meritano rispetto, questo disagio e sofferenza. Meritano di non essere strumentalizzati, né in un senso, né in un altro dai vari Sparaballe che in questi giorni, che precedono le elezioni europee, imperversano sulle strade e sulle spiagge. La sofferenza rappresenta il grande mistero che accompagna l’esistenza e toglie la sordina alla profonda domanda di significato, al 'perché?' che continua a emergere dalle profondità di questo tanto amato Mare, talora anche con modalità estrema. Le sofferenze ― sia fisiche che morali ― degli altri rischiano di sottrarsi alla nostra attenzione proprio perché sono così macroscopiche, apertamente sotto gli occhi di tutti.

La pandemia ci ha insegnato che la libertà è una cosa che manca veramente…siamo rimasti chiusi in casa, le scuole non potevano aprire, gli adulti non lavoravano, tutto a causa di un’epidemia che non ci permetteva di agire liberamente. Tutti avevano paura, ma non vedevano anche un aspetto molto difficile di questa situazione; eravamo sospesi come in una bolla, fragile che ci costringeva a stare tutti in casa, per uscire dovevamo indossare guanti e mascherina mentre il Governo centrale proibiva alcune cose che noi facevamo quotidianamente nella nostra vita…se “leggiamo tra le righe” la libertà, che pensavamo fosse nostra e non donata, non si poteva fare niente per conquistarla.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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pd-5-stelle-604652.largeI ladri di Pisa facevano finta di litigarsi durante il giorno, ma poi la notte andavano a rubare insieme. Il Pd e il M5Stelle oggi si comportano effettivamente come i ladri di Pisa. Osservate attentamente quello che da alcuni giorni sta accadendo a Bari, e poi a Torino e oggi ad Avellino. C’è stato davvero un terremoto politico giudiziario, uno tsunami di vaste proporzioni che ha scombussolato i piani dei due maggiori partiti dell’opposizione e che ha provocato numerosi arresti e dimissioni nel Comune di Bari, nella giunta regionale pugliese. E tanti candidati eccellenti scelti per partecipare alle elezioni hanno declinato l’invito. Ci sono stati arresti, voti comprati con 50 euro, corruzioni, voti di scambio, turbative d’asta, truffe e truffe aggravate, elezioni truccate. E poi il leader grillino Giuseppe Conte che cavalca gli scandali per accusare il Pd, suo ex alleato, di corruzione elettorale. L’ex Premier che giorno e notte sogna di ritornare a Palazzo Chigi, che non ha dimenticato la comoda poltrona, non offre alcuna sponda al suo ex alleato e alla segretaria del Pd e manda in tilt il campo largo. Dietro le schermaglie dell’ex Premier non ci sono solo le votazioni di Bari, della Basilicata, di Torino, delle Marche e di tanti comuni italiani. Dietro le schermaglie che hanno lasciato il segno e provocato gravi ferite ci sono le ambizioni di Conte. Boicotta, è vero, le primarie di Bari dove si doveva scegliere il candidato sindaco del campo largo. Attacca continuamente il Pd e dice pesta e corna dell’ex alleato che insieme dovrebbero sconfiggere il candidato del centro destra. Litiga ogni santo giorno. Fanno schermaglie. Conte e Schlein non si guardano neppure in faccia quando insieme partecipano ad un convegno. La rottura sembra inevitabile. Ognuno va per la sua strada. Ci sono, ma nessuno dei due lo dice, interessi di bottega. Il prossimo mese di giugno ci saranno le elezioni europee e lì si voterà col sistema proporzionale e non ci saranno alleanze. Qui Conte e il M5Stelle vogliono essere competitivi, vogliono guadagnare voti, cercano di superarsi a vicenda. Il vincitore della competizione sarà il leader indiscusso della coalizione di sinistra che poi nelle prossime elezioni politiche sarà il candidato premier in contrapposizione a Giorgia Meloni. E così la sinistra si danneggia da sola e il Pd e il M5Stelle rischiano di pagare il pegno non solo alle elezioni europee, ma nelle Puglie, nella Basilicata, nelle Marche e infine in Piemonte.

Ora a Bari, fanno finta di litigare, ma poi alla fine troveranno un accordo. Divisi su tutto, al primo turno elettorale presenteranno due candidati, Leccese e La Forgia, ma poi nell’eventuale ballottaggio si riuniranno, perché i due candidati appartengono allo stesso schieramento di sinistra. Ora nemici per finta per prendere per fessi gli elettori, domani amici integerrimi. Ma gli elettori non sono poi tanto fessi. Non andranno a votare e così l’astensione al voto aumenterà a dismisura. E a scrutini ultimati andranno in televisione e accuseranno l’elettorato che ha disertato le urne e che è stato causa della loro sconfitta. Ora fanno finta di litigare, ma domani andranno d’amore e d’accordo. Il campo largo morto e seppellito prima delle elezioni, risorgerà come un fungo nel ballottaggio. Il dialogo tra il Pd e il M5Stelle non si è mai interrotto. Al ballottaggio troveranno la quadra, e qualora, uno tra Leccese e Laforgia venisse eletto sindaco, si sono impegnati a costruire una squadra di governo che valorizzi le esperienze e le competenze di entrambi gli schieramenti. Come volevasi dimostrare, il campo largo o campo giusto non è finito. E così si ritroveranno i due partiti ancora una volta insieme alle prossime elezioni politiche, che però sono lontanissime e Giorgia Meloni difficilmente vuole lasciare la poltrona di Palazzo Chigi alla Schlein o a Conte. Ride l’altro campo, quello del centro destra, perché dopo la batosta in Sardegna, sa come vincere le elezioni. Non mancano, però, le schermaglie tra Salvini e la Premier Meloni. Ma poi marciano insieme e insieme governeranno a lungo il Bel Paese.

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