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Si chiamava John Kennedy Gurjão dos Santos.

Viaggiava sul volo EI485 Aer Lingus partito da Lisbona e diretto a Dublino.

Ad un certo punto John Kennedy ha letteralmente morso il passeggero vicino a lui.

L’irrazionale comportamento ha posto in allarme il comandante anche perché nell’ Airbus A320-200 viaggiavano 168 passeggeri e sei membri dell'equipaggio.

Il comandante allora ha chiesto se sull’aereo di fosse un medico e si sono presentati un medico ed un infermiere che hanno tentato di aiutare il giovane Gurjão dos Santos che non hanno potuto far nulla

John Kennedy Gurjão dos Santos come ha riferito John Leonard, uno dei passeggeri che hanno assistito a quei drammatici momenti, era sul pavimento e tremava violentemente emettendo suoni gutturali che venivano dal suo profondo

Appena giunti a Dublino il giovane è stato sottoposto ad autopsia ed è stato scoperto che nel suo stomaco portava 80 capsule di cocaina del valore di 64.000 $ .

Evidentemente una o più delle capsule si è rotta riversando nel corpo di John Kennedy il loro intero contenuto e causando una inarrestabile emorragia interna che lo ha ucciso.

A fianco a lui viaggiava una donna di origine portoghese che nel bagaglio aveva anfetamine, donna che secondo il quotidiano britannico Metro è stata arrestata per traffico di droga.

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Prima o dopo Gigi manderà in stampa la sua miscellanea di racconti e riflessioni, ne sono certo. E non sono il solo. E penso che avrà per titolo “L’uomo che ascoltava il mondo…”.

E sarà un libro da conservare gelosamente non fosse altro che per sapere di un amanteano straordinario e troppo poco conosciuto. Nell’attesa eccovi un altro suo intenso racconto.

 

“ Mi sono trovato in un contesto dove avevo una gran voglia di evadere. Di sognare e di scrivere questi sogni.

Mia madre era una straordinaria narratrice. Quando ero piccolo, insieme ai miei due fratelli e nonna Domenica, nelle fredde serate d’inverno ce ne stavamo tutti intorno ad un solo braciere mentre mamma leggeva da GrandHotel, Via col vento a puntate.

A volte, non leggeva. Inventava. I suoi racconti erano sempre immaginifici, e mettevano in scena una foresta.

Pur vivendo a due passi dal Mare di Ulisse, il richiamo di quella foresta risuonava emozionante, misterioso e attraente e tutte le volte che lo udivo mi sentivo costretto a rinnegare la mia natura marinara.


Chiudevo gli occhi cullato dalla sua voce e con le spalle al fuoco e agli alberi che mi circondavano, mi addentravo nella foresta, sempre più avanti, senza sapere dove andavo né perché; né mi chiedevo dove o perché il richiamo risuonasse superbamente nel cuore della foresta.

A vent’anni non avevo più il bisogno di chiudere gli occhi, quando l’aurora boreale divampava fredda nel cielo o le stelle palpitavano in una gelida danza, mentre la terra intirizzita e ghiacciata giaceva sotto la bianca neve.

In lontananza, un canto di mousse avrebbe modulato in chiave minore, con gemiti prolungati e singhiozzi interrotti. sembrava una supplica. Raccontava la dura fatica dell’esistenza.

Era un canto antico, antico come questa parte del mondo prima che un uomo occidentale vi mettesse piede.

In quei giorni era tornato da mari sconosciuti un italiano che viveva a Bristol con la moglie veneziana e i suoi tre figli. Gli inglesi gli stavano dietro come invasati e lo chiamavano Grande Ammiraglio, porgendogli molto onore perché aveva scoperto delle nuove terre. L’inventore di queste storie diceva di aver piantato su quelle terre una gran croce e la bandiera inglese assieme al gonfalone di San Marco, perché lui era veneziano. Ed era per questi motivi che la città di Bristol era diventata improvvisamente molto rinomata e stimata in Inghilterra.

Il nome del genovese-veneziano, che indossava sempre sgargianti abiti di seta, era Giovanni Caboto.

 

Le terre che aveva scoperto appartenevano alla nazione che poi divenne il Canada.

