Sei anni di reclusione al trentenne Agostino Perruso, accusato di detenzione di droga ai fini di spaccio e armi, contro i 10 richiesti dal PM . La sentenza è del Gup del Tribunale di Paola, Nicoletta Campanaro, ed è stata emessa al termine di un processo col rito abbreviato. Agostino Perruso è stato difeso da un collegio composto dagli avvocati Giuseppe Bruno e Armando Sabato.
Era l’ottobre 2011 quando i carabinieri della compagnia di Paola, diretta dal capitano Luca Acquotti( nella foto), dopo una lunga ed approfondita indagine decidevano di stringere e si appostarono notte e giorno tra le montagne di Longobardi.
Fecero la guardia ad uno strano casolare dotato di porta blindata che aveva fatto insospettire. E quando videro entrare nel casotto un individuo fecero irruzione. Dalla successiva perquisizione armi e droga.
150 grammi di cocaina,
900 grammi di marijuana,
un bilancino di precisione,
18 mila euro in banconote di vario taglio,
due pistole “Calibro 9” con matricola abrasa, con marca e modello da identificare.
Tutto nacque dalla intuizione dei Carabinieri della stazione di Fiumefreddo Bruzio, insospettiti dal via vai di persone verso il piccolo casolare.
La vicenda è nota ed ha avuto un’eco nazionale.
Eppure tutto è nato dalla felice intuizione del luogotenente Antonio Nappi, comandante del gruppo radiomobile della compagnia di Paola.
Questi transitando sulla Statale 18 sulla sua auto notava che gli automezzi che lo precedevano rallentavano improvvisamente per il timore che gli automobilisti avevano dell’autovelox posizionato in una macchina non d’istituto a bordo strada.
Ed è da lì che è nata la felice indagine penale che ha portato al sequestro di più di 5 mila verbali, di sette autovelox e altrettante autovetture che venivano utilizzate per i rilevamenti elettronici, nonché di numerosa documentazione, come alcune delibere consiliari con le quali i comuni interessati avevano dato in gestione il servizio.
Sono nove le persone al tempo accusate in concorso di truffa e abuso d'ufficio: Francesco Emiliano Lio (46 anni), di Rende; Sergio Chiappetta (57) di San Fili; Gianfranco Chiappetta (55) di San Fili; Francesco Egidio Magnone (55) di Belmonte Calabro; Francesco Scilinguo (56) di Longobardi; Rocco Chilelli (57) di Longobardi; Vincenzo Aloise (44) di Fiumefreddo Bruzio; Carmine Petrungaro (63) di Fiumefreddo Bruzio; Settimia Storace (43), di Paola.
Lio venne indagato dai carabinieri in quanto proprietario dell’impresa Speed Control, concessionaria del servizio pubblico di rilevazione della velocità, che secondo l’accusa non sarebbero state eseguite con l’uso di segnalazioni preventive e ben visibili occultando o non mettendo bene in vista le macchinette; installando gli autovelox su vetture private anziché su auto della polizia municipale.
La indagine diede luogo alla ben nota sentenza del Tribunale di Cosenza (del 7/5/08) con la conseguente pronunciazione della Corte di Cassazione (sentenza n. 11131/2009) secondo la quale nascondere le apparecchiature di rilevamento della velocità integra la fattispecie del reato di truffa contro gli automobilisti.
Ora al via il troncone del processo . Il luogotenente Antonio Nappi è stato sentito dal giudice.
Molta la attesa nelle comunità per i riflessi che il processo ha per le migliaia di contravvenzioni elevate ed illegittime.
