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Riccardo Clemente

Collaboratore dal 2009, da tempo ormai realizza insieme alla redazione articoli su Amantea, ma di fondamentale importanza è il ruolo di "informatore".
Splendidamente, infatti, raccoglie informazioni preziose su vicende locali ed in numerose  occasioni ha permesso la realizzazione di veri e propri scoop di cronaca locale realizzati dallo Staff del portale TirrenoNews.Info

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burocrazia 675Con un emendamento al decreto legge Disposizioni urgenti per la crescita economica del Mezzogiorno del 20 giugno 2017, il senatore Paolo Naccarato ha recentemente proposto - o meglio ancora riproposto - di destinare le risorse risparmiate dall’Ente nazionale per le strade al miglioramento delle infrastrutture calabresi. Nel dettaglio l’adeguamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria ha infatti permesso di risparmiare circa 735 milioni di euro che potrebbero essere impiegati per potenziare l’intera rete stradale della Calabria. Doveroso il condizionale poiché, nonostante la richiesta rientri nel contratto stipulato tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la stessa Anas, non è detto che si riesca a centrare l’obiettivo di sostenere concretamente l’accessibilità ai territori e la loro connessione con il Sistema nazionale integrato dei trasporti.

Per questo motivo è necessario partire dall’origine della questione. A fornire utili chiarimenti in tal senso ci ha pensato la deputata del PD Enza Bruno Bossio che, ribadendo a più riprese l’importanza del progetto, ha spiegato come la vicenda sia nata dall’incontro tra il Governatore Mario Oliviero e il presidente dell’Anas Gianni Vittorio Armani. Quest’ultimo, nonostante l’assenso iniziale, ha subito palesato l’esigenza di regolamentare il tutto secondo legge. Da qui diversi ostacoli amministrativi hanno messo a repentaglio la buona riuscita del programma. In effetti, dopo l’esito negativo del primo intervento mosso dal gruppo del Partito Democratico alla Camera, è stato necessario l’intervento di Naccarato che, prendendo a cuore la causa, ha sostenuto il secondo emendamento adattandolo al Decreto Mezzogiorno. Insomma il guaio più grosso resta la solita burocrazia italiana.

Il problema è la bollinatura da parte della Ragioneria dello Stato” afferma la stessa Enza Bruno Bossio che ha promesso il massimo impegno affinché la situazione possa sbloccarsi quanto prima. A chi le chiede se è convinta delle modifiche fatte da Anas al disegno originario dichiara apertamente di condividere la scelta che ha posto fine a dei lavori destinati a durare per un periodo indefinito. Che i soldi ci siano è un dato di fatto. I mancati interventi soprattutto nel tratto cosentino del Savuto ne sono una chiara testimonianza.

Per la Bossio la preoccupazione più grande resta una sola: il gravoso compito che spetta all’Anas e ai Comuni poiché, dopo l’abolizione delle Province, risultano gli unici soggetti titolari di responsabilità in fatto di strade e collegamenti. Questo ha sicuramente abbattuto - seppure in parte - il sistema di potere all’interno dei lavori pubblici tuttavia non esclude affatto la possibilità che l’accordo possa saltare. Fanno ben sperare però le parole della politica calabrese che, forte dell’accordo fra il Ministro Delrio, Armani e Oliviero, ha concluso “noi del PD vigileremo al massimo perché l’emendamento passi”. Siamo solo all’inizio di una battaglia che si spera possa concludersi nel migliore dei modi.

manutenzione-antincendio

La scena, nei film d’azione, è classica: all’accendersi di una fiammella anche piccolissima, immediatamente tutti gli spruzzatori dell’impianto antincendio del palazzo si attivano contemporaneamente, tanto da far sembrare impossibile che gli incendi possano mai verificarsi. Ma come spesso accade, nei film c’è molto di spettacolare e poco di vero: e per farci dare qualche informazione reale e concreta, soprattutto per quanto riguarda l’importantissimo tema della manutenzione, ci siamo rivolti ai tecnici specializzati di un’azienda del settore, Antincendio Master,

 

Allora: come funzionano davvero gli impianti antincendio?

Va detto, purtroppo: non in maniera drammatica come si vede nei film. I sensori dei rilevatori di fiamma, ossia i dispositivi che permettono agli impianti antincendio di “accorgersi” del fuoco e attivarsi – in realtà sono molto semplici: si tratta di fascette di metallo a bassa temperatura di fusione, montate in modo da bloccare l’uscita dell’acqua su ogni singolo sprinkler – o spruzzatore, in italiano – degli impianti antincendio. Non c’è quindi nessun dispositivo che faccia in modo che una fiammella nel cestino della spazzatura di un ufficio al quarto piano possa far partire l’impianto antincendio dell’ingresso a piano terra - e nemmeno ce ne sarebbe bisogno: il calore delle fiamme fonde le fascette metalliche degli spruzzatori localizzati dove l’incendio sta scoppiando, e fa partire soltanto quelli.

 

E questo cosa significa, a livello di manutenzione?