Oggi è mese che sono tornato a Edmonton nell’Ovest canadese.

E’ una bellissima giornata di sole, non si direbbe che sia metà ottobre.

Guardo fuori dalla finestra della mia stanza e vedo uno scoiattolo che sta cercando da mangiare nei rami del mio abete rosso.

Deve essersi ricordato delle noccioline che ho messo ai piedi dell’albero qualche giorno fa.

Mentre osservo lo scoiattolo vedo passare la gente, i miei vicini. Come se l'intero mappamondo mi stesse scorrendo davanti.

Un irlandese, un indiano, una coppia di etiopi, un cinese e un sik. Sono in Canada luogo di culture contrastanti e allo stesso tempo omogenee.

Cavalco gli orizzonti/ lasciando al fato la scelta del mio riposo notturno. Su una montagna di ossa/che una volta correvano sulle praterie/ignari di ciò che stavano per pagare/ Bisonti, cervi ,indiano morti, pionieri e case in fiamme/ lasciate indietro nella polvere della depressione. Ho vissuto anch’io in questa terra. Ne ho conosciuto la bellezza delle notti con la bianca neve brillare nella luce lunare mentre da essa fuoriusciva una strana e inquietante struttura:un Inukshuk .

 

Anzi, come scoprii qualche anno più tardi, si trattava di un Inunwack (nella lingua Inuit significa simile ad un essere umano) che è un ometto ovvero una costruzione in pietra usata come punto di riferimento dagli Inuit, Inupiat, Kalaallit, Yupik e da altri popoli della zona artica dell'America settentrionale.

Mentre, lo Inukshuk, il significato è "sei sulla strada giusta" oppure "qualcuno è stato qui". Gli Inuit li costruiscono anche come aiuto direzionale, per segnalare un buon punto di pesca o di caccia, oppure come segnali che si trovano nelle autostrade moderne.. Spesso eretti singolarmente, sono stati ritrovati anche ispirati a specifici temi, come un codice costituito da Inukshuk simili tra di loro che anche a grandi distanze ripetono una sequenza, come una carta stellare.

Queste forme rocciose sono fra i più antichi simboli dell'umanità che si conoscano, sia nel Circolo Polare Artico che in tutto il mondo. Spesso per il viaggiatore, la vista di un Inukshuk è confortante e dà un senso di familiarità in un paesaggio piatto, tutto bianco e senza punti di riferimento.

 

Ogni Inukshuk è unico, con pietre tutte diverse fra loro. Ogni pietra può significare qualcosa per chi ha intrapreso un viaggio in quei posti desolati, e porta impressi i segni del viaggio, ad esempio: quanti viaggiatori erano? c'erano donne? bambini? era un posto dove i caribù sostano.

Mi addormentai ed eccomi di nuovo davanti ad un Inunwack. Ogni braccio,gamba o testa dell’Inunwak significa qualcosa. La direzione da intraprendere, o il passaggio in una valle. Può anche indicare la provenienza di un viaggiatore e dove sarà diretto.

Era più rassicurante del monolite di “Odissea nello Spazio” di Stanley Kubrik. Mi avvicinai alla sua figura umana e diedi un occhiata attraverso la “finestra” che aveva al posto del ventre. Mi apparve il volto di mia figlia Lorenza che mi svegliava con un sorriso.

Edmonton oct.09 2015 Gigino A Pellegrini & G el Tarik.

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Nessuna sorpresa se la stampa italiana non ne parla!Della serie #velodicia monoi#

Telegraph: Il capo dell’UE con due auto e un usciere in frac.

 

Incredibile come sia stata totalmente ignorata sulla stampa italiana – sempre avida di scandali di sprechi pubblici – la notizia di questi giorni sugli sprechi europei. Un rapporto stilato dagli stessi parlamentari europei denuncia l’alto livello di spreco, a partire dalle spese di rappresentanza del Presidente Schulz. Non era difficile prevedere che un governo più remoto rispetto agli elettori sarebbe stato più - e non meno - sciupone con le risorse dei contribuenti. Nel frattempo, aumenta l’insofferenza verso queste istituzioni dell’opinione pubblica, compresa quella inglese, che infatti è spaccata riguardo alla permanenza del Regno Unito all’interno dell’UE.

