Oggi è facile dare addosso a Bersani. Sia da dentro che da fuori il partito. Ma Bersani è il risultato di una condizione storica del Partito Democratico forse addirittura antica. Un partito dalle mille anime e nel quale, in fondo, uno dei collanti universali era l’odio verso Berlusconi. E da qui le grida contro Bersani che incontrava Berlusconi in via riservata. Da qui lo scandalo perché Bersani salutava Alfano nell’emiciclo parlamentare. Un Alfano che non ha avuto escort, nipoti varie, processi vari e la cui unica colpa è quella di avere addosso l’odore di Berlusconi!
La verità è che Bersani ha una unica colpa, quella di avere cercato una soluzione al problema Italia usando i sistemi ordinari dell’accordo, dell’incontro, della condivisione, quelli che aveva dovuto usare anche nel PD.
E la domanda corretta è sicuramente questa. Possibile che Bersani e tutta la politica italiana non si siano resi conto che la situazione del nostro paese è gravissima, che i consumi sono scesi drammaticamente, che al contrario la disoccupazione è aumentata incredibilmente, che gli anziani si uccidono, che il popolo è fortemente arrabbiato verso una politica che vive di privilegi e lascia il 90% del popolo in situazioni difficilissime?
Possibile, cioè, che anche di fronte a queste gravissime situazioni nessun politico in Italia, Bersani e la Bindi, compresi, si rendano conto che occorre cambiare, cambiare, cambiare?
E poi un’altra domanda. Se si arrestasse Berlusconi i problemi italiani sarebbero risolti o ci farebbero parlare di questa raggiunta giustizia ma i problemi rimarrebbero e se possibile diventerebbero ancora più drammatici?
Milano. C’è voluta un’impresa non da poco per far nascere il bambino di 6,3 kg.
E’ avvenuto nella clinica Mangiagalli
La mamma è una egiziana diabetica e del peso di oltre 100 kg.
E comunque è la stessa che ha avuto altri bambini extra large d oltre 5 kg.
Un parto reso difficile per le condizioni di salute della mamma.
E poi il bambino si presentava in posizione podalica.
Ci son volute due equipe di medici, con cinque chirurghi guidati dal ginecologo Alessandro Bulfoni.
Proprio Bulfoni ha detto “La donna, 35 anni è arrivata questa notte al pronto soccorso per le contrazioni, e abbiamo dovuto eseguire un cesareo d'urgenza per vari motivi: il bambino si presentava in posizione podalica, era molto grosso, e la donna aveva già subito due precedenti parti cesarei".
E poi ha concluso “Ora comunque madre e figlio stanno bene . Il piccolo è ricoverato al reparto di neonatologia, e dovrà essere sorvegliato per qualche giorno, perché potrebbe essere soggetto a sbalzi glicemici, visto che la madre ha avuto il diabete gestazionale. La signora inoltre non faceva un'ecografia da tre mesi, e quindi probabilmente non immaginava che il figlio avesse raggiunto tali dimensioni".
Davide Rossi non è morto invano(nella foto)
E mentre la politica studia come guarire un Italia moribonda, per fortuna i giudici continuano il proprio lavoro ed incidono fortemente in quel marasma che è il sistema bancario mondiale che vive sulle nostre spalle.
La bella notizia è che nella operazione Alexandria la Procura di Siena nell'ambito dell'inchiesta su Mps ha disposto il sequestro di 1,8 miliardi di euro nei confronti di Banca Nomura, sequestro in corso di esecuzione dalla Guardia di Finanza a Siena, Roma, Milano, Bologna e Catanzaro.
Di questi, 88 milioni di euro sarebbero costituiti da commissioni occulte percepite da Nomura e 1,7 miliardi di euro depositati da Banca Mps in favore di Nomura a titolo di garanzia sul finanziamento ricevuto da quest'ultima.
Circa 14,5 milioni di euro, invece, sono stati sequestrati anche a Mussari, Vigni e Baldassarri.
Tutto parte dal finanziamento concesso da Nomura alla Banca Monte dei Paschi con Nomura e con il quale MPS acquistò Btp italiani per un importo di 3,5 miliardi di euro.
La Procura di Siena ha comunicato che il sequestro è stato disposto a fini impeditivi e a fini di confisca per equivalente in relazione al reato di usura aggravata e truffa aggravata, commessa ai danni del Monte dei Paschi di Siena.
Il presidente di Banca Nomura, Sadeq Sayeed, sarebbe indagato insieme al dirigente della stessa banca giapponese Raffaele Ricci, per ostacolo aggravato all'esercizio dell'autorità di vigilanza, infedeltà patrimoniale aggravata e false comunicazioni sociali in concorso con i tre ex dirigenti di Rocca Salimbeni.