Questo ha delle ricadute di importanza capitale sulla manutenzione, perché il sistema che abbiamo descritto implica che ogni spruzzatore sia autonomo: non verrà “avvisato” elettricamente o digitalmente dell’incendio, se non è in perfette condizioni, e quindi non partirà. Se il focolaio non viene spento immediatamente, potrebbe essere diventato troppo grande per esser spento facilmente quando entrerà nel raggio d’azione dello sprinkler più vicino, e in ogni caso potrebbe fare danni gravissimi già nel primo divampare. Per questa ragione, la manutenzione degli impianti antincendio deve essere sempre svolta in maniera puntuale e accurata, perché ogni punto critico deve funzionare subito e correttamente in caso di emergenza.

 

E allora quali sono i consigli per quanto riguarda installazione e manutenzione degli impianti antincendio?

Per quanto riguarda l’installazione, sicuramente la questione principale è affidarsi a una ditta specializzata per la progettazione: in questo modo l’impianto sarà disegnato, fin dall’inizio, tenendo conto delle reali problematiche e dei rischi effettivi, senza essere né insufficiente né sovradimensionato.
Per quanto invece concerne la manutenzione, è assolutamente necessario affidarla ad un’azienda del settore, che invii periodicamente tecnici esperti. La manutenzione degli impianti antincendio è infatti un’operazione lunga e complessa, che prevede di controllare singolarmente, come abbiamo spiegato, ogni spruzzatore dell’impianto – operando per aree, così da limitare sempre la zona anche solo temporaneamente non protetta. La pianificazione necessaria a far sì che queste ispezioni siano regolari e quindi garantiscano il perfetto stato dell’impianto, e allo stesso tempo ad assicurare che i rischi vengano ridotti al minimo anche mentre l’impianto è parzialmente disattivato è la migliore garanzia che un’azienda del settore può dare.
Tutte le aziende interessate a tutelarsi dai rischi di incendio possono trovare informazioni utili visitando la pagina impianti antincendio del sito di Antincendio Master, che ringraziamo per il supporto nella stesura di questo articolo.

Pizzaiolo, un mestiere nel nome della tradizione

Mercoledì, 19 Luglio 2017 14:02 Pubblicato in Italia

pulcinella e colombina-300x3001Vedi Napoli e pensi alla pizza

 

Quando vi trovate seduti in una pizzeria di Spaccanapoli, è praticamente impensabile credere che la pizza sia un alimento proveniente dalla Cina come qualcuno afferma. Vero è che le focacce hanno rappresentato il pranzo principale di molti popoli sin dalle epoche più remote, ma tra una focaccia africana injera e una bella pizza Napoli che ne passano di differenze. Sarà che noi italiani siamo abituati alla tradizionale pizza cotta nel forno a legna e farcita di ogni ben di Dio che non ci pare possibile destinare ad altri popoli, la sua origine.

 

Anche se andando a Kuala Lumpur o ad Anchorage non è impossibile trovare una pizzeria che propone la ‘vera’ pizza Napoletana che della tradizione e dell’Italia ha poco o nulla, in tutto il mondo quando si dice ‘pizza’ la si traduce con ‘Italia’.

Questa internazionalizzazione di un piatto semplice da preparare (anche se non è sempre così facile come lo si descrive) è riuscita a creare tanti posti di lavoro per chi ha saputo apprendere l’arte della preparazione della pizza.

Se è vero che serve amore e passione, è pur vero che per apprendere le tecniche di lavorazione (dalla preparazione dell’impasto alla cottura della pizza) occorre frequentare un corso pizzaiolo che insegna futuri operatori nel destreggiarsi tra farina, lieviti, condimenti e cotture.

 

Non solo acqua e farina

Indubbiamente Napoli può essere, a ragion veduta, considerata la patria della pizza e non solo perché la famosa pizza Margherita fu qui concepita in onore dell’allora Regina d’Italia ma in quanto si è sempre trattato di un alimento che ha rappresentato per secoli e intere generazioni, l’unica fonte di sostentamento. Chi non ricorda Sophia Loren e Giacomo Furia in un episodio del film ‘L’oro di Napoli’ dove la prosperosa attrice rivestiva il ruolo della pizzaiola intenta a friggere le bianche focacce?   Vero che stiamo parlando di un film ma è pur vero che questo rappresenta un vero spaccato di una Napoli di quegli anni che, per quanto riguarda il tema ‘pizza’, non è cambiata di molto.  Fare la pizza è una vera arte e per apprenderla occorre seguire le indicazioni che solo esperti pizzaioli sono in grado di dare. Non è sufficiente impastare della farina con acqua e un poco di lievito per preparare la pasta che si trasformerà in una succulenta pizza made in Italy: occorre conoscere le farine e saperle distinguerle tra loro per via delle caratteristiche; sapere quanto e come deve riposare l’impasto al fine di avere una giusta lievitazione che lo renderà digeribile una volta mangiato; quali le materie prime di qualità da utilizzare per la farcitura.

 

Un accademia veramente speciale

L’Accademia Nazionale di  Sommelier, Barman e Pizzaioli  di Degustibuss organizza dei corsi formativi per apprendere il mestiere del fare la pizza secondo i criteri della tradizione e permettere a tutti coloro che partecipano con passione ed entusiasmo, di apprendere le basi fondamentali per diventare un pizzaiolo capace di preparare una vera pizza italiana. Solo in questo modo si può pensare di acquisire le basi dalle quali partire alla volta di una carriera brillante da vivere in giro per il mondo. 

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