Giovedì scorso a Roma, agli Stati Generali della Natalità, uno sparuto gruppo di studenti, alcuni infiltrati e un gruppo di transfemministe molto agguerrite, con urla, fischi, insulti e minacce, hanno impedito al Ministro della Famiglia Roccella di prendere la parola, per manifestare il loro dissenso, con una contestazione assai rumorosa perché rivendicavano un loro diritto: Sul mio corpo decido io. Chiamatelo come volete: Censura, dissenso, contestazione, bavaglio. Non ha nessuna importanza. Hanno inferto una ferita alla libertà di parola ad un Ministro in carica. I contestatori, gli studenti, le femministe si riempiono la bocca quando parlano di diritti e di doveri, fanno proclami, protestano, occupano sedi istituzionali, pretendono di essere ascoltati, ma poi impediscono agli altri di parlare e di poter esprimere il loro pensiero. In democrazia tutti hanno il diritto di parlare. E noi oggi, grazie ai nostri padri e ai nostri nonni che hanno lottato sacrificando la loro vita, viviamo in un regime democratico. Tutti abbiamo il diritto di parlare, tutti abbiamo il diritto di essere ascoltati. La critica va bene, il dissenso pure, ma il divieto di parlare non va bene e deve essere da tutti condannato e biasimato. Peccato. Gli studenti e le femministe venute a Roma, facinorose e agguerrite, hanno contestato il Ministro e gli hanno impedito di parlare. Invocano la libertà di parola per se stessi e poi la negano agli altri. Hanno commesso un atto incivile e incostituzionale come ha opportunamente stigmatizzato il Presidente delle Repubblica On. Mattarella. Il quale ha subito telefonato alla Ministra e le ha espresso tutta la sua solidarietà. Solidarietà che non è arrivata dalla Schlein, da Fratoianni, da Scurati, da Santoro, da Lerner, da Travaglio, dalla sinistra in genere e dai giornalisti radical shick che gridano ad ogni piè sospinto: Il fascismo è tornato. In serata, poi, non contenti di avere zittito la Ministra, vanno ad occupare la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università de La Sapienza. Non è la prima volta che la Signora Ministra viene contestata. Lo scorso anno era al Salone del Libro di Torino e doveva presentare il suo volume “Una famiglia radicale”, ma il suo intervento venne duramente interrotto costringendola a lasciare il palco. Sul grave fatto è intervenuto il Direttore del giornale “Il Tempo” di Roma:- La censura rossa colpisce ancora mentre la sinistra ogni piè sospinto tuona contro la deriva autoritaria e fascismi immaginari. I fascisti di oggi sono quelli di sinistra-. Gli studenti e le femministe che hanno contestato la Ministra, hanno poi rifiutato il confronto, perché sono convintissimi che solo loro e loro soltanto sono i portatori della verità e odiano e impediscono di parlare e di esprimere il proprio pensiero a tutti coloro che non la pensano come loro e a chi non si adegua alle loro idee. E’ intervenuta ad un talk show serale Ritanna Armeni la quale ha affermato:-Roccella non faccia la vittima. Non è censura, solo contestazione pacifica-. Pacifica un corno. Ci sono state urla, fischi, minacce e poi è dovuta intervenire la Polizia caricando i dimostranti che volevano entrare con la forza e la violenza all’interno dei locali dove si svolgeva il dibattito. Come ho accennato prima, nessuno è intervenuto a favore della Ministra. Anzi, alcuni hanno avuto l’ardire di giustificare chi ha impedito alla Ministra di parlare. Questo è doppiopesismo e mi preoccupa davvero tanto. Quando viene zittito uno di sinistra è fascismo. Se viene zittito uno di destra è confronto. Con la Ministra Roccella c’è stato un confronto pacifico e leale, quindi non deve piangere, non deve fare la vittima. E qui mi sovviene quello slogan ripetuto come un mantra quando pioveva e al governo c’erano i democristiani e i socialisti “Piove, governo ladro!”. Quando poi al governo sono andati i comunisti e i post comunisti lo slogan è cambiato “Piove. La pioggia fa bene alla campagna”.