“Tricky Truck” il nome in codice della operazione.
L’indagine è stata condotta dal sostituto procuratore Luigi Melidona e coordinata dal procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Domenico Prestinenzi
I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal giudice delle indagini preliminari del tribunale lametino Barbara Borelli, che ha accolto in pieno la richiesta della Procura.
Sequestro dei beni per “equivalente”, tra 74 fabbricati, 93 terreni, 195 mezzi, quote societarie e disponibilità finanziaria per un importo complessivo di circa 6 milioni di euro.
7 le misure cautelari eseguite , tra cui arresti e obblighi di firma, a carico di altrettanti imprenditori lametini accusati, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, truffa aggravata, omesso versamento di Iva e ritenute Irpef, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e occultamento di scritture contabili.
I provvedimenti riguardano gli amministratori di 8 imprese operanti nel settore dei trasporti per conto terzi di Gizzeria e Lamezia Terme.
I destinatari dei provvedimenti degli arresti domiciliari sono:
Luigi Barbagallo, 48 anni,
Carmelino Scalise, 65 anni, entrambi di Lamezia Terme,
Francesco Argento, 66 anni (ex vice sindaco di Gizzeria) e
Alfredo Argento, 73 anni, tutti e due di Gizzeria.
Mentre i destinatari dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza sono
Michelino Argento, 45 anni,
Francesco Argento, 48 anni, e
Domenico Cerra, 44 anni, tutti di Gizzeria.
Le imprese coinvolte sono:
la Egiro Srl,
la Argento Trasporti Srl,
la Miniero Trasporti Sas,
i Fratelli Argento Snc,
l’Argento Group Srl,
la ditta individuale Cerra D, e
la Trans Express Srl.
L’operazione tutta è stata condotta dalla GDF di Lamezia ( comandante provinciale della Guardia di Finanza, generale di Brigata Antonio De Nisi, comandante del gruppo delle fiamme gialle lametine maggiore Maurizio Pellegrino e comandante del nucleo operativo capitano Francesco Ferragina).
Al centro dell’attenzione delle indagini è la “Poliservice srl”, fallita nell’ottobre del 2010. In quella data la ditta presentava una scopertura verso l’Inps di oltre 1.600.000 euro e verso l’Inail 500mila euro. Fallimento che secondo il procuratore della Repubblica sarebbe stato «programmato ed era frutto di un chiaro progetto criminoso intercorso tra gli imputati», questo perché «la società viene deliberatamente costituita con lo scopo di assumere a proprio carico tutti gli oneri assicurativi e contributi relativi al personale delle altre imprese con le quali era stato stipulato un contratto di associazione e partecipazione personale trasferito alla Poliservice, ma trasferito solo fittiziamente».