36 inquisiti,36 condannati. Decimato il clan Giampà.
Il pubblico ministero, Elio Romano, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati a pene tra 15 anni e due anni e quattro mesi.
Il gup distrettuale di Catanzaro, Giovanna Mastroianni, a conclusione del dibattimento con rito abbreviato ha invece disposto le seguenti condanne:
Notarianni Aldo - 13 anni 8 mesi
Notarianni Aurelio - 12 anni + 8.000 € multa
Giampà Francesco - 12 anni
Giampà Pasquale - 12 anni
Bonaddio Vincenzo - 11 anni 8 mesi
Giampà Vincenzo cl. 70 - 10 anni 2 mesi
Catroppa Pasquale - 10 anni 4 mesi + 40.000 euro di multa
Notarianni Giovanni - 10 anni + 12.000 euro di multa
Notarianni Luigi cl. 74 - 10 anni
Giampà Domenico - 9 anni 6 mesi
Molinaro Maurizio - 9 anni
Catroppa Giuseppe - 9 anni 4 mesi + 8.000 € multa
Chirico Domenico cl. 82 - 9 anni 4 mesi
Arcieri Vincenzo - 9 anni 4 mesi
Torcasio Alessandro - 9 anni
Notarianni Antonio - 8 anni e 10 mesi
Cappello Giuseppe - 8 anni 8 mesi
Voci Antonio - 8 anni 8 mesi
Giampà Vincenzo "Camacio” - 8 anni + 2.000 € multa
Notarianni Rosario - 8 anni e 8 mesi
Giampà Saverio - 8 anni 8 mesi
Paola Claudio - 8 anni 4 mesi
Giampà Davide - 7 anni 8 mesi
Giampà Giuseppe - 6 anni 8 mesi
Muraca Umberto - 6 anni 4 mesi e 24.000 € multa
Cerra Nino - 6 anni 4 mesi e 24.000 € multa
Gidari Roberto - 6 anni
Giampà Rosa - 5 anni 4 mesi + 2.200 multa
Bonaddio Pasqualina - 5 anni + 2.200 multa
Notarianni Luigi cl. 92 - 5 anni e 4 mesi
Giampà Vanessa - 4 anni
Piraina Luca - 4 anni + 2.400 di multa
Meliadò Franca Teresa - 3 anni 2 mesi
Paradiso - 2 anni 4 mesi e 2.400 euro multa
Chirico Domenico cl. 77 - 1 anno 2 mesi + 6.000 euro di multa
Il capo del gruppo criminale, Francesco Giampà, detto "il professore", è stato condannato a 12 anni. Per il figlio di Giampà, Giuseppe, collaboratore di giustizia, è stata disposta la condanna a sei anni e otto mesi.
Nel processo era imputata anche la moglie di Francesco Giampà, Pasqualina Bonaddio, condannata a cinque anni.
Il gup ha anche disposto il risarcimento dei danni alle parti civili tra cui figurava il Comune di Lamezia Terme, l'Associazione antiracket lametina, la Federazione nazionale delle associazioni antiracket e antiusura ed alcuni imprenditori vittime delle estorsioni.
Il PM Elio Romano: "Sicuramente è una sentenza storica. Sono state accolte in pieno le richieste della Procura. Tra l'altro è stata disposta la confisca dei beni di alcuni degli imputati come i Notarianni. Alcune pene comminate dal Gup, in qualche caso, sono state superiori alle mie richieste per un calcolo diverso sulle aggravanti. Il Gup, Giovanna Mastroianni, con queste pene ha dimostrato di essere convinta dell'impianto accusatorio da noi presentato. Una sentenza davvero importante. Un'altra cosa da sottolineare è la condanna delle donne della cosca Giampà, si tratta di un fatto notevole perchè in passato non si sarebbe ottenuto".
Il capo Squadra Mobile Catanzaro Rodolfo Ruperti, "Sono molto soddisfatto per questa sentenza perchè significa che il nostro lavoro è stato apprezzato, prima dalla Procura ed ora anche da una sentenza. Non avevamo dubbi su riconoscimento del 416 bis, perchè il lavoro che abbiamo fatto è stato notevole e di altissimo valore. Adesso continuiamo così per debellare le restanti cosche lametine".