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Redazione TirrenoNews

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Forse l’Europa serva a qualcosa anche per l’Italia. Almeno a giudicare da un primo traguardo quale può essere definito il pronunciamento del parlamento europeo che ha accolto e dichiarato ammissibile, la petizione per l'abolizione del canone RAI promossa dall'europarlamentare Mara Bizzotto e dal Comitato per la Libera Informazione di Marostica.

Il parlamento europeo ha invitato la Commissione Ue di aprire un'indagine sul tema.

«Si tratta di un risultato storico», commenta Bizzotto che parla di «rapina di stato» e chiede l'apertura di una procedura d'infrazione contro l'Italia per violazione della libera concorrenza.

D’altro canto una conferma indiretta la si rileva dai conti Rai del primo semestre dell'anno 2013 con una perdita di SOLI 3,2 milioni di euro a fronte dei 129 milioni persi nello stesso periodo del 2012.

Un risultato ottenuto per la contrazione dei costi dei grandi eventi.

Insomma gli italiani pagano Skay e Premium facendo risparmiare la TV di Stato! RIDICOLO!

Che la TV di Stato sia un fallimento si nota anche dalla dichiarazione che la RAI ha incassato 50 milioni di euro in meno rispetto al 2012! ( i Parac… non ti dicono se per il solo primo trimestre).

Intanto si parla di un cachet di 470 mila euro a Paul Gascoigne per la partecipazione a ballando sotto le stelle. Una vera e propria vergogna! Un programma che non educa, che non insegna niente, che fa arricchire chi è già ricco ma soprattutto che tenta di far dimenticare i veri problemi dell’Italia e degli Italiani.

Insomma una TV a servizio della peggiore politica. Più subdola ed ipocrita del Minculpop di mussoliniana memoria quando l’ Italia vinceva tutte le guerre!

E visto che serve SOLO ai politici e che gli italiani se vogliono un film od una partita se li devono pagare a parte il canone facciamolo pagare ai partiti!

A giorni la petizione controm il canone da inviare ai parlamentari

Amantea ed il mistero della penuria di acqua.

Martedì, 10 Settembre 2013 16:45 Pubblicato in Cronaca

Sono diversi i nostri utenti che ci segnalano inefficienze nel sistema distributivo dell’acqua potabile, in particolare nella zona di Santa Maria e Colongi.

Gravi e perduranti inefficienze che non sembrano imputabili, come taluni pensano e dicono, ad abusi perpetrati da qualcuno( sempre possibili, comunque, visto il totale mancato controllo sui beni comunali e nella fattispecie sui pozzetti di derivazione, sempre aperti ed accessibili a chiunque del “mestiere”) , quanto ad una carenza tecnica della rete distributiva.

Ci riferiamo a serbatoi inidonei alle esigenze di uno sviluppo edilizio che cresce senza che si sia mai adeguata, livellata la rete di rifornimento alle esigenze degli abitanti della zona e tantomeno al suo possibile sviluppo urbano.

Ci riferiamo ad attacchi abusivi sulla rete che dovrebbe essere di solo trasporto fino al serbatoio e che è invece diventata di distribuzione.

Ci riferiamo all’edificazione abusiva o simil abusiva quale è quella permessa quando nella zona c’è una carente urbanizzazione preventiva e nel pieno dispregio delle normativa in materia di servizi.

Insomma di tutto e di più!

Come non lamentarsi se si resta insaponati sotto la doccia senza acqua? Come non lamentarsi quando poi il comune chiede canoni abnormi a fronte di un servizio insufficiente ed inefficiente? Come non lamentarsi quando poi si vede l’acqua andare a mare perché rifiutata dai serbatoi?

Ora esistono diverse possibilità. La prima è quella di una class action contro il comune, sorretta da una preventiva denuncia di una situazione simile. La seconda è una lettura politica della inefficienza tecnica che verosimilmente sembra sorretta o comunque garantita dal governo del paese ( come può essere diversamente possibile giustificare una siffatta situazione?). Una terza è chiedere una indagine su tutta la gestione dell’acqua . La quarta è ricordarsi di queste cose alle prossime elezioni, non solo sul lavoro della maggioranza, ma anche su quello della minoranza ( anche se riteniamo che prima delle stesse il problema sarà stato affrontato e risolto) .

Ed è per questo che lo ricordiamo. Perché sia risolto sul serio e senza più palliativi inutili.

Una domanda va posta, però! Ma davvero, in queste condizioni, è utile la gestione pubblica dell’acqua?

Staff Tirreno news

Ecco tutti i nomi degli indagati dell’Asp di Cosenza.

Martedì, 10 Settembre 2013 16:20 Pubblicato in Cosenza

Nessuna sorpresa, nello scorrere l’elenco degli indagati per le vicende dell’ASP di Cosenza, salvo, forse, quella dell’ex DG Franco Lucio Petramala.

Ecco tutti i nomi

  1. 1)l'attuale direttore generale Gianfranco Scarpelli;
  2. 2)il commissario per il 2010 e 2011 Franco De Rose:
  3. 3)il precedente direttore generale Franco Petramala;
  4. 4)Giovanni Francesco Lauricella, 57 anni funzionario Asp;
  5. 5)Maria Rita Iannini, 62 anni di Praia a Mare, funzionario Asp;
  6. 6)Flavio Francesco Cedolia, 50 anni di Rende, manager;
  7. 7)Eugenio Conforti, 71 anni, avvocato di Cosenza;
  8. 8)Luigi Fraia, 51 anni, avvocato di Rossano;
  9. 9)N.G. 46 anni avvocato di Paola;
  10. 10)D. G., 39 anni di Paola, che lavorava all'Afor Calabria con un contratto part-time.

Ora tutti si chiedono quando la procura salirà ai piani alti, cioè ai garanti politici di queste vicende. I calabresi, purtroppo per noi abituati a tutto, sono comunque curiosi di sapere di chi fossero “amici” o “sodali” o “garanti elettorali” gli attuali inquisiti o se la vicenda prenderà la via delle tenebre protetta od oscurata dalla politica.

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