Come al solito l’Istat diffonde i “suoi” dati sulla disoccupazione.
Dice che, in 5 anni raddoppiata, ed è passata dal 6,5% del dicembre 2007 all'11,2% del dicembre 2012.
Nello stesso periodo le persone in cerca di occupazione sono aumentate di 1,3 milioni: da 1,6 mln a 2,9 mln.
Sempre nello stesso periodo i giovani in cerca di lavoro sono aumentati di 15,1 punti percentuali.
I disoccupati tra 15 e 24 anni erano il 21,5% nel dicembre del 2007 e sono arrivati al 36,6% alla fine dello scorso anno.
Sempre negli ultimi 5 anni c'è stata una lenta ma inesorabile riduzione del numero degli occupati, che sono passati dal 59% al 56,4% (-2,6%).
Erano 23,4 milioni di occupati a dicembre del 2007 e sono arrivati a 22,7 mln nel dicembre 2012, con un taglio di 700.000 unità circa.
Per gli uomini il tasso di occupazione è passato dal 70,9% al 66%, con una contrazione di 4,9 punti percentuali, mentre la disoccupazione è cresciuta di 5,4 punti, passando dal 5,2% al 10,6%.
I dati sono meno terribili per le donne, che però partono da una posizione molto diversa rispetto al sesso forte. Le occupate nel 2007 erano il 47,1% e 5 anni dopo sono scese al 46,8% (-0,3%); più marcato, invece, il tasso di disoccupazione che passa dall'8,3% al 12,1% (+3,8%).
I sindacati segnalano il problema e sollecitano i Governo a trovare i soldi per la cassa integrazione in deroga ( si parla di almeno 250 milioni di euro)
Poi Guglielmo Loy, il segretario confederale della Uil, svela che senza misure di sostegno al reddito ci sarebbero tra 500.000 e 600.000 disoccupati in più che farebbero alzare la percentuale di due punti.
In sostanza i dati dell’Istat non ascrivono tra i disoccupati i cassintegrati, che, anzi, compaiono tra gli occupati.
E quindi la vera disoccupazione potrebbe essere del 13,2 % al 31 dicembre 2012 e le persone in cerca di occupazione oltre 3.500.000!