When the rainwill blend our bitter tears
Weprobablywillunderstandthat,
to remainindomitable,
drowning in eachotherseyes,
Itisnothingbut
a silent way
to put a brake to humanmediocracy.
La mediocrità di cui vorrei parlare qui di seguito non ha niente a che fare con l’aurea mediocritas cantata ed esaltata dal poeta Orazio, il quale con questa espressione intendeva riferirsi alla capacità di tenersi lontani dagli estremi e dagli eccessi e quindi in definitiva ad un principio di saggezza e ragionevolezza. La mediocrità a cui si fa riferimento in questo breve scritto è quella di cui parla il sociologo canadese Alain Deneault nel suo recente libro “La mediocratie” nel quale prende di mira il conformismo acritico dominante in tutto il mondo, il riferirsi della stragrande maggioranza della popolazione mondiale a modi e stili standardizzati di pensare e di agire, a parametri di giudizio e a canoni di comportamento definiti e determinati sulla base di ciò che “mediamente” viene ritenuto accettabile e praticabile, e più esattamente sulla base di criteri opportunistici o di convenienza che consigliano di non entrare in rotta di collisione con il vigente ordine economico e sociale, per cui una cultura sempre più uniforme e standardizzata, l’assunzione della “media” o di ciò che vale mediamente come norma o regola predominante, la sostanziale accettazione del “mercato” e dei suoi spesso infimi epifenomeni culturali oltre che delle sue “leggi” economiche, non possono che generare “mediocrità” fino al punto di consegnare il mondo al potere di una moltitudine di “mediocri”.
Amantea, meritava una giunta mediocre con a capo un sindaco mediocre, che voleva elaborare un progetto comune, capace di risollevare la città dal baratro in cui è sprofondata in questi ultimi decenni. Occorrevano donne ed uomini forti e capaci, che conoscevano i problemi della Città e che erano riconosciuti dai concittadini.
Questa giunta andava in giro a dire ai quattro cantoni che bisognava dire basta a quelli che l’aveva preceduta logorati dalla propria inettitudine politica ed incapacità amministrativa. Avevano indossato gli abiti degli onesti, i meritevoli, i capaci. Andavano diffondendo tramite il loro Sparaballe che Amantea aveva bisogno di donne ed uomini volenterosi ed appassionati per mandare a casa quegli inquietanti personaggi che non solo avevano distrutto la Città ma che avevano addirittura la faccia tosta di riproporsi all’elettorato immaginando che gli Amanteani avessero la memoria corta, come di fatto hanno.
Gli uomini e le donne di questa giunta si sono presentati come la nuova classe dirigente, che si sarebbe operata a favore dei disagiati, dei senza casa e senza lavoro, delle famiglie povere. Avevano individuato i “percorsi” e i progetti che avrebbero consentito ad Amantea di ritrovare il suo antico e nobile ruolo di “guida”, facendo sentire la propria autorevole voce alla Regione Calabria ed a Roma, per dare un futuro certo e dignitoso ai propri figli.
Per far questo i mediocrati al potere della città avevano bisogno del concorso di tutti quelli che erano stanchi delle malefatte amministrative precedenti e avevano a cuore la nostra bellissima ed amata Città". Una delle prime cose che i “nuovi” mediocrati misero in atto dopo le elezioni fu quella di allontanare dalla politica chiunque stava loro sulle scatole, preparando il terreno a un consiglio comunale dove cominciarono a regnare gli incompetenti.
Ciò che, in questo regolamento comunale si vede solamente è un altro atto della commedia della mediocrità che protegge sé stessa. E’ vero, non è simpatico quello che sto dicendo. Ma io tra la simpatia e la sincerità, se devo scegliere, scelgo la seconda. L’essere parziali, l’essere omissivi, l’essere generici e sfuggenti, l’essere realisticamente prudenti nel non pestare i piedi a chi conta e può influire anche sul nostro destino.
Il mostrarsi, al contrario distanti scostanti e sprezzanti rispetto a persone “esplosive” ma marginali, a “teste calde” non sprovviste di capacità e mezzi per minacciare l’establishments costituito, per alterare determinati equilibri politici e culturali, per contribuire ad invertire radicalmente taluni processi di partecipazione alla ricerca scientifica e culturale, di acquisizione e distribuzione del sapere oltre che del potere e della ricchezza: questo è l’identikit del perfetto mediocre intelligente, preparato, competente, funzionale alla conservazione di una società, mediocre per l’appunto, in cui la sua condizione sociale e il suo prestigio professionale siano insidiati il più debolmente possibile.
Il mediocrate è un bravo sistemico che sta al gioco, può anche avere i vezzi del genio purché sostanzialmente non si allontani mai troppo da quello che, nei vari ambiti dell’esistenza e di un certo periodo storico, viene considerato come il “politicamente corretto”. Che significa questo? Significa che egli, sia pure in forme discrete o nascoste, dovrà accettare piccoli o grandi compromessi utili al perseguimento di obiettivi a breve termine, dovrà sottomettersi a regole odiose e sottaciute come quella di chiudere gli occhi e tacere di fronte a tante ingiustizie visibili e reali o di esprimere giudizi completamente inattendibili per motivi che nulla hanno a che fare con quella che dovrebbe essere il principale distintivo dell’intellettuale in genere, ovvero la sua onestà intellettuale, o ancora come quella per cui si tenda a promuovere in senso lato non ciò che ha a che fare con una reale produttività e con il merito ma solo con ciò che può essere utile e conveniente per se stessi e per il proprio gruppo di riferimento.
Lo abbiamo sempre saputo: siamo mediocri. Una città mediocre. Tempo di scandali? Corruzione? Macché! Per noi solo robetta di quart’ordine. Ci dobbiamo accontentare dei ravvedimenti operosi del Konducator. Abbiamo pagato la Tarsu in ritardo, da buoni Calabresi. Il Comune di Amantea è diventato autoreferenziale. Sembra una barca sfasciata, che fa acqua da tutte le parti.
Probabilmente stanno cercando maldestramente di aggiustarla, ma non riescono neanche a farcelo sapere. C’è una qualche politica sociale? L’assistenza è stata ridotta? E i progetti di sviluppo dove sono? Qualche politica di indirizzo si intravede? Abbiamo accordi sensati con privati che vogliano investire? E uno straccio di discussione pubblica su questo lo vedremo mai?
Il Konducator di Amantea mi ricorda Giampiero Ventura: un allenatore mediocre. Lo era anche prima di essere ingaggiato come c.t. della Nazionale azzurra. Ha continuato ad esserlo ancora di più dopo quella esperienza. Prima, a parte Pisa, Torino e forse Bari, non si ricordano grandi performance in panchina del mediocre Ventura.
Nella sua carriera come allenatore ha vinto solo due campionati interregionali con Empoli e Pistoiese e un campionato di serie C1 con il Lecce. Una vita sportiva da mediocre. Il mediocre Tavecchio ha affidato al mediocre Ventura la guida della Nazionale italiana e la mediocrità al potere porta solo a brutti risultati. E molte volte gli insuccessi dei mediocri vengono giustificati con degli scaricabarile.
Giacomo Leopardi, nei suoi “Pensieri”, scrive “prendete una persona di vero valore e una di valore falso in qualsiasi ambito e vedrete che la seconda è sempre più fortunata della prima”.
Gigino A Pellegrini