Il caso Super Lega e il caos nel mondo del calcio tengono ovviamente banco questa settimana sui giornali e sui talk show sportivi. Lo strappo dei più importanti e blasonati Club calcistici italiani ed europei fa discutere e preoccupa: Cosa ne sarà della nostra Seria A? Purtroppo per le grandi squadre ormai contano soltanto i soldi non il talento e il merito. Siamo in piena crisi economica, politica, sociale, sanitaria, e ora si è aggiunta pure quella calcistica. Esplode il pallone. Ma il calcio giocato, è bene ribadirlo a gran voce, non appartiene solamente ai grandi Club come Juve, Inter, Milan Chelsea, Liverpool, Barcellona e Real Madrid. Appartiene anche a Club di piccole città italiane e straniere come Crotone, Messina, Ferrara, Benevento, La Spezia, Frosinone, Ascoli Piceno, Pescara. I grandi Club vogliono costruire una nuova cooperativa calcistica infrasettimanale, la Superlega, rivoluzionando le attuali Coppe Europee: La Champions’ League e L’Europa League. Un’autentica rivoluzione nel calcio giocato nel nome degli sponsor e dei diritti televisivi. Il calcio di rigore, il corner, il cross, il dribbling, l’office, il tunnel, sono sostituiti dagli affari, dal bussiness, dal dio denaro, dalla finanza. Soldi, soldi, soldi, soldi a palate per fare felici gli ingordi Presidenti e gli amministratori delegati. Ovviamente è scoppiata la rivolta. Contrari il Premier Britannico, Francese e Italiano, ma anche la Lega Calcio e l’UEFA e altre Federazioni. Saranno presi severi provvedimenti. Esclusione da tutte le competizioni nazionali e internazionali per i Club che prenderanno parte al progetto ed esclusione dalle relative nazionali per i giocatori che scenderanno in campo. Ma noi che abbiamo ascoltato alla Radio le Radiocronache di Nicolò Carosio, di Nando Martellini e di Beppe Viola, non ci rassegniamo. Apparteniamo alla vecchia guardia, a quegli sportivi veri e autentici che si commuovevano quando Gigi Riva, Paolo Rossi, Rivera o Mazzola segnavano gol indimenticabili, o quando qualche squadra minore come la Spal, il Novara, la Triestina, il Perugia, la Ternana, batteva squadre nobili come Milan, Juventus e Inter di Nordhal, Boniperti, Mazzola. Ora non ci vorrebbero fare più sognare. Il calcio sta diventando una questione per pochi eletti. E non vedremo più in televisione la squadra del Benevento, una squadra, che lotta per non retrocedere nella Seria cadetta, battere la blasonata Juventus nel proprio campo di calcio. A noi, maldestri romantici, non ci resta che piangere. Le società super ricche vogliono eliminare le squadre piccole e povere, ma ricche di giocatori talentuosi, bravi, coraggiosi, che quando giocano si impegnano fino allo spasimo e non pensano alla gloria e ai soldi. Per loro il calcio è uno sport, non un affare, un bussiness. Vogliono eliminare le piccole squadre di provincia che hanno saputo scalare le gerarchie non grazie ai soldi ma alla bravura di qualche giocatore talentuoso. Vogliono giocare soltanto loro, loro che evidentemente credono di avere sangue blu, un privilegio nobiliare grazie ai miliardi di euro che incassano dando un calcio alla meritocrazia, all’impegno, al talento.
P.S.Molti Club hanno fatto marcia indietro ed hanno chiesto scusa, solo la Juve, il Barcellona e Real Madrid vogliono la Superlega. Il Presidente federale Gravina ha detto che l’UEFA è stanca di questo braccio di ferro. Se al momento dell’iscrizione la Juve resta in Superlega sarà esclusa dalla Seria A.