«Il Consiglio ha valutato approfonditamente, grazie alle relazioni dei Ministri dell’interno e degli affari esteri, la possibilità di consentire agli studenti Erasmus la partecipazione al voto dall’estero per le prossime elezioni politiche, come auspicato in precedenza», recita un comunicato diffuso al termine del Cdm.
«La discussione ha posto in evidenza delle difficoltà insuperabili: anzitutto di tempo e di praticabilità e, soprattutto, di costituzionalità nel selezionare unicamente gli studenti Erasmus - escludendo tutti gli altri soggetti che si trovano all’estero per ragioni di studio, ma senza una borsa Erasmus - come nuova categoria di elettori temporanei. La discrezionalità di scelta che eserciterebbe il Consiglio con questa decisione contrasta con i principi di partecipazione democratica, eguaglianza ed effettività del diritto di voto previsti dalla Costituzione. Il Consiglio - conclude la nota - ha auspicato che la prossima riforma elettorale tenga in debita considerazione le esigenze dei giovani temporaneamente all’estero per ragioni di studio e di lavoro».
La politica non ha mancato di dire la propria ma probabilmente solo per accattivarsi la simpatia di questi giovani. Omettiamo volutamente di parlarne ricordando che Milano , Torino, Bologna, Roma sono altrettanto se non più facilmente raggiungibile da Parigi o Berlino di quanto non sia raggiungibile la Calabria o la Sicilia dall’Italia del Nord dove lavorano e studiano decine di migliaia di giovani e meno giovani. Anche gli emigranti hanno il diritto-dovere di voto e spesso lo esercitano a proprie spese.