Ecco la risposta di Strasburgo alle “due Jaguar” (possedute da John Prescott, esponente del partito laburista inglese NdVdE).

Martin Schulz, Presidente del Parlamento Europeo, è stato accusato di spreco di denaro pubblico per il suo ufficio privato di 35 persone e due vetture ufficiali.

L’onorevole Schulz, un socialista tedesco, ha un ufficio privato che include un autore di discorsi, due autisti personali, quattro consiglieri degli affari esteri e un usciere personale – un aiutante in frac che lo aiuta a ricevere gli ospiti e lo aggiorna sugli eventi.

I deputati europei hanno detto che il suo staff di 35 persone in tempo di austerity è “altamente discutibile” e “da un cattivo esempio”.

La critica viene da un rapporto sui conti del Parlamento Europeo per il 2013 redatto da deputati, approvato prima delle ferie estive e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea la scorsa settimana.

 

Esso “si chiede la ragione della disponibilità di due auto di servizio per il Presidente del Parlamento”.

Inoltre sottolinea che la mancanza di controllo della spesa sta erodendo la fiducia del pubblico nell’istituzione, che ha un budget annuo di 1,7 miliardi di euro.

Altri dati mostrano che il Parlamento ha speso 6,9 milioni di euro in trasporti l'anno scorso, incluso il mantenimento di una flotta di auto e persino biciclette per trasportare i deputati e i funzionari nei dintorni di Bruxelles e Strasburgo. Una fonte vicina al sig. Schulz ha detto che il suo ufficio è più piccolo rispetto ai suoi predecessori e le due vetture sono necessarie perché non sarebbe possibile avere un solo autista rispettando le leggi il materia di riposo.

David Campbell-Bannerman, un deputato conservatore, ha detto: "mentre il popolo è costretto a stringere la cinghia, il Presidente vive da nababbo. E’ necessaria una “spending review” per assicurare che il costo dell'UE venga significativamente ridotto."

Il rapporto riporta un disavanzo di 3,5 milioni di euro nel bilancio del catering ed esprime" profonda preoccupazione" riguardo ai 17,8 milioni di euro spesi per pubblicizzare le elezioni europee del 2014, che hanno registrato un crollo dell’affluenza. Altri 448.000 euro sono stati spesi per il premio Lux – una cerimonia di premiazione per il cinema europeo modellato sugli Oscar.

 

Ben 5,7 milioni di euro sono stati spesi per viaggi all'estero e delegazioni parlamentari dei deputati europei, incluso un viaggio costato da solo 493.000 euro. Il Comitato ha chiesto una "struttura più economica ".

Il rapporto sottolinea che un quarto degli elettori ha un' "immagine molto negativa" del Parlamento a causa delle spese. "Quindi sono necessari miglioramenti strutturali, ad esempio piena trasparenza e la contabilizzazione delle indennità delle spese generali, per migliorare la fiducia e il sostegno per il Parlamento."

 

Inoltre alza l'allarme su due questioni che hanno perseguitato la politica di Westminster: i secondi lavori e le spese.

La relazione raccomanda la creazione di un database pubblico – simile a quello dei “Commons” inglesi – che mostri tutti i lavori “secondari” dei deputati.

Chiede anche "regole più precise per quanto riguarda la responsabilità delle spese" riguardo il controverso regime di spese dei deputati, che permette di chiedere rimborsi senza ricevute.

Nel frattempo, il fondo pensionistico del Parlamento ha un deficit di 197 milioni di euro, cosa che innesca allarmi di un precoce esaurimento del capitale. "In definitiva è impossibile giudicare se il fondo viene gestito correttamente e in modo efficiente", dice il rapporto.

Il rapporto chiede inoltre di porre fine alla pratica dei giri turistici di gruppo sovvenzionati direttamente dal Parlamento, che pongono un "alto rischio reputazionale e un grave rischio per la sicurezza".

(L’articolo si chiude con alcune considerazioni riguardo la situazione del rapporto tra Inghilterra e UE, poco pertinenti la situazione italiana NdVdE)

by Malachia Paperoga and Matthew Holehouse, ottobre 2015